Collide

«Torna subito qui» Erza Scarlett, 19 anni, occhi color nocciola, capelli di un rosso vivo e un fisico ben formoso, correva già di prima mattina contro una zazzera dai capelli rosa «ti prego Erza non uccidermi, non l'ho fatto apposta» Natsu Dragneel, 18 anni, occhi neri con alcune pagliuzze verdi, capelli rosa e considerato una tra i ragazzi più belli della scuola.

É un po' idiota ma ha un grande cuore «oggi ti ricompro la torta, va bene Erza? Ora per favore, lascia stare Natsu» Lucy Heartfilia, 18 anni, occhi color cioccolato, capelli biondi e un fisico formoso, considerata una tra le ragazze più carine della scuola, nonché migliore amica di Natsu, innamorata persa di lui.

La rossa sembrò calmarsi e lasciò andare il rosato «oh, se la metti così per me va bene» rispose contenta, per poi dirigersi verso il portone della scuola, precisamente verso un ragazzo.

Gerard Fernandez, 19 anni, capelli di un blu chiaro e dagli occhi nocciola, ha un tatuaggio rosso all'occhio sinistro.
É un tipo taciturno ma molto gentile, considerato uno tra i ragazzi più belli della scuola.

È fidanzato con Erza «buongiorno Gerard» lo salutò la rossa, di risposta il ragazzo le scoccò un bacio a stampo «giorno» la salutò, per poi dirigersi verso Natsu e Lucy che stavano parlando animatamente.

«Giorno Nalu» gli stuzzicò Gerard, dandoli il buongiorno. Natsu e Lucy sbuffarono, girando la testa dal lato opposto all'altro, nascondendo
l'evidente imbarazzo ed il colore rosso vivo nelle loro guance.

Era già da un bel periodo che Gerard, per salutare le sue "ship", chiamava le sue "coppie" con la fusione tra i loro nomi.

«E anche a voi Gruvia» urlò mentre due ragazzi si dirigevano verso la loro postazione.

Juvia Lockser, 18 anni, occhi di un azzurro intenso come l'oceano, capelli turchesi e un fisico formoso.

È considerata una tra le ragazze piú carine e popolari della scuola, ha la mania di parlare in terza persona ed è innamorata di Gray, anche se non lo fa notare.

Gray Fullbaster, 18 anni, capelli corvini e occhi neri. È considerato uno tra i ragazzi più carini della scuola, migliore amico-rivale di Natsu, ha la mania di spogliarsi in pubblico senza accorgersene.
Prova un certo interesse per Juvia Lockser.

La ragazza sbuffò e incrociò le braccia al petto, «Juvia nota che la mania per queste ship, non ti sia passata, eh?» sorrise la ragazza, di fianco a Gray, il quale accennò un sorriso per la pazzia di uno dei suoi migliori amici.

«Ovvio, io ho un buon occhio per individuare le ship. Se tra un pò vi ritroverete fidanzati, io ballerò la macarena e ve lo rinfaccerò, SAPPIATELO» urlò, puntandole il dito contro.

Le ragazze rabbrividirono, a volte Gerard era peggio di Mira.

«Ti prego ci basta già l'albina» si lamentò qualcuno.

Gajeel Redfox, 18 anni, capelli lunghi e neri, occhi del medesimo colore. A prima vista può sembrare un bullo ma in realtà è molto gentile, ha molti piercing e, nonostante l'apparenza, è considerato tra i ragazzi più carini della scuola.

Fa parte anche lui di quello strano "team"e la sua migliore amica è Levy Mccgarden, per la quale ha una bella cotta da molti anni.

Levy Mccgarden, 18 anni, capelli turchesi e occhi nocciola, bassina e considerata un topo da biblioteca.

Rispetto alle sue coetanee è molto piatta ma è comunque considerata una tra le ragazze più carine della scuola.

Porta sempre una fascia arancione in testa -gentilmente regalata da Gajeel- e un libro sotto il braccio, ogni giorno diverso.

Membro fondamentale e più intelligente del gruppo, ha una cotta esagerata per Gajeel, questo la rende molto insicura. «Suvvia Gajeel, fallo vivere un po' nel mondo della fantasia» gli disse lei, cercando di non farlo sentire a Gerard, anche se, ovviamente, non fu così.

Non gli sfuggiva niente.

Infatti gli si illuminarono gli occhi «ahh, parole sante Levy. Che carini che siete la Gale o la Gajevi? Come potrei chiamarvi?» si chiese Gerard, cominciando a fantasticare su quale nome sia meglio.

Levy scosse la testa affranta mentre Gajeel la fissava con un sopracciglio inarcato «dicevi?» affermò, ghignando.

La ragazza, di tutta risposta, sbuffò.

«Su su ragazzi, è meglio entrare in classe» ruppe l'atmosfera la presidentessa, nonché Erza.

I ragazzi la seguirono a ruota, prima di entrare in classe.

***

L'ora di educazione fisica era quella che Lucy odiava di più, dover fare i conti col professor Taurus non era proprio una bellissima ora.

Davvero, soprattutto fare la sua lezione.

Era un pervertito come pochi e secondo Juvia anche un pedofilo, considerando la sua età rispetto a quella degli studenti.

In generale delle studentesse.

Lucy, seguita dalle tre ragazze, andò verso lo spogliatoio femminile per cambiarsi. Oggi avrebbero avuto la partita di pallavolo contro la 5B, una classe che Lucy odiava.

Non tanto per i professori, solo per lei, solo per Lisanna Strauss.

Lisanna è la sorellina di Mira, la rappresentante d'istituto e braccio destro del preside.

Bella, gentile e una tra le studentesse migliori dell'istituto.

Non per fraintendere, Lucy considerava Lisanna una ragazza gentilissima e con un carattere buono.

Il problema era soltanto uno, uno solo.

«Buongiorno Lucy» la salutò una voce alle sue spalle, interrompendo i suoi pensieri.

Una ragazza dai capelli albini, fece il suo ingresso nello spogliatoio femminile con una palla da pallavolo sotto l'ascella.

«La partita sta per cominciare, siete pronte?» Lucy annuì e insieme alle altre, la seguì fuori.

Già si trovava sull'orlo del pentimento.

In un batter d'occhio Lisanna e le sue amiche avevano adocchiato Gajeel, Gray, Natsu e Gerard, camminando verso di loro.

Le ragazze sospirano, non prima di farle entrare in una vera e proprio crisi di nervi.

Che arma letale la gelosia.

Levy, nervosa, insultava mentalmente tutte le persone a caso, Juvia e Lucy con vene super pulsanti, borbottavano quanto avrebbero preso a schiaffi le loro"rivali in amore", soprannominate così da loro e un esemplare di Erza pronta ad uccidere tutte coloro che avrebbero toccato Gerard.

