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Erano passati già cinque giorni dal funerale,zia Joane era rimasta qui ad aiutarmi con il trasloco.In realtà durante il giorno io inscatolavo tutte le mie cose e lei si occupava della parte burocratica.A fine settimana sarebbe ripartita,dice che non poteva lasciare il lavoro per così tanto tempo.In realtà credo solo che non le piaccia stare qui,in una casa che le ricorda ogni giorno una parte della famiglia che ha perso,perchè non credo che suo marito,ovvero il suo capo,la licenzi se si prendesse qualche giorno in più a lavoro.Ma in fondo la capisco,provo le stesse cose anche io,ma c'è comunque qualcosa che mi attira a rimanere in questa casa.
Era scettica nel farmi rimanere qui da sola un'intera settimana,ma sono riuscita a convincerla dicendole che Meggie avrebbe dormito qui tutte le notti.Bugia.
A proposito di Maggie,continua a mandarmi messaggi ogni giorno,e io continuo ad ignorarla alla grande,e tutto ciò mi fa sentire una stronza colossale,ma preferisco estraniarmi dal mondo intero ancora per qualche giorno.
Sto contando gli scatoloni che invadono la mia stanza,quando sento bussare alla porta della mia stanza e la vedo aprirsi.
<<Ciao,Ry.>> Evan se ne stava appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto.La canotta da basket che indossava gli stava aderente e metteva perfettamente in mostra le braccia muscolose e il tatuaggio che aveva sul braccio.
<<Per educazione bisogna aspettare che chi è dall'altra parte della porta dica ''Avanti'' e dopo puoi entrare.>>
Lui scoppia in una sonora risata,e chiudendosi la porta dietro le spalle si accomoda sul mio letto.
<<Che poteva succedere?Nuda ti ci ho già vista,tanto.>>
<<Avevo 10 anni l'ultima volta,e tu ed Easton mi avete butatta in piscina!>>
Si passa una mano sulla faccia,sembra pensieroso. <<Non mi ricordo,scusa.>>
<<Lasciamo stare.>> replicai. <<Cosa ci fai ancora qui?>> Chiesi, <<credevo te ne fossi andato il giorno stesso.>>
Esitò,alzandosi dal letto.Sovrastava il mio metro e sessantadue di venti centimetri buoni.Aveva le spalle larghe e robuste,sembrava che non togliesse mai le protezioni di football.Lui e mio fratello erano molto simili,fisicamente,due perfetti giocatori di football.
<<No,in realtà ne ho approfittato per staccare un pò la spina,sai dopo quel che è successo non mi andava di tornare e fare di nuovo i conti con il lavoro.>> Il peso di Evan fece scricchiolare il parquet mentre continuava a osservare la mia stanza.
Calò il silenzio,non era un silenzio imbarazzante,ma non era lo stesso silenzio dell'alro giorno al cimitero.Poi parlò.
<<In realtà sono venuto a darti una cosa.>> Si mise una mano nella tasca posteriore dei pantaloncini di jeans e ne estrasse una chiavetta. <<Stanotte stavo riguardando questi vecchi video sul computer,risalgono all'anno scorso,quando io e tuo fratello siamo andati in vacanza ad Aruba >> , me la porse. <<Non so,forse ti fa piacere vederli.>>
Gli presi la chiavetta dalle mani e la posai sulla scrivania dietro di me. <<Grazie,rimani a guardarli anche tu?>> Sembrava scettico,ma poi annuii.
<<Ok,prima però fammi mettere questi scatoloni uno sopra l'altro,è un disastro qui dentro.>> Non ebbi il tempo di prendere uno scatolone che mi sento afferrare il braccio e spostata di lato. <<Ci penso io,sembrano pesare più di te questi così.>> Non obbiettai e nel frattempo presi il pc e lo accesi. <<Ah,quasi dimenticavo,tua zia ha detto che starà via qualche ora,è andata allo studio di tuo padre.>> Fui assalta dalla tristezza,ma non dissi nulla ad Evan,più tosto mi concentrai a infilare la chiavetta nel pc e a far partire i video.Quando si siede a fianco a me,il materasso si inclina leggermente sotto il suo peso.
Passammo la mezz'ora successiva a vedere i loro video in vacanza,scoprii anche lati di mio fratello che non conoscevo,lati che erano riservati solo agli amici,immagino.
Mi asciugai una lacrima e mi alzai velocemente dal letto,scesi le scale,e mi diressi nell'ufficio di mio padre,aprii l'armadietto e ne estrassi una bottiglia di whisky,feci un lungo sorso prima di veder comparire Evan nella stanza.
