La confusione è un modo di perdersi per ritrovarsi in un luogo da cui non si è mai partiti.
~Fabrizio Caramagna
Il locale era molto più grande di come sembravo all'esterno ed era così affollato che facevo fatica a distinguere le persone.
La musica ruggiva sempre più forte come se temesse di non essere ascoltata e le persone si agitavano a ritmo muovendo freneticamente braccia e gambe.
Al bar invece c'era una fila immensa di persone che facevano a gara per un bicchiere di alcool: non avrei saputo dire se c'era più gente a ballare o a bere.
Mi voltai verso Thomas che sembrava in cerca di qualcuno:
«Allora chi devi incontrare?»
I suoi occhi si illuminarono e mentre si allontanavano lo sentii dire:
«Resta con Penny e non muoverti»
« Cosa? Stai scherzando vero?» domandai sbigottita quando, purtroppo, di Thomas non c'era più traccia.
«A quanto pare siamo rimaste io e-» mi voltai verso Penny e mi resi conto di essere rimasta sola.
"Perfetto" pensai "ho perso Penny".
Mi guardai intorno in cerca di uno dei due e, non trovando nessuno e non avendo mai ballato, mi avvicinai al bar.
Camminai verso l'unico posto libero e stavo quasi per raggiungere lo sgabello lacerato quando urtai qualcuno con la spalla.
Mi girai di scatto e vidi un alta figura incappucciata camminarmi accanto come se neanche esistessi.
«Scusa tanto eh» sputai acida seguendo la figura con lo sguardo.
Questo sentendo la mia voce si giro di scatto e, sotto un insieme di luci traballanti, mi scagliò uno sguardo carico di disprezzo.
Forse me la sarei anche presa se solo non fossi stata sorpresa dai capelli biondissimi che quel ragazzo maleducato aveva e che nascose subito dentro al cappuccio, sparendo dalla mia vista.
«Chi era quello?» mi domandò Penny comparendo all'improvviso di fianco a me.
«Non so, qualcuno non molto gentile»
«Da quale pulpito...»
«Ehy!»
Penny ridacchiò con gusto.
Ci avvicinammo al bar e mentre Penny prendeva qualcosa da bere un tizio sconosciuto si sedette alla mia destra.
«Bel vestito» disse questo rivolto a me senza degnarmi di uno sguardo.
Li guardai fredda e puntualizzai: «È un completo»
«Allora bel completo Cèline»
«Lo so»
Il silenzio che seguì mi fece comprendere appieno le sue parole:
«Come conosci il mio nome?» domandai seguendo Penelope con lo sguardo mentre parlava con il barista affannato.
«So molte cose Céline, molte più di te. So che tuo fratello e la sua amichetta sono qui con te e la cosa non è affatto di mio gradimento»
Mi irrigidii: « Cosa vuoi da noi»
«La vera domanda è cosa voglio da Thomas, e cosa invece voglio da te»
«Siamo insieme ormai, e Lui lo sa»
«Io non so qui per conto di nessuno, sono venuto per avvisarti»
Ero sempre più confusa:
«O mi dici tutto quello che sai o ti mando fuori a calci»
Si alzò: «Vai via Céline, scompari, scappa e non tornare più. Non credo che tu lo sappia, ma non è oro tutto ciò che luccica»
«Cosa vuoi dire»
«Vorrei che non lo scoprissi mai, ma le cose si stanno muovendo e tu sei la pedina principale di questo gioco»
Notai Penny avvicinarsi con due bicchieri di vodka e in un secondo mi trovai sola e confusa più che mai.
Penelope si sedette vicino a me chiedendomi: «Tutto bene? Stasera sei più strana del solito»
La ignorai e vidi finalmente Thomas parlare con il ragazzo che avevo urtato prima.
Sembrava una discussione molto accesa: entrambi gesticolavano animatamente e sembravano sul punto di saltarsi addosso.
Mi alzai per avvicinarmi a loro e trovare qualche pezzo di questo enorme puzzle quando Thomas si voltò verso la mia direzione.
Mi risedetti e feci finta di niente mentre mi concentravo su Penny.
Aprii la bocca e feci per raccontarle tutto ma Thomas spuntò dietro di noi e ci avvisò che era ora di tornare a casa.
Guardai dietro di lui dove prima c'era il ragazzo biondo ma non vidi nessuno.
Thomas scrutò il mio viso e come se sospettasse qualcosa mi domandò:
« C'è qualcosa che vuoi dirmi?
Deglutii e lo guardai con determinazione:
«Sono stanca, voglio tornare a casa...»
Non era la verità, ma neanche una bugia.
Ero così confusa che volevo solo chiudere gli occhi e non pensare più.
La mia testa invece aveva altri progetti: perché quel ragazzo mi aveva guardato con così tanto disprezzo? E chi era? Il tizio mascherato invece era un Suo scagnozzo? Se no, chi poteva essere?Perché dovevo fuggire e quale gioco stava iniziando?
Mi scoppiava la testa.
Non avevo neppure la forza di chiedere a Thomas di cosa avesse parlato con quel ragazzo.
Tornammo alla macchina e chiusi gli occhi non appena il rombo del motore mi arrivò alle orecchie.
Mi svegliai solo quando un'immensa luce bianca mi investì in pieno viso.
Ero in ospedale, con l'odore forte di disinfettante e il solito "bip" nelle orecchie.
Strizzai gli occhi e quando li riaprii vidi una porta bianca con un cartello appeso lì davanti.
C'era un numero, 1427, e un nome che non riuscivo a mettere a fuoco: era come se fossi diventata cieca.
All'improvviso una forte scossa di terremoto fece tremare tutto e nonostante desiderassi ardentemente varcare quella porta e ne sentissi il bisogno, iniziai a correre mentre tutto intorno a me si sgretolava.
In un attimo mi ritrovai a cadere in un oscuro abisso mentre sogni e ricordi fluttuavano attorno a me.
Urlavo disperatamente ma non per la paura, bensì perché oramai non c'era più la possibilità di entrare in quella misteriosa stanza.
Ora che era sparita, sentivo più che mai un senso di vuoto mangiarmi viva.
Nel frattempo continuavo a cadere e a ripetermi quel numero, 1427.
Poi mi svegliai.
Aveva fatto un sogno nel sogno, pessimo segno.
Ero nella mia camera e Thomas era vicino a me intento a chiamare il mio nome.
Ero tutta sudata e solo dopo mi accorsi di stare urlando.
Mi alzai di scatto e andai subito alla scrivania per segnarmi un numero.
Guardai Thomas sconvolta: «Dobbiamo andare in ospedale»
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Sono molto felice di aver pubblicato, ultimamente sto scrivendo abbastanza spesso. Non sto ancora bene, ma fortunatamente riesco anche ad occuparmi della storia o almeno per ora. Ma basta parlare di me, Céline e Thomas sono molto più interessanti!:) Quanti interrogativi, voi che ne pensate? Lasciate una stellina e non dimenticate di votare. Alla prossima!
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