«Eh no, questa situazione deve finire!» urlò la rossa, incamminandosi con le ragazze verso i poveri ragazzi.

"Davvero, che arma letale la gelosia" si ripeté Lucy.

«Scusate se vi disturbo» cominciò Erza «ma io dovrei parlare col MIO ragazzo e voi galline fareste meglio ad iniziare a correre, se non volete ritrovarvi il corpo spiaccicato al muro e la testa al posto delle gambe.» Eh si, a volte Erza esagerava ma almeno si erano arrese.

Almeno per ora.

I ragazzi deglutirono agli sguardi di fuoco che ricevettero dalle ragazze ma durò poco poiché furono chiamate in campo.

Scrollando il capo, Lucy fu la prima a scattare verso il campo, fulminando Natsu con lo sguardo.

Non poté guardare l'espressione del rosato, troppo concentrata dalla presenza dell'albina di fronte a lei. Avevano deciso il campo fuorché la palla, così la partita iniziò con una battuta eccellente eseguita da Lisanna.

La partita non stava andando poi così male, le squadre erano molto affiatate ma giocavano con schemi e tecniche simili.

-Sono forti- pensò Lucy, la 5B era l'unica classe a riuscire a tenerle testa.

Doveva riconoscerlo.

24-24.

Lucy rispose prontamente ad una battuta lanciata da Evergreen, una ragazza della 5B, riuscendo a fare punto.

«Si» urlò, ricevendo un batti cinque euforico dalle compagne.

25-24

Mancava così poco alla vittoria, se Juvia avesse schiacciato la palla, avrebbero vinto.

"Voglio morire, Juvia odia tutta questa tensione" si lamentò mentalmente la diretta interessata, non andava mai qualcosa per il verso giusto "che poi, mai una volta che Juvia sia fortunata, doveva toccare proprio a Juvia la battuta vincente. Che sfortuna."

Si guardò attorno, scorgendo il viso di Gray tra la folla. Lui le sorrise e solo questo riuscì a infonderle speranza.

La turchina si preparò, lanciò la palla in aria e colpí più forte che poteva.

"O la va o la spacca" pensò, sospirando pesantemente. Mamma mia, quanta tensione.

La palla toccò un'avversaria, che non riuscì a rimandarla, facendola cadere a terra.

La turchina la fissò confusa, la bocca spalancata e una smorfia sul viso "Juvia davvero non riesce a crederci, che stupida" si ritrovò a pensare.

Vabbè, meglio per loro.

L'arbitro fischiò.

«La 5A vince per 26-24, complimenti ad entrambe le classi!» si sentirono fischi di approvazione nelle tribune ad ovest, dove si trovava a la 5A, intenta a urlare per la vittoria.

«BEVIAMO PER FESTEGGIARE, SAKÈ PER TUTTI» urlò una Cana già ubriaca, ripresa subito da Mirajane «CANA POSA SUBITO QUEL SAKÈ, LO SAI CHE È VIETATO.»

Cana sbuffò, già mezza brilla.

Beata lei.

Cana Alberona, 19 anni, rifornitrice ufficiale di tutte le bevande alcoliche esistenti sulla faccia della terra. Composta al 70% di alcol che d'acqua. Nonostante ciò ha un cuore d'oro e darebbe la vita per i suoi amici.

«Che c'è di male? Si deve festeggiare! Sei troppo severa» si lamentò, sorseggiando un altro pò del suo amato sakè. 

Mira, di riposta, si arrese sbuffando e si diresse verso le ragazze, per congratularsi con loro, seguita dai ragazzi «complimenti ragazze siete state bravissime e tu Juvia hai fatto vincere la squadra, che bella schiacciata» si congratulò per prima Mira.

Mirajane Strauss, 19 anni, praticamene rappresentante d'istituto e spalla destra del preside Makarov, ragazza gentilissima e dal cuore d'oro ma mai farla arrabbiare, potrebbe letteralmente ucciderti. Ha una fissa per le storie d'amore, facendo decisamente concorrenza a Gerard.

Juvia, all'affermazione dell'albina, divenne tutta rossa, massaggiandosi il naso «Juvia non ha fatto niente di che, anzi, era una battuta piuttosto semplice. Juvia pensa che la ragazza fosse un po' imbranata e che anche le compagne di Juvia siano state bravissime» Gray, che si trovava di fronte a lei, le sorrise per poi avvicinarsi, la prese in braccio e prese a farla volteggiare in aria «sei troppo modesta» le urlò, facendola girare ancora e ridendo così tanto, che la sua risata rimbombó per tutta la palestra.

«KYAAAA Gray! Mi gira la testa» il corvino scoppiò a ridere più forte, non solo per la situazione buffa ma anche perché non aveva parlato in terza persona.

Che il Dio dei castori sia benedetto! Sarà un miracolo?

Fu seguito dalla risata di tutti mentre la posò con i piedi per terra «sentito Gamberetto, anche se sei bassa, sei lo stesso brava nella pallavolo» nel frattempo Gajeel si era avvicinato a Levy cominciando ad "accarezzarle" la testa, di risposta la turchina sbuffò «lo so che sono bassa ma è vero che sono forte» si pavoneggiò lei, provocando la risata da parte del corvino.

Mentre Erza stava ancora amoreggiando con Gerard «bella partita Lucy batti cinque» Natsu invece, rimasto solo, si era avvicinato a Lucy, che, di risposta, gli aveva battuto un batti cinque con tanto di pugno «già, bella partita» disse soltanto lei.

«Ehi, che ne dite se stasera facciamo un bel pigiama partybuttò a caso Erza, non sapendo cosa dire, visto che gli altri si stavano sentendo a disagio, vedendola amoreggiare con Gerard.

I ragazzi si fissarono, sussultarono e iniziarono a sudare freddo «maschi e...» deglutì Gajeel «femmine..» finì al posto suo Gerard.

Erza sorrise «ovvio, ormai siamo come fratelli che c'è di male? Lucy allora tutti da te, okla diretta interessata, la fissò sconvolta «ma cosa? Come? Perché? Ahhhh non sto capendo nulla» urlò esasperata mettendosi sulle ginocchia per terra, facendosi consolare da Natsu, il quale aveva capito ben poco «tranquilla Lu nemmeno io» la "consolò", scompigliandole i capelli.

La bionda sussurò un «ma quando mai tu capisci qualcosa?» cercando di non farsi sentire.

«Suvvia Lucy, tu hai la casa più grande, che c'è di male se ospiti i tuoi migliori amici? Ok allora è deciso, a stasera» e se ne andò via trascinando con se anche Gerard e la "Gale", lasciando una Juvia e un Gray per terra per le cretinate appena sentite mentre ancora Lucy e Natsu cercavano di capire la situazione.

