Capitolo 2- Prima Parte

Entrare al circo, era, per Toby, sempre un'esperienza che aveva un qualcosa di mistico.
Aveva passato settimane a cercare di orientarsi in quella casa, ed aveva letteralmente dovuto disegnarne una mappa per non perdersi. Quando Brian, (o Hoodie? Gli aveva detto di rivolgersi a lui come "Hoodie" quando aveva indosso la maschera) lo aveva portato lì, la prima volta, aveva provato a spiegargli il concetto di "nodo interdimensionale", ma con scarso successo. Tutto quello che Toby sapeva era che, avviandosi verso alcune parti della casa, poteva attraversare tre diverse dimensioni.
E così, mentre scendeva le scale per il seminterrato, improvvisamente la luce del giorno lo investì, filtrata soltanto dal pesante tessuto del tendone da circo.
Niente più pioggia, niente più ombra, niente più freddo: solo un caldo sole estivo di mezzogiorno, e qualche soffio di vento che penetrava dagli spifferi nel tendone.
Hoodie era già lì, con il passamontagna calato sul volto, e gli occhi di stoffa rossa rivolti in sua direzione. Nella platea al lato opposto del tendone, una figura in bianco e nero se ne stava rannicchiata su se stessa, singhiozzante. Indeciso sul da farsi, Toby gli si avvicinò a grandi falcate.
-Jack, cosa è successo?- chiese, una volta arrivato a metà strada. Solo allora si accorse della figura in piedi accanto al clown, resa quasi del tutto invisibile dalla luce diretta del sole, ed un brivido gli corse lungo la schiena. Ah, già, quello era il territorio dei suoi inquilini più strani.
-Ah, Sally, non ti avevo vista...- disse, e la salutò agitando la mano. Lei ricambiò il gesto, fluttuando a pochi centimetri da terra.
Anche se anche lei era un fantasma, Sally era completamente diversa da Ben: se uno parlava veramente troppo, l'altra era stata resa muta dal trauma della morte, e se all'occorrenza Ben poteva rendersi materiale, Sally non sembrava esserne in grado. Eppure, nonostante tutto, Sally era l'abitante più normale in quel circo degli orrori.
-Toby!-
Il fagotto bianco e nero era scattato come una molla, ed aveva allungato un paio di lunghe, lunghissime braccia in sua direzione. Gli artigli neri tendevano verso di lui, e senza esitare un attimo, Toby lì prese fra le mani, solo per sentirsi spingere in avanti e ritrovarsi schiacciato contro il vestito di piume del clown. E senza rendersene conto, fu stretto in un abbraccio che sapeva a metà fra zucchero filato e scotch.
Fu proprio in quel momento che, alzando gli occhi verso i trapezi appesi al soffitto del tendone, vide una figura vestita di verde dondolarsi con le braccia conserte. Ben, la testa di cazzo, era già lì.
-È successa una cosa terribile, terribile!-
Jack prese Toby per le spalle e lo costrinse a guardarlo negli occhi, solo per farlo incontrare con due sclere rossissime ed una quantità indefinita di trucco sciolto. Probabilmente, oltre a non rendersi conto della propria forza fisica, il clown non aveva idea di quanto il suo comportamento fosse melodrammatico.
-Jack, cosa c'è che non va?-
-L'hanno attaccato! Era l'amore della mia vita, e adesso rischia di morire solo e triste e lontanissimo chissà quanti chilometri da me... -
Finalmente, il clown lasciò la presa su Toby, ma solo per rannicchiarsi di nuovo su se stesso, piangendo ancora più forte e sonoramente di prima.
Girandosi verso Hoodie, Toby capì che si era messo il passamontagna per nascondere il fatto che gli venisse da ridere. Sforzandosi di mantenere un certo decoro, il ragazzo col volto coperto disse:
-Andare a letto con qualcuno una volta non significa aver trovato l'amore della tua vita, Jack.-
Come per istinto, Toby si voltò nuovamente verso i trapezi, dove Ben si stava ancora doldolando come se si trattasse di un'altalena. Lo vide sorridere ed annuire, indicando in direzione di Hoodie per sottolineare quello che aveva appena detto. Toby sapeva che Ben voleva solo farlo innervosire, ed anche se non voleva dargli il sazio, non poté far a meno di contrarre la mascella e serrare i pugni.
-Jack, dicci cosa dobbiamo fare. Così non ci stai aiutando.-
A quelle parole, Toby vide Jack cambiare completamente espressione, tirandosi via il trucco sbavato con entrambi i dorsi delle mani. Il suo viso venne attraversato da un sorriso grandissimo, e due file di denti appuntiti vennero messe in mostra. Il naso a strisce si storse un attimo, prima che i grandi occhi chiari si allargassero, in un'espressione tetra che a Toby aveva già smesso di fare paura dal secondo giorno. Se avesse dovuto paragonarlo ad un animale, con quel boa di piume che aveva sulle spalle, Toby avrebbe detto che Jack era un gufo.
-Eyeless Jack. È di nuovo nella terza dimensione, quella da cui provieni tu. Ieri ha attaccato una mia conoscenza, e temo che la cosa possa essere grave...-
Jack prese un fazzoletto strapazzato da una delle proprie tasche, e Toby constatò con piacere che da "l'amore della mia vita" a "una mia conoscenza" per il clown psicopatico il passo era breve.
Toby aprì il fazzoletto, e Jack si portò una mano alla bocca per fischiare. Sulla carta assorbente erano state scritte delle lettere rosse, e Toby dovette lottare contro l'istinto di vomitare quando capì che si trattava di sangue.

"La bestia mi ha preso, non riesco a muovermi. Prendi Smile e vienimi a cercare. Non resisterò per molto...

-Jeffrey"

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