La resa dei conti (MERCOLEDI')
"Gentilissimo dott. Parish,
le chiedo scusa se mi sono permessa di scriverle questa email, ma ho creduto fosse mio dovere informarla che suo figlio Jack, attualmente in visita presso la sede italiana, ha creato un certo scompiglio nella realtà aziendale, iniziando una serie di flirt con più dipendenti..."
No dai, non posso davvero inviare questa email. E poi come dovrei concludere? "Per favore venga subito a rimettere in riga il suo figliolo"? Penso che sia fin troppo cresciuto per essere ripreso dal paparino. Anche se mi sarebbe piaciuto far sapere a suo padre, la verità su cosa è venuto a fare suo figlio in Italia. Altro che lavorare...
Bè per il momento la salverò in bozze. Potrebbe sempre tornarmi utile.
Oh mio Dio! Che ho fatto...no! no! no! non posso averlo fatto davvero! Sempre colpa di questi automatismi della mia mente, totalmente indipendenti dalla mia volontà! Ho cliccato su INVIA invece che su SALVA??? Ci deve essere un modo per fermarla! Grazie al cielo, è ancora nella posta in uscita.
"Pronto. Filippo?"
"Sì sono io. Ciao Jessica. Che succede? Mi sembri agitata!"
"Ehm...eh sì, no. Diciamo che... Scusa se ti disturbo, ma volevo un'informazione: c'è per caso un modo di bloccare un'email in uscita?"
"Intendi dire che hai cliccato su INVIA e poi hai cambiato idea?" - ride
"C'è poco da ridere! Mi devi aiutare! C'è un modo di bloccarla?"
"L'unico modo che avrei sarebbe quello di bloccare la connessione a internet del tuo PC e spostare quindi il messaggio dalla cartella IN USCITA a quella BOZZE e poi eliminarlo. Ma probabilmente, mentre noi stiamo parlando, la mail è già arrivata a destinazione. L'invio dura pochi secondi"
"Ma non è possibile! Io ho visto che la mail è rimasta nella cartella POSTA IN USCITA!"
"Probabilmente l'hai visualizzata per un tempo maggiore rispetto al solito nella cartella di posta in uscita, solo perché poco fa si era impallata la rete, ma è stata una questione di pochi minuti, abbiamo già risolto. Mi spiace Jessica. Sono sicuro che puoi rimediare con una mail di rettifica. Ah Jessica, hai sentito la novità?"
"Sì, sì. Carolina ha già provveduto a informare tutti, grazie! Ah Filippo! Hai mai pensato di fare il portinaio?"
"Come?"
"No, niente. Ciao."
Incredula riguardo nella cartella di POSTA IN USCITA. Vuota! Aveva ragione lui. E' già partita.
Ok, don't panic! Potrei sempre sfruttare il fuso orario. Il padre di Jack non guarderà le email almeno per altre nove ore! Se solo potessi convincere qualcuno a cancellarla prima che lui la legga. Certo! E chi? Non conosco nessuno che lavori lì. A parte qualche tecnico con cui ho avuto qualche sporadico scambio di email, ma non credo proprio che abbiano accesso alle mail del fondatore dell'azienda!
Forse potrei parlare con Jack e chiedergli di usare le sue conoscenze per cancellare quella mail prima che suo padre la legga. Ma voglio davvero fare comunella con Jack? Devo!
"Mister Parish?"
"Jessica, che piacere ricevere una tua telefonata. A che devo l'onore?"
"Ehm. Potrei scambiare due parole con lei, in privato?"
"Certamente. Ho un meeting tra dieci minuti, ma appena finisco possiamo vederci. Ti chiamo io appena mi libero, d'accordo?"
"Molto gentile. A più tardi"
Dopo all'incirca un'ora, in cui ho pensato a tutte le possibili esposizioni del problema e alle verosimili reazioni di Jack, lo vedo comparire sulla porta dell'ufficio. Ma non mi doveva chiamare? Con un tono di voce un po' più alto del dovuto, richiama la mia attenzione, e non solo la mia:
"Signora Nardi, avrei bisogno di chiarimenti sul suo prospetto di vendita, le dispiace se le rubo qualche minuto?"
