CAPITOLO XVII
<Ryan?>
Ma cosa diavolo ci fa lui qui?
<Che cosa ci fai qui?> chiede Deianira, ma prima che potesse risponderla inizia a correre tra gli alberi allontanandosi da noi.
Non posso credere che ci abbia seguito fino a qui solo per spiarci.
Giuro che gli romperò la faccia con tutta la forza che adesso stanno sprigionando le mie mani. Non lo doveva fare, non doveva interferire tra noi due.
So che anche lui prova qualcosa per lei, altrimenti non reagirebbe così ogni volta che ci vede insieme, ma deve farsi da parte, lei fa parte di me!
Mi infilo i pantaloni, rimanendo a dorso nudo e anche Deianira fa lo stesso.
<Non posso crederci...> sussurro quasi.
<Aiden resta calmo> è l'una cosa che riesce a dirmi Deianira. Sa quanto do di matto quando Ryan si intromette in cose che non gli riguardano e sa che non tollero il suo comportamento.
<Dobbiamo tornare a casa, sarà andato di sicuro lì> afferma.
<Si ma come? È notte fonda e non conosciamo la strada del ritorno.> mi appoggio con la schiena ad un albero quasi esausto da quell'incontro così spiacevole.
<Beh non sappiamo il tragitto per terra, ma per aria non ci vorrà nulla> esclama quasi contenta di dover di nuovo volare.
<Si ma...>
<Niente ma, adesso aggrappati a me e non mollare la presa fin quando non avrai toccato con i piedi a terra. Hai capito?> mi ordina, così mi limito ad accennare ed eseguo senza contestare.
Mi aggrappo ai suoi fianchi, i nostri visi sono così vicini che i nostri respiri si mescolano. Fa una piccola rincorsa prima di prendere la spinta per saltare nel cielo.
Da terra non si vedeva così bene il cielo, per colpa delle grosse chiome degli alberi che impedivano la visuale; solo adesso vedo che è un tappeto di stelle, con la luna perfettamente sferica e più luminosa che mai.
Ho sempre creduto al potere della luna e all'influenza che esercita sugli esseri umani. Ci sono infinità di leggende su di essa, ma le leggende non sono altro che fandonie raccontate a bambini per dare delle spiegazioni a cose che in realtà non conosciamo.
Mi fermo un attimo a osservare le sue ali. Devo ancora accettare che ci sono cose, che da quando ero piccolo ho negato l'esistenza, ed ora, invece, sono proprio qui, davanti ai miei occhi, in tutta la loro maestosità e bellezza. Non smetterò mai di incantarmi davanti alla luce luminosa che emanano.
Deianira mi tiene stretto a sé, come se potessi cadere da un momento all'altro, ma questa volta no! Non la lascio... non la lascio per nulla al mondo. Lei mi ha salvato e nessuno potrà portarmela via; non mi interessa contro chi dovrò andare ma per lei rischierei di tutto.
Superato il bosco, ritorniamo alla zona dove si trova la casa, e vediamo, giusto in tempo, Ryan che sta correndo lungo il viale per entrare nella recinzione. Sta saltando sul recinto per entrare dentro il cortile, illuminato dal lampione.
Accumuliamo velocità quando Deianira inizia a sbattere le ali sempre più forte. Atterriamo con un tonfo proprio un attimo prima che Ryan potesse entrare in casa, facendo alzare un piccola nube di terreno attorno a noi.
Ryan ci guarda con aria terrorizzata, e sento che la forza dentro di me si sta mescolando alla rabbia che mi sta accecando la vista.
Rimaniamo per un attimo tutti e tre fermi e prima che potessi avvicinarmi, Deianira mi stringe con entrambi le mani il braccio, come per dire "Resta calmo".
Le faccio un piccolo cenno con il capo, staccandomi da lei e andando verso Ryan, che inizia ad indietreggiare:
<Come hai potuto seguirci fino e dentro il bosco? E per lo più spiarci? Non hai capito che devi farti gli affari tuoi e non ti devi intromettere nei nostri? L'hai capito o no?>
Sto gridando, ma non mi interessa. Faccio fatica a rimanere fermo, andando contro il mio corpo che in questo momento vorrebbe scaraventarsi su di lui e atterrarlo sul terreno.
<Non posso farmi gli affari miei, quando c'entro anche io in questa storia! Tu non eri previsto nel suo destino, come non eri previsto nel nostro incontro. Voi non potreste nemmeno stare insieme. Ma ora la vostra unione può solo peggiorare le cose.> si gira di spalle inizia a camminare passandosi le mani nei capelli.
Io e Deianira ci guardiamo stupiti da quella frase che gli è uscita di bocca.
<Cosa significa non possiamo stare insieme? Rispondi Ryan.> non sto più gridando come prima. Non ho nemmeno più le forze per riuscire a parlargli, infatti non so perché non me ne sono ancora andato dopo quello che ha detto.
<Questo non spetta a me dirtelo, ma c'è qualcosa di molto più grande e di molto più importante delle vostre cose private. Queste cose possono essere solo una distrazione per lei dal raggiungimento del suo obiettivo.>
Una distrazione? Io?
Ma di cosa stiamo parlando...sto perdendo il filo del discorso man mano che Ryan parla. Che senso ha allora tutto questo?
