23|«Ripeti con me, ragazzo. "Hakuna Matata"»

8 agosto 2019
📍Aeroporto di Orio al Serio, Lombardia, Italia

🎧Rabiosa- Shakira ft. Pitbull

«Datevi una mossa, abbiamo tutto?» farnetica Riccardo mentre si accerta di avere tutto a portata di mano, Riccardo è un maniaco del controllo e lo conosco abbastanza da sapere che mancano ancora due ore buone alla partenza del nostro volo.
Mi porto una mano sulla testa e mi premo due dita sopra il sopracciglio destro, come sempre sono la sfigata di turno e mi è venuto il ciclo questa mattina prima di andare all'aeroporto, per fortuna ho un ciclo abbastanza breve e avrò un'opportunità per farmi un bagno nelle acque cristalline della Grecia.
Ho un mal di testa indescrivibile e cerco nel mio zaino qualcosa che possa placare o almeno attenuare il dolore alla testa, trovo una compressa di OKI e la butto giù con un po' di acqua.
Per passare il tempo prima della partenza, Riccardo, Chantalle, Will e gli altri vanno a fare un giro per i vari negozi sparsi per l'aeroporto mentre io e Charles facciamo una partita a carte a un tavolo, ogni tanto gettiamo un'occhiata alle valige per assicurarci che ci siano tutte.
«Quando distribuisci le carte fai proprio schifo, sai?» chiedo a Charles mentre lui fa spallucce e osserva le carte che gli sono capitate, visto come sorride sono sicura che le sue siano migliori delle mie. Stiamo giocando a scala quaranta e la somma delle carte che ho a disposizione per aprire è pari a trentanove quando dovrebbe essere quaranta. Ripeto, la solita sfigata.

Charles pesca una carta mentre cerco di capire che gioco fare con le carte che ho in mano, posso attendere che arrivi la fortuna per avere un jolly oppure devo faticare per non rimanere "incartata" come si dice nel gergo e non poter aprire.
«Tocca a te» afferma Charles mettendo una carta nel mazzo scoperto, pesco una carta e la pongo assieme alle altre, l'ennesima delusione, scarto una carta e passo il turno a Charles.
Poco dopo, la fortuna sembra essere arrivata dalla mia parte perché la carta necessaria per portarmi sopra i quaranta punti arriva, faccio un verso di vittoria e rimango con solo una carta in mano, ora basta attendere che arrivi la carta giusta. Vinco la partita con una pescata fortunata e Charles si finge offeso, poco dopo mi consegna il mazzo e distribuisco le carte per un'altra partita, scala quaranta è un gioco che utilizziamo per far passare il tempo e lo abbiamo usato in molte estati per evitare che la noia ci opprimesse. Andavamo in barca con i nostri papà e mentre loro due parlavano io e Charles ci facevamo un bagno, una volta asciugati ci sedevamo al piccolo tavolino e facevamo varie partite a questo gioco. Chi perdeva, pagava una merenda o colazione a chi vinceva.

Proprio mentre stiamo per concludere e proprio quando a Charles manca solo una carta per vincere, la combriccola di assetati di shopping arriva per assistere alla vittoria di Charles.
«Siamo tre a due per me» affermo mischiando le carte e porgendole a Charles affinché le distribuisca, Riccardo alza la mano e chiede se può giocare anche lui, alla fine tutto il gruppo si unisce e siamo costretti a giocare a coppie dato che le carte non bastano.
Per evitare discussioni ci siamo affidati alle carte e sono capitata in coppia con Charles, i due migliori oserei dire.
Siamo cinque coppie, Will e Chantalle sono finiti nella stessa coppia e sono seduti accanto a me e Charles, afferro una carta dal mazzo e il monegasco mi indica quella da scartare, faccio cenno di no con la testa e cerco di spiegare perché non posso scartare quella carta, Charles sospira e mi lascia fare, dopo aver rigirato più volte il mazzo perché avevamo finito le carte, io e Charles ne usciamo vincitori e iniziamo a sistemare il tavolino dato che tra poco il nostro volo inizierà l'imbarco.
«Ehi, siamo quattro a tre, mi devi qualcosa!» esclamo puntando il dito contro il pilota numero sedici che fa uno sbuffo e va a recuperare la sua valigia, faccio un sorrisetto e preparo il mio biglietto.

