III

Il ticchettio della pioggia disturba il mio sonno. Mi giro e mi rigiro ma non ho pace.

Tess, nella mia mente ci sei ancora tu.

«Alice ...» Sussurri nei miei sogni e ti vedo così eterea e così eternamente sconfitta. Mi chiedi aiuto, mi tendi le mani.

«Abbracciami, mia dolce amica. Abbracciami e nascondimi dal male.»

«Il male sono io, Tess.»

Ci troviamo sulla nostra spiaggia e una bellissima alba sta facendo capolino, chissà se si tratta di un aspetto magico dell'orizzonte, l'orizzonte che hai sempre agognato.

«Il male è dentro di noi, Alice.» La tua voce diventa un sussurro lontano, un'eco senza speranze.

E ti perdo ancora, ti perdo nel vasto cosmo.

«La paura è solo un'illusione ...» Il tuo ultimo bisbiglio.

La paura è solo un'illusione.

***

Mi sveglio di soprassalto con una voglia intensa di scappare dal mondo intero.

Ti ho sognata, Tess. Ho sognato la tua voce, i tuoi gridi di gioia, la tua armonia, l'allegria che diffondevi intorno a te.

Ti sogno ancora, nonostante mi trovi lontana da te, lontana da tutti, lontana dalla California.

Non posso scappare, non posso sfuggire al tuo ricordo, a quel mondo che è stato anche il mio.

Sarei voluta sfuggire, ma è impossibile lasciarti andare e finché non farò questo maledetto passo tu, Tess, sarai sempre qui,dentro di me e mi tormenterai.

La tua morte mi tormenterà con la colpa.

Niente sarà più lo stesso, Tess. Oltre l'infinito, nella profondità dell'altrove, niente e nessuno verrà a salvarci dall'abisso. Nessuno.

La paura è solo un'illusione e i nostri timori vagano costantemente nell'esserci e nel non esserci, nella finitezza e nell'insensatezza dell'esistenza.

Chi siamo noi, Tess? Se non un groviglio di libertà e paure.

E tutto ha inizio, la nascita e la decadenza dell'universo, il nostro inconsapevole rincorrerci e il non trovarci mai.

Sono immobile nel letto e lacrime scendono da sole. Tu vieni a me, Tess, so che sei tu perché so che il cuore di Cadence è anche il tuo.

Piccola Cadence, ti vedo spalancare la porta della camera. Ti osservo e penso che i tuoi occhi cielo siano profondi e intensi e i tuoi capelli rossi come il sangue siano vivi. Anche tu sei viva, sei viva oltre la corazza che ti immobilizza. Oltre questo inferno che ci unisce.

Ti siedi sul mio letto e cominci a guardarmi con un'intensità che mi destabilizza. Proprio come ha fatto Tess nel mio sogno, anche tu mi tendi le braccia e io ti stringo forte a me, cullandoti in un abbraccio.

Voglio proteggerti, Cadence dalle atrocità, dai tuoi difetti, dai miei difetti, dalle illusioni deteriorate dal tempo.

La paura è solo un'illusione, è solo un'illusione.

«Ho paura ....» Non avevo ancora sentito la tua voce e penso che sia una nenia tormentata. Vorrei pensare che sia perfetta, ma cosa c'è di perfetto nel mondo? Il suono che emani è come una canzone, la canzone che non ho mai sentito cantare a mia madre per tranquillizzarmi quando da piccola scoppiavo a piangere. Perché , sì, anche io ho paura, Cadence, ne ho tanta, nonostante tutto sia passato, nonostante Tess non ci sia più, nonostante la droga non faccia più parte di me, ma le mie ferite sono ancora così profonde e dolorose.

«Di cosa hai paura, Cadence?» Sussurro.

«Del mondo ...»

«Il mondo è crudele. Hai dei sogni, piccola?»

«La libertà ...»

La libertà.

Socchiudo gli occhi e penso al mare, penso alla pioggia, penso a quanto ho perso e a quanto devo alla libertà che ho sempre desiderato. Ma che sia una trappola anche la libertà stessa?

Che sia tutto una trappola?

Ti stringo il volto tra le mani e ti guardo negli occhi e penso siano un mare in tempesta. Tu, Cadence, hai qualcosa dentro che deve esplodere ma sta solo implodendo, dentro di te.