***

«Io ancora non ho capito cosa diamine si deve fare stasera e perché caspita sei quiok, Lucy si era proprio rincretinita.

«Ma Lucy! Non solo ti sto aiutando, un grazie almeno me lo merito» sbuffò Natsu, intento a sistemare bibite e cose varie.

La bionda girò gli occhi dall'altro lato, nascondendo l'imbarazzo, borbottando un grazie mentre Natsu le sorrise.

«Comunque non c'è di che. Ah, a proposito, se non hai capito, stanno venendo qui a fare un pigiama party» Lucy girò la testa lentamente «Che cosa hai detto? COOOOOSAAA? Io avevo capito che venivano qui per mangiare.»

Natsu scosse la testa, massaggiandosi l'orecchio per l'urlo appena sentito «a volte sei proprio una cretina, possibile che non capisci mai nulla» le disse scoppiando a ridere, provocando l'ira della bionda.

Lucy sussultò, girandosi in cagnesco verso il rosato e fissandolo truce. Ma come poteva minimamente pensare di dirle quelle cose, quando era il primo a farlo?

«Ma senti da che pulpito arriva la predica» digrignando i denti, Lucy posò i bicchieri sul tavolo mentre Natsu si girava verso di lei, cessando di ridere «mi stai dicendo che sono stupido?» lei assottigliò gli occhi, annuendo.

Mai in vita sua si era sentito più idiota di quel momento, aveva evitato categoricamente di ascoltare i suoi compagni dopo la partita perché era stanca e adesso si ritrovava Natsu a darle della stupida e una casa da sistemare «si, sei uno stupido, ingenuo, a volte arrogante, non mi ascolti mai, fai sempre di testa tua» urlò furiosa.

Era così irritata quel giorno, innanzitutto nessuno le aveva chiesto un parere sulla serata, non aveva nulla pronto e Natsu sembrava ridere della situazione.

Sapeva che da lì a poco le sarebbe passata e sapeva anche che il suo lato infantile e arrogante stava prendendo il sopravvento, era nervosa e si stava sfogando su Natsu.

Che pena.

Lui si girò dalla parte opposta, non volendo farsi vedere in quello stato, era così furioso, deluso e in più c'era rimasto malissimo «allora è questo che pensi di meLucy ci pensò un pò su.

Lo pensava davvero?

Forse una piccola parte di lei si, sapeva i difetti di Natsu e conosceva i suoi.

Ma non era solo quello che pensava di lui.

Non le diede il tempo di rispondere che Natsu, voltandosi un'altra volta, aprì rumorosamente un pacchetto di patatine al formaggio, lasciando che una rotolasse a terra «bene» disse soltanto «non c'è bisogno che dici niente, hai già espresso il concetto.»

La bionda provò a parlargli ma Natsu iniziò a fischiettare nervoso, mettendo ampie distanze.

E Lucy si sentì morire dentro.

***

«Buonasera Lucy e anche a te Natsu» Erza e Gerard furono i primi ad arrivare, salutandoli allegramente mentre la bionda e il rosato erano intenti a ignorarsi.

«Bene mi sembra che l'atmosfera non sia delle migliori» ironizzò Erza e a quel punto Gerard ghignò «ah ah, non mi dite, la Nalu ha litigato come una vera coppia» se la rise lui, alla faccia dei suoi due migliori amici, infastiditi da quell'affermazione.

«Da quel che mi risulta fata turchina, tu sei l'unico ad avere la tipa ed io e Lucy non abbiamo litigato» sbottò il rosato «ma anche se fosse, non sarebbero cose che ti riguardano» gli rispose Natsu, guardandolo male.

Erza scambiò uno sguardo eloquente col suo ragazzo, il quale, si ammutolì, non perché non avesse nulla da dire ma perché non voleva complicare la situazione.

A completare "la fantastica atmosfera", fu la forte litigata che si sentì fuori da casa di Lucy.

Gray e Juvia stavano litigando «hai quasi ucciso l'uccello di Juvia» Gray sbuffò rassegnato «la smetti di dire così, sembra un'altra cosa» si lamentò lui.

Juvia sbuffò «si, ma non sviare il discorso, come cavolo si fa ad entrare in casa, soprattutto di Juvia e prendere il suo uccellino, portarlo in bagno per lavarlo e fallo finire nel water, menomale che Juvia se n'è accorta» si lamentò di rimando lei mentre Lucy era intenta a guardare Natsu con uno sguardo di fuoco, quasi a volerlo uccidere.

Beh, sarebbe stata davvero una lunga serata.

«Senti, io volevo farti un favore pulendoti Akio, un grazie me lo meriterei» Juvia lo guardò, sconvolta.

Avevo quasi ucciso il suo pappagallo, aveva messo a soqquadro il bagno e lei avrebbe dovuto dirgli grazie. Scosse la testa, rassegnata e lo guardò malissimo.

Lui, dal canto suo, fece altrettanto e questo non fece altro che far infuriare la turchina.

Insomma, poteva chiedere anche scusa!

Natsu gli fissò, avvicinandosi a Gray e mettendogli una mano sulla spalla «ovvio, un grazie se lo meriterebbe, vero Lucy?» guardò Juvia di sottecchi ma non si girò mai verso la bionda, la quale, lo fissava sconvolta.

Altrettanto fece Juvia «ha fatto un grande favore a Juvia, non capite mai quando noi uomini vogliamo rendervi almeno un po' felici e poi avete anche la faccia tosta di lamentarvi» Juvia lo fissò truce, poi prese parola «Natsu, Juvia pensa che tu debba farti i cavoli tuoi» Gray, allora, la fulminò con lo sguardo, scrollandosi Natsu di dosso.

Prima che qualcuno dei due ragazzi incombesse su Juvia, Lucy la affiancò «Juvia non ti deve nessun grazie visto che stavi per uccidere Akio. E Natsu, noi non ci lamentiamo» urlò, rossa di rabbia, ricevendo come risposta un sopracciglio inarcato dai parte dei ragazzi.

Mamma mia, che situazione  «ah nofu Gray a parlare, avvicinandosi spaventosamente a Juvia «no» gli rispose fiera lei, mettendo le mani sul petto del Fullbuster e allontanandolo «e ora Juvia pensa che tu debba toglierti dalle palle» urlò per poi partire spedita verso l'entrata.

Lucy le andò subito dietro, non prima di aver fissato un'ultima volta Natsu.

Lui la fissò a sua volta, sentendo il cuore martellargli nel petto.

Fu lei a rompere questo gioco di sguardi, sospirando sconsolata ed entrando dentro casa.

Gerard rise sotto i baffi, sotto lo sguardo confuso di Erza.

