IX

Giro e rigiro la scatola tra le mani, sento il tintinnio delle pastiglie e la gola stringersi.

Credo di stare male. Sto male.

Ho paura che tutto questo non serva a niente. Non ha senso uccidersi. Non ha senso voler morire quando il mondo va avanti.

Mi trovo in spiaggia, non sono più tornata a casa, non mi importa di mia madre.

Non so, cara Tess, come fare, se fare questo dannatissimo passo.

La paura è solo un'illusione.

L'illusione del tutto e del niente.

L'illusione che si aggrappa a me e mi lascia morire poco a poco.

Non credo di voler morire, non credo neanche di essere pronta per vivere.

Come il cielo è il mare, Tess.

Il cielo che si espande, il mare che mi annega. Non una sola parola, solo silenzio.

Chiudo gli occhi mentre le lacrime sgorgano.

Dieci anni fa in questo punto tu morivi.

Apro la stramaledetta scatoletta, così all'improvviso, senza troppi pensieri, senza troppi timori.

Le pasticche luccicano come le stelle e io, per un breve ma intenso istante, ho avuto il desiderio di ingoiarle tutte e di raggiungerti.

Non ho più amore, non posseggo più nulla.

Ma poi lo spirito di sopravvivenza che mi sta tormentando da anni mi travolge.

Lascio cadere il tutto. La droga si scioglie al contatto con le onde.

Vorrei essere un'onda per abbattermi sulla terra, per assaporare il sole.

Vorrei poter essere un'onda per poter naufragare.

Le mani tremano, la vista è appannata.

Mi accascio a terra, non curante della gente che come tutte le mattine di domenica passeggia e si diverte.

Non vedo più le persone, i loro volti.

Ho perso la capacità di sentirmi viva.

Se solo tu fossi qui da me, con me, se solo potessi guardarmi.

Se solo io potessi scappare, ma la realtà mi tiene in pugno.

Mi rialzo a fatica, raccolgo la scatoletta e corro, mi metto a correre forte, superando i bambini che giocano con la sabbia.

Mi sento ferita.

Tess, che cosa posso fare? Come posso realizzare che la paura è solo un'illusione?

Proseguo la mia corsa, mi dirigo verso il cimitero.

Voglio vederti, Tess, voglio sentirti vicina, accanto a me.

Quando arrivo percepisco uno strano silenzio.

Mi chino sulla tua lapide.

Osservo la tua fotografia.

Eri bellissima, di una bellezza che non posso descrivere a parole. Il tuo sorriso lucente mi ha sempre dato la giusta carica.

«Tess, la mia vita è ferma e non riesco .... dannazione, non riesco a non pensare che la colpa sia mia. Ti ho uccisa!»

In ginocchio da te abbraccio la pietra fredda che ci separa.

Sei sola, Tess, nel limbo dei morti.

Sono sola senza di te.

«La paura è solo un'illusione e io cado senza essere in grado di rialzarmi, cado e inciampo tra queste pietre che ci ascoltano. Tu mi stai ascoltando, vero?»

Singhiozzo. Il pianto mi destabilizza, mi travolge.

Sto perdendo.

Sei morta senza che io me ne accorgessi. Sei morta sotto gli occhi di Dio.

E io ti ho abbandonata, ti ho trascurata per egoismo, per stupidità.

Poi con le mani ancora tremanti, prendo la scatola dalle tasche del cappotto.

«Questa è stata la nostra dannazione, il nostro suicidio. La nostra morte. Ma ora ...»

Inspiro. Ho freddo, si tratta di un freddo strano, che solo l'angoscia può dare.

«Ora giuro a te che non avrò più niente a che fare con questo schifo. Giuro che si tratta della fine. La fine!»

Addio, Tess, ti ho voluta bene, ti ho amata, ma è ora di dirti addio. Piango e mi libero dal tormento.

Non avevo mai avuto il coraggio di venire qui, a trovarti, non ho mai sconfitto la codardia, ma ora sono qui.

Ora devo vivere, è giunto il momento di evadere, di strappare la morte via da me.

Chiudo gli occhi e respiro l'aria frizzante.

È finita la mia condanna.

Ora sono libera.

Libera davvero.

Poi penso a Andy e all'amore esploso improvviso, all'amore ritrovato.

Penso a Cadence e alla tenerezza del suo sguardo.

Io sono viva. La sono sempre stata.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top