V

Un mese dopo

Mi trovo sola, seduta su uno scoglio ad osservare il mio amato mare e penso a quanto l'ho agognato, quanto ho desiderato questa pace, ma ho rovinato tutto, ancora una volta. Un fallimento dietro l'altro, sono ciò che sono sempre stata, troppo abbattuta e stupida per desiderare una vita migliore.

Voglio stare meglio, lo desidero con tutta me stessa, ma non sono capace, non riesco a trovare una soluzione al malessere. E mi danno, mi danno perché per me non esiste vita migliore di quella che ho trovato qui. Sono incatenata in un limbo dal quale non riesco ad uscire, dal quale non riesco a liberarmi.

Non posso credere che sia stata solo un'illusione, tutto questo, una fugace, transitoria illusione. Come ho potuto sperare di poter essere una donna più saggia, più consapevole. Come ho potuto sperare di poter essere diversa da quella che ero.

Oh, Tess. Se solo fossi qui con me, se solo non ti avessi lasciata andare, se solo avessi intuito il tuo più intimo desiderio. Forse il mio universo sarebbe diverso ora o, forse, no, forse sarebbe rimasto tutto come prima. Noi due, per sempre su una spiaggia a dialogare attraverso le nostre sofferenze.

Inizia a far freddo e il vento mi scompiglia i capelli. Respiro, espiro.

Questo mese è stato atroce, ho passato tutto il tempo da sola, evitando voi. Ho evitato me stessa, mi sono annullata. E lo percepisco lo scorrere del tempo, sento il mio corpo invecchiare e deteriorarsi a poco a poco, sono sempre più vicina alla morte dell'anima.

È stato difficile legare con Cadence, è stato complicato vederla annullarsi durante le sue crisi. In Cadence, a volte, ho visto te, Tess. Negli occhi sbarrati ho visto il tuo sguardo quando ti ho trovata distesa sulla spiaggia priva di vita. In Cadence ho visto noi, Tess, la nostra malattia, la nostra dipendenza.

E tu, Andy sei chiuso nel tuo dolore, è impossibile entrare nel tuo cuore, è dura potere decifrare la tua malinconia. Ho trascorso molti giorni da sola, a riflettere e a dannarmi. A pensare al mio passato senza trovare una vera e propria soluzione.

Il faro è sempre stato il mio sogno, ma questo sogno non può essere vivo se non mi libero dal tormento, dalla colpa che è germogliata dentro nella mia anima.

Poi arrivi tu, Andrew, ti siedi accanto a me e mi prendi per mano. I nostri sguardi si incrociano. Sento un brivido lungo la schiena, un contatto fisico che con te non ho mai provato, Andy. Tu che vivi isolato, lo sguardo rivolto verso il mare, in cerca di risposte, in attesa di speranze.

Mi piaci Andy O'Brien, mi piaci per la tua intensità, per il tuo spirito così simile al mio. Mi piaci per le tue speranze segrete.

Mi piaci perché capisco che mi comprendi.

«Nessuno può sentirmi, Andy.» Dico con l'amarezza negli occhi.

«Perché stai urlando in silenzio, Alice.»

«No, Andy. Sto urlando forte ma non mi sento neanche io.»

«Io, invece, ti ho sentita. La percepisco, sai?»

«Cosa?»

«La tua illusione, la paura, il terrore di continuare a vivere così, senza risposte, senza delle vere e proprie aspettative.»

La tua stretta si fa più forte.

«Prenditi cura di Cadence, Andrew.»

Ti sorrido e le lacrime cominciano a sgorgare, rigano il mio viso, ma tu ti avvicini a me, i nostri volti si sfiorano e, delicatamente, mi asciughi il pianto. Eppure lo devo fare, Andy. Per te, per me, per Cadence. Devo farlo perché pace non esiste, perché un giorno forse ritornerò e ti amerò. Ma il peso della coscienza è troppo forte, troppo opprimente.

«Cosa vuoi fare, Alice?»

Rimango il silenzio.

«Dimmi la verità.»

Non ho il coraggio. Ho illuso te, ho illuso Cadence, ho illuso me stessa.

«Credo che tornerò a casa, Andy.»

Tu distogli lo sguardo dal mio e sospiri.

«Mi dispiace così tanto, Andrew.»

