7. Non l'hai mica capito
Ci sono dei piccoli particolari che definiscono una persona in vacanza.
C'è chi svuota la valigia per ordinarla e chi invece lascia tutto al suo interno per giorni.
C'è chi sistema la camera centimetro per centimetro e chi la trasforma in un disastro in due secondi.
C'è chi pianifica cosa fare, quando e dove, e c'è chi vive al secondo e alla giornata.
Di queste persone, io sono sempre la prima tipologia.
Ed è per questo che appena entrata in camera ho disfatto accuratamente la valigia, posizionando ogni più piccolo oggetto in un posto che ritengo adeguato e sono pronta a pianificare cosa fare per la restante giornata.
Tra i vari oggetti sistemati c'è anche il piccolo pacchetto rosso che Charles mi ha dato ieri, del quale non ho ancora voluto guardare il contenuto e che ho accuratamente nascosto dove nessuno può trovarlo.
La mia camera è splendida, luminosa, spaziosa e soprattutto con un balconcino affacciato sul mare. E che mare.
Quando mi hanno proposto di aggregarmi alla loro vacanza a Positano non ho proprio potuto dire di no, la mia Italia è fin troppo irresistibile.
Rimango incantata su quella splendida vista per qualche minuto, prima che un forte bussare alla porta mi risvegli dai miei pensieri.
<Ciao amore mio!> Non faccio in tempo a rispondere che mi ritrovo le braccia di Anna al collo, stringendomi più forte che mai.
Devo ancora capire come sia riuscita a convincermi a portarla in vacanza con me, eppure eccoci qua. Divideremo la stanza, il che significa il mio meraviglioso ordine sia giunto al termine. Perché, come dicevo prima, se io ero la tipologia di persona ordinata e meticolosa, Anna è tutto l'opposto.
<Allora che si dice eh, Charles è riuscito a starti lontano oggi o ti è saltato addosso di nuovo?> La semplicità con cui commenta i drammi esistenziali della mia vita mi fa perfino sorridere, anche se a dirla tutta la situazione è piuttosto seria.
<Veramente non mi rivolge parola da ieri, anzi, nemmeno mi guarda. Sembra io abbia la peste Dio mio> Mi siedo sconsolata sul letto, osservando il modo per nulla sensato con cui Anna sta disfando la sua valigia.
<Tesoro questo è perché si sente in colpa. Sa di aver fatto lo stronzo con te e con la principessina e quindi cerca di rimediare> Scuoto la testa poco convinta.
<Ma che senso ha, dovremo comunque passare un'intera vacanza insieme e questo suo modo di fare rende solo il tutto più imbarazzante> Anna si blocca, mi guarda seria un paio di secondi e poi scoppia a ridere <Oh Cami, come fai ancora a sperare che i maschi facciano qualcosa di sensato?>.
Entrambe scoppiamo in una risata liberatoria, sebbene i miei dubbi su Charles rimangano invariati.
<Modestamenre sono proprio un bravo fotografo> Sorrido ad Arthur, seduto sul lettino affianco al mio, mentre osserva da ormai quasi un minuto il mio ultimo post.
<Charles! Ei Charles!> Chiama sempre il fratello minore, mentre il più grande era a qualche metro di distanza da noi, insieme a Charlotte.
<Ti va di fare qualcosa, mi sto annoiando a morte> Il ferrarista si gira nella nostra direzione, soffermandosi un breve istante su di me.
Vorrei evitare di imbarazzarmi, ma non ci riesco proprio, così preferisco fingere di rispondere a qualche messaggio inesistente, piuttosto che dover incrociare i suoi occhi nuovamente.
Cercando di amplificare al massimo i miei sensi, lo sento rispondere qualcosa in francese, poi dei leggeri passi sulla sabbia avvicinarsi a noi.
La conversazione tra i due fratelli continua nella loro lingua madre, il che non mi consente di carpire mezza informazione utile.
Fortunatamente ci pensa Arthur a rendermi partecipe, anche se Charles non sembra particolarmente contento di questo.
<Noi andiamo a fare due palleggi in riva, vieni con noi?> Lo guardo accigliata, cercando con tutte le mie forze di non voltarmi verso il maggiore, il cui sguardo sento ora fisso su di me.
<Lo sai che faccio pena a calcio> Sussurro onestamente, ma un sorriso compare sul viso di Arthur. <Anche Charles fa schifo a calcio, questo non gli impedisce di giocare!> Scherza lui, ma la tensione tra me e il fratello è così alta che nessuno dei due ride.
Apro bocca per rispondere, ma ci pensa Charlie al posto mio <Arthur ha detto che non vuole, non rompere e andiamo su>.
Ecco c'è una cosa che forse ancora non sapete di me. Io sono testarda, orgogliosa e soprattutto odio quando mi si dice cosa devo fare.
