21|What a race!

27 luglio 2019
📍 Hockenheim, Germania

🎧Sick boy- The Chainsmokers

«Arthur devi credermi! In Austria, Chantalle si è comportata in modo molto strano, sono sicura che sia stato Charles» esclamo mentre Arthur fa spallucce e mi ruba una patatina dal pacchetto.
Se c'è una cosa che accomuna i fratelli LeClerc è il fatto che prima di una gara devono avere il loro tempo per concentrarsi e non parlano con nessuno se non con il proprio ingegnere di pista con dei cenni della testa.
«Arthur LeClerc, non stai prestando nemmeno un po' di attenzione alle parole che dico vero?» domando e il biondino monegasco mi guarda dicendo:«Per niente»
Faccio una smorfia e decido di togliere il disturbo, non prima di aver dato un abbraccio ad Arthur e avergli augurato buona fortuna, il monegasco ringrazia e mi dirigo verso l'hotel a passo svelto. Il mio sguardo cade inevitabilmente sulle mie unghie, sono andata dall'estetista insieme a Mel con la scusa di passare una giornata tra sorelle ed è stata una tortura. Non Melanie, lei mi era mancata molto ma togliere il gel è stato più complicato del previsto, l'estetista l'ha definito un lavoro degno di Pablo Picasso, ovvero uno schifo.
Le mie unghie sono rovinate, hanno dovuto tagliarle più corte di prima e limarle fino a farmi male, per non parlare di come sono sopra, tutte scheggiate e orribili!

Busso alla porta di Max e attendo che l'olandese venga ad aprirmi, una volta che la figura del numero trentatré appare davanti a me la supero e prendo posto sulla sedia, al tavolo c'è anche Daniel.
«Credo che Chantalle voglia uccidermi» esprimo mentre l'australiano alza la testa e spegne il cellulare domandando:«In che senso?»
«Emilie, che diavolo stai dicendo?» domanda l'olandese sedendosi sul bordo del letto, prendo un respiro e gli spiego gli eventi accaduti in Austria sabato sera, dopo le buone qualifiche sia mie che di Charles.
«Fossi in te mi preoccuperei e non poco!» esclama Daniel, lo guardo e alzo un sopracciglio:«Non sono già abbastanza preoccupata secondo te?!»
Il pilota Renault alza le mani in segno di scusa e Max non ha detto una parola, sul suo viso si forma un'espressione corrucciata e afferma:«È solo stata gentile, credo che Chantalle voglia cambiare»
Mi porto una mano sulla fronte e rispondo:«Non avrei mai immaginato di sentire Chantalle e gentile nella stessa frase, non suona per niente bene»
Daniel annuisce e Max riprende con il suo discorso:«Intendo dire che si è pentita del comportamento che ha avuto nei tuoi confronti e ora vuole migliorare, non è una spiegazione plausibile?»
Mormoro un mh, forse e i miei dubbi vengono fomentati ancora di più, perché mai dovrebbe pentirsi del suo comportamento?
«Max, ho un'altra domanda per te. Se la indovini, ti offro degli appelflappen per merenda» propongo e a sentire il nome del suo dolce preferito, Max scatta sull'attenti. Faccio un sorrisetto e domando al pilota Red Bull:«Perché mai Chantalle, la ragazza che mi odia, dovrebbe pentirsi del suo comportamento?»

