7|Collisione

24 luglio 2020
📍Principato di Monaco

🎧Gasoline- Halsey

Sono fuori dalla porta di casa di Kimi e come se non bastasse è iniziato un abbondante temporale estivo, sono fradicia, infreddolita e tremo come una foglia.

Suono di nuovo il campanello e sento i passi di qualcuno arrivare fino alla porta, la chiave gira nella serratura e mentre batto i denti, Minttu spalanca gli occhi.

«Sei zuppa! Entra!» strilla Minttu aprendo la porta e tirandomi per un braccio, la donna afferma che va a prendere un asciugamano.

Rianna arriva correndo nella mia direzione strillando il mio nome e non appena arriva davanti a me, mi stringe una gamba.

Mi sono affezionata a Rianna, le voglio bene e ho cercato di imparare un po' di finlandese per parlare con lei, se non capisco ciò che vuole dirmi c'è pur sempre Kimi e cerco di apprendere più parole possibili.

Minttu torna verso l'ingresso con un'asciugamano dalle dimensioni enormi e mi avvolge in esso, è caldo e sospiro alla sensazione del tessuto sulla mia pelle.

La donna chiede alla piccola di andare a chiamare Kimi, per avvertirlo che sono arrivata; non appena la bambina volta l'angolo e sale le scale per chiamare il padre, Minttu mi pone la mani sulle guance e mi guarda negli occhi.

«Che è successo, cara?» domanda la donna mentre sento le lacrime che premono nuovamente per uscire, scuoto la testa e so che davanti a Minttu, che mi conosce troppo bene anche se ci ho parlato solo per un anno, posso anche evitare di trattenermi.

«Charles mi ha nascosto per un anno che il mio fidanzato mi tradiva con la sua ex, l'ex di Charles intendo» dico mentre le lacrime mi scendono dagli occhi, Minttu si limita a scuotere la testa e a stringermi a sé mentre lascio andare ancora qualche lacrima.

Fino a qualche tempo fa credevo che Charles non avrebbe mai potuto ferirmi, invece ora lo ha fatto e la cosa mi ha devastata.

«Mi dispiace, tesoro» le sue mani mi accarezzano la schiena e attraverso il velo trasparente che copre i miei occhi, posso vedere Kimi venire nella nostra direzione.

A eterno onore di Iceman, va detto che lui non abbraccia mai le persone se non in casi estremi e credo che per lui questo sia uno di quelli.

Kimi mi stringe le braccia attorno al corpo e piango in silenzio, l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento è che lui mi faccia delle domande.

Mi accompagna nel salotto mentre Minttu mette a letto i due bambini, mi passo l'asciugamano tra i capelli per asciugarli un po'; Minttu torna poco dopo e per qualche minuto rimaniamo in silenzio.

Senza emettere una parola, Kimi si alza dal divano e si dirige in cucina, torna qualche secondo dopo reggendo nella mano destra una bottiglia di qualche alcolico e nella sinistra una vaschetta di gelato alla fragola.

«Puoi scegliere quello che vuoi, non mi offendo se non scegli l'alcool, anche se non ti capisco!» ridacchia Kimi indicando la bottiglia.

Osservo ancora ciò che regge nelle sue mani e poco dopo proferisco:«Il gelato non è abbastanza forte ma l'alcolico non è abbastanza gustoso»

Minttu ha un lampo di genio, apre la scatoletta di gelato e poi la bottiglia, versa la giusta quantità d'alcol nella scatola e dopo aver mescolato un po' il tutto, me la porge con un eccoti servita!

Prendo una cucchiaiata dell'intruglio magico che dovrebbe farmi sentire leggermente meglio e spalanco gli occhi quando noto che è una degli intrugli più deliziosi che io abbia mai mangiato.

Per qualche secondo rimango nel silenzio più totale, ma qualche attimo dopo Kimi è già voglioso di risposte ai suoi interrogativi.

