Ogni forma d'arte è essenzialmente energia intercettata.
-Jim Morrison
Mentre il tempo scorreva indisturbato tra le nostre vite aumentava la sensazione di star sprecando tempo prezioso.
Tutto procedeva a rilento e la vita era come bloccata, sospesa tra il passato e il futuro: al centro c'ero io, vittima colpevole, che aspettavo un segnale per dare una svolta alla mia frivola esistenza.
Tutto però era così noiosamente uguale da sembrare di vivere sempre lo stesso giorno.
Era passata una settimana dal nostro arrivo a Berkeley e le cose procedevano senza intoppi, senza contare che nessuno mi rivolgeva la parola.
Penelope era arrabbiata con me per la questione di Sebastian, Thomas era sempre fuori casa a tramare qualcosa mentre Sebastian mi ignorava.
La vita correva spensierata ed io, rinchiusa nella mia bolla, non sentivo niente. Niente, se non l'impulso di soffrire, di farmi male, di provare dolore.
Ci stavo ricadendo: gli stessi pensieri e atteggiamenti stavano ritornando. Questa volta però non ce l'avrei fatta a salvarmi da sola.
Era stato bello sperare di sfuggire al dolore.
Un'illusione, certo, ma quel tipo di illusione che puoi solo sperare di sognare per non svegliarti più.
Molti erano disposti a proteggermi, ma chi a salvarmi?
Ero sul divano in soggiorno a fare zapping quando la porta si aprì e Thomas entrò in casa trafelato.
«Credo di sapere dove si trovi il primo esperimento!»
La sua voce era affannata quasi quanto il mio cuore.
Mi alzai e gli andai incontro saltandogli addosso.
«Possiamo andare subito?»
«Non proprio» dichiarò staccandosi da me e accendendosi una sigaretta.
Mi bloccai guardandolo e dopo un momento di indecisione afferrai una "Winston Blu" dal sua pacchetto accendendola tra le labbra.
Thomas mi guardò assottigliando gli occhi.
«Solo questa volta» mi ordinò.
Annuii frettolosamente e con uno sguardo lo invitai a continuare, tralasciando il fatto che quella non era la prima sigaretta e non sarebbe stata l'ultima.
«Non ho trovato lui, bensì la persona che gli ha venduto il passaporto falso» rivelò passandomi una foto.
«Si chiama Nathan ed è stato arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti e di carte d'identità fasulle. Questa sera andrà ad una festa a Sausalito e lì lo incontreremo per estorcergli qualche informazione»
Finalmente avevamo un indizio!
«Bisogna prepararsi» continuò lui «Dobbiamo dare inizio al tuo vero allenamento»
Intrappolai il fumo tra le labbra e quando inspirai gli domandai di cosa si trattasse.
«Sei molto potente Cèline, forse troppo, ma la tua capacità può esserci molto utile. Io vorrei-»
«Va bene»
In realtà no, non andava affatto bene.
Avevo paura.
Di me, delle persone, della mia capacità. Della vita.
E io odiavo avere paura.
«Thomas mi gira la testa» E mi tremavano le mani e le gambe.
Mio fratello rise con gusto.
Ricordo di aver pensato che forse mi aveva avvelenato; in seguito mi vergognai di quel pensiero.
«È solo la sigaretta» mi rassicurò.
Non credevo potessero essere così forti.
Mossi qualche passo verso la sua direzione e per poco non cadi.
Stavo giusto ringraziando Thomas per non avermi fatto cadere mentre mi sorreggeva scherzoso per le spalle quando qualcuno iniziò a strillare selvaggiamente.
«Cèline! Cosa è successo! Cosa ti ha fatto?»
Sebastian raggiunse Thomas e lo afferrò per il colletto della t-shirt.
«Cosa le hai fatto coglione. Giuro che se l'hai anche solo toccata io-»
«Basta così» ordinai leggermente sperduta ma con voce ferma.
Sebastian mi guardò con sgomento e Thomas ne approfittò per spingerlo via.
«Stavo solo fumando»
Sebastian si fermò ad un centimetro dal mio corpo e con una voce gelida e arrogante mi disse:
«Adesso fumi pure.. Complimenti»
Poi andò via mentre io mi giravo confusa verso mio fratello, ricevendo un' alzata di spalle annoiata.
Il lago Tahoe, al confine tra la California e il Nevada, era il classico lago d'acqua dolce immenso e cristallino, circondato da una fitta boscaglia di abeti.
Isolati dalla popolazione, in riva al lago c'eravamo io, mio fratello e Penny.