Daniel fa un sorriso enorme e punta lo sguardo su Max in attesa della sua risposta, l'olandese esita e alla fine risponde:«Meglio se me li compro da solo gli appelflappen, non so risponderti Emilie. Non sono nella sua testa!»
Faccio spallucce e mi stravacco sulla sedia, Chantalle è in giro e la probabilità di incontrarla nel paddock è molto alta, Will è rimasto dai suoi genitori ancora per un po', mi raggiungerà per il Gran Premio d'Ungheria e andremo in vacanza a Mykonos, assieme a Charles, Chantalle e altri amici che abbiamo a Monaco. Credo che non andrà a finire bene, data la presenza di Chantalle, troverà tutte le scuse disponibili per rovinarmi quelle due settimane di puro relax prima di riprendere la routine.
«Comunque puoi stare tranquilla, no? Non è qui questo week-end, giusto?» domanda l'olandese, Daniel spalanca gli occhi mentre io mi porto una mano sulla fronte e prendo un respiro profondo.
«Instagram lo usi solo per guardare cagate? Kym Illman le ha scattato decine di foto che ha pubblicato nel giro di due secondi! Ho ancora degli incubi su quel vestito verde...» afferma Daniel strappando a Max il suo cellulare e cercando il profilo Instagram di Chantalle, l'olandese lo guarda contrariato e toglie a sua volta il cellulare dalle mani dell'ex compagno di squadra.
«Che diavolo di vestito è? E quelle scarpe! Che ne dici se le facessimo fare una cambio di look da Lewis?» domanda l'olandese, con il viso contratto a simulare una smorfia di disgusto, Daniel scoppia a  ridere sonoramente e la risata dell'australiano è talmente contagiosa che scoppio a ridere anche io fino alle lacrime.

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Il pomeriggio non prevede calma, dei nuvoloni si aggirano attorno al circuito e spero solo che non piova, non mi sento sicura a guidare sul bagnato e devo ancora prendere confidenza con gli pneumatici per la situazione.
Entro nel paddock di corsa e mi dirigo verso il box, Roger continua a guardare il suo computer senza degnarmi di uno sguardo o di un saluto, salto in macchina non appena mi intima di prepararmi e ubbidisco ai suoi ordini.
Poco dopo sono pronta a scendere in pista e attendo solo l'accensione del semaforo verde, per poter entrare in pista e dare il massimo. Hockenheim è un circuito che mi intriga, ma la curiosità non mi ha portata a buoni risultati nelle categorie minori con conseguenti incidenti e ritiri.
Roger alza il pollice, segno che posso uscire dal box e iniziare il giro cronometrato, mi infilo in pista dietro a Kimi e Roger mi richiama:«Possibilità di pioggia, se vedi una singola goccia rientra e aspetteremo»
Rispondo con un veloce ok e percorro la pista tentando di scaldare le gomme, guido a zig zag e una volta vicina alla linea di partenza prendo un respiro, questa pista è una condizione di amore e odio, ci sono settori veloci e altri in cui le curve mi fanno impazzire.
«1.15.913, diminuisci un po'» afferma la voce metallica di Roger nel mio orecchio e ripercorro la pista cercando di capire dove posso migliorare, mi lancio in un nuovo giro a caccia del tempo perfetto per qualificarmi per la prossima sessione mentre una Racing Point si sposta dalla mia traiettoria.
«1.14.981, va meglio. Sei tredicesima per ora»mi avvisa Roger dall'altra parte, rientro nel box allo scadere dei quindici minuti e osservo le lineette colorate cercando di capirci qualcosa mentre Roger spiega che cosa dovrei fare.
«Guida e basta, ci penso io a dirti cosa devi fare» sorride e io annuisco, con un cenno dei meccanici capisco che devo entrare in pista e l'unica cosa che riesco a fare è qualificarmi undicesima, non riesco a dare di più e rientro nel box scuotendo la testa. Esco dalla vettura e raggiungo il paddock dove alcuni giornalisti mi fanno delle domande e alcuni fan mi chiedono di scattare una foto o firmare dei cappellini, verso sera rientro in hotel e mi sdraio sul letto a peso morto.

