10. Out out

Preparo il mio solito latte macchiato grande, apro il computer e mi siedo sul divano.
Solo quando mi ritrovo davanti alla pagina vuota mi rendo conto che in effetti io della Formula 1 da due anni a questa parte non sappia proprio niente.
Decido così di fare qualche ricerca, non con poca agitazione.
Leggere il nome Leclerc mi fa sempre un certo effetto, per quanto nonostante tutta la mia attenzione, in questi anni non sia riuscita ad evitare completamente ogni allusione ai due fratelli. Qualche foto qua e là scappava sempre, ma ogni volta mi limitavo ad auto convincermi che in fondo non mi importasse poi così tanto e a non pensarci.

Vengo a conoscenza che Verstappen ha vinto gli ultimi due mondiali, il che lo rende un quattro volte campione del mondo.
Hamilton si è ritirato la scorsa stagione, concludendo la carriera vincendo la sua ultima gara ad Abu Dhabi e spiazzando tutti dando una notizia non preannunciata.
Al fianco di Max in Red Bull è tornato Ricciardo, sostituendo in corsa Perez nel 2023 dopo un periodo buio del messicano, non più ritenuto all'altezza da Horner e compagni.

Arrivo infine anche alle notizie sulla Ferrari.
Il Cavallino ha fatto male, molto male, per due anni consecutivi. La macchina non andava, i piloti nemmeno.
Al termine dello scorso anno pare che Leclerc e Sainz abbiano avuto una forte discussione, portando alla scissione definitiva dentro al box.
Così la Rossa si è ritrovata a dover scegliere tra uno dei due, ricadendo ovviamente sul monegasco.

Continuo a scorrere gli articoli, fino ad arrivare a quello che più mi sconvolge, ma allo stesso tempo per qualche strano motivo mi rende di una felicità inaspettata.
Sorrido leggendo più e più volte l'articolo, fino a saperlo quasi a memoria.
A questo punto mi sento pronta, tiro fuori il taccuino e inizio a scrivere.

Quando devo scrivere un articolo importante lo faccio sempre a mano, delle volte perfino camminando in giro per Milano.
Mi sembra che la mano corra più rapidamente con una penna in mano e i pensieri sembrano unirsi naturalmente sotto il loro flusso.
Scrivo così tanto da non accorgermi che è arrivata la sera, stremata ma soddisfatta mi preparo una rapida cena e vado a dormire.

<Come credi che sia andata?> Mi domanda Marco, uno dei miei migliori amici qua al tirocinio, ma allo stesso tempo uno dei miei più temuti rivali.
Vuole fare giornalismo d'inchiesta, proprio come me, e scrive molto, ma molto bene.
<Non lo so, a dirla tutta non ho mai avuto così paura del risultato> Ammetto massacrandomi le mani.

Ogni volta che dobbiamo consegnare un lavoro, il nostro capo si prende un paio d'ore per esaminare gli articoli, per poi decretare una sorta di vincitore. Ma questa volta è diverso.
Ci è stato anticipato un premio per il migliore, nonché un significante vantaggio nella corsa al posto di lavoro.
L'orologio sul muro sembra essersi bloccato e le due ore non passano mai, ma alla fine, come la risoluzione di un brutto incubo, il capo spunta sulla soglia della stanza congressi, attirando su di se gli occhi di venti ragazzi speranzosi.

<Avete scritto degli ottimi articoli, complimenti a tutti quanti> Esordisce <Ma uno mi ha colpito più degli altri. Complimenti signorina Pezzali, oggi ha vinto lei>.
Marco mi posa la mano sulla spalla, congratulandosi, mentre la mia ansia lascia spazio ad una felicità insperata. Non è la prima volta che vinco, ma farlo con questo pezzo lo rende ancor più speciale.
<Ora, come sempre, la prego di leggere a tutti il suo articolo> Deglutisco a fatica, alzandomi con le gambe tremanti e prendendo in mano la copia rilegata di quelle parole ieri scritte in brutta copia su delle pagine sporche di caffè.

Mi schiarisco la voce, iniziando flebilmente a leggere.

Si riaccendono le luci in Bahrein, l'asfalto si scalda, le gomme iniziano a consumarsi lasciando segni sui cordoli della pista.
Sarà la prima gara senza Sir Lewis Hamilton, suona quasi strano a dirsi. Qualcuno che non solo ha fatto la storia di questo sport, ma che ne è l'esponente più vincente, ha abdicato salutando la sua monoposto 44 nell'unico modo in cui sapesse farlo: vincendo.