Le prese la mano e se la portò alle labbra «vedrai mia cara Titania, la serata diventerà bollente» e lei arrossì.

***

«Ricapitoliamo, stanno litigando per Akiochiese Levy mentre aveva rubato una ciotola piena di pop corn a Gajeel «maledetto gambero! I miei pop corn» le strillò lui, riprendendosi la ciotola e mettendola ad un'altezza tale da evitare che Levy potesse arrivarci.

La turchina si massaggiò la testa, piagnucolando per la mancata altezza «non chiamarmi gambero e ridammi quei pop corn. Io sono magra, posso permettermelo, tu sei tutto ciccia, dimagrisci» sbottò la turchina, guardandolo con aria di sfida.

Tese un braccio nella spalla di Gajeel e con un salto si riprese i suoi amati pop corn.

Gajeel ghignò divertito «ah giusto, sei bassa, quindi dovrei chiamarti gamberetto» iniziò, andandole dietro «e poi non è vero che sono ciccione, faccio palestra tutti i giorni, ho un fisico da modello! Ridammi i miei pop corn» concluse, spuntando dalla minuta spalla di Levy e riprendendosi quei maledetti pop corn.

Insomma la storia stava andando avanti tra litigi e urla.

Gerard e Erza erano così affranti, così tanto che quest'ultima cercava di trattenersi per non uccidere nessuno.

Beh, per non parlare della fazione Natsu e Gray, in una parte opposta della stanza e quella di Lucy e Juvia in un'altra.
Erano così intenti a fissarsi con uno sguardo così cagnesco che non si resero conto dei pop corn che Levy e Gajeel stavano tranquillamente buttando in aria.
Era diventato un casino totale.

D'un tratto si sentì un fischio «sull'attenti, razza di idioti» urlò Romeo, accompagnato dalla piccola Wendy e Charle, la sua gattina, che in quel momento teneva in braccio.

«Oh ciao Romeo anche tu qui» lo salutò Natsu, avvicinandosi a lui mentre Gray e Gajeel lo guardavano con uno sguardo di fuoco «idioti a chi, razza di ragazzino sotto sviluppatogli urlarono, provocandosi un'occhiataccia da quest'ultimo «a voi, a chi sennò? Non vedo nessun babbuino a parte voi due» si mise una mano in fronte, guardando la stanza «infatti, proprio nessuno» concluse.

«Su su, basta Romeo» gli disse Wendy per farlo smettere, prendendolo per un braccio e Romeo lo fece davvero.

Che potere.

Questi ultimi arrivati erano più piccoli rispetto a Natsu e agli altri, infatti frequentavano la 2A.

Wendy Marvel, una ragazzina da dei buffi capelli blu e degli occhi castani, gentile e sempre disposta ad aiutare gli altri.

È un po' timida e introversa per questo fa fatica a stabilire buoni rapporti con i suoi compagni.

Il suo migliore amico è Romeo Conbolt dal quale ha una piccola cotta ed è la cugina di Gerard.

Romeo Conbolt, invece, è tutto l'opposto, è sempre stato un ragazzino tutto pepe con il vizio di dire sempre tutto quello che pensava.

Proprio per questo, a volte può sembrare fastidioso. Nonostante questo, anche lui è gentile ed è sempre disposto ad aiutare gli altri.

Ha degli occhi castani e dei capelli corvini, sempre in disordine, la sua migliore amica è Wendy dalla quale prova interesse «va bene ma solo perché me lo dici tu» le rispose, sorridendole.

«Ma passiamo alle cose importanti della vita e della serata, che si mangia?» urlò felice Romeo, sotto lo sguardo stranito di Gajeel e Gray mentre Natsu lo affiancava «anch'io sto morendo di fame» urlò il rosato, prendendo Romeo da sotto un braccio «e ora noi due andiamo a mangiare senza donne» trotterellò felice verso la cucina, trascinando anche Gajeel, Gray e Gerard mentre la rossa lo guardava male.

Contemporaneamente Romeo e Wendy cercavano di capire.

«Volete la guerra? È guerra avrete, razza di idioti» urlò Lucy, trascinando tutte dalla parte opposta della stanza, anche Erza.

La rossa guardò il suo ragazzo supplichevole.

Non vedeva nulla di bollente in quella serata.

***

«Questa è la nostra parte» esordì Natsu, finendo di tracciare con un gessetto, preso da chissà dove, una linea che divideva il "campo" delle ragazze da quello dei ragazzi.

«Bene, questo è il nostro» urlò trionfante Lucy «è guai a chi lo supera» urlarono insieme «non copiarmi» dissero infine, per poi cominciare a ignorarsi.

La serata passò abbastanza noiosa poiché le ragazze avevano la parte della TV mentre i ragazzi quella della cucina e del bagno.

Ecco, fu proprio quella la scusa perfetta per far ricominciare la guerra «Lucy devo andare in bagno» si lamentò la piccola Wendy, prendendo la mano della bionda «ti prego» la supplicò «in fondo io non c'entro niente con questa storia, mi ci avete trascinata voi» si lamentò ancora, non ascoltando per niente le parole di Lucy e superando la linea.

«ALT» urlò Natsu «AVETE SUPERATO LA LINEA! O MEGLIO, WENDY HA SUPERATO LA LINEA!» Wendy diventò tutta rossa, sia perché si era scocciata, sia per il fatto che doveva andare in bagno «RAZZA DI STUPIDI DEVO ANDARE A PISCIARE, FATEMI PASSARE» urlò la ragazzina, iniziando a correre verso il bagno sotto lo sguardo divertito di Romeo e lo sguardo scioccato di tutti.

«Vedo che la tua compagnia non le sta facendo bene»  il ragazzo dai capelli corvini alzò solo le spalle ghignando «può darsi» e si portò il bicchiere alla bocca bevendo la sua aranciata.

Nel frattempo Natsu era diventato rosso dalla rabbia «Lucy» urlò.

La bionda lo guardò male dall'altro lato della stanza «che vuoi idiota?» gli urlò.

«Mi dai ancora dell'idiota? Razza di tettona bionda, come diamine fai a camminare con quelle cose?» Lucy sentí un nervo pulsare «io ci cammino ormai da anni! È abitudine! Ma cosa c'entra? Argh, guardati sotto!» gli urlò a un centimetro dalla sua faccia, ovviamente dal suo lato, senza superare la linea.

«Io sotto ho un vulcano!» Le urlò mentre gli altri scoppiavano a ridere, tranne Lucy e Natsu «COSA RIDETE?» urlarono ma non ci fu risposta.

Wendy uscì di corsa dal bagno spaventata.

«Gerard» si lamentò, quasi con le lacrime agli occhi.