Iniziamo l'imbarco e saliamo sull'aereo occupando i posti indicati, sono accanto al finestrino e di fianco ho Charles, non li abbiamo scelti noi i posti di conseguenza non potevo aspettarmi di trovarmi il monegasco come vicino.
I due sedili dietro di noi sono occupati da Chantalle e Will, i quali non parlano tra di loro, Chantalle ha in mano una rivista mentre Will guarda qualcosa sul suo cellulare. Mi allaccio la cintura e attendo che l'aereo decolli, sono emozionata perché non sono mai stata in Grecia e non ho un'idea di come sia, ho visto qualche foto della costa e anche delle case dai tetti azzurri ma niente di più.
L'aereo si alza da terra con un movimento brusco e osservo gli edifici sotto di noi che diventano sempre più piccoli alla nostra vista, per passare il tempo faccio un gioco di parole crociate sul mio cellulare e nel frattempo Charles sfoglia le notizie del giorno, dopo una ventina di minuti trascorsi a giocare con scarsi risultati, emetto uno sbadiglio e Charles domanda:«Hai sonno? Vuoi dormire un po'?»
Faccio cenno di si con la testa e mi strofino gli occhi con le mani, Charles si picchietta la mano sulla spalla e appoggio la testa nel punto da lui indicato, il profumo che gli ho regalato per il suo compleanno mi riempie le narici e mi lascio cullare dal movimento delle sue spalle che si alzano e si abbassano al ritmo del suo respiro.

📍Mykonos, Grecia

«Emilie?» domanda la voce di Charles scuotendomi leggermente, emetto un lamento e apro gli occhi controvoglia, stavo sognando ma non mi ricordo cosa di preciso.
Mi siedo composta sul sedile e lentamente l'aereo atterra, prendiamo i nostri bagagli e scendiamo su una scaletta dai gradini ripidi che ormai sono abituata a percorrere, due taxi ci aspettano fuori dall'aeroporto per accompagnarci vero la villetta che abbiamo affittato per due settimane.
Ci dividiamo in due gruppi, io, Will, Charles, Chantalle e Antonio saliamo sul primo taxi mentre gli altri cinque salgono sul secondo, ci muoviamo tra il traffico greco e osserviamo una zona principalmente desertica, in alcuni punti si intravede il mare ma è solo una piccola striscia azzurra tra la distesa di terra marrone scuro. Scendiamo sempre di più e iniziamo a distinguere le coste rocciose della Grecia mentre nel taxi si solleva un wow talmente l'acqua è cristallina.
Il taxi ci porta proprio davanti alla villetta e spartiamo il totale della corsa tra noi cinque, scendiamo dal taxi ringraziando il guidatore e scarichiamo le valigie, quando anche l'ultima valigia ha toccato terra, rivolgiamo lo sguardo verso la villetta e non posso fare a meno di spalancare gli occhi.
Sembra una di quelle villette che si vedono nei film americani con la gente ricca e non vedo l'ora di guardare l'arredamento interno, Riccardo prende le chiavi e apre la porta. La casa è principalmente costituita da vetrate che danno una vista sul "giardino" con una piscina, in questa zona c'è una scalinata di pietra che porta direttamente fino al mare, le sdraio accanto alla piscina sono di un color canna di fucile e al posto dell'erba ci sono lastre di marmo che di sicuro saranno bollenti sotto il sole di mezzogiorno.

L'interno della casa è molto moderno, i mobili sono bianchi e le pareti nere, la cucina è allestita con un'isoletta al centro dove sono posti i fornelli e tutt'intorno ci sono dei ripiani dove sono poste delle tazze e ciotole dai mille colori.
Il salotto ha un televisore enorme e un'intera videoteca zeppa di film che non vedo da una vita, si sono alcuni classici del passato fino ad arrivare alle commedie più esilaranti, saliamo le scale e il corridoio si divide in due, una camera sarà per le ragazze mentre l'altra per i ragazzi.
Noi ragazze siamo solo in tre ovvero io, Chantalle e Lea, sistemiamo le valigie e le due iniziano a tirare fuori il necessario per farsi un bagno in piscina.
«Tu non vieni, Emilie?» domanda Lea, notando che indosso solo la parte superiore del costume e sono ancora in pantaloncini intenta a sistemare il mio beauty case, faccio cenno di no con la testa e mo dirigo in bagno per vedere quanto è grande.
È abbastanza grande, c'è una doccia, un gabinetto e un lavandino enorme con uno specchio altrettanto grande, le luci sono talmente forte che mi danno fastidio agli occhi, sistemo alcune cose dentro l'armadietto e qualcuno bussa alla porta.
Dopo aver urlato avanti per farmi sentire, la diretta interessata apre la porta e la figura di Chantalle è sulla soglia, fa un passo avanti e chiede:«Nom vorrai farti rovinare la vacanza?»
Faccio spallucce e la bionda mi porge un pacco di Tampax affermando:«Te li presto, se vuoi»
Alzo un sopracciglio e accetto l'offerta anche se probabilmente non li userò mai, la biondina esce dal bagno e sento il rumore delle sue infradito farsi meno intenso, segno che ha sceso le scale ed è andata in piscina.