Ti alzi deluso e mi guardi frastornato. Nel tuo volto scorgo lo sconforto.

Ti vedo andare via, ho violato la tua anima, ti ho distrutto, ti ho reso disillus

***

Non posseggo più amore.

Devo rimanere sola, tutto è solo un'illusione, una flebile ma tremenda illusione.

Lasciatemi dormire, lasciatemi soffrire, non posso più parlare, non posso più urlare.

Passa il tempo e non posso più mostrarmi.

Ma sei ancora qui, Tess, io sono ancora qui nonostante lo scorrere inesorabile del tempo.

Solo sospiri e lacrime, solo dolore in questa vastità che mi sommerge.

Il cielo è carico di nubi, potrebbe piovere, spero che piova per depurarmi dai peccati.

Devo rimanere in questa oscurità.

Vedo i lampi scagliarsi sull'orizzonte e mi domando cosa ci sia al di là del cielo. Al di là del mare.

Mi copro con l'impermeabile. Il gelo entra nelle ossa e le corrode piano piano, lentamente.

Sento il dolore sfamarsi della mia anima, sento l'amore mancato che mi infligge ferite che mai e poi mai si potranno rimarginare.

Poi mi volto verso il faro e penso che ho tutto quello che ho sempre desiderato, ma nonostante ciò mi sento incompleta.

Forse pretendo troppo dalla vita, forse la vita è solo questo: un fugace scorrere di eventi. Mi ci devo abituare.

Non posso andare oltre, non voglio andare oltre.

Percepisco la pioggia cadere sul mio volto e accarezzarlo lievemente.

Mi sto depurando.

Il vento mi scompiglia i capelli e chiudo gli occhi e chiedo a Madre Natura di rapirmi, di portarmi al di là di tutto, ma sono sempre ferma qui, in questo limbo.

Fango sulla mia pelle. Sospiri e lacrime.

Non esiste nessuna forma d'amore che possa rapirmi, non c'è più sentimento. E prego, prego ma tutto è un'illusione.

La paura è solo un'illusione.

La verità è che non c'è nessun luogo nel quale io possa stare bene, nel quale possa rinascere.

Posso cambiare luogo, posso vivere nel faro dei mie sogni, ma io sono sempre io e il mio dolore si sposta con me.

Sono io la più grande nemica di me stessa, ma non voglio soccombere, non voglio morire.

E mentre penso al declino della mia vita, ti vedo avvicinarti a me con passo deciso.

Hai la barba incolta e profonde occhiaie.

Da quanto tempo non dormi, Andy?

Avrai smesso di pensare? No, certo che no.

Siamo tutti prede della fame della vita. Siamo tutti prede di noi stessi e fa male, fa dannatamente male.

«Non dovresti stare qui, Alice. C'è una tempesta in arrivo.»

Ti avvicini a me, ma non troppo, il contatto fisico può accendere scintille che non sapremmo domare.

«Voglio annegare, Andy.» Dico, asciugandomi le lacrime.

Tu sospiri come se conoscessi alla perfezione questa sensazione.

«Soccomberesti, Alice ... Che senso ha?»

Scuoto la testa. Già, che senso avrebbe?

«Pensavo che ... pensavo che sarebbe stato diverso. Che idiota che sono!»

«Il dolore può raggiungere anche il luogo più disperso.»

Mi volto verso di te. Sono arrabbiata con me stessa, con la mia visione della realtà così distorta. Sono arrabbiata anche con te.

«Che senso ha? Quando tutto non ha più valore? Quando non cambia nulla, quando hai mille pretese e tutto va in fumo? Brucia quella speranza. Mi sento così a disagio, Andy. Tess è morta e la colpa è mia, è morta perché io ho lasciato che ingoiasse quelle pasticche e poi si è addormentata per sempre. Il dolore è tremendo, è forte, quasi perenne. Ho paura di perderti, Andy, paura che se mi legassi a te accadrebbe tutto ciò che è già accaduto con Tess: di perderti improvvisamente per sempre. E se tu te ne andassi? Se mi lasciassi? Se io ti facessi del male? Sono esausta, affaticata! Vorrei solamente... »

Resti in silenzio, continui a guardarmi quasi attonito alle mie parole.

Andy sei così vicino a me, posso percepire il tuo profumo e per un attimo mi sento a casa, accolta dal tuo abbraccio.

