Se il buongiorno si vede dal mattino (LUNEDI')

La giornata è iniziata come sempre. Suona la sveglia, la prima sveglia , e la ignoro. Non prima di averla silenziata per non dare fastidio ai vicini. Non amo le lamentele. Suona la seconda sveglia e vorrei ignorare pure quella, ma non vorrei perdere il tram, visto e considerato che passa ogni mezz'ora e un solo minuto di ritardo sulla tabella di marcia potrebbe significare ben mezz'ora di ritardo sul cartellino con conseguenti ripercussioni melodrammatiche.

Ho quasi raccolto tutte le forze per alzarmi quando mi sento tirare dall'altra parte del letto. Ti prego no, non ti ci mettere pure tu ad annullare ogni mia forza di volontà per alzarmi. Ma prima che possa finire di formulare il pensiero mi ritrovo già avvolta in un caldo abbraccio. Adoro perdermi nelle sue braccia e prima che me ne accorga sono già passati altri dieci minuti. Ed è lì che inizia la corsa contro il tempo. Dove sono finite le scarpe? La borsa...la borsa...eccola! Presto, presto, mancano solo 5 minuti all'arrivo del tram. Meno male che vivo a 3 minuti dalla fermata... se faccio la strada di corsa.

"Ciao amore, buona giornata!" urlo sull'uscio.

"Buona giornata anche a te!" mi risponde, mentre si rigira nel letto. In questo momento lo odio. Perché lui può avere l'orario flessibile e io no?

Mentre rischio di cadere inciampando in una pietra fuori posto della mia stradina malmessa, mi maledico per non essermi alzata prima. Perché stressarsi tanto di primo mattino? Tutto questo stress mi ucciderà. E mi maledico anche per aver rinunciato a quel lavoro dietro casa solo perché non sopportavo le crisi isteriche della mia ex capa.

Eccolo che arriva, lento e rumoroso si annuncia con il suo fischio di richiamo. Il tram. Ci hanno provato ad eliminarlo, ma la gente affezionata al vintage ha protestato caldamente per non rinunciarvi. E così dal 1939 ogni giorno, più volte al giorno, fa trionfante la sua sfilata.

Per fortuna ho imparato a sfruttare l'ora del tragitto giornaliero che mi porta a lavoro accompagnandomi praticamente sempre con un libro. Fare conversazione sarebbe troppo complicato. In primis perché, se iniziassi a parlare con uno sconosciuto, sarei squadrata da capo a piedi con diffidenza come se stessi tendando un approccio per derubare il mio interlocutore e poi perché sarebbe già un'impresa riuscire a trovare qualcuno che mi potesse sentire, visto che uno su due ha le cuffiette nelle orecchie.
Certo non che coi libri mi vada sempre meglio. I libri che mi sono davvero piaciuti nell'ultimo anno di letture, si possono contare sulle dita, per tutti gli altri ad ogni pagina non facevo altro che chiedermi "Ma quando finisce sto cavolo di libro? Non lo sopporto più". Ma posso valutare l'ipotesi che sia io ad essere troppo difficile. Ciò spiegherebbe perché trovo il 90% delle persone antipatiche e poco tollerabili. Anche se a mia difesa posso dire che non è stato sempre così, prima ero decisamente più accondiscendente. Ma pare che la mia soglia di tolleranza sia inversamente proporzionale alla mia età.



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