Dopo un pomeriggio passato a prendere il sole sulla sdraio e aver fatto due tiri a pallone con i ragazzi mentre le due signorinelle rimanevano in acqua, saliamo le scale e ci prepariamo per la serata. Mi infilo sotto la doccia e il getto di acqua fresca mi fa emettere un sospiro di sollievo, mi tasto le spalle e immediatamente ritraggo la mano. Bene, nemmeno il primo giorno e mi sono già scottata come un tedesco in una gita turistica! Mi avvolgo in un asciugamano ed esco dal bagno lasciando spazio a Lea, Chantalle è intenta a guardare qualcosa sul suo cellulare e non appena percepisce la mia presenza nella stanza dice:«Will è un ragazzo simpatico, hai trovato una gran brava persona»
Raggelo sul posto, Will e Chantalle hanno parlato durante il viaggio, probabilmente mentre io dormivo ma perché mi preoccupo? Mi volto verso Chantalle e rispondo:«Infatti, sono fortunata ad aver trovato Will. Insomma, di ragazzi come lui non li trovi di certo appena esci di casa!»
La biondina fa una risata e nel frattempo scelgo che cosa indossare per la sera, l'aria è abbastanza calda e opto per un paio di pantaloncini e una maglietta bianca un po' scollata che non metto quasi mai. Lea esce dal bagno e Chantalle lascia la stanza mentre mi sistemo i capelli in una coda alta, non lascio mai i capelli sciolti a differenza delle altre due e mentre le ragazze si truccano, scendo le scale e mi siedo sul divano accanto a Charles.

Will è seduto sulla poltrona e mi rivolge un'occhiolino non appena poggia lo sguardo su di me, attendiamo che le due finiscano di truccarsi e dopo una ventina di minuti non c'è ancora traccia delle due.
«Meno male che non ti trucchi, Emilie. Ti avrei preso a calci!» esclama Charles dando un'occhiata all'orologio, faccio spallucce e rispondo:«Non mi trucco perché sai che non mi piace e non oseresti mai prendermi a calci perché io lo direi a tua madre e tu hai paura di lei. Lo sappiamo tutto com'è fatta Pascale»
Charles dice un hai ragione e finalmente Chantalle e Lea scendono dalle scale, scusandosi del ritardo, saliamo sui taxi e Antonio si siede accanto a me mentre io sono accanto al finestrino.
«In Formula E come è andata?» domando all'italiano, lui risponde dicendo:«Mah, così così. Non sono soddisfatto ma andrà meglio il prossimo anno. Tu in Alfa Romeo combini solo casini? Riuscirai ad arrivare a punti un'altra volta?»
«Antonio! Non combino solo casini, in Germania sono andata fuori dalla zona punti perché la FIA ci ha dato una penalità al termine della gara dicendo che prima dell'inizio tra me e il mio ingegnere di pista sono stati trattati degli argomenti che nemmeno dovevo sapere anche con Kimi, abbiamo fatto ricorso ma dobbiamo aspettare» affermo incrociando le braccia al petto e fingendo un'espressione imbronciata, il taxi si ferma e ci lascia nel centro della piccola cittadina greca.

Camminiamo per le piccole vie chiacchierando tra di noi e ci proponiamo di fermarci a un ristorante che serve enormi grigliate di carne e spiedini tipici del luogo, entriamo nel ristorante e veniamo subito accolti calorosamente, il cameriere ci accompagna al nostro tavolo e una volta seduti ci vengono consegnati i menù, punto immediatamente sulla tagliata di manzo ma anche gli spiedini mi attirano particolarmente.
Il cameriere prende le nostre ordinazioni e mentre attendiamo, iniziamo a parlare di cosa fare più tardi, la maggior parte vuole andare a casa a dormire ma io e Charles abbiamo voglia di fare un giro per la città, giusto per dare un'occhiata a ciò che c'è qui e capire cosa poter fare nei giorni successivi, una volta conclusa la cena, tutti gli altri salgono sul taxi e dopo averli salutati io e Charles ci incamminiamo per le vie.
Additiamo un paio di ristoranti carini dove potremmo recarci una delle prossime sere, mentre osservo un set di tazzine di ceramica che stavo pensando di portare a mia madre come souvenir, Charles si avvicina e afferma:«È stato meschino da parte tua tirare fuori la vecchia storia di mia madre»