«Che è successo stavolta?» domanda mentre cerca di incrociare il mio sguardo mentre io fisso la poltiglia rosa piena di bollicine all'interno del contenitore.

Non sono capace di reggere lo sguardo di Kimi, non ci sono mai riuscita quando eravamo compagni di squadra, figuriamoci se riesco a farlo adesso!

«Un casino, un enorme casino» sussurro prendendo un'altra porzione di gelato annacquato, è così buono che credo di dover sostituire il normale gelato alla fragola con questo.

L'alcool della serata appena trascorsa e quello contenuto all'interno del gelato iniziano a circolare nel mio corpo, portandomi più volte alle risate quando in realtà vorrei solo rannicchiarmi nel mio letto e piangere finché non mi addormento; proprio come dopo la morte di Jules.

Racconto a Kimi tutto l'accaduto, da quando ho trovato Will nel mio letto con Chantalle fino al momento in cui Charles, ebbro come se avesse partecipato ai Baccanali greci, non è arrivato alla confessione.

Mi ero ripromessa di trattenere le lacrime, ma il pensiero di Charles che tradisce la mia fiducia e mi fa soffrire più del dovuto, fa andare a farsi friggere i miei buoni propositi.

Mi pongo le mani sul viso e lascio andare tutte le mie emozioni e l'alcool mischiato al pianto mi fa girare la testa, mi asciugo il mascara che si è tolto dalle mie ciglia e prendo un respiro.

Mostrarmi debole agli occhi degli altri non mi è mai piaciuto, è come voler attirare su di sé le attenzioni altrui e non è una cosa che mi va di fare, la compassione non mi serve in pista.

«Ti ospitiamo noi, questa notte. Non ti lascio andare a casa in questo stato» afferma Kimi e nel frattempo Minttu annuisce, inizio a chiedere se non sia di disturbo e il finlandese mi prega di smetterla di porre domanda stupide.

La camera degli ospiti è accogliente, il materasso è morbido e mentre il velo dell'alcool cala sulle mie palpebre, lo schermo illuminato del mio cellulare mi impedisce di prendere sonno e cercare pace nel mondo dei sogni.

Sbuffo e afferro l'aggeggio per trovarmi tempestata di messaggi, la maggior parte sono di Charlotte che non si è lasciata fermare dal fatto che non le rispondessi, altri sono di Charles che dopo poco si è arreso oppure ha capito che non ero in vena di parlare con lui.

I messaggi di Charlotte sono molto simili a quelli che mi ha inviato dopo il Gran Premio di Stiria, sono tutti messaggi in cui mi prega se non per dire che mi supplica di parlare con Charles e risolvere le situazione.

Decido che per stasera lascerò perdere, non ho le forze per reggere una chiacchierata di questo argomento con Charlotte, non ne avrei le forze e le urlerei in faccia di smetterla di parlare per conto di Charles.

Mi accoccolo sotto le coperte e lascio che la mia mente non pensi ad altro che a riposarmi e dormire.

3 agosto 2020
📍Nizza. Francia

«Non vuoi neanche provare a rispondere a un suo messaggio? Vi state comportando da bambini» dice Tommy mentre si gira nella mia direzione.

Siamo sulla riva di un piccolo lago dove andavamo a fare delle gite durante i weekend lunghi e soleggiati, entrambi abbiamo i piedi immersi nell'acqua e lasciamo che il sole ci scaldi la pelle.

Ho deciso di partire da Silverstone nel weekend di gara perché avevo bisogno di staccare un momento, non ne potevo più dello sguardo accusatorio di Charlotte; se solo potessi parlarle evitando che Charles mi salti addosso, le dire che la colpa non è mia.

La colpa in tutta questa storia è solo di Charles, un anno intero di menzogne ed è riuscito a non aprire mai la bocca per dirmi che cosa potevo aspettarmi.

Io continuo a guardare davanti a me, scuoto la testa e gli domando:«Tu come ti sentiresti se qualcuno ti avesse fatto quello che Charles ha fatto a me?»