Sebastian invece era sparito dalla circolazione: non ero preoccupata ma il fatto che conoscesse la nostra posizione e che se ne andasse a zonzo a cuor leggero mi disturbava.
«Bene» salutò Thomas alzando all'aria le braccia« Benvenute nella nostra palestra naturale!»
Tutto emozionato mi fece voltare verso la foresta con le spalle rivolte all'acqua e, mentre parlava allontanandosi sempre di più con Penelope, lo vidi legarsi ad una fune stretta intorno al tronco di un albero.
Affinchè lo sentissi iniziò ad urlare.
«Adesso chiudi gli occhi e concentrati sugli alberi davanti a te. Voglio che tu faccia ondeggiare molto lievemente gli abeti più vicini a te»
Ansiosa, chiusi gli occhi e iniziai a respirare profondamente.
All'istante sentii qualcosa scattare come se il freno di un auto venisse lasciato all'improvviso.
Un forte vento mi investì tutta ed un rumore assordante mi fece tremare il cuore.
Aprii gli occhi e vidi Thomas e Penelope stesi a terra stretti l'un l'altro, mentre alzando lo sguardo notai che tutti gli alberi, nel raggio di 30 metri, si erano spezzati in due.
La scena sembrava perfetta per un dipinto. Ero un mostro.
Corsi verso i miei accompagnatori e li aiutai ad alzarsi: fortunatamente entrambi stavano bene e avevano solo qualche graffio.
Ero governata dai sensi di colpa: e se avevo ferito qualche turista?
Notando il mio silenzio Thomas mi afferrò dolcemente le spalle e mi sorrise.
«Poteva andare molto peggio, sai?»
Alzai le spalle.
«Vuoi continuare? Te la senti?»
«E se ferisco qualcuno?» domandai di getto.
«Non accadrà»
Avrei voluto gridare che entrambi rischiavano la vita anche solo stando vicino a me.
Queste, insieme a molte altre parole, scivolarono nel mio oscuro inconscio.
Thomas questa volta mi fece voltare verso il lago.
«Chiudi gli occhi e visualizza l'acqua del lago ritirarsi. Se vuoi utilizza la mano per direzionare l'energia»
Chiusi gli occhi.
«Mi fido di te» lo sentii sussurrare.
Serrai gli occhi e visualizzai il lago Tahoe brillare sotto le luci del tramonto.
Il vento, questa volta meno potente, mi accarezzò il corpo: fu come andare in trance.
Quando aprii gli occhi non seppi dire quanto tempo fosse passato.
L'unica cosa di cui ero certa però era che fluttuavo sul terreno ad un'altezza di 15 metri.
Come se mi togliessero il pavimento da sotto i piedi all'improvviso iniziai a cadere nel vuoto.
Thomas e Penelope gridarono spaventati.
In fretta e furia immaginai di essere in equilibrio su una tavola d'aria.
Non sentendo l'impatto con il suolo sabbioso mi accorsi che i miei piedi fluttuavano a qualche centimetro da terra.
Quando toccai il suolo Thomas mi afferrò al volo e mi fece girare ripetutamente con le gambe all'aria, felice.
«Ammetto che non era quello che mi aspettavo» rivelò lui poggiandomi delicatamente sul terreno fatto di pietre «È stato sorprendente, ma ti prego non farlo mai più»
Sorrisi al suono della sua voce preoccupata e mi voltai verso il lago, concentrandomi.
Allungai la mano per orientarmi meglio e, dopo qualche minuto, notai con piacere che una parte del lago era completamente asciutta mentre l'acqua che avevo rubato sostava ammassata nella parte del lago ancora piena.
Ero fiera di me.
Mi girai allegra verso Thomas ma troppo tardi mi accorsi dell'errore commesso: con la mano ancora tesa di fronte a me, mi accorsi di averla puntata per sbaglio verso mio fratello e Penny.
Ebbi appena il tempo di vedere l'espressione terrorizzata di entrambi che l'acqua sospesa in aria li travolse con forza: erano completamente zuppi dalla testa ai piedi.
Iniziai a ridere istericamente mentre loro mi osservavano sconvolti.
Risi così tanto che la pancia iniziò a dolermi.
Thomas e Penny, contagiati dalla mia prima risata, iniziarono a ridere insieme a me.
Ed io ridevo a crepapelle.
Per la prima volta riuscivo a non pensare a niente, ed era la sensazione più bella del mondo.
Ero riuscita a dominare me stessa.
In quel momento pensai che forse la speranza c'era.
Anche per una come me.
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Quanto è bello vedere Cece così?! La adoro, letteralmente! Qual è il personaggio che vi ha colpito di più? Fatemelo sapere nei commenti e lasciate una stellina per supportarmi<3
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