«Sono stanca, Andy. Stanca di sperare, stanca di cadere. Mi sento impazzire ...»

Non mi aspetto più nulla, nessuna dolce carezza, nessun tepore di pelle estranea.

Ma tutto cambia quando tu mi posi una mano sul viso, assaporo la tua carezza e mi volto verso di te. I nostri sguardi si incrociano.

Che cosa dovrebbe succedere ora? Cosa dovrebbe cambiare tra noi?

Sento il tuo respiro sul mio collo.

Socchiudo gli occhi.

Lasciami dormire, Andy.

Non voglio più vivere, non posso più vivere.

E poi accade, così, inaspettatamente, come il destino ha sempre voluto.

Mi avvolgi con le tue braccia, sento la tua stretta. Io rimango immobile.

Adesso.

Ora.

Le tue labbra sulle mie, il sapore del sale, il mare che ci copre con le sue onde.

«C'è il mondo, Alice ...» Sussurri e io ho ancora il sapore delle tue labbra sulle mie.

Ti bacio come avrei voluto baciare il sole.

Voglio amarti in questo preciso istante.

Ma temo che sia solo disperazione.

La mia disperazione, la tua dannazione.

Sospiri e lacrime.

«C'è l'inferno, Andy ...»

Ci guardiamo ancora.

Dormono le nubi, dorme l'oceano.

Dormiamo noi, fianco a fianco.

È un addio, Andy.

E questa nostra vicinanza irrompe sugli schemi del destino.

Ci troviamo su una distesa d'erba incolta che avvolge il fare a fare molto più che l'amore.

Soli, inquieti.

Muti.

Come il cielo è il mare

E l'infinito naufragare.

Il continuo incespicare.

Come il cielo il mare.

Il tempo che sospira.

Le lacrime che evaporano.

E il cielo così come il mare,

annega le angosce, le inquietudini.

Su questo cielo io sto volando, in questo mare io sto morendo.

I pianti mai esplosi, i dispiaceri mai voluti.

Non posso credere che sia stata solo un'illusione,

l'illusione di essere, di esserci, l'illusione di vivere.

Come un sospiro lontano, la brezza raffredderà il tuo corpo e mi cercherai, lontano, sempre più lontano.

E io ti cercherò, sradicherò le radici dell'esistenza e nulla sarà più come prima.

Ti amerò e so che tu mi ascolterai nel silenzio più intimo e profondo.

La paura è solo un'illusione.

Addio, Andy.

Addio e ti bacio.

Addio e le mie mani nelle tue.

Addio mio amato faro.

Addio cielo d'Irlanda.

Corro verso il faro dopo avere lasciato Andy. Sono bagnata fradicia e fa freddo, fa freddo fuori e dentro. Il mio corpo trema, sento le gocce scivolarmi lungo la schiena, i capelli inzuppati e il viso che piange, che mischia lacrime e pioggia.

Temo che Cadence mi veda, sicuramente le farò del male. Io ferisco sempre le persone, sono io, solo io, la vera traditrice.

Non saprei spiegarle il perché del mio allontanamento.

È tutto così dannatamente complicato.

Faccio le valigie in fretta, non so cosa ci stia mettendo dentro, forse i ricordi, forse le vane speranze.

Cadence mi osserva e trema.

«Mi stai abbandonando ....» Sussurra Cadence.

Trema la terra, trema l'oceano in burrasca.

Tremo io che cado sempre.

Per sempre.

La pioggia si è calmata e attraverso le nubi riesco a scorgere un raggio di sole.

«Mi abbandoni ....» Sussurra ancora rivolgendo lo sguardo al vuoto che ci circonda.

Mi fermo. Smetto di rovinare la mia vita per un istante. Smetto di esistere per me, per Cadence. Per Andy che non vedo dalla scorsa notte.

«No, Cadence. Ti porterò qui.» Poso una mano sul cuore che sento battere incessantemente.

Non sono mai stata brava con gli addii, sono sempre fuggita per rabbia. Per codardia.

Passano i giorni e io sono sempre più disillusa.

Cadence piange, le sue lacrime sono anche le mie.

Non posso sopportare tutto questo dolore.

Mi guardo intorno per l'ultima volta.