<<Alcol?>> Disse alzando un sopracciglio.
Feci un altro sorso e poi glielo porsi.Me lo prese dalle mani e fece un lungo sorso anche lui. <<Tu però non bevi più.>>
<<Ma è il mio whisky,non il tuo!>> Lui scoppiò a ridere prima di attaccarsi di nuovo alla bottiglia.
<<Beh,teoricamente neanche tuo,si trovava solo in casa tua.>> Mi porse di nuovo la bottiglia,ma prima di lasciarmela aggiunse: <<questo è l'ultimo.>>
Gliela tolsi dalle mani e iniziai a fare il sorso più lungo della mia vità. <<Ry Ry vacci piano.>> disse il biondo affianco a me prima di togliermi la bottiglia dalle mani,fece un ultimo sorso anche lui e poi la ripose nell'armadietto. <<Può essere divertente bere qualche goccio,magari in compagnia di qualche amico,ma le sbornie e il post sbornia,non sono mai una cosa piacevole.>> Lo guardai con un sopracciglio alzato,non dissi nulla,neanche mentre lo superavo e me ne tornavo su in camera mia.Sentivo che mi seguiva,me lo sentivo dietro mentre risalivo le scale,ma non capivo esattamente quanto fosse vicino finchè non mi afferrò un braccio per farmi girare verso di lui. Anche così,io su un gradino più alto di lui,riusciva a sovrastarmi.
<<Non puoi tenertelo dentro per sempre,il dolore,intendo.>> Disse di punto in bianco.Mi stava fissando,intensamente,non stava neanche sbattendo le palpebre.
<<Invece si!>> Doveva essere così.
<<Invece no.>> Fece una risata,che non era neanche una vera risata,non come quella di prima. <<Perchè,fidati di me,prima o poi uscirà,e se non uscirà impazzirai,e dopo uscirà comunque,quindi tanto vale farlo uscire subito.>>
Rimasi in silenzio,a fissarlo esattamente come lui fissava me.
<<Parlami,ti prego.>>
<<Per dire cosa?>> Mi girai e continuai a salire le scale,diretta nella mia camera.Tentai di chiuderlo fuori,ma dove volevo andare io,con la mia miserabile forza,contro un ragazzo come lui?
Mi diede le spalle per chiudere la porta a chiave,poi si girò a guardarmi di nuovo. <<Qualunque cosa!Stai soffrendo,lo capisco,e non dico che smetterai di soffrire,ma starai meglio.>>
<<Ma io non voglio stare meglio!>> Furono parole che mi uscirono di getto,senza riflettere,e notai l'attimo in cui spalancò gli occhi,forse non se ne era reso conto neanche lui. <<Perchè se starò meglio,rischierò di dimenticarli.>>
Non so come,ma mi ritrovai il viso nelle sue mani. <<Ti assicuro che non ti scorderai mai di loro,Ry,e non tradirai mai la loro fiducia decidendo di stare meglio.>>
Mi sentivo soffocare,bruciare,il nodo che avevo in gola si era trasformato in un masso gigante.Era riuscito a leggermi nel pensiero.Il mio respiro diventò esausto,affannato.Quel contatto,semplice ed innocente bruciava come fuoco,riuscendo ad abbattere i muri del mio dolore.Una lacrima iniziò a rigarmi un l'alto del viso,poi l'altro.Poi non riuscì più a fermarmi e fu come liberare un fiume in piena.Mi accasciai a terra,lui venne giù con me.Non disse nulla.Non mi disse che andava tutto bene,ne che sarebbe tornato tutto come prima.Accolse solo il mio pianto,rimanendo in silenzio,semplicemente perchè anche a lui mancava mio fratello come tutta la mia famiglia mancava a me.Si limitò ad asciugarmi le lacrime con i pollici.Mi sollevai e mi lasciai cadere di schiena sul letto.Il dolore era una droga,e lo accolsi in me.Evan si sdraio delicatamente di fianco a me,e intrecciò le dita nelle mie.Sapeva di whisky e di qualche profumo di da un centinaio di dollari.Girai la testa e trovai i suoi occhi che mi fissavano.Occhi immensamente blu,immensamente belli,immensamente puri.Quegli occhi.Così dolci,penetrati,luminosi e incredibilmente sinceri.Due zaffiri purissimi come il cielo dopo una tempesta.Mi allungai verso di lui.Il suo alito sapeva di whisky,Brucianti,morbide e gentili le sue labbra sulle mie.Fu solo un momento,un momento in cui dimenticai tutto.