Trattengo una risata e mi allontano dalla bancarella, camminiamo per la città e intanto dico:«Ma è la verità! Tu hai una paura folle di tua madre, ti ricordi quella volta che per sbaglio hai fatto male a Arthur?»
Al ricordo scoppio a ridere e devo appoggiarmi al braccio di Charles per non cadere, il monegasco finge una risata e successivamente sospira:«Ti prego non ricordarmelo»
«Me lo ricordo come se fosse ieri! Eravamo andati alla pista di kart di mio padre, tu eri super esaltato perché erano mesi che non salivi su un kart. Hai dato uno spintone ad Arthur e lui era con la faccia per terra a piangere perché gli avevi fatto male!» rido mentre Charles mi rifila un'occhiataccia, nonostante il suo sguardo scorbutico continuo a ridere senza sosta perché ho in mente ogni singolo dettaglio.
«Beh, non è che avessi paura di mia madre ma...» cerca di scusarsi lui ma io lo interrompo dicendo:«Non è vero! Eri accanto ad Arthur e dicevi oh mio dio, ti sei fatto male? No, stai bene! Ti prego non dirlo alla mamma! è stata una scena esilarante»
Charles sbuffa ma non può fare a meno di ridere alla mia imitazione di lui da bambino, ci fermiamo per un attimo a guardare il mare e inspiro a pieni polmoni il profumo di salsedine.

«Quanta pace» sospira Charles mentre io faccio un verso di assenso, fisso alcune onde infrangersi contro la costa e affermo:«Ripeti con me, ragazzo. "Hakuna Matata"»
«Ma chi sei? Pumbaa per caso?» domanda lui ridacchiando mentre io faccio spallucce e replico:«No, io sono Timon, tu sei Pumbaa»
Charles ci mette qualche secondo di troppo a capire che cosa intendo e alla fine afferma:«Mi stai dando del facocero?!»
«No! Ti sto solo dando del ragazzo tutto muscoli, smettila di essere così negativo! Qui ci vorrebbe Hamilton con le sue "Positive waves"» ridacchio mentre lui sbuffa e mi da una manata sulla spalla, Charles guarda l'orologio e afferma che è ora di tornare a casa, fermiamo un taxi e ci dirigiamo verso la villetta.

Una volta arrivati notiamo che la televisione in salotto è accesa, entriamo ed esclamiamo un siamo a casa!
sul divano ci sono Chantalle e Will, confinati agli angoli opposti del divano mentre guardano una commedia americana. Mi fa piacere che Will e Chantalle stiano socializzando ma ho una sensazione strana che mi accompagna da quando siamo atterrati e che proprio non riesco a cacciare via, cerco di pensare in modo positivo e auguro la buonanotte a Will con un bacio, Chantalle fa la stessa cosa con Charles e alla fine io e la biondina saliamo le scale per raggiungere la nostra stanza.
Mi corico nel letto e cerco di addormentarmi ma l'immagine di Will e Chantalle seduti sul divano continua a riproporsi nella mia mente, solitamente quando non riesco a dormire mi alzo e faccio degli esercizi per scaricare tutta l'energia che ho ancora in corpo cosi da stancarmi e riuscire ad addormentarmi.
Questa volta per non disturbare le mie due compagne di stanza, prendo il cellulare e infilo gli auricolari, mi godo una serie di puntate di Baby Daddy mentre rido tra me e me per le stupidaggini combinate da Bonnie e Riley.

N/A
Ciao a tutti e bentornati!
Questo sarà il penultimo capitolo che scrivo prima dell'inizio della scuola e il prossimo capitolo tratterà del Gran Premio del Belgio, quindi non uscirà venerdi ma probabilmente sabato.
In questo capitolo vediamo Charles ed
Emilie che trascorrono un po' di tempo insieme.
La sensazione che Emilie prova nei confronti di Chantalle e Will è un campanello d'allarme secondo voi? Emilie fa bene a preoccuparsi?
Ditemelo voi e HO UN'ALTRA COSA DA DIRE!
CHARLES LECLERC IO TI AMO ALLA FOLLIA, LA VITTORIA TE LA MERITI E LA TUA DEDICA AD ANTHOINE MI HA FATTA PIANGERE.
Chiudo il mio momento di sclero e vi auguro buonanotte o un buongiorno dipende da quando lo leggete.
Lasciate un commento e una stellina se vi è piaciuto e BUON GP D'ITALIA A TUTTI!
Vi voglio bene 💕
-Lucrezia💕

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