"Oh cavolo sono le sette e un quarto"
Mi buttai giù dal letto.
Aprii l'armadio cercando la mia maglia preferita.
"Mamma dove hai messo la mia maglia a fiori!?"
"Boh, sarà nel mobile altrimenti è in lavatrice"
In momenti come questi vorrei tanto tirarle un ceffone.
Quindi misi una semplicissima canotta bianca con il simbolo dell'infinito sopra ed infilai felpa e jeans stretti.
Presi la cartella, accesi il cellulare e uscii.
"Rischio di perdere l'autobus"
Correndo arrivai alla fermata giusto in tempo senza neanche troppa fatica.
Mi misi a sedere in un posto abbastanza infondo.
Alla fermata successiva salì sull'autobus un ragazzo, un ragazzo bellissimo.
Mi aspettavo che fosse uno di quei ragazzi un po'.. diciamo "fighetti".
Invece no.
Pensavo che avrebbe iniziato a salutare tutti con cose come "bella raga" "come butta". Insomma cose da film americani.
Invece no.
Tra tutti i sedili che c'erano liberi, si avvicinò a me.
Mi guardò
"Sono veramente belli i tuoi capelli. Sono rosa. Mi piacciono"
Fece per toccarmeli ma lo fermai
"Grazie, ma rallenta"
"Ah.. si" abbassò lo sguardo quasi deluso, appoggiò i gomiti sulle gambe e le mani tra i capelli.
"scusami dai, la mattina sono di cattivo umore"
"No, no, hai ragione, sono uno stupido"
Più che per il gesto sembrava che discutessimo come dei fidanzati.
Però mi sentivo in colpa lo stesso.
Guardai fuori dal finestrino, sfiorai la scuola con lo sguardo e mi preparai per scendere.
Arrivata a destinazione cominciai a camminare verso l'entrata dell'artistico.
"Ferma!"
"Che vuoi ancora?"
"Solo parlarti"
"Ora no se vuoi a ricreazione"
"Em... io non studio qui"
"Beh.. ciao"
andai via.
"Aspetta! Posso lasciarti il numero"
Mi voltai e dentro di me avrei voluto accettare, quel ragazzo era veramente bello e sembrava simpatico.
"Non mi sembra il caso"
"Dai"
"Va bene"
Allungai il braccio per farglielo scrivere, e così fece.
"Non aspettarti troppo che ti chiamerò"
"Ci conto lo stesso"
Ora andai via veramente.
Avevo intenzione di chiamarlo veramente.