Gerard le venne incontro, abbracciandola. Per lui era come una sorellina, era così iper protettivo nei suoi confronti ma sapeva che prima o poi anche la sua piccolina sarebbe diventata una vera donna «che è successo piccola Wendy?» le chiese dolcemente «c'è un essere con un nasone lungo in bagno! Mi vuole attaccare!» urlò più disperata mentre Romeo scoppiò a ridere e Lucy scoppiava in un'altra crisi isterica.

«Quello Wendy è Plue ed è un cane! E non ha il nasone lungo!» le urlò facendole cenno di tornare dalle ragazze «e non potresti stare da loro! È il lato maschile, torna qui» le disse.

Wendy scosse la testa e si accoccolò  ancora di più a Gerard «mi sento più sicura qui, Lucy sei isterica!» Levy saltò dalla poltrona e si mise in piedi.

«CI HA RINNEGATE, TRADITRICE!» urlò, indicando Wendy mentre Lucy e Erza erano d'accordo con lei.

Come dire..in qualche modo anche Erza era stata trascinata in quella situazione.

Juvia invece stava giocando tranquillamente con Charle, sospirando al sol pensiero del suo uccellino.

Wendy aveva gli occhi lucidi e si buttò tra le braccia di Gerard «sono cattive» piagnucolò mentre Levy le urlò di non comportarsi come una bambina.

«Zitta Gamberetto, sei così fastidiosa che tra poco si romperanno pure gli specchi.»

Levy non rispose, troppo arrabbiata per farlo e, insieme alle altre, si sedette nel divano vicino a Juvia che nel frattempo aveva guardato tutto in silenzio.

***

La situazione stava degenerando.

Dalla parte dei ragazzi volavano pizze, acqua, coca cola e bicchieri diretti verso le ragazze.

Gray si alzò, fissando intensamente Juvia negli occhi, la quale, sentendosi fissata, si girò a guardarlo «ringraziate che vi stiamo sfamando o forse dobbiamo anche lavarvi, però sapete com'è, non vorrei finiste nel water» lei inarcò le sopracciglia.

«Oh no, stiamo ricominciando» sospirarono Levy e Lucy mentre Erza si mandava parole dolci da lontano con Gerard.

Anche Juvia si alzò in piedi «Juvia dice che le altre non hanno bisogno di essere lavate e inoltre non avete fatto un atto di carità passando delle pizze che Lucy ha comprato con i suoi soldi. Per tua informazione, Gray, Juvia non lava le persone nel water!» gli urlò Juvia mentre anche Gray si sporse oltre la linea per poterla fulminare.

Wendy si era posizionata vicino a Romeo, posto ad almeno un metro di distanza da dove si trovavano i ragazzi.

«Credi che la smetteranno mai?» gli chiese «ma poi, noi che ci facciamo qui?» Romeo le accarezzò la testa «oh piccola Wendy, questo si chiama stalking! Sapevo che avrebbero fatto una "festicciola" e volevo partecipare. Ma solo con loro mi annoio, cosí ti ho portata.»

Wendy sorrise spaventata «sei sadico quasi quanto loro» lui le fece l'occhiolino «ti piaccio per questo, no?» lei arrossì.

«Che cosa posso farci se il tuo uccello è piccolo? Oh dannazione! Perché mi fai dire queste cose?!» urlò ancora Gray, indicando Juvia.

Era così furioso, così stanco, così tutto.
Avevano continuato a litigare perfino in macchina dove Juvia gliene diceva di tutti i colori.

Questa cosa l'aveva turbato a tal punto da fargli venire voglia di spaccare qualcosa.

La turchina aveva continuato perfino davanti casa dei suoi amici, facendo continuare la lotta già abbastanza pesante tra Natsu e Lucy.

La fissò glaciale «è tutta colpa tua se ora tutti stanno litigando!» le disse infine, furioso.

Non ne poteva più, aveva la testa che scoppiava e la causa principale era stata tutta per quel cazzo di uccello.

Nemmeno il tempo di dire qualsiasi altra cosa che Juvia si rabbuiò all'istante.

Non rispose, lo fissò un'ultima volta e poi si girò di scatto.

Perché mai la colpa era ricaduta su di lei? Gray lo pensava davvero? Le venne una morsa al cuore ma non lo fissò più negli occhi, troppo delusa nel farlo.

Si sedette nuovamente nel divano, rimettendosi a giocare con Charle.

E Gray si sentì maledettamente male.

«Avete cominciato tutti per un motivo o per un altro, non è solo colpa di Juvia. Maledetto Gray!» gli urlò Erza e lui si rimpicciolì sotto di lei.

Lucy tossì e cercò di avere tutta l'attenzione degli altri su di lei «bene, ora è il momento di dormire! Credo che a questo punto ognuno avrà una sua stanza» disse, guardando l'orologio, il quale segnava mezzanotte passata.

Una serata che doveva essere piena di festeggiamenti per la vittoria, si era rivelata un totale fiasco, oltre che stressante.

Natsu e gli altri cercarono di oltrepassare la linea indirettamente, così fecero il giro della linea e spuntarono nel lato delle scale, oltrepassandole mentre Wendy e Romeo passarono dal lato delle ragazze.

«Traditori!» urlarono i ragazzi, tranne Gerard.

E Wendy si sentì male, l'avevano chiamata traditrice per la seconda volta.

***

«Bene questa sarà la stanza di Levy, questa di...» erano più di cinque minuti che Lucy stava elencando le camere.

Ogni volta che Natsu si intrufolava lì, rimaneva sempre affascinato dalla grandezza di quella casa.

Da quando i genitori di Lucy erano morti, la villa, nonché casa di Lucy, era rimasta a lei e a sua sorella, anche se Michelle non c'era quasi mai, visto che lavorava fuori.

Lucy faceva dei lavoretti part-time per cercare di mantenersi e sua sorella le mandava ogni mese qualcosa in più per sopravvivere.

Era sempre così vuota quella casa, così grande ma così triste.

Eppure per Natsu quella era diventata casa sua. I primi periodi s'intrufolava in camera di Lucy dalla sua finestra, portandosi dietro il suo gattino, troppo pesante il sol pensiero di dormire in casa propria quando sapeva che Lucy dormiva in completa solitudine.

Così si intrufolava nel suo letto e dormiva abbracciato a lei fino al mattino seguente.

Dapprima la bionda, imbarazzata, si manteneva a debita distanza, quando era sveglia, sia chiaro.

Dopodiché si era arresa e aveva perfino riempito un cassetto con tutta la roba del rosato e un lettino per il suo gattino, Happy.

«Ma io e Gerard vogliamo una camera solo per noi» sbottò ad un tratto Erza, prendendo sotto braccio Gerard.

Rimanevano solo Lucy, Natsu, Gerard e Erza.