<<Ti prego,ancora.>> Ma dove diavolo è finito il pudore?Ah,già,sparito completamente nel momento in cui Evan è riuscito a farmi dimenticare anche solo per un momento tutto quello che è successo nell'ultima settimana.
<<Ryana,per favore,non stuzzicare il cavernicolo che è in me.>>
<<Quel momento,quello del bacio,è stato il momento in cui ho scordato tutto.Ti prego,voglio dimenticare,anche solo per un'ora.>> In quel momento non ho aspettato che rispondesse,non gliene ho dato il tempo,mai sono lanciata sulle sue labbra e basta.
Mi stringeva sempre di più a se,come se avesse bisogno di fondere i nostri corpi.Quello è stato il momento in cui ho capito che per lui era la stessa cosa.
Due anime perse che vagavano nel buio dell'oscurità alla ricerca della luce in fondo al tunnel.
Mi sciolgo tra le sua braccia,letteralmente,il sangue è diventato come lava,e tutto quello che è al di fuori della mia stanza,l'ho scordato.Sento le braccia robuste di Evan che si stringono in torno a me,e ancora mi capacito della bellezza selvaggia e virile di questo ragazzo.
Voglio di più.E decido di prendermelo.
Sento che sospira tra un bacio e l'altro,una specie di gemito.
Gli infilo una mano sotto la canotta,poi l'altra,ed infine gliela faccio salire fino a sfilargliela dalla testa.Accarezzo il torace ampio e muscoloso,tempestandolo di baci seguo il contorno dei suoi tatuaggi.Lo sfido,con lo sguardo fisso nei suoi occhi.Lui accetta la sfida,mi posa una mano sulla pancia e per un attimo mi fa credere che scivolerà verso il basso,invece risale l'orlo della T-shirt e me la sfila dalla testa.
<<Direi che siamo pari,ora.>> Non mi da il tempo di rispondergli che si fionda sulle mie labbra e inizia a leccarle e succhiarle piano.
Non andiamo mai oltre quelli che possono essere semplici baci o carezze,credo che entrambi non abbiamo bisogno di altro,abbiamo solo trovato un modo più facile per scampare dal dolore che si trova al di fuori di questa porta,e ad entrambi sta bene così.
È in piedi davanti al letto,si sta sistemando i capelli e rimettendo la canotta che aveva prima e che io ho buttato per terra << Stasera ho un volo per Miami.>> Dice mentre si liscia il tessuto che gli copre il torace.Quando vede che ho un sopracciglio alzato e non rispondo,aggiunge: << vado da mio padre per un paio di giorni,sarei dovuto essere da lui una settimana fa, ma dato le circostanze ho fatto una deviazione.>>
Il mio telefono inizia a squillare,allungo una mano verso il comodino per vedere chi è.Maggie.Lo metto in silenzioso prima di rimetterlo dov'era.
<<Non rispondi?>> Chiedxe Evan sporgendosi verso il comodino per cercare di vedere il display del mio cellulare,inutilmente,aggiungerei,visto che ormai è completamente oscurato.
<<No,è Maggie,la mia migliore amica.>>
<<Beh,sei una pessima amica,te l'hanno mai detto?>> Ma da quando è così impiccione con la mia vita?E poi quel tono di sufficienza mi fa sentire ancora più in colpa con Megs.Forse dopo le manderò un messaggio.Forse.
<<No,è solo che al momento non me la sento di parlare con lei,o con il mondo.>> Dopo questa ammissione credo di averlo davvero messo in imbarazzo,perchè se ne resta li in piedi a fissarmi senza dire nulla.
<<Ora credo che dovrei andare,tra tre ore ho il volo e devo fare ancora la valigia.>> esclama ridendo.
Annuisco.<<Ti accompagno alla porta.>> Inizio a seguirlo per le scale,rigorosamente in silenzio.Ormai è chiaro che le cose stanno diventando a livelli imbarazzanti.Non dovrò vederlo più fino a Fort Lauderdale,e non è detto che li ci vedremo,è talmente grande la città.
<<Be'...>> inizia lui << credo ci vedremo in giro per Fort Lauderdale.>>
Cazzo,e io che speravo non ci incontrassimo mai.E intendo davvero mai. <<S-si,forse.>> Balbetto.
Prima di uscire definitivamente da casa mia,mi trovo improvvisamente tra le sue braccia.Inizio a chiedermi se davvero questo ragazzo abbia il potere della super velocità,il che spiegherebbe anche tutte le partite di football vinte dalla squadra di Easton. <<Ciao,Ry Ry.>> Dice posandomi un bacio sulle labbra prima di voltarsi ed uscire dalla porta principale.
''Ry Ry'' Odio questo soprannome!
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