Che lo show abbia inizio
"Vado io!" mi precipito verso la porta, lasciando Carmen in cucina con in mano un contenitore salvafreschezza colmo di butter chicken. Continuo a sperare che Jack non si muova dal divano, mentre cerco mentalmente le parole per preparare Kate all'incontro.
Apro lentamente la porta, quasi trattenendo il respiro, nella speranza di ridurre al minimo ogni rumore, per allontanare l'attenzione da questo lato della casa.
Esattamente come questa mattina, rimango tramortita dalla bellezza di Kate, ma come fa a essere sempre così impeccabile? Per l'occasione, ha sciolto i capelli che le cadono perfettamente fino a metà schiena, arricciandosi armoniosamente sulle punte. Sono talmente luminosi da abbagliare! Tra i capelli noto dei magnifici rubini incastonati in oro che gli adornano i lobi delle orecchie, intonandosi perfettamente col cappotto Armani a collo alto, damascato in bordeaux e blu. Le arriva appena fino a sopra il ginocchio e lascia intravedere, al di sotto, un vestito rosso di viscosa che copre le lunghe gambe marmoree fino a metà coscia. Sorvoliamo sulle scarpe scamosciate con dettagli in vernice nere, sempre rigorosamente tacco dodici.
Giuro che la odio. Non riesco a evitare di darmi un'occhiata di confronto nello specchio vicino all'ingresso e ancora meno a trattenere il naturale sospiro sconsolato che ne consegue.
Metto su la mia miglior faccia da "Oh che bello rivederti" e l'accolgo calorosamente:
"Cara, che piacere!" – falsità ad altissimi livelli – "Grazie per aver accettato il mio invito. Prego entra pure nella mia umile dimora"
"Umile. Non avrei potuto trovare una parola più azzeccata. Quando il taxi si è fermato davanti a questo palazzo ho sperato che si fosse sbagliato e invece noto con amarezza che era proprio qui"
"Mi spiace di non aver avuto abbastanza tempo per affittare un palazzo reale, così da poterti accogliere in modo più consono alla tua persona"
"Già, dispiace anche a me, ma pazienza. Vedrò di adattarmi al tuo standard per questa volta. Anche se continuo a non capire perché non mi hai voluto aggiornare per telefono"
"Come ti dicevo non potevo permettere che venissi avvelenata dalla cucina dell'albergo"
"Ah giusto. Bè, suppongo dovrei esserti grata"
"Supponi bene. Ma ti prego, non indugiamo ulteriormente, accomodati. Vuoi darmi il cappotto?"
Speravo di avere qualche minuto per anticiparle chi ci aspettava nell'altra stanza - anche se visto il suo atteggiamento, uno shock è proprio quello che si merita! Accidenti a me che mi sono fatta convincere da quell'inguaribile romantico di mio marito a seguirlo in questo esperimento folle - ma come temevo, nonostante il mio tentativo di mantenere un volume di voce basso, non sono riuscita a evitare che il tono squillante da prima donna di Kate richiamasse l'attenzione di Jack che vediamo affacciarsi sul corridoio di ingresso con un'espressione in viso indecifrabile.
Guardo Jack. Guardo Kate. Riguardo Jack. Riguardo Kate.
Entrambi sbiancati e muti. Si fissano per un'incalcolabile quantità di tempo senza proferire parola, salvo il "Jack!" e il "Kate!" pronunciati simultaneamente al primo sguardo.
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