Il rosato non si era nemmeno accorto che già tutti erano nelle camere a loro assegnate.

«Oh e va bene» sbottò Lucy, facendoli accomodare entrambi nella stanza affianco alla sua «però vi prego, qualsiasi cosa dobbiate fare, non fate rumore» Gerard le fece l'occhiolino, non prima di prendere la rossa per la vita e trascinandosela, sorridente, in camera.

Le chiavi della serratura scattarono e Lucy avvampò, girandosi, rossa in viso, verso Natsu.

Lui le sorrise teneramente. Lei tossì nervosamente, un groppo alla gola difficile da digerire. Lo fissò negli occhi «scegli la stanza che vuoi» disse solo, continuando a fissarlo.

Natsu ricambiò, rilassando i muscoli delle spalle, come se avesse un macigno pesante «conosco la strada» disse poi, girandosi di spalle ed entrando da solo nella stanza di fronte quella di Lucy.

La bionda non ebbe nemmeno il tempo di augurargli buonanotte che lui si chiuse la porta alle spalle, provocando un rumore pesante in quella quiete.

Lucy sospirò per l'ennesima volta quella sera.

Natsu appoggiò la testa sulla porta chiusa, guardando il soffitto bianco della stanza.

Provava sentimenti parecchio contrastanti.

Cioè oddio, da una parte era ancora arrabbiato, dall'altro non riusciva più ad esserlo perché sapeva, in cuor suo, che Lucy non gli avesse detto niente che nemmeno lui sapesse.

Prima di andare da Lucy, aveva lasciato Happy a Zeref e Mavis, così da non farlo sentire solo.

Anche se, se avesse saputo della presenza di Charle, l'avrebbe portato.

Il suo gattino aveva un debole per la gattina di Wendy, anche se lei sembrava snobbarlo in malo modo.

Si tolse la felpa, restando semplicemente coi pantaloni della tuta. Sentiva così caldo, anche se fuori il tempo non prometteva nulla di buono.

Rise al pensiero, buttandosi a peso morto sul letto.

Gli venne un nodo allo stomaco.

Non aveva mai litigato così pesantemente con Lucy, si conoscevano da quando erano piccoli e di solito si mettevano il broncio per poche ore ma poi tornava tutto come prima.

Che poi perché se l'era presa così tanto? Perché l'aveva insultato così? Pensava davvero quelle cose su di lui? E perché lui non l'aveva fatta parlare?

Girò annoiato la testa verso l'orologio, posto sopra il comodino.

Segnava le 2.25, di solito avrebbero continuato a fare baldoria.

Ma anche se nessuno l'ammetteva apertamente, stavano tutti male per quei litigi stupidi.

Magari Lucy l'odiava.

Si alzò furibondo dal letto, era pronto anche a farsi prendere a pugni ma Lucy avrebbe dovuto dirgli tutto, perfino che l'odiava, senza troppi giri di parole.

Voleva sentirsi dire nuovamente quelle parole, doveva capire se erano state dette per un momento di rabbia o se Lucy pensava davvero quelle cose su di lui.

Uscì senza fare rumore dalla stanza e si diresse in quella di Lucy.

L'aprì lentamente, evitando di svegliare gli altri.

Era già abbastanza imbarazzante di suo.
La stanza di Lucy non era nuova per lui, ci dormiva praticamente tutte le sere ma quando hai paura che altri occhi ti vedano, stai attento ad ogni tua mossa.

Si sporse un pò dalla porta, Lucy dormiva beatamente con la faccia schiacciata sul cuscino e i lunghi capelli biondi sparsi sul letto.

Si erano lasciati poco meno di 10 minuti prima e già lei dormiva come se fosse in pieno sonno da ore.

Natsu, scordandosi completamente di essere mezzo nudo, entrò e chiuse lentamente la porta.

Era buio, anche se Lucy aveva il vizio di accendere una lampadina al lato del comodino.

Il tempo grigio fuori filtrava dall'ampia finestra della stanza della ragazza e Natsu si avvicinò cautamente, fissando la bionda che dormiva beatamente a labbra dischiuse.
S'inginocchiò a guardarla e il suo cuore si sciolse.

Lucy era terribilmente bella, aveva una bellezza semplice e di porcellana.

Sembrava una bambola.

A volte si chiedeva se avesse mai potuto avere una possibilità.

Preso dal momento allungò una mano e le accarezzò i capelli dolcemente, Lucy sospirò felice nel sonno, poi aprì svogliatamente gli occhi.

Natsu non ritrasse la mano e continuò ad accarezzarla.
Certo, non voleva farla sembrare un cane, ma gli piaceva. Erano quei piccoli momenti che tanto amava. E poi sapeva che a Lucy non avrebbe dato fastidio.

O almeno, ci sperava.

La flebile luce della lampadina, fece guardare entrambi negli occhi.

La bionda, che stava iniziando a svegliarsi del tutto, fissò le iridi verdi del rosato. Le erano sempre piaciuti i suoi occhi, così belli, raggianti, vivi.

Lui continuò ad accarezzarle la testa «ehi» le disse solo, sorridendo.

Lei ricambio debolmente, mettendosi seduta e stropicciandosi, lentamente, l'occhio sinistro «ehi» disse, con la voce impastata dal sonno «è successo qualcosachiese.

Perché qualcosa era successa veramente, anche se effettivamente non ne aveva capito il motivo.

Natsu la fissò così intensamente, con quegli occhi così vivi e sofferenti.

Era raro vedere Natsu star male, tendeva ad aprirsi poco e le uniche persone con cui lo faceva erano lei e Gray, sempre.

Lo aveva sempre fatto.

Lucy sentì il cuore scoppiarle in petto.

«Dimmelo» le disse solo.
«Dirti cosa?» gli rispose lei, confusa.
«Dimmi che mi odi» le ripeté lui, restando di fronte a lei con le braccia tese lungo i fianchi, gli occhi spenti e il petto che si alzava e abbassava.

Lucy lo fissò bene, dalla prima volta che l'aveva conosciuto, quando i loro genitori avevano deciso di portarli durante le cene di lavoro, non ricordò un solo istante in cui lei non fosse così morbosamente attaccata a lui. E viceversa.

Persino la sera, quando sentiva il letto vuoto accanto al suo, si sentiva sola. Non erano fidanzati, in realtà, non credeva nemmeno che Natsu potesse capire un'etichetta così importante come l'impegnarsi con qualcuno ma sapeva che nonostante questo, ci sarebbero sempre stati l'una per l'altra.

Natsu era sempre lì, c'era sempre stato.
E la consapevolezza che lui pensasse che lei l'odiasse, fece un male cane.

Lo guardò a suo volta, alzandosi in piedi. L'impatto con il pavimento freddo le fece venire la pelle d'oca ma non ci fece molto caso.