<Sapete cosa c'è? Ho cambiato idea. In fondo non posso essere così male no?> Mi alzo dal lettino, facendomi una rapida coda alta e togliendo gli occhiali da sole.
Faccio pena a calcio, dico davvero, ma non l'avrei data vinta a Charles in nessun caso.
Ci dirigiamo così tutti e tre verso la riva della spiaggia. Fortunatamente i Leclerc hanno avuto la saggia idea di andare in una spiaggia privata, il che ci fa stare da soli e lontano da occhi indiscreti per tutto il giorno.
<Allora torello?> Propone Arthur, ricevendo assenso da entrambi.
Ovviamente, io vengo messa in mezzo per prima.
I due fratelli iniziano a palleggiare tra di loro, evitandomi con non molta difficoltà a dirla tutta.
Mi sbeffeggiano divertiti e il clima si fa pian piano più mite anche tra me e Charles, consentendoci di scherzare a vicenda.
È proprio a lui che arriva in questo momento la palla, la stoppa con facilità e mi guarda con aria di sfida <Vienila a prendere su>.
Mi avvicino rapidamente, ma lui inizia a fare qualche stupido giochetto per impedirmi di rubargliela.
Sbuffo incrociando le braccia al petto, lo fisso negli occhi e mi rendo conto che l'unico modo per batterlo è giocare sporco.
Alzo le braccia per stringere la coda, cosa che non ho mai capito perché, ma i maschi trovano piuttosto sexy.
Passo lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra ripetutamente, osservandolo abbassare le difese.
Mi avvicino ancora di qualche passo, mi mordo il labbro inferiore e gli poso la mano sul braccio destro, accarezzandolo lievemente.
Per nostra fortuna siamo sufficientemente lontani dagli altri per essere visti, mentre diamo le spalle ad un ignaro Arthur.
<Cosa stai facendo?> Sussurra lui con voce roca, guardandomi dritta negli occhi con le pupille dilatate.
Sorrido maliziosamente, avvicinandomi al suo orecchio.
<Ti batto> Rispondo. Non fa in tempo a rendersi conto delle mie parole, che il mio piede calcia la palla sotto il suo, rubandogliela.
È la risata fragorosa del minore a farmi ricordare della sua presenza e farmi di colpo imbarazzare di quanto io abbia appena fatto.
Così decido di rivolgermi ora solo ad Arthur, mi avvicino a lui proponendogli un bagno e, senza aspettare la sua risposta, corro in mare.
Quanto riemergo dall'acqua, con il viso salato e i capelli bagnati, vedo il ragazzo corrermi in contro, mentre Charles si sta lentamente avvicinando al resto del gruppo sulla spiaggia.
<Poi magari mi dici come hai fatto a fregare Charles eh> Mi dice una volta raggiuntami, tuffandosi anche lui in acqua e uscendo con i capelli bagnati e il torso rabbrividito dalla pelle d'oca.
Rimango imbambolata a guardarlo, chiedendomi se mi piaccia perché assomiglia così tanto al fratello, o se possa essere qualcosa di diverso.
<Non ti svelerò i miei trucchi> Rispondo dopo qualche istante, sentendo le mie guance arrossire e bagnandomi nuovamente il viso per evitarlo.
Mi spruzzo il profumo sul collo, sui polsi e infine tra i capelli.
Dopo un'intera giornata in spiaggia, questa sera abbiamo optato per una serata in un locale qua in zona.
<Non so se dovrei dirtelo> Comincia Anna, guardandomi posata allo stipite della porta del bagno, da cui sto uscendo <Ma oggi Charles e la principessa hanno litigato tutto il giorno>.
Vorrei ignorare la cosa, ma la mia stupida curiosità vince sempre <Perché?> Anna sorride compiaciuta, voltandosi verso di me che ora sono seduta sul letto legandomi le scarpe.
<Non lo so, ma credo lei fosse infastidita dal suo modo di fare. Sarà che ha la coda di paglia il ragazzo> Fa spallucce, venendosi a sedere al mio fianco <Cami per favore, sai che amo il drama, ma non metterti in qualcosa che potrebbe potenzialmente distruggere anche te>.
Leggo vera e sincera preoccupazione nei suoi occhi, così annuisco e le afferro la mano <Tranquilla, non ho intenzione di farmi fregare da Charles. Lo sai come sono no?> Ridiamo in contemporanea, perché la Camilla che abbiamo entrambe imparato a conoscere in questi anni è una stronza di prima categoria. Una di quelle che si diverte a provarci senza concludere mai.
Certo Anna non lo sa, ma quelle mie certezze con i Leclerc vacillano e non poco. Perché puoi mettere tutte le armature del mondo ma, come canta il caro vecchio Vasco, non puoi farti eternamente corteggiare.
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