VI
Dieci anni prima
San Diego, California
La chiesa è gremita di gente, Tess. Eri così amata e io ti ho portata via da tutto questo incredibile, insaziabile amore, amore che tu non hai mai notato o hai notato fin troppo e ti è scoppiato nel petto. Ma ora sei libera di volare via dalla pazzia e dalle maldicenze, dal terrore della vita e da me. Non sei più mia prigioniera, non sei più prigioniera.
La morte è solo un'illusione, l'effimera illusione verso l'orizzonte che hai sempre desiderato. Nessun può sentirci, Tess, nessuna di queste persone può realmente farlo. Siamo solo ali al vento e nel cielo ci liberiamo. I nostri urli silenziosi sono eterni e nell'eternità giaceranno. Per sempre.
***
Scivola via la vita, l'aria che respiro. Scivola via l'amore e l'eterna sensazione di inadeguatezza, l'eterno naufragare.
Mi sento soffocare, mi sento morire.
Sono esausta, ogni barlume di forza si è eclissato e io non ho più nulla, nulla su cui posso realmente contare, nulla su cui posso ancora sperare.
Tess, mi dicevi sempre che la paura è solo un'illusione.
Tess, mi amavi.
Vorrei stringerti tra le mie braccia, sentire l'odore dolce dei tuoi capelli.
Sono intrappolata, Tess e io stessa sono la trappola.
Me ne sono andata via da Andy, me ne sono andata nonostante l'amore esploso.
Il mio sogno pulsava di menzogne.
Andy non è reale.
È un'illusione, la vana speranza di trovare la pace in un luogo che pacifico non è.
Il faro si nutre del dolore.
Non esiste pace, perché mai avrei dovuto seguire il cuore? I miei sogni? Non c'è pace, non c'è più e io annego nel buio.
La mia sofferenza ha raggiunto l'apice più pungente, più doloroso e io non sento più niente.
E così penso alla scatola, alla mia effimera salvezza.
La nostra salvezza, Tess.
Ma tu te ne sei andata e di questa scatola non esiste altro che una forma.
Per un attimo ho sentito la necessità di nutrirmi delle innumerevoli droghe che conteneva.
Vorrei non sentire più nulla, non esistere più.
Tace anche il silenzio che, poi, esplode in un boato che implode dentro me e tutte, davvero tutte le paure, si triplicano.
Non starò mai bene, Tess. Senza di te non posso permettermi di stare bene.
E senza Andy, senza l'amore, come posso andare avanti?
Non esiste più nessun cammino che io possa percorrere.
L'aereo decolla.
Trattengo il respiro.
Ma poi, senza neanche volerlo, prego. Non so chi sto pregando, non so a chi stia chiedendo aiuto.
Non riesco a trattenere le lacrime
Il viaggio è lungo e passa lentamente.
Sono sola, senza amore.
Penso a Cadence, all'estrema sensazione di cedimento.
Tutto è un'illusione.
Poi penso a Andy, ai suoi baci sotto la pioggia, alla sua pelle sulla mia, alle sue carezze velate, così leggere.
Sono piena d'amore.
Il ritorno è stato puramente meccanico. Salgo sul taxi che mi porta a casa. Chiudo gli occhi perché vorrei cancellare casa mia, per poi ridisegnarla. Vorrei che tutto ciò che mi ha distrutta potesse crollare.
Io cammino sulle macerie, raccolgo i cocci della mia esistenza.
«Sei tornata.» mi sussurra mia madre mentre scendo dal taxi.
«Non mi va di parlarne.» Sussurro freddamente.
«Oh su, Alice. Per l'amor di Dio!»
Mi insegue mentre entro e dirigo al piano di sopra, in camera mia. La camera degli orrori.
Odio essere seguita, odio mia madre odio queste stanze.
«Prima o poi dovrai dirmi qualcosa.»
Faccio finta di niente.
«Cosa vuoi che ti dica eh? Ho fallito, mamma, io fallisco sempre. Su, ribadiscimelo!»
Mi guardi in cagnesco, cercando di rimanere calma.
«Cosa ti avevo detto io, Alice?!»
«Oddio, lo stai facendo ancora!»
«Lo dico per te, bambina mia.»
«Bambina mia eh? Non sono mai stata una buona figlia, perché non lo ammetti?»
«Non ti ... Alice!»
La sento respirare regolarmente, si sta trattenendo.
Mi punta un dito contro e io esplodo dalla rabbia.
«È questo che non hai mai capito. Questa tua rigidità non fa di te una buona madre!»
«Alice, ti ho dato tutto, tutto! Non rinfacciarmi errori che non sono i miei!»
«È troppo bello scaricare la colpa sugli altri, vero?»
«Si tratta di un uomo? Ti è andato di volta il cervello! Tutto questo per un ... un ...»
La guardo sconcertata.
«Non starò qui un attimo di più!»
Cerco di trattenere l'ira. Senza neanche cambiarmi, senza neanche disfare la valigia, esco e mi dirigo verso la spiaggia.
La nostra spiaggia, Tess. Quella di sempre.
La spiaggia che ha cullato il tuo corpo.
La spiaggia che lo ha sbranato.
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