«E tu?» cominciò «tu mi odi?»
Non ci pensò un attimo «no, io non ti odio» le disse.

Lei sbattè velocemente le palpebre, sentendo il macigno del suo cuore diventare ancora più pesante «e come puoi aver pensato che io ti odiassi?» confessò, delusa «come potrei mai farlo?»

Il rosato continuò a guardarla, scrutandola e maledicendosi mentalmente.

Lui lo sapeva, lo sapeva, conosceva Lucy meglio delle sue tasche.

Le prese le mani, facendola sobbalzare, e se le portò all'altezza del cuore.

Lucy si fece guidare, guardandolo come se fosse l'unica cosa esistente nell'universo.

Il petto di Natsu era caldo, nonostante fosse a torso nudo, il cuore gli batteva così forte che Lucy sentì il suo scoppiare «senti Lucy, è così che mi fai sentire» lei deglutì, lui continuò a fissarla «diamine..io, io non ti odio, so che tu non mi odi, lo so. Ma sono così deficiente, mi sono fatto paranoie inutili, non ti ho fatta parlare, sono sceso subito a conclusioni affrettate perché ero maledettamente nervoso, incazzato e irritato senza motivo» lui mise l'altra mano sopra quella di Lucy all'altezza del cuore.

Lei si avvicinò lentamente, ascoltando il battito rumoroso del ragazzo che le trasmetteva le stesse emozioni, se non più forti.

Natsu si grattò il naso «insomma, quello che voglio dire è che non sono bravo ad esternare i miei sentimenti e diamine, non volevo farlo così però ne sento il bisogno Lucy, io..»

Lei gli sorrise, prendendogli l'altro mano e portandosela all'altezza del suo cuore.
Era comunque Natsu, se le toccava metà tette non le importava.

Arrossirono entrambi «io lo so come ti senti, lo so perché lo sento anch'io, sempre. Sono così abituata alla tua presenza, ad averti con me che anche quando la sera dormo sola mi sento morire. Io non ti odio Natsu, non potrei mai e non penso questo di te. È che tendo a voler condividere qualsiasi avvenimento e qualsiasi emozioni della mia vita con te, in modo sbagliato, perché ti ho versato addosso tutta la mia rabbia e frustrazione della giornata e mi dispiace tanto.»

Natsu la guardò con tutto l'amore che, un uomo idiota come lui, sentiva di poter possedere per quella bimba con i codini biondi, per quella ragazza che l'aveva stregato e per quella donna che non aveva occhi che per lui «mi perdonigli chiese lei.

Lui le sorrise, le prese il viso tra le mani e la guardò intensamente «non dovresti nemmeno chiederlo» lei annuì, appoggiando le mani sulle sue.

«Posso restare qui stanotte?» le chiese.
«Non c'è altro posto in cui dovresti stare» e lui non se lo fece ripetere due volte.

***

Nel frattempo nell'altra stanza, Gray si rigirava e rigirava nel letto.

Non riusciva proprio a prendere sonno.

Si sentiva un coglione.

Di certo non era stato molto intelligente cercare di ammazzarle l'uccellino, dicendole che lo stava pulendo.

Si era intrufolato a casa sua senza il suo permesso e, quando Akio si era messo a cinguettare agitato, lui era entrato nel panico e aveva pensato di strozzarlo.

Nel cesso.

Strozzare un uccello nel cesso.

"Voglio morire" pensò.

Aveva un senso di colpa incredibile, avrebbe voluto andare ora da Juvia a chiederle scusa ma, la sua parte orgogliosa, non gliel'avrebbe permesso.

"Stupido orgoglio" disse acido a se stesso.

Si girò dal lato della finestra e notò che fuori pioveva a dirotto.

Pensò subito a Juvia, la quale, gli ripeteva sempre di una "sua maledizione."

Quando Juvia era triste, scoppiava un temporale, la ragazza era così convinta di questa cosa che aveva sempre tenuto tutti lontano da lei.

Gray non aveva mai creduto a quelle stupide
"leggende metropolitane" e le ripeteva sempre che erano soltanto pure e semplici coincidenze.

Si sentì un tuono e una luce accecante si intravide dalla finestra.

"Maledizione" pensò Gray, dando un pugno al materasso del letto.

***

Una cosa che Juvia odiava erano i tuoni.

Nonostante la sua "maledizione", il rumore dei tuoni le ricordavano di quanto in realtà fosse sola.

Che in quel silenzio, che la tormentava, si sentisse soltanto l'urlo della sua anima nel cielo.

Si mise seduta nel letto e portò le ginocchia al petto mentre cercava di coprirsi le orecchie con le mani.

Di solito, quando pioveva, Gray veniva sempre a casa sua e stava con lei, finché non si fosse addormentata.

Ma stavolta era diverso, Gray non sarebbe venuto e lei sarebbe rimasta sola, nel sottile filo che divideva la sua paura dalla sua disperazione.

Sospirò affranta mentre un altro tuono scoppiò nel cielo, si coprì la testa con il cuscino e chiuse gli occhi.

Si vergognava così tanto di avere paura dei tuoni alla sua età ma probabilmente l'avrebbe avuta per sempre.

Quando un altro tuono rimbombò nel cielo, la porta si aprì di scatto, facendo un rumore assordante, che per fortuna non svegliò nessuno.

Nonostante il rumore, Juvia non aprì gli occhi, aveva troppa paura per farlo.

Si rannicchiò su se stessa, cominciando a canticchiare la prima melodia che le venne in mente.

Stava entrando nel panico.

La porta si chiuse velocemente e qualcuno si avvicinò a lei, sussurrando il suo nome.

Juvia aprì un occhio mentre cercava di scacciare le lacrime.

Gray era davanti a lei, senza maglietta e con dei pantaloncini in pieno inverno, il petto nudo gli si alzava e abbassava velocemente come se avesse corso chissà quanto veloce, i capelli corvini scombinati e gli occhi preoccupati.

Un altro tuono e Juvia chiuse anche l'occhio aperto.

Gray cercò di toccarla e rassicurarla ma non ci riuscì, non questa volta.

Juvia era troppo sconvolta, ancora arrabbiata, delusa, in preda ad un attacco di panico ed esausta.

Gray si rese conto, con orrore, che dopo tanto tempo, tra di loro si era ricreato quel muro spesso di un tempo.

«Che ci fai qui?» gli chiese Juvia con gli occhi lucidi, guardandolo da sotto le sue braccia.

Il cuore le faceva così male, gli occhi erano gonfi e quella vecchia maglietta di Gray indossata come pigiama, non l'aiutava di certo a mantenersi calma.

Lui arrossì di colpo «ero preoccupato per te» disse sincero.

