2 Settembre 2018.
C'è caldo a Napoli.
Maria è venuta a prendermi alla stazione: dice che le sono mancata. Anche a me è mancata.
Ci fermiamo allo Chalet a Mergellina e raggiungiamo gli altri. Molti non li vedevo da qualche mese.
Luca è sempre carino, mi ha chiesto come ho trascorso l'estate e gli ho raccontato di Genova, di mio papà e della sua nuova compagna. Lui mi ha detto che è stato a Mykonos con alcuni della comitiva
«Perché l'estate prossima non organizziamo tutti insieme? Sarebbe divertente» propone lui.
In effetti lo sarebbe.
Sto bene, Fede. È da un po' che ti penso meno, che respiro più tranquillamente. Certo, ogni tanto però ti penso. Ho l'immagine di te che ti accasci a terra, che hai un attacco di panico. Mi chiedo come stai, se le situazioni che non ti facevano star tranquillo le hai risolte.
Sei felice, tu?
Da lontano guardo il mare e penso a te.
Forse non sarei dovuta tornare già. Napoli mi ricorda te e basta.
Non c'è strada che non mi faccia pensare a te, a noi.
Anche e soprattutto il mare...
E come puoi vivere di fronte al mare di Napoli senza poterlo guardare?
Cerco di evitarlo, come evito il ricordo di te, ma mi riesce male.
Forse tornerò da mio padre. Non sono guarita del tutto.
«Ti va di fare un giro in motorino?» Luca mi sorride gentile, interrompendo con il suo tono di voce caldo e calmo i miei pensieri malinconici.
«Con piacere, mi è proprio mancato questo posto.» Dico, ma non mento. In fondo mi è mancata davvero casa.
Salutiamo tutti e salgo in moto. Maria mi ha assicurato che mi farà riavere la mia valigia entro stasera, sorridendo.
Luca è stato carino, sempre molto educato. Ci siamo fermati a prendere una granita e poi abbiamo percorso il golfo.
Siamo passati sotto casa nostra, tua... Forse ora vostra.
Le porte erano chiuse, o almeno mi è sembrato così.
Vivete insieme? Immagino di sì, con un bebè in arrivo, quanto meno.
Mi pensi Fede? Ti manco? Mi ami ancora?
Non te le chiederò mai queste cose.
È giusto che io non te le chieda, ma la mia mente per un motivo perverso le formula ogni volta.
Penso spesso anche alle parole di Giò.
Lei sapeva che io non ero una delle "tante".
Però! Per essere una ragazza "fragile" è stata forte quanto un terremoto: ha distrutto tutto!
Certo, bisogno dirlo, in certe situazioni crolla solo quello che è già crepato,
come noi.
Stavo andando via il giorno prima, per un altro motivo — anzi, per lo stesso motivo ma meno incisivo.
Forse tua mamma lo sapeva già. Forse voleva convincermi ad andarmene da te prima che venisse fuori questa storia, prima che potessi farmi del male.
Quanto me ne sono fatta eh, Fe'?
Per essere uno che ama hai prestato poca attenzione a me, alle ferite che mi porto e mi porterò. Perché sai, credo che il non poter parlare apertamente con nessuno di noi, di quello che è successo, mi abbia rotto ancora di più.
Come si guarisce dell'amore Fede, tu lo sai?
Hai smesso di chiamarmi.
Fino a due settimane fa una chiamata scappava ogni tanto, ora è circa una settimana che il telefono non squilla più al tuo numero.
Sei scomparso anche tu.
Non ci siamo detti Addio.
Non abbiamo avuto il tempo.
Sei scomparso, non ci siamo detti addio. Ho ignorato le tue chiamate, forse, speravo insistessi di più.
Forse volevi dirmi questo, non te ne ho dato modo.
Sei andato a vivere con lei nell'appartamento al quinto piano, che non è più il nostro.
Chissà se lì ti ricordi di me, del mio sguardo che hai sempre detto che ti faceva impazzire, dell'ultima mattinata insieme, quando mi avevi detto di restare con te a letto «Ti prego Nì, resta un altro po'», di quando mi hai detto "Ti amo" per la prima volta e mi hai leccato le lacrime.
Io non te l'ho mai detto che ti amavo, Fede, pensavo lo avessi capito.
L'avevi capito, vero?
Chissà se tu sei riuscito a dimenticarmi o se ci riuscirai.
Io non ci riesco. Ci provo ogni giorno, ma non ci riesco.
Luca mi ha riaccompagnata a casa e mi ha chiesto se stessi bene:
«Sei stata molto silenziosa»
Non potevo parlare, la mia mente faceva troppo casino. Gli ho detto che ero stanca, che mi ero svegliata presto e che il viaggio in treno era stato estenuante, ma che mi era piaciuto tantissimo il giro in motorino. Questo è vero!
Gli ho dato un bacio sulla guancia e mi ha chiesto «Domani ci vediamo? Ti va?»
Ho annuito, Fede: mi va.
Questa volta non ci sarai tu a tirarmi lontana da lui, a impedirmi di conoscere un bravo ragazzo a cui interesso davvero e che, seppure più piccolo di te, forse può darmi molto di più.
«Buonanotte Luca, a domani.»
"Buonanotte Fede". A te non lo dico a domani perché tanto il tuo pensiero mi ossessionerá a prescindere.
Ma almeno l'arredamento l'avete cambiato o lei dorme nel letto che ho scelto io?
Quante domande.
«Adesso dormi Nina, devi riposare» dico a me stessa.
Passerai.
Passa tutto, passa sempre.
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