Non so in quale posizione si siano classificate le Ferrari, ma spero in un buon piazzamento, mentre sto guardando alcuni post su Instagram, qualcuno bussa alla mia porta.
Non appena la apro, Sebastian e Charles sono davanti a me e il monegasco domanda:«Abbiamo fatto schifo entrambi, hai delle fragole?»
Faccio cenno di si con la testa e li faccio entrare, ci sediamo al piccolo tavolino e appoggio al centro il cestello pieno di quei frutti deliziosi.
«Posizioni?»domando mentre Sebastian afferra una fragola e la addenta, Charles scuote la testa e risponde:«A me è andata abbastanza bene, parto in decima posizione ma a Sebastian è andata diversamente»
Il tedesco fa un verso di assenso e afferma:«Quella macchina la detesto, una ventesima posizione. Detesto tutti, i meccanici, gli ingegneri e gli strateghi, mai una volta che mi vada bene!»
Charles alza le sopracciglia e guarda nella mia direzione come per dire che quelle poche fragole che ho non basteranno, la cosa migliore da fare in questo momento è rimanere in silenzio e ascoltare Sebastian sfogarsi sul fatto che la vettura dello scorso anno era meglio bilanciata, che la Ferrari dice sempre che ci proverà l'anno successivo, che la curva dello scorso anno lo spaventa perché ha paura di fare lo stesso errore e che Maurizio Arrivabene era un miglior team principal rispetto a Binotto.
«Conta la gara di domani, Seb. Questa è casa tua, l'anno scorso hai fatto un errore ma qui puoi riscattarti e tornare a essere quello che eri lo scorso anno, un Sebastian vincente. Non sai quanti tifosi aspettano di vedere una tua rimonta domani in gara e tu la farai, perché tu sei un quattro volte campione del mondo e se non avessi talento non li avresti mai ottenuti. Quindi non pensare al fatto che la Ferrari dica sempre ci proviamo l'anno prossimo ma concentrati su quello che avviene adesso» affermo prendendo una fragola e alla fine del discorso me la infilo in bocca.

Sebastian fa cenno di si con la testa e il suo cellulare vibra nella sua tasca, si scusa dicendo che Hanna lo sta chiamando ed esce dalla stanza, lasciando me e Charles da soli.
«Voglio tornare in Formula Due con la Prema, è uno stress unico questa categoria» ridacchio mentre sul volto di Charles si allarga un sorriso.
«Anche io. Mi manca quella macchina, era pur sempre una vettura vincente. Non ci ha mai lasciato a piedi» ride mentre annuisco e quando apprendo l'ultima frase sbotto dicendo:«Forse non ha mai lasciato a piedi te, ma con me l'ha fatto. Per ben due volte!»
Charles scoppia a ridere mentre io mi metto a braccia conserte e attendo che la smetta, dopo un paio di minuti domando:«Ne hai ancora per molto, francese
Il pilota numero sedici mi fulmina con lo sguardo e sibila:«Questo non dovevi dirlo», faccio un sorrisetto mentre il monegasco tiene il broncio e non accenna a toglierselo dalla faccia.

28 luglio 2019
📍Hockenheim, Germania

Arthur sta facendo una bellissima gara, è in testa al gruppo da circa dieci minuti e il tempo sta per scadere, sono sicura che conquisterà il primo posto perché il DNA dei LeClerc non mente sul talento.
Charles batte il piede nervosamente accanto a me e so che è agitato, lo guardo male e alzo le sopracciglia facendogli intendere che deve smetterla, Charles alza le mani in segno di scuse mentre suo fratello Lorenzo continua ad osservare lo schermo e lo scorrere del tempo.
Riporto lo sguardo sullo schermo e il tempo scade, Arthur taglia il traguardo in prima posizione mentre Charles fa un sorriso degno di Daniel e si posiziona nella zona dove Arthur parcheggia la vettura.
Il monegasco scende dalla vettura e si prende gli applausi dei presenti mentre Charles registra il momento con il suo telefono, la cosa che mi piace di questi tre fratelli è il fatto che siano così legati tra di loro, nonostante la perdita del loro papà sono rimasti uniti e si danno sostegno l'uno all'altro.
Charles e Arthur si abbracciano e i fotografi iniziano a scattare decine di foto che inizieranno a girare per il web tra poco tempo, Lorenzo si avvicina a me e mi fa un sorriso. Il più grande dei fratelli monegaschi volge lo sguardo verso Arthur e sussurra:«Papà sarebbe stato il primo ad andare ad abbracciarlo, era fiero dei successi di entrambi»
«È fiero anche dei tuoi, non pensare che solo perché fai il banchiere tu non sia al livello dei tuoi fratelli. È fiero di tutti e tre allo stesso modo, ne sono certa» affermo passandogli una mano sulla spalla e lui annuisce mentre Arthur viene verso di noi, prima abbraccia il fratello e poco dopo vengo io.

