Mura domestiche - parte 3
"Cominciamo con un bell'abbraccio...vieni qui" – finalmente il mio desiderio si avvera. Mi perdo nelle pieghe del suo morbido maglione, annusando quello che resta del dopo barba che si era spalmato stamattina prima di uscire.
Posso subito sentire il sollievo dell'endorfina e l'oxitocina che entrano in circolo. Che bello sarebbe se si potesse vivere così, sempre abbracciati, proprio come mamma koala e il suo piccolo, che in tutte le varie peripezie non si staccano mai.
Senza che me ne accorga, mi ritrovo il viso bagnato, eccola qui la tensione che si scioglie sgorgandomi dagli occhi.
"Piccolina, piangi? Che succede?"
"Oh Amanbir, la mia vita è un disastro"
"Un disastro? E allora io, che ci sto a fare?"
"Te escluso ovviamente. Tu sei l'unica cosa bella che mi rimane...ma tutto il resto...tutto il resto è terribile! Mio padre mi ha abbandonato. Mia madre mi odia. A lavoro mi stanno facendo impazzire" - quelle che erano dapprincipio delle timide lacrime, si trasformano presto in un vero e proprio pianto, con tanto di singhiozzi.
"Forza, forza, non ti lasciare prendere dalla disperazione ora. Vieni con me. Sediamoci sul divano e raccontami con calma cosa è successo. Vedrai che troveremo una soluzione insieme. Siamo una squadra, giusto?"
"Oh Amanbir! Ti amo così tanto! Come potrei sopravvivere senza di te?"
"Ti amo anche io, piccolina. E lo sai che non sopporto vedere le lacrime scendere dai tuoi occhi. Vorrei poterti regalare ogni giorno nuove ragioni per sorridere. Da quando ti conosco questo è stato lo scopo della mia vita, renderti felice!"
"Oh Amanbir" – lo stringo ancora più forte sopraffatta dall'emozione. "Grazie! Grazie! Grazie di esserci!"
"Vuoi raccontarmi cos'è successo? Come mai tua madre è andata via a quel modo, senza neanche salutarti?"
"Sempre le solite storie. Lei ha fatto commenti che mi hanno infastidito e io l'ho punzecchiata sulla storia di papà"
"Mi dispiace. Tesoro, però per favore, cerca di capirla. Non deve essere stato facile per lei, rimanere da sola con due figli, durante gli anni dell'adolescenza per di più. Il marito sparito nel nulla senza spiegazioni. Pensa a quanto deve avere sofferto"
"Sì lo so che è stata dura per lei! Ma lo è stato anche per noi! E vorrei che se ne rendesse conto una buona volta! Ha sempre preteso comprensione da me e mio fratello, che abbiamo dovuto digerire anni di urla isteriche, pianti e il vederla smettere di essere una madre, perché lei affondava nel dolore, dimenticando quanto stessimo soffrendo anche noi!"
"Credo che dovresti parlarle di quello che senti"
"E ti sembra una donna capace di un confronto pacato tra adulti? So già come andrebbe a finire. Urla e pianti. E' inutile anche tentarci, Amanbir. Certi argomenti vanno solo sepolti, fingendo che non esistano"
"Fino a quando da un momento all'altro, esplodono da soli con la potenza di un geyser"
"Infatti. Proprio come è successo oggi. L'ho evitata per settimane solo per finire in questo modo. Ma cosa dovrei fare?"
"Non arrenderti e riappacificarti con lei tutte le volte che sarà necessario farlo, te lo dice Amanbir, ti ricordi il significato del mio nome?"
"Certo, come potrei dimenticarlo? Colui che lotta per la pace! E' un significato bellissimo! Comunque, hai ragione" – lo dico sospirando, dandomi per vinta davanti a tanta innegabile saggezza.
"E invece che succede sul lavoro? Rischi ancora di essere licenziata?"
"Non lo so. Da una parte le cose sono migliorate. Sono riuscita a fissare un appuntamento con la società che aveva fatto intendere a Jack che si trattava di un prospetto farlocco"
"Davvero?"
"Sì, pensa che addirittura sembrano intenzionati a comprare"
"Wow, è fantastico! Congratulazioni! Ma allora qual è il problema? Non sarà mica che Jack ci ha provato ancora con te, vero?" – noto un pizzico di tensione nella sua voce e deduco con rammarico che non ha smesso di pensare alla storia del flirt.
Se sapesse che oggi Jack Parish mi ha quasi baciata, non so proprio se anche stavolta riuscirebbe a lottare per la pace e devo dire che non mi sorprenderei di vederlo andare a procurarsi machete, tigre e turbante per andarlo ad affrontare, proprio come presagiva il mio sogno.
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