Oh no, ancora il prospetto di vendita! Per un attimo mi allarmo, dimenticando che gli ho chiesto io di parlargli e forse sta solo cercando una scusa plausibile.
"Affatto. Arrivo subito"
Lo seguo in una delle salette destinate agli incontri coi fornitori. Mi fa entrare e chiude la porta.
"Allora di cosa volevi parlarmi?"
"Bé, Jack" - torniamo al "tu", fa più squadra.
Lui approfitta del mio attimo di titubanza per avvicinarsi e mettermi una mano sulla spalla, spero solo in segno di incoraggiamento.
"Avrei bisogno di un favore da parte tua"
"Un favore? Di che si tratta?"
"Vedi stamattina ho involontariamente inviato un'email a tuo padre. Ma è molto importante che lui non la legga, perché...bé, perché potrebbe non sortire un buon effetto su di lui se la leggesse"
"Ma di che email si tratta? Volevi scrivere a me e per sbaglio hai scritto a lui?"
"Ehm. Una cosa del genere"
"E di cosa mi parlavi nell'email? Puoi parlarmene a voce se vuoi"
"Magari non adesso. Prima preferirei assicurarmi che tuo padre non legga quell'email"
Sorride e mentre mi guarda maliziosamente lo vedo comporre un numero di telefono. Ho un déjà-vu, non è la prima volta che vivo questa scena. Dev'essere la sua modalità, non perdere tempo.
"Good morning Leslie, please call me as soon as you hear this message (Appena senti questo messaggio chiamami, per favore)"
Poi rivolto a me: "Leslie è la personal assistant di mio padre. Legge sempre lei le email indirizzate a lui. Don't worry. Mio padre non leggerà la tua email. Vuoi dirmi ora di cosa volevi parlarmi?"
"Certo. Ma preferirei prima chiamare un paio di persone che vorrei partecipassero a questo meeting"
"Meeting? Un paio di persone?"
"Sì. Scusami un attimo"
Rimane perplesso mentre mi vede uscire dalla saletta e si siede sconsolato. Mi ripresento una decina di minuti dopo, seguita da Valentina e Patrizia, che appena vedono da chi le ho portate impallidiscono e mi guardano stravolte.
E' il mio momento! Non potrà più fare i suoi giochetti. Smascherato pubblicamente!
"Ebbene Jack, volevo chiederti davanti alle mie colleghe, a che gioco stai giocando?"
Mi guarda con l'aria di uno che si aspetta che venga fuori la telecamera di Scherzi a parte da un momento all'altro.
"Quindi, non hai niente da dire?" - insisto io.
Interviene Patrizia: "Jessica, ma che ti prende"
"Avanti Patrizia. Non continuare a coprirlo. Dillo anche a Valentina che ieri tu e Jack siete stati a pranzo assieme!"
"Jessica, ma di cosa stai parlando? Io non sono mai stata a pranzo con Mister Parish"
"Ma se vi ho visto arrivare insieme ieri"
"Quando?"
"Ti ho visto scendere dalla sua macchina!"
Bè a dire il vero ho presunto che fosse scesa dalla sua macchina. Non l'ho vista coi miei occhi, ma...non c'era altra spiegazione...forse.
Prende la parola Jack: "Mi spiace contraddirti Jessica, ma io ieri non sono uscito per pranzo. Sono rimasto in azienda per una conference call"
"Ma se mi hai lasciato alla reception e sei ripartito con la macchina?"
"Sì, sono andato a cercare parcheggio"
S'intromette Valentina: "Si può sapere perché mi hai chiamato qui? Ho ben altro da fare che assistere alle tue scenate di gelosia!"
"Proprio tu Valentina! Tu sei quella che c'entra più di tutte in questo quadrilatero! Perché non confessi apertamente dov'eri ieri sera!"
Jack ha l'espressione sempre più confusa, come se si stesse chiedendo se ha capito bene quello che sta succedendo.
"Ieri sera? Ieri sera ero con John! Perché scusa? A te cosa interessa dov'ero io ieri sera?"
"E chi è John?"
"E' il mio ragazzo! Ma si può sapere a cosa devo questa inquisizione?"
Ricado sconfitta sulla sedia, consapevole di aver appena distrutto con le mie mani e sotto gli occhi di tutti, la mia reputazione, la mia dignità e la mia carriera.
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