Ci dirigiamo alla premiazione ed è strano osservare da qui in basso la scena, perché lo scorso anno ero a esultare dei miei successi proprio su quei gradini. Arthur riceve il primo pieno e un coro di ovazioni provenienti dai fratelli e da tutto il team riempiono l'aria, l'inno monegasco risuona all'Hockenheimring e tutti gli sguardi sono puntati in alto mentre i due fratelli dai capelli scuri mimano con la bocca il testo dell'inno.
Quando Arthur scende dal podio con il premio in mano, esulta con un urlo e scoppiamo a ridere per la sua felicità, il biondo mi chiede di rimanere un po' ma Caterina e Victoria mi stanno aspettando dato che vogliamo parlare un po'.
Saluto i tre fratelli e mi dirigo verso il luogo dove Cate e Victoria mi hanno chiesto di incontrarci, l'italiana e l'olandese sono sedute a un tavolo che chiacchierano tra di loro, mi siedo al posto libero e le due mi salutano calorosamente.
«Allora Emilie, che ne dici di parlarci un po' di Will?» domanda Victoria facendo un sorrisetto e addentando un cornetto alla marmellata, alzo le sopracciglia confusa e Caterina alza gli occhi al cielo.
«Nel senso, com'è la tua relazione con lui?» si corregge Victoria mentre bevo un sorso di succo d'arancia, rispondo:«Sta andando tutto bene, lui è dolce e gentile. L'unica cosa che mi spaventa è il fatto che sua madre non mi veda molto di buon'occhio»

«Le madri dei fidanzati sono tutte cosi, ad esempio prendiamo la mamma di Pierre. Una volta eravamo a casa sua e Pierre ha detto che faccio una lasagna buonissima, sua madre mi ha guardata malissimo perché secondo lei Pierre intendeva dire che sono migliore di lei a cucinare!» spiega Cate e scoppio a ridere appoggiandomi alla spalla di Victoria, non so perché ci sia questo stereotipo della mamma del fidanzato ma a quanto pare è vero.
«Tom invece?» domando all'olandese che diventa subito rossa in viso, Victoria e Tom stanno insieme da un bel po' e la loro relazione è molto intima e dolce. Victoria e il suo fidanzato trascorrono la maggior parte del loro tempo insieme andando in palestra, dato che Victoria ha deciso di perdere un po' di peso nonostante io e Cate continuiamo a dirle che è bellissima così, oppure trascorrendo le loro vacanze insieme.
«Tom mi porta a fare un bel giro per l'America. Andremo al Gran Canyon, poi alle Hawaii e da tante altre parti» sorride la bionda e Caterina fa un sorrisone. Victoria ci chiede cosa faremo noi due e l'italiana risponde per prima:«Io e Pierre faremo una settimana al mare, io ho insistito per andare a Rimini ma lui ha voluto a tutti costi andare a Riccione!»
Faccio una risatina e le due guardando verso di me mentre spiego i miei programmi per la pausa estiva:«Andrò a Mykonos con Charles e la combriccola di amici che abbiamo a Monaco, notare che ci sarà anche Chantalle e se ve lo state chiedendo verrà anche Will, sono riuscita e convincere Charles. Inoltre, Will mi ha detto che ha prenotato una settimana in hotel a Bibione, non so dove sia ma me ne ha parlato molto bene»
Le due annuiscono e rimaniamo a chiacchierare per molto tempo finché non guardo l'orologio e mi rendo conto che tra meno di un'ora e mezza inizierà la gara e devo precipitarmi al box.

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Pioggia, l'elemento che rende il tutto molto più eccitante per i tifosi ma per noi piloti può essere un portafortuna come un porta sfortuna, Hamilton è un mostro sul bagnato e le condizioni meteorologiche sono a suo favore. Le nuvole nel cielo tedesco sono minacciose e preannunciano l'arrivo di un bel temporale, sciolgo la tensione ascoltando un po' di musica e saltellando sul posto all'interno del box, back in black degli AC/DC mi da un aiuto a togliermi un grosso peso dalle spalle e inizio a sentirmi più sicura di me.
Consegno il mio cellulare a Erika e mi infilo nella vettura, i meccanici controllano per l'ultima volta che sia tutto in ordine e una volta fatto si allontanano, la vettura rossa di Charles è davanti a me alla mia destra e attendiamo con ansia l'inizio del giro di formazione, alla conclusione la safety car non è ancora rientrata segno che la pista è ancora troppo bagnata.
Al termine del secondo giro, ne iniziamo un terzo e noto che la pista inizia ad asciugarsi leggermente, la safety car rientra e i venti bolidi prendono posto sulla griglia di partenza, i motori rombano mentre le goccioline di pioggia mi bagnano la visiera e diminuiscono la visuale.