Ma poi arrivi tu, Andrew. Ti appoggi allo stipite della porta e mi osservi.

«Sei brava con Cadence ...» La tua tranquillità mi impaurisce. Come fai ad essere sempre così pacato dinnanzi la sofferenza? Forse ci sei abituato, come mi ci sono abituata io. Non ci si abitua mai al dolore, ma con il tempo bisogna farsene una ragione. E' un obbligo che la vita ci impone, per forza di cose.

Cadence, ti sei addormentata tra le mie braccia e io ti adagio sul letto, ti copro bene in modo tale che le tue paure non possano sbranarti nel sonno.

«Io ...» Non so che dire, Andrew, vorrei dirti tanto, ma la realtà è che ho perso la parola ormai da tanto, troppo tempo.

«Non devi giustificarti, Alice ...»

«Non mi sto giustificando, non voglio, davvero.»

«Andiamo.»

«Dove?» Ti domando spaventata.

«A prenderci una boccata d'aria. É quasi l'alba e ha smesso di piovere.»

L'alba.

In me si svegliano emozioni, sensazioni che non provavo da anni, che forse non avevo mai provato.

L'alba nella Contea di Antrim è sublime, mi trasmette la potenza, l'imponenza della natura.

Non avevo mai assistito ad uno spettacolo simile.

L'alba nella Contea di Antrim è un'esplosione di fuoco intenso che viene assorbita al biancore del cielo all'orizzonte. Le nuvole che si sfrangiano lasciano lievi segni e il mio cuore esplode assieme al sole, il mio sguardo si riscalda, la mia anima risorge.

Deglutisco.

Mi sento avvolta dall'abbraccio del cielo, dal mare agitato nelle onde schiumose, dal silenzio surreale interrotto talvolta dai richiami dei gabbiani in volo. Sono completamente investita dall'imponenza del faro, dai sui muri intaccati dalla salsedine.

Questa armonia dell'universo umano e naturale in cui sono immersa è tutto ciò che ho sempre sognato, ma anche tutto ciò che ho temo di perdere, che spero non sia solo un inganno della mia immaginazione, un breve e labile frammento della mia esistenza.

Amo la natura, amo il faro ma temo che questa natura selvaggia possa sopraffarmi, la temo perché ho paura che mi avvolga talmente tanto da farmi soffocare.

Non so perché, ma ho paura di te e credo che anche Cadence ne abbia. Forse è la tua troppa umanità che spaventa chi ti sta intorno.

Il mare, lo sento, percepisco che si è calmato e comprendo che ho bisogno di vederlo, di osservarlo fino allo sfinimento.

Così ti seguo, lasciamo Cadence dormire.

Passeggiamo a lungo sulla scogliera senza dirci una parola, in puro, sacrosanto silenzio. Solo il canto dell'oceano ci separa. Mi stringo forte la coperta attorno alle spalle, un po' per il lieve freddo, un po' per timidezza.

Ad un certo punto tu ti fermi, Andrew e cominci ad osservarmi. Diventi serio.

«Che cosa hai intenzione di fare qui, Alice?»

La tua domanda mi spiazza, la tua durezza mi spiazza.

Sono sempre stata una persona sincera e spontanea, ma qui con te la mia sfrontatezza evapora. Temo di dirti la verità, temo di raccontarti la mia storia perché tu, Andrew sei una delle persone più particolari che abbia mai conosciuto.

«Ho sempre desiderato scappare dalle mura malsane di casa mia. Tutto qui.»

«Tutto qui? Non credo, Alice.»

«Tutto qui.» Dico fermamente. Così mi chiudo in me stessa. Distolgo lo sguardo dai tuoi occhi verdi e mi concentro sulle onde del mare.

Inizio a credere che anche il mio sogno sia stato solo un'illusione. Tutto è un'illusione.

Questa strana, inconsistente sensazione che tutto sia finto, falso mi rende instabile e penso a quella scatola, alla coca, al metadone . Penso a quanto mi sentivo libera, a quanto mi sentivo eccitata, ecco, quella era la migliore illusione che potessi desiderare. Un'illusione effimera, ma pur sempre reale. La mia migliore illusione.


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