Cerco di memorizzare ogni minimo particolare, il colore delle pareti, la sorella di Andy che mi osserva, i suoi brillanti capelli rossi.

Il mare.

Già. Il mare.

Devo dimenticare per non soffrire, ma è dimenticando che ci si procura più dolore, diventa impossibile collocare i ricordi.

Penso alla scatola, a ciò che contiene. Potrei rifarlo, potrei cascarci ancora.

Proprio ora che il mio sogno più intimo è evaporato.

Non esistono sogni ma solo situazioni.

Chiudo la porta della camera, consapevole che ogni singolo attimo passato qui, ogni singola crepa sul muro, ogni cosa si disintegrerà e io non ricorderò più nulla.

Scendo le scale ed eccoti, Andy.

Ci osserviamo per un istante, il tempo giusto per metabolizzare ciò che è successo tra di noi.

È una follia andarsene.

«Ti accompagno all'aeroporto.» Andy non cerca di trattenermi, lo vedo spossato e triste e so che la causa della sua tristezza sono io. Andy è fatto così, non agisce, trattiene tutto dentro fino a scoppiare, fino a farsi male.

Scuoto la testa.

«No, chiamo un taxi.»

Sospiri.

«Già, un taxi ... Invece di accompagnerò io.» Dici strappandomi la valigia dalle mani.

«Come desideri.» Non riesco a dire altro. Lo sto abbandonando, ne sono consapevole. Ma la consapevolezza è così strana.

«Alice, per piacere.»

«Non dire nulla, Andy. Andiamo.» Cerco di non incontrare i tuoi occhi. Sono imbarazzata ma anche frastornata dalle emozioni che galoppano nel mio petto.

Morirò d'amore.

Cadence ci segue con lo sguardo rivolto verso il basso.

Il viaggio sul tuo furgoncino arrugginito procede in silenzio.

Appoggio la testa sul finestrino e chiudo gli occhi per non pensare, per non vedere.

Vorrei morire per dimenticare.

Poi tu, Andy mentre guidi assorto nei tuoi pensieri, sfiori la mia mano, lo fai con cautela, silenziosamente.

Mi costringi a guardarti.

Ed è proprio ora che la sento la strana sensazione che fa accapponare la pelle, che fa esplodere il cuore.

Capisco che ti amo.

Quando arriviamo il caos dell'aeroporto mi stravolge. Non vedo più nulla, solo una grande confusione.

Mentre Cadence rimane sul furgone tu scendi e mi porgi la valigia.

Sorrido debolmente, senza guardarti negli occhi.

Ho paura, Andy, ho tanta paura del tuo sguardo.

Ti temo ma ti amo da impazzire.

«Alice, per favore ...»

Sto per andarmene, ma tu mi afferri per un braccio, sento il tuo tocco sul mio corpo.

«È tutto sbagliato, Andy. Ho sbagliato fin dall'inizio.

«Alice, io non dimentico, non posso dimenticare.»

«Credimi, Andy non vorrei mai dimenticare, mi distruggerebbe così tanto, ma ...»

Ho la gola secca e gli occhi colmi di lacrime.

«Ti perderai così, perderai te stessa senza più ritrovarti.»

«Sono già persa, mi sono persa da così tanto tempo ...»

Ho la nausea, ho il terrore di parlarti. Non voglio più continuare questa discussione.

«Resta con noi. Troveresti la pace.»

«Non esiste pace dove c'è sofferenza.»

Scoppio a piangere singhiozzando.

Sono rassegnata. Non esiste luogo in cui io possa trovare pace.

Non esiste modo per non soffrire.

Cado giù, sempre più giù.

«È un addio, Alice?»

Finalmente prendo coraggio e ti guardo.

«Sì, Andy O'Brien.»

Ti scosti da me, mi osservi un ultimo istante e, senza proferire parola, sali sul tuo furgone.

Te ne vai così e con te se ne vanno anche le speranze.

Se ne va la vita, se ne va l'amore.

E io rimango da sola, come sono sempre stata.

Salgo sull'aereo priva di aspettative, povera di sentimenti.

Ritorno a casa da mia madre.

Torno da te, Tess, dal male, dal dolore, dalle droghe.

Lascio i cieli d'Irlanda con la consapevolezza di avere frantumato il mio ultimo sfortunato sogno: il faro. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top