Da quella dichiarazione sul gradino più alto del podio, il mondo della Formula 1 è crollato in scompiglio.
Il trono è ora lasciato libero e la corsa ad esso è più accesa che mai.
Ma se da un lato abbiamo il campione uscente, Max Verstappen, fresco del suo quarto titolo mondiale consecutivo e affiancato dal suo fedele scudiero Daniel Ricciardo, dall'altro abbiamo la speranza che finalmente i sogni di gloria di Charles Leclerc possano avverarsi.

Un ragazzo predestinato a fare grandi cose, non è tuttavia ancora riuscito a riportare un titolo che manca da quasi due decenni a Maranello.
Eppure per qualche motivo, in un mondo moderno in cui il tifo è sempre meno romantico e più calcolato, Charles è riuscito là dove molti piloti in passato hanno fallito.
Ha conquistato il cuore dei Tifosi.
Un ragazzo pulito e semplice, con il sogno di vincere si, ma di farlo solo se vestito di rosso.
A bordo della sua monoposto numero 16 rincorrerà una volta ancora la vittoria, chilometro dopo chilometro, facendo il giro del mondo.

Eppure quest'anno sembra avere tutto dalla sua parte. Una macchina che nei test ha sbaragliato la concorrenza e un compagno di squadra d'eccellenza.
Saranno infatti i Leclerc la decima coppia di fratelli a correre in Formula 1 e chissà, magari i primi a vincere entrambi un mondiale.

Certo è che l'olandese lì davanti non lascerà la presa tanto facilmente, ma quest'anno avrà ben due monegaschi pronti a dargli battaglia fino all'ultima curva.
Non fatevelo raccontare, perché magari vincerà ancora Verstappen, superando Vettel nei suoi quattro mondiali consecutivi in Red Bull.
Ma magari, romanticamente parlando, il trono lasciato libero dal re delle corse, verrà occupato da un principino vestito di rosso, pronto a dare l'anima per quella scuderia che almeno una volta nella vita ha fatto battere il cuore a tutti. Anche a me.

Camilla Pezzali -

Tiro un sospiro di sollievo quando finisco di leggere, alzando gli occhi verso il mio capo.
È proprio quest'ultimo a complimentarsi nuovamente prima di invitarmi a seguirlo nel suo studio. <Bene Camilla, non è curiosa di sapere cosa la aspetta?> Annuisco impaziente di scoprire quale sarà la mia ricompensa.

<Lei è un ottimo prospetto per il giornalismo italiano, ma di giornalisti d'inchiesta siamo pieni fino all'orlo. È per questo che ho voluto affidarle un compito più, come dire, particolare. E se il mio istinto non mi inganna, e lo fa raramente, lei sarà una preziosa risorsa per il nostro giornale> Sorrido fiera, quasi come se ormai sentissi di avere le mani su quel contratto, ma allo stesso tempo mi chiedo dove voglia andare a parare.
<Signorina Pezzali, il suo regalo è un ultimo lavoro. Lo svolga al meglio delle sue possibilità e al suo ritorno avrà un contratto da firmare> Dicendo ció mi allunga sul banco una busta sigillata, la apro con cura cercando di sbirciarne il contenuto.

Solo dopo qualche istante mi accorgo essere due biglietti aerei, uno di andata e uno di ritorno, per il Bahrain.
Partenza, domani alle 7 di mattina.
Alzo lo sguardo scioccata, non capendo ancora cosa stia succedendo.
<L'azienda ha ottenuto un pass per il primo gran premio della stagione e quale migliore occasione se non mandarci lei> È serio ma allo stesso tempo direi quasi orgoglioso di me.
<Ma signore> Prendo finalmente la parola <Io non sono una giornalista sportiva, non saprei da dove iniziare>.

<Il suo ultimo articolo dissentirebbe. Non abbiamo bisogno di un qualsiasi giornalista, abbiamo bisogno di un fedele lavoratore disposto a girare il mondo per seguire i più importanti eventi sportivi. E lei, vent'enne, senza famiglia o impegni a legarla a Milano, è il profilo perfetto>.
In poche parole mi sta ponendo davanti ad un out out, accettare e volare in Bahrein, scontrarmi col mio passato e muovere i primi passi nel mondo del giornalismo, oppure lasciare tutto proprio ad un metro dal traguardo e ricominciare da capo con un'altra compagnia.

Torno a guardare i biglietti aerei, sapendo che in loro si ripone la più grande speranza lavorativa che mi possa capitare, quantomeno nell'immediato.
<Allora signorina cosa fa, parte?> Respiro profondamente.
<Sì, parto>.

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