«All'inizio sarei arrabbiato ma poi cercherei di risolvere la situazione, non potete andare avanti così in eterno Em. Siete migliori amici da sempre» afferma Tommy e mi viene voglia di correggerlo.

Io e Charles eravamo migliori amici, finché non ha deciso che tenermi nascosto qualcosa troppo grande.

«Non posso perdonarlo così facilmente, chi mi assicura che non lo farà un'altra volta?» chiedo passandomi una mano tra i capelli e girandomi nella sua direzione, Tommy arriccia le labbra e decide di non rispondermi.

«Charles mi ha chiamato, qualche giorno fa. Em, credo che sia davvero pentito di ciò che ha fatto. Quando ha parlato con me, sentivo dalla sua voce che era provato dal tuo silenzio nei suoi confronti, significhi molto per lui» dice lui.

Così fa sembrare tutto più facile del previsto ma non è affatto così. Il fatto che mi chiami Em mi ricorda che ci sono persone di cui posso fidarmi, ma Tommy è troppo sensibile e arriverebbe a pensarne di tutti i colori pur di far terminare questo periodo orribile tra me e Charles.

«Può provare a far leva su di te, dato che non c'è Jules. Non otterrà nulla, non riesco più a guardarlo in faccia, Tommy. Mi viene il voltastomaco» proferisco prendendo un sasso piatto e lanciandolo lungo la superficie del lago.

Il sasso rimbalza per tre volte e poi cade nell'acqua, non sono mai riuscita ad andare oltre tre salti in tutta la mia adolescenza e credo che non ci riuscirò mai.

«Pensa a una cosa, se fossi stata al suo posto che cosa avresti fatto?» mi chiede Tommy, stavo per lanciare un'altro sasso ma mi fermo un momento.

Che avrei fatto io, se fossi stata al posto di Charles?

«Gliel'avrei detto non appena l'avrei scoperto. Nascondere le brutte cose le rende solo peggiori e non credere a chi ti dice che il tempo cura le ferite, Tommy. Le ferite te le curi da solo» dico lanciando il sasso e facendolo rimbalzare sulla superficie cristallina.

Sorrido, quattro salti.

5 settembre 2020
📍Monza, Italia

Ho già detto che amo l'Italia? Credo di sì, ma in caso qualcuno non se lo ricordi, ve lo ripeto. Adoro tutto quello che l'Italia mi offre ma in questo periodo di pandemia non ho avuto l'occasione di godermi appieno il bel paese.

Arrivo al circuito per le prove libere della mattina, mi cambio e lo faccio il più velocemente possibile per evitare di parlare con Charles.

Sono passati quasi due mesi, due mesi in cui gli ho risposto a monosillabi e mi sono concentrata sulla mia carriera; sono salita sul podio altre due volte, non ho mai ottenuto il primo posto ma i risultati che sto dando mi rendono fiera di me.

Salto nella vettura e mi pongo ad osservare i grafici che Nicolò mi mette sotto gli occhi, il ragazzo guarda al di là della mia monoposto e si sporge verso di me.

Ho una vaga idea di che cosa voglia chiedermi ma non gli darò questa soddisfazione, non la darò a lui così come non la darò a Charlotte e a mio fratello.

«Emilie, potresti...» inizia lui ma il mio sguardo da sotto la visiera del casco lo fa raggelare e non aggiunge altro; per evitare di sembrare una stronza senza cuore gli dico:«No, Nico. Non ci parlerò»

Nicolò contrae la fronte e domanda:«Sei ancora arrabbiata? Sono passati quasi due mesi»

«Non sono arrabbiata, sono delusa. Non credevo che sarebbe stato capace di arrivare a tanto, non avrei mai pensato che...» dico mentre scuoto la testa leggermente, per quanto la scocca me lo possa permettere.

Sospiro e mi concentro sulle prove libere, dopo aver concluso la sessione della mattinata, cammino nel paddock e arrivo al punto in cui io, Max e Daniel ci siamo dati appuntamento per pranzare assieme prima delle qualifiche.

