VIII
Quando torno a casa, mia madre si era già barricata in camera sua..
Molto meglio così.
Non ho voglia di vederla. Non ho voglia di vedere nessuno.
Il pensiero di Peter mi martella nella testa.
Non respiro.
Decido di farmi una doccia calda e penso al mio corpo martoriato.
L'acqua scorre su di me e io piango.
Le lacrime si mescolano al bagnoschiuma.
Penso a Andy, alle sue carezze, al suo guardarmi in modo speciale.
«Andy ...» Sussurro il suo nome.
E così singhiozzo, mi scoppia il petto.
Sono rassegnata. Sono così avvilita, così triste.
La paura è solo un'illusione.
La tua frase, Tess rimbomba nelle mie orecchie, esplode tutto, crolla tutto.
Crolla il mondo.
Quando esco dalla doccia mi specchio e mi rendo conto che il mio volto è affaticato, scialbo.
Chi sono realmente?
Non sono nessuno.
La paura è solo un'illusione.
L'illusione di esistere, l'illusione di vivere.
Mi siedo sul letto e fisso il tuo numero, Pete.
Cosa dovrei fare? Dovrei memorizzarlo?
Dovrei davvero pensare a te?
Non spero più in niente
Forse dovrei lasciarti andare, Tess, dovrei farlo per davvero.
Forse, amica mia, dovrei essere io a lasciarmi andare, dovrei fuggire in un posto anonimo, un luogo che non risvegli in me nessun tipo di memoria.
Senza pensarci due volte telefono a te, Pete. Voglio sentire la tua voce, desidero parlare con te per ricordare.
Uno, due, tre, dieci squilli.
La mia mano trema.
Poi ...
«Alice ...»
«Pete, è tardi lo so ma ... »
«Niente ma, Alice ... Sono qui, ti pensavo ...»
Mi pensavi?
«Anche io pensavo a te .»
«Io ti penso da dieci anni, Alice.»
Un colpo al cuore.
Dieci anni di menzogne, dieci anni di torture.
Di paura, illusione.
Tess, salvami, ti prego di salvarmi.
«È stata dura, Pete ... vorrei così tanto andarmene ...»
«Sono qui, Alice. Sono qui da quando ti ho vista dieci anni fa.»
«Ne sono successe di cose in quegli anni, Pete ... Io ...»
«Anche io, Alice, anche io ...»
Non c'è nulla da fare, Tess, tutto ricade su di te, tutto il peso, tutta la vergogna.
«Sono tornata e ...
«E?»
«Non lo so, non c'è posto in cui possa trovare pace ... Il faro ...»
«Ci sei andata?»
«Sì!»
«Non era come te lo immaginavi, vero?»
«Molto meglio, Pete ...»
E sorrido pensando al mare in burrasca, agli scogli che si ergono fieri. A Andy, solo a Andy.
«Allora perché sei tornata?»
«Per stare un po' qui.»
Mento. Meno a me stessa, mento a lui.
Lo avevo dimenticato, lo avevo superato, ma sentivo la necessità di mentire.
Mezzora più tardi mi ritrovo a passeggiare con te, Pete.
Camminiamo in silenzio. Mi rendo conto di trovarmi in una situazione irreversibile.
La luna è piena e illumina le strade.
Ci fermiamo in un punto lontano dalla zona abitata.
Poi Pete, ti volti verso di me, mi scruti sotto la luce della luna e abbozzi un sorriso.
Io distolgo lo sguardo dal tuo.
«Alice, ti ho sempre amata, sempre ...»
Respiro profondamente l'aria colma di salsedine.
Non riesco a guardarti, non riesco a pensarti.
«Ti ho amato anche io, Pete ma ...»
«Hai sempre troppi "ma", Alice!»
Mi guardi in cagnesco e per un momento ho paura, la paura di qualcosa che ancora sta andando storto.
«Ascolta, Pete ...»
«Il tuo cuore appartiene ad un altro, vero?»
Vorrei dire che penso a Andy.
Ci penso incessantemente, ma qualcosa mi blocca.
«Sì ...»
«Cosa ci fai qui, Alice?»
Rimango in silenzio. Non voglio risponderti, non ne ho la forza.
«Tess, vero?»
Tess, Tess, sei sempre tu, sempre.
Scoppio a piangere così forte, così intensamente.
«Non è colpa tua, Alice ...»
Pete, non ti credevo così insensibile, fermo in una convinzione che non ha senso.
Vorrei esplodere, vorrei sdraiarmi a letto.
«Siamo stati noi, Pete! Noi, a fornirle quella maledetta droga!»
«Per l'amor del cielo!»
Sei arrabbiato, ma sai che ho ragione.
«Come posso superarlo? Come diamine posso fuggire da questo dannatissimo incubo?!»
Mi volto di scatto verso il mare. Vorrei tuffarmi per non provare più nulla, annegare per non amare più.
Mi guardi con rassegnazione.
È finita, Pete. È finita qui.
«Non si può fuggire, Alice.»
«Vedo che tu hai superato tutto!»
«Alice ...»
«Pete, non mentirmi!»
«Sto mentendo a te come tu hai fatto con me, vero?»
Hai ragione, Pete. Ho fallito anche in questo.
«Già!» Non riesco a dire altro.
«Devi andare avanti, Alice.»
«Come posso? Come posso farlo? Come posso lasciarla andare?»
Mi fa male lo stomaco, così male da piegarmi in due. Il dolore è troppo forte, così intenso.
«È troppo tardi. Credo che sia troppo tardi.»
Mi guardi negli occhi, prendi una mia mano e la carezzi.
«Sarà anche troppo tardi, ma tu sei qui, Alice, noi siamo qui e non possiamo far altro che sopravvivere.»
«Che cosa ne sarà di noi, Pete?»
«Solo questo maledetto destino può saperlo.»
«Questo maledetto destino ...»
Mi abbracci, mi stringi forte e proprio in questo istante capisco cosa devo fare.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top