5. Francia 2022
Ringrazio Arthur afferrando la birra che mi porge, osservandolo mentre si siede al mio fianco.
Siamo arrivati al porto un'oretta fa circa, gli altri sono tornati a casa, ma il più piccolo di casa Leclerc mi ha proposto di fermarmi ad aspettare il tramonto con lui.
Non che avessi molta voglia, ma devo dire che ne vale proprio la pena. Il sole colora di diversi toni di arancione il cielo, spegnendosi pian piano in mare.
Coronare il tutto bevendo una birra ghiacciata, con i capelli ancora umidi e la pelle salata, è veramente magico.
<Allora, prossima tappa Francia eh> Dico interrompendo un silenzio che stava diventando a dir poco imbarazzante.
Annuisce prendendo un sorso dalla sua bottiglia e spostando lo sguardo dal tramonto a me.
<Già, non vedo l'ora> Sorride iniziando a parlarmi di quanto sia entusiasta di andare lì, anche se a sentirlo parlare sembra più impaziente di vedere il fratello che di far qualcosa lui stesso.
<Del resto non capita tutti i giorni di avere un fratello in Ferrari no?> Continuo io, potendo solo immaginare quanto sia fiero di Charles.
Ricordo che da piccoli avevano questa macchinetta rossa e se la litigavano per chi potesse usarla di più. Ovviamente alla fine vinceva sempre il maggiore, ma ad Arthur non dispiaceva affatto. Vedere suo fratello, seppur su un kart, era già uno spettacolo. Figuriamoci ora che guida una delle macchina più veloci al mondo.
<Ci ho più o meno fatto l'abitudine in realtà, ad essere "il fratello di"> Non ha alcuna invidia nella voce, solo tanta stima, lo ammiro per questo.
Continuiamo a parlare di macchine, Ferrari e Leclerc ancora per un po', fino a quando anche l'ultimo spicchio di sole è spento in mare e solo la luce della luna ci illumina.
La città si è accesa alle nostre spalle, più bella che mai.
<Credo sia ora di tornare a casa> Dico alzandomi e prendendo la bottiglia di vetro ormai vuota.
Il monegasco mi imita, seguendomi lungo il porticciolo di legno fino alla sua macchina parcheggiata a bordo strada.
Anche lui guida una Ferrari, meno vistosa di quella del fratello, ma pur sempre una gran macchina.
Quando arriviamo a casa troviamo Pascale con una tavola già imbandita, pronta ad aspettarci insieme a Charles, Charlotte e Lorenzo, il fratello che ho conosciuto solo qui a Montecarlo.
È la mia ultima sera qui, domani ho il volo per casa, mentre loro partiranno per la Francia.
<Vedi di non sparire eh> Commenta ridendo il maggiore dei due, mettendo in bocca anche l'ultimo penna al pomodoro che aveva nel piatto.
La cena era deliziosa, tutta a base di specialità italiane, il che mi fa sentire ancor più a mio agio.
<Non è mia intenzione> Rispondo <Anzi, tutto il contrario>.
Mi volto sorridente verso Arthur, seduto al mio fianco.
Il ragazzo, infatti, mi ha prima proposto di andare con loro in Ungheria, ultimo gran premio prima della sosta estiva.
Ci ha messo un po' a convincermi se dobbiamo dirla tutta, ma alla fine non ho saputo dirgli di no.
<Stai scherzando?> Gli occhi di Pascale si illuminano di gioia, così come quelli di Charles, seduto davanti a me.
<Avrò un portafortuna d'eccellenza allora> Commenta lui, affrettandosi poi ad afferrare la mano di Charlotte sul tavolo. Comprensibilmente la ragazza non sembra apprezzare le attenzioni che il suo ragazzo mi regala con frequenza, ma d'altro canto sembra capire, o quantomeno provarci, il particolare legame che ci lega.
<E pensare che fino a qualche giorno fa praticamente non avevo nemmeno visto una gara> Ridiamo tutti, anche se quanto detto è la pura verità.
Sapevo qualcosa in merito alla Formula 1 certo, ma ero perlopiù rimasta a Schumacher e al cavallino vincente.
Sono bastati pochi giorni in questa casa, però, ad aggiornarmi su tutto. E quando dico tutto, intendo proprio tutto.
Sembrerà assurdo e stereotipato, ma questi ragazzi vivono di macchine, respirano, parlano, sognano e raccontano quasi solamente del loro mondo a quattro ruote. Eppure, con mia grande sorpresa, tutto ciò non mi ha ancora annoiato.
Stringo le ginocchia al petto trattenendo il respiro.
Era tutto perfetto, Papá era così felice di vedere la gara con me e Charles era in testa.
Non so nemmeno spiegare la sensazione di vuoto che ho provato nel vedere la sua macchina ferma nella ghiaia, eppure è tutto vero.
Rimango zitta, mentre mio papà qua vicino sta facendo venire giù il paradiso, per dirlo nel modo più pulito possibile. Deglutisco lentamente e sento il battito raggiungere una velocità quasi normale, quando un urlo straziante raggiunge le mie orecchie e quelle di chiunque stia vedendo il GP.
Sentire Charles così è a dir poco devastante, come se una pugnalata mi avesse appena penetrato il cuore. Continuano ad inquadrare la macchina, i replay di come l'ha persa e il momento in cui ha toccato le barriere.
So che non si è fatto niente, ma so anche quando possa essere distrutto da tutto ciò.
Charles è la persona più buona che io conosca. È gentile, simpatico, puro. È tutto fuorché qualcosa di negativo e nonostante questo sembra il destino ce l'abbia con lui.
E fa male, fa dannatamente male vederlo così.
Dopo quanto successo non oso neanche immaginare la tensione che si percepirà il prossimo weekend in Ungheria, ma ormai ho dato la mia parola che sarei andata e così farò, nonostante tutto.
Passo il resto della gara praticamente inerme, risvegliandomi solo quando compare il monegasco sullo schermo, la faccia abbattuta, la voce di chi sa di aver commesso un errore imperdonabile. Vorrei solo poterlo stringere forte e dirgli che va tutto bene, perché alla fine è solo una stupida gara di uno stupido fine settimana.
Ma so che per lui non è così, per lui quella gara, così come tutte le altre, è tutta la sua vita.
Afferro rapidamente il cellulare digitando un messaggio che poi cancelleró un milione di volte. Nessuna parola sembra adatta in questo momento, nessuna parola che potrei dire io perlomeno.
Stagli vicino anche per me❤️
Arthur 🏎🤍
Terapia Leclerc no?😉🫠
Sorrido quando in tarda serata arriva la risposta di Arthur. So che se c'è qualcuno che può capirlo al momento è lui, che Charlie è in buone mani e che si rialzerà, come ha sempre fatto.
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