Capitolo 1 - Banchetto
Lucrezia entrò nel palazzo imperiale guardando con ammirazione le colonne che sorreggevano l'ingresso.
Non riusciva a credere che aveva appena intravisto le sue anime gemelle, che in quel momento continuavano a parlare freneticamente nella sua mente.
"Fratello, è la nostra anima gemella! Dobbiamo prenderla!"
"Fratello, probabilmente è una serva del generale, probabilmente dobbiamo pagarla prima che sia nostra!"
Da mezz'ora era questa la discussione che si svolgeva nella sua mente, ma lei non aveva il coraggio di dire che era in realtà la figlia del generale.
"Faremo così: appena entrano ci avviciniamo al generale e gli chiediamo chi sia la ragazza, a seconda di cosa ci dirà la paghiamo e diventerà nostra! Non sarà la sposa di quel dannato figlio del senatore Trace, lei è nostra!"
"Va bene, non pensiamoci più! Se ci senti puoi dirci chi sei? Come ti chiami? Quanti anni hai?" chiese l'altro con disperazione.
"Non vi dirò chi sono, questo dovrete scoprirlo voi! Mi chiamo Lucrezia e al momento ho visto 16 estati!"
"Fratello, dobbiamo andare! La festa dovrebbe iniziare a breve! Dobbiamo sbrigarci!"
Detto questo il collegamento momentaneo nella loro testa si interruppe, con grande dispiacere di Lucrezia, che pensava che gli avrebbero potuto fare compagnia durante l'incontro con il senatore Trace e il figlio.
Figlio che non sarà mai suo marito come volevano i suoi genitori. Non trovava interesse per quell'uomo che pensava solo ai soldi e alla politica e che non portava rispetto nè a suo padre nè alla sua defunta madre. Lucrezia pensava che avrebbe trovato un miglior partito tutti gli altri uomini. Persino i due imperatori sembravano migliori sposi rispetto a quel ragazzo.
Sua madre e suo padre si avvicinarono trascinandola per le braccia, lasciandole i segni delle mani sul suo braccio candido, al senatore Trace.
Vedeva che suo padre era molto nervoso, ma non capiva il motivo.
Pov. Marcus Acacius
Mano a mano che ci avvicinavamo al senatore e al suo dannato figlio, non potevo fare a meno di pensare a come aveva rovinato la mia famiglia quell'uomo di così basso conto. Mi girai a guardare mia moglie, la mia anima gemella, e capii che anche lei stava provando la mia stessa ansia e la mia stessa rabbia.
"Marcus, continuo a pensare che abbiamo fatto una cavolata! Dobbiamo dirle la verità, lei potrebbe pensare che la odiamo, quando sai che quello che stiamo facendo è solo per il suo bene."
"Nostra figlia già ci odia, Lucilla! E da quando mi hanno detto quelle frasi che stiamo facendo di tutto perchè ci odi: le stiamo togliendo la possibilità di trovare il suo vero amore e soprattutto la stiamo costringendo a sposare qualcuno che lei palesemente odia!"
"Ma perchè non ne parli con gli imperatori? Loro magari potrebbero aiutarla e magari potrà trovare le due persone che corrispondono ai colori dei due marchi. Gli imperatori possono proteggerla, dobbiamo provare tutto quello che possiamo, se vogliamo rifiutare la sua proposta di matrimonio!" E se vogliamo deporre i due tiranni Lucilla, perchè vuoi liberare Roma da loro due e vuoi avere qualcuno interno al palazzo da usare.
"Ok, tu portala dal senatore Trace: io vado a parlare con gli imperatori!"
Mi stacco e dopo aver dato un ultima occhiata a mia moglie e a mia figlia, mi incamminai attraverso i corridoi del palazzo alla ricerca dei due Tiranni che sarebbero gli unici che possono salvare mia figlia. La mia Lucrezia, il mio tutto.
Mi viene ancora in mente tutta la discussione che io e il senatore Trace abbiamo avuto quando mia figlia aveva compiuto gli anni necessari per iniziare a parlare di matrimonio.
"Generale, vedo che tua figlia ha ormai l'età per iniziare a parlare di matrimonio. Ti ordino di farla sposare con mio figlio! Sarà in grado di proteggerla e difenderla!"
"Senatore, ma se mia figlia finisce per avere anche il marchio di anima gemella come è successo a me e sua madre, cosa succederà non puoi separare anime gemelle. Porta alla morte di entrambi."
"Generale, se per caso si scopre che tua figlia ha un'anima gemella gli nasconderai il marchio e la lascerai sposare con mio figlio! Oppure mi assicurerò che tua moglie e tua figlia muoiano tra atroci sofferenze insieme all'anima gemella di tua figlia! Tua moglie e tua figlia sono le cose che ami di più, non è vero? Dalla in sposa a mio figlio e lei sarà salva! Dalla alla sua sua anima gemella e la ritroverai sul letto agonizzante e soffocando nel suo sangue! A te la scelta!"