La gara è confusa, la curva sedici sembra rivestita da sapone a quanto dicono i piloti che sono usciti in quella brutta curva. Ci sono numeri pit stop, safety car, bandiere gialle e team radio che mi avvertono dove fare attenzione, questa gara è piena di adrenalina dato che riesco a essere in nona posizione per la maggior parte della gara sul bagnato e in questa gara si vede di tutto e di più, ciò che non capitava da tempo succede e lascia tutti a bocca aperta. La corsa si conclude e una volta tagliato il traguardo con la bandiera a scacchi tiro un sospiro di sollievo, mi dirigo verso il box e scendo dalla monoposto con le gambe tremanti. Sento ancora l'adrenalina in circolo, non so bene i risultati quindi punto lo sguardo sul televisore all'interno del box e osservo la classifica. Max è il vincitore, Seb ha fatto una rimonta incredibile, partendo dalla ventesima posizione è arrivato secondo mentre Daniil Kyvat ha tagliato il traguardo terzo con una Toro Rosso. Charles si è ritirato e sono sicura che il monegasco sarà molto frustrato, è pur sempre la sua prima gara sul bagnato e credo che non debba prendersela così tanto con sé stesso, so che cerca sempre il meglio e non si accontenta di un secondo posto quando sa che le sue prestazioni erano da primo posto.
Sui kart se la prendeva e lo dava a vedere, non parlava e rimaneva con l'espressione arrabbiata sul volto finché non si convinceva che avrebbe potuto dare di meglio e riprovarci.

Mi dirigo in hotel e faccio una doccia, ma prima che possa infilarmi sotto il getto il mio cellulare suona e il nome di Max troneggia sullo schermo.
«Emilie, ti va di uscire a bere qualcosa dopo? Insomma, abbiamo fatto una buona gara e sarebbe un peccato non festeggiare» domanda l'olandese dall'altro capo del telefono, acconsento e Max mi lascia il nome del locale a cui dovrò presentarmi questa sera. Dopo essermi lavata, profumata e asciugata i capelli, mi vesto con un paio di pantaloncini e una maglietta un po' più scollata rispetto al solito, prima di scendere e dirigermi verso il bar indicato da Max, passo per la stanza del monegasco.
Busso alla porta e mi apre un Charles in pigiama, un pigiama azzurro con dei pallini blu.
«Ehi, volevo sapere come stai» affermo sulla soglia della porta, Charles mormora un mh, potrebbe andare meglio e inizia a guardare il modo in cui sono vestita.
«Dove vai vestita così?» domanda passando lo sguardo dall'alto in basso per esaminare il mio abbigliamento, spiego che Max mi ha invitata fuori a bere qualcosa e gli domando se vuole aggiungersi a noi. Il monegasco scuote la testa e risponde:«Starò qui a deprimermi»
Corrugo la fronte e sbuffo:«Mangia il gelato e guarda qualcosa che faccia ridere, ti consiglio la vita secondo Jim. Io vado, mi raccomando il gelato alla fragola! Non deludermi!»
«Agli ordini capo!» strilla Charles mentre io mi allontano nel corridoio e prendo le scale.

N/A
Ok, scusatemi il ritardo! Questo capitolo doveva uscire venerdì e mi scuso se lo pubblico ora ma Wattpad mi ha dato un po' di problemi!
Che ne pensate? Lasciate una stellina, un commento e fatemi sapere se vi è piaciuto!
Ci vediamo nel prossimo capitolo in attesa del GP del Belgio!
Vi voglio tantissimo bene💕
-Lu💕

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