Sono le uniche persone su cui posso contare in questo momento, mangiamo dell'insalata mista mentre rimango silenziosa e immersa nei miei pensieri.

Nel pomeriggio salgo nuovamente in auto e metto a segno una buona qualifica, mentre sto uscendo dal box urto qualcuno e a quanto pare il destino vuole che quel qualcuno sia Charles.

Ci guardiamo per qualche istante, ma io li percepisco più lunghi di quanto siano realmente; le sue labbra si muovono a formare una parola.

«Emilie...» afferma mentre io rimango ferma al mio posto ancora un momento, so già dove vuole andare a parare ma non posso permetterglielo.

«No» proferisco e questa è l'unica risposta che posso dargli, per uscire dal box, le nostre braccia si toccano e posso sentire una scossa che mi percorre tutto l'arto.

Ignorando quella sensazione, mi incammino verso la zona delle interviste con le punte delle dita formicolanti.

6 settembre 2020
📍Monza, Italia

«Congratulazioni Pierre!» esclamo mentre stringo il francese in un abbraccio, so che teoricamente non potrei ma anche lui lo ha fatto con me e non posso non ricambiare.

Il francese mi ringrazia e con lo sguardo sembra chiedermi se sono venuta con qualcuno, quel qualcuno in particolare. Scuoto la testa e passo lo sguardo tra i presenti.

C'è tutto il team di Pierre e alcuni piloti, tra cui Max Verstappen che credo abbia bisogno di ubriacarsi dopo il ritiro di oggi e decido di seguire il suo esempio.

Mi siedo accanto a lui e gli domando:«Hai già iniziato con qualcosa di forte?», l'olandese ride e nega con un cenno della testa; sono contenta che Max non mi faccia mai troppe domande, è uno dei tratti che apprezzo di lui.

Ordino lo stesso drink di Max e quando la festa entra un po' nel vivo, mi alzo trascinando l'olandese e balliamo assieme al team e altri piloti.

La pista da ballo permette il distanziamento tra una persona e l'altra, il dj passa varie canzoni che conosco a memoria ma dopo aver ballato per quasi un'ora, sento il bisogno impellente di bere qualcosa per dissetarmi e anche per divertirmi un po' di più.

Trovo Pierre seduto al bar, quando mi vede arrivare mi domanda:«Ti stai divertendo?», con il fiatone per i balli precedentemente fatti annuisco e basta.

«Qualcun altro no» dice Pierre indicando un angolo della pista dove si trova Charles, intento a sorseggiare qualche drink e a parlare con qualche ingegnere riguardo a certe cose che lui sicuramente non sta ascoltando.

«Emilie, so che ha fatto l'idiota ma...» comincia lui ma io lo blocco con un gesto della mano e affermo:«Pierre, non cercare di rimediare»

Il francese alza le sopracciglia e afferma:«Non sto cercando di rimediare, guardalo! Charles non è più quello di prima, dimmi un po', quand'è che lo hai visto sorridere l'ultima volta?»

«Non provare a farmi sentire in colpa! Non sono io quella che ha combinato il disastro, ma lui! Ora rispondimi tu, Pierre. Quante volte sono stata io a iniziare il casino? Quante volte sono andata a dire a Charles che mi dispiaceva di averlo tratto male?» ribatto alterata sia dall'alcool che dalla rabbia.

Il pilota numero 10 non risponde alle mie domande e ridacchio borbottando un come pensavo, non ho mai chiesto scusa al monegasco e questa non sarà la prima volta.

Ormai stanca dalla serata, saluto Pierre congratulandomi ancora con lui e sparisco nella mia camera d'hotel.

N/A
CIAO A TUTTI!
Finalmente sono tornata dopo tanto tempo con i miei due protagonisti preferiti. Questo è il mio regalo di Natale per tutte voi! Spero abbiate passato delle buone feste anche se lontano dai vostri affetti e familiari.
Detto questo vi dò un grande abbraccio e vi aspetto al prossimo capitolo!

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