Lei si accigliò ma abbassò lo sguardo «Juvia sta bene, davvero» disse più rivolta a se stessa che a lui.

A tradirla fu un altro tuono, che la costrinse a chiudere gli occhi e a coprirsi, testa e orecchie, nuovamente.

Gray si sentì morire, in quel momento era così vulnerabile, non avrebbe potuto fare nulla.

Juvia si ostinava ad alzare sempre di più quel muro.

«Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciutile chiese, sorridendo leggermente e prendendole le mani «eri così fredda e non volevi che qualcuno stesse con te» le accarezzò dolcemente le mani, anche se unite alle sue, erano davvero piccole.

Juvia, soffiò col naso, cercando di scacciare le lacrime ma sorrise a quel pensiero «Juvia se lo ricorda» gli disse, incastrando i suoi occhi a quelli del ragazzo «eppure io ero così testardo, mi ero ostinato di conoscerti e capirti fino in fondo» Juvia sorrise ma un altro tuono rimbombò facendole chiudere gli occhi.

Gray le strinse le mani più forte «no, Juvia guardami, ci sono io con te, andrà tutto bene» le sussurrò, facendole riaprire gli occhi «ci sono sempre stato per te e piano piano siamo arrivati al punto in cui siamo ora» la guardò a lungo, gli occhi azzurri come l'oceano erano lucidi, le labbra arrossate e i capelli turchini tutti in disordine.

«Juvia si ricorda anche questo» Gray le sorrise e poi riprese a parlare «non possiamo buttare anni e anni di...insomma lo sai cosa siamo per uno stupido uccello, senza offesa per Akio» Juvia scosse la testa «Juvia è d'accordo con te, Gray» Gray si avvicinò a lei e l'abbracciò mentre un altro tuono rimbombò forte ma stavolta Juvia non aveva paura, Gray era con lei e lo sarebbe stato per sempre.

Quando si staccarono, Juvia gli sorrise «grazie» lui le fece l'occhiolino, facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo.

Lei arrossì di colpo, sentendosi accaldata. La paura di prima sembrò essere svanita in un'istante.

Gray si leccò le labbra «non sai quanto io ami il fatto che tu indossi i miei vestiti ma direi che è il momento di toglierla» lei lo fissò sconvolta «sei un pervertito.»

Beh certo, non poteva non avere torto. Lui continuò «quindi posso?» e lo sguardo malizioso che lei gli rivolse gli fece comprendere tutto.

***

Gajeel sbuffò ripetutamente mentre fuori il temporale non cessava.

"Che palle, da quando sono così sentimentalista" pensò.

Amava i pop corn ma amava anche il gambero che si ostinava a rubarglieli.

Sorrise a quel pensiero, per lui Levy era un gamberetto e lo sarebbe stata per sempre.

O comunque lui ci sperava.

Ew, che checca.

Si alzò dal letto e uscì a fare una passeggiata per il corridoio, passando notò la camera di Wendy e quella di Romeo aperte e vuote mentre quella di Gray era socchiusa, era tutto così strano.

Il corridoio era davvero lungo ed oltre ad avere tantissime porte, che Gajeel non conosceva, aveva tantissimi quadri, raffiguranti dipinti famosi o Lucy con la sua famiglia.

Ma una foto colpì maggiormente Gajeel.

In quella foto c'erano tutti, compreso lui, per la loro prima vacanza insieme.

Magari l'amica del gamberetto non era poi così male.

Camminò ancora, passando tra tutte le camere e poi tornò indietro.

La camera di Levy era socchiusa e una flebile luce si intravedeva dall'interno.

Gajeel, incuriosito, decise di entrare, anche se sapeva che Levy stava leggendo qualche suo libro.

E infatti fu proprio così «ma io dico non hai nient'altro da fare alle tre del mattino, gamberetto?» Levy si girò scocciata, chiudendo il libro e sedendosi sul letto.

«Buonasera buzzurro, qual buon vento ti porta qui?» gli chiese con fare teatrale.

Gajeel si avvicinò tutto preoccupato e le toccò la fronte «non ti sei drogata vero?» le chiese preoccupato e Levy tolse la mano di Gajeel, che per lei era gigante, dalla sua fronte.

«Anche se fosse non c'è motivo di toccarmi la fronte» Gajeel la guardò male e poi si sedette nel letto «si, prego buzzurro accomodati. Grazie Levy. Non c'è di che» si disse da sola, incrociando le gambe, nel letto.

Gajeel la guardò ancora più preoccupato «sicura di non aver assunto qualche sostanza?» Levy lo guardò male «no ma avrei preferito ingerire i miei pop corn» gli disse, guardandolo ancora più male.

«Pezzo di gambero! Non si mangiano i tuoi simili!» le urlò piano Gajeel e Levy gli lanciò il libro in testa «Fatti una cultura! Il gambero è un crostaceo, i pop corn derivano da prodotti della natura, non sono molluschi, crostacei o pesci!»

Gajeel si massaggiò la testa dolorante «i pesci derivano dalla natura!» le disse convinto, come se fosse davvero intelligente.

Levy decise di non controbattere e mise il broncio mentre Gajeel le sorrise «se mi perdoni, domani ti compro una confezione piena di pop corn» le disse, cercando di farsi perdonare.

Levy gli saltò al collo «Ti perdono solo perché ho voglia di farlo ma i pop corn me li compri lo stesso» e scoppiarono a ridere, con il rumore del temporale di sottofondo.

***

«Oh Santa Mavis! Perfetto! Le mie ship» urlò Gerard, asciugandosi una lacrima «crescono così in fretta» urlò entusiasta.

Erza, Romeo e Wendy erano venuti con lui.

A parte Wendy, lei era stata trascinata da Romeo.

Gerard, infatti, sapendo che avrebbero fatto pace, si era intrufolato nella stanza delle telecamere, dove un tempo il padre di Lucy, controllava la situazione in ogni stanza.

Gerard ringraziò mentalmente quell'adorabile uomo. «Io lo sapevo! Ho un buon occhio per le ship!» ripeté nuovamente mentre Erza e Romeo scoppiarono a ridere.

Wendy, un pò confusa, si rivolse a Romeo «ma che ci faccio io qui?» gli chiese.

Romeo le avvolse le spalle con un braccio «oh piccola Wendy, questa è una vera e propria sezione di stalking» le disse sorridendo.

E Wendy si sentì gelare, erano tutti matti.

[7953 parole]

~Angolo Autrice~
Finalmente dopo tre mesi sono riuscita a finire questa One-shoot, alla quale tengo maggiormente poiché è legata a un momento importante della mia vita.

Spero che questa Os, con intrecci "amorosi" e un pizzico di ironia vi sia piaciuta.

Alla prossima,

~Aly ❤️

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