Non gli risposi e me ne andai. Quando tornai a casa quel giorno mia figlia mi era corsa incontro tutta felice indicandosi il polso: "Padre, guarda il polso! Ho due palline disegnate. Una rosso e oro e l'altra blu e oro!" Dopo che lo disse mi ritornarono in mente le parole di trace " Dalla in sposa a mio figlio e lei sarà salva! Dalla alla sua sua anima gemella e la ritroverai sul letto agonizzante e soffocando nel suo sangue! A te la scelta!"
In preda alla disperazione presi mia figlia sollevandola con la forza e facendole male e la trascinai nella sua stanza, dicendole: "Copriti quegli obrobri, le anime gemelle non esistono, tu sposerai il figlio del senatore Trace che ti piaccia o no. Ci servi solo per fare alleanze, avremmo potuto anche fare a meno di procrearti!" E le misi un bracciale abbastanza grande da coprire entrambi i marchi. Mi faceva male la sua espressione, così come quelle frasi facevano anche male le parole che le ho rivolto.
Non mi accorsi che ero arrivato davanti alla stanza dell'imperatore Geta, che aveva la porta aperta e entrambi gli imperatori lo stavano guardando con sorpresa.
Pov Geta
Dopo aver ottenuto dalla mia imperatrice il suo nome e la sua età mi accinsi a continuare a prepararmi per il banchetto. Caracalla continuava a litigare con il trucco e ogni volta mi veniva da ridere, cosa che poi portava anche lui a sorridere e alla fine finiva che io truccavo sia lui che me.
Io e mio fratello siamo la forza l'uno dell'altro e non facciamo fare nulla ad altri sulla nostra persona. Un tempo avevamo serve e concubine, ma da quando abbiamo scoperto che siamo anime gemelle abbiamo fatto tutto da soli. Dai bagni termali, al trucco. Ci tenevamo liberi per la nostra seconda anima gemella.
Lucrezia, 16 anni. La loro anima gemella. Si stavo pregustando il suo nome. IMPERATORE GETA IMPERATORE CARACALLA IMPERATRICE LUCREZIA si suonava molto bene.
Dopo aver aperto la porta non appena aver finito di spalmarci il trucco in faccia per nascondere le piaghe che mio fratello aveva in volto e che mi spalmavo anche io per solidarietà nei suoi confronti. Ci amavamo molto, ma avevano deciso di non mostrarlo in pubblico fino a quando non siamo stati tutti e tre, per questo ci siamo dati dei ruoli: io ero il gemello sano e che di fatto governava, lui il gemello pazzo che passava il tempo tra giochi gladiatori e vino. Ad entrambi faceva soffrire questa situazione, ma era necessario per sopravvivere a questo campo da guerra che era Roma.
Davanti a noi stava arrivando il generale Acacio, che, dal momento che stava pensando senza guardando dove andava, per poco non investiva il mio fratellino. Per fortuna, mi misi in mezzo e quindi non fu Caracalla a finire a terra, ma io. Mi colpì con una spallata così forte che mi fece finire a terra, cosa che fece preoccupare subito Caracalla che si teneva la spalla perchè noi sentiamo la sofferenza l'uno dell'altro.
Ricordando ciò decisi di riaprire il collegamento tra noi anime gemelle e dissi: "Lucrezia, stai bene? Ti fa male da qualche parte?"
"La spalla... fa un male cane. Stavo parlando con il figlio del senatore Trace e mi ha stretto la spalla proprio in quel momento!"
Mi venne da sorridere al solo pensiero e chiusi il collegamento.
"Generale, qual buon vento ti porta a buttarmi a terra?"
"Imperatore Geta, Imperatore Caracalla. Vengo con una richiesta molto importante. Possiamo parlare in privato?"
Guardai mio fratello che annuì e rientrammo nella stanza da cui eravamo appena usciti.
"Generale, io e mio fratello dobbiamo chiederti una cosa. Prima stavamo guardando dalla finestra della stanza e siamo rimasti folgorati da un membro della tua processione. Quella ragazza vestita di viola e arancione che camminava vicino a tua moglie. Chi è? "
"Augusti imperatori, state parlando di mia figlia. Lucrezia, figlia mia e di Lucilla. Vengo proprio per parlarvi di lei!"
"Cosa è successo? Sta bene? Si trova in qualche pericolo?" domandò senza fiato Caracalla.
"Per il momento sta bene, ma non so cosa fare!"
"Cosa succede? Cosa possiamo fare per Lucrezia?" dissi preoccupato.
"Quando lei aveva dodici anni sono stato minacciato dal senatore Trace che se mia figlia non avesse sposato suo figlio, avrebbe ucciso lei, mia moglie e la sua anima gemella. Ora mia figlia è sotto a parlare con il senatore e suo figlio perchè non sono riuscito a proteggerla come si de..."
Non lo lasciamo finire che usciamo dalla stanza correndo per andare a salvare la nostra imperatrice.
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