Basta! Non resisto più! Vado incontro a Ryan ma Deianira si intromette quando stavo a un passo da lui.
<Ora basta. Non ce la faccio più a vedervi litigare. Basta!>
Il mio sguardo resta incollato in quello di Ryan e ora come ora, nemmeno il tocco delle sue mani riesce a farmi qualcosa.
<Ti avevo detto di stare calmo Aiden...>
<Calmo? Come faccio a stare calmo? Ma hai sentito quello che ha detto? Lo hai sentito? Io non...> sbuffo all'aria passandomi una mano sul volto.
Mi prende il viso tra le mani e mi guarda dentro, perforandomi come fa sempre:
<Sistemeremo tutto, te lo prometto. Ma tu mi devi solo promettere che resterai calmo e non farai pazzie ti prego.>
Non ho mai fatto promesse, ma questa so che la devo mantenere così le dico in modo che solo lei può sentire:
<Te lo prometto.>
Ryan continua a guardarci infastidito, e fa bene ad esserlo.
<Per evitare altri inconvenienti stasera resterò in camera con te Deianira.> dice dal nulla Ryan.
<Cosa? Non esiste, non lascerò che rimanga tu da solo con lei tutta la notte!>
<Ah si, altrimenti cosa fai?>
Mi vuole sfidare? Non sa contro chi si sta mettendo!
Ci avviciniamo arrivando a fare petto contro petto, ma Deianira ci separa:
<Altrimenti niente. Basta vi ho detto e non fatemelo ripetere un'altra volta. Non conosco ancora i miei poteri e non ho voglia di sperimentarli su di voi. Quindi piantatela!>
Ci allontaniamo, ma io so che Ryan non cambierà idea su quanto detto poco fa, e non ci lascerà mai in pace.
<Bene allora facciamo così, rimarremo tutti e due fuori la sua porta tutta la notte, se proprio ci tieni a restare con lei.>
So che lo sto mettendo in imbarazzo, ma è ciò che si merita.
<Va bene...> si limita a rispondere.
Con tutto questo trambusto però, Celeno sta ancora dormendo. Avrà le orecchie otturate per non sentire tutto il baccano che abbiamo creato.
Entriamo in casa prima io e Deianira, lasciando Ryan per ultimo.
Salendo le scale prendo la e arriviamo fuori la sua stanza. Ryan è ancora di sotto a fare non so cosa, così colgo l'attimo per dirle:
<Io resterò qui tutta la notte. Se hai bisogno di qualcosa basta aprire la porta. Scusa per prima ma non ho saputo trattenermi...>
Non sono mai stata una persona violenta anzi ho sempre scelto la pace alla violenza. Ricordo di quando facevo concludere le risse tra i miei amici dicendo delle parole sagge, oppure facevo calmare i loro bollenti spiriti in qualcosa di più sensato.
Abbasso pian piano il capo, cosi lei inizia a stringere la mia mano tra le sue...
<Hey non fa niente, lo so che lo fai per me, ma non sappiamo cosa ci aspetta lì fuori, quindi per il momento dobbiamo restare calmi. Io non mi muoverò di qui stai tranquillo, la notte passerà in fretta e ci rivedremo subito domani mattina per la colazione. Buonanotte.>
Si allunga per darmi un piccolo bacio sulla guancia, prima di entrare nella sua stanza, lasciandomi da solo, per la seconda volta.
So che non è colpa sua, ma io non riesco a starle lontano, è più forte di me. Il mio cuore, in un modo o nell'altro, è legato al suo.
Sento i passi di Ryan salire le scale così mi affretto a ricompormi.
Entra nel corridoio con due tazze fumanti in mano e quando mi si avvicina me ne porge una.
<So che il rapporto tra me e te non è dei migliori, ma ciò non significa che voglia il tuo male, quindi prendi questa tazza, perché sarà una notte molto lunga, che tu lo voglia o meno.>
Ryan che fa il gentile con me? Mi sono perso qualcosa?
Forse però non ha tutti i torti. Anche lui come me vuole proteggere Deianira, ma sono io che glielo sto impedendo.
Eppure Ryan ha qualcosa di familiare, non so perché, ma mi ricorda qualcuno, ma non so chi. Forse l'avrò visto su qualche social, ma non ricordo quale.
Prendo la tazza con la cioccolata calda e gli faccio un cenno per ringraziarlo.
Ci appoggiamo entrambi ai due lati della porta scivolando sul pavimento, sorseggiando, un po' alla volta, la cioccolata che ormai ha fatto diventare calda anche la tazza.
Il primo sorso riesce a darmi un po' di carica.
Ho sempre amato la cioccolata, da quando ero piccolo. La bevevo in ogni momento del giorno, anche se era estate. Mi divertivo a prepararla insieme a mia madre.
A proposito, mia madre! Non la sento da molti giorni, che sbadato, le avevo detto che l'avrei chiamata ogni giorno, ma tutto sto facendo fuorché questo.
Prendo il cellulare che è sempre stato nella mia felpa e apro la galleria messaggi. È piena di messaggi di mia madre, qualcuno del mio gestore telefonico altri sono del mio direttore di lavoro e un altro è di...Zac?
Premo sopra per vedere cosa c'è scritto e a mia sorpresa compare prima un immagine di noi due quando eravamo piccoli mentre giocavamo con sotto scritto:
"So che ho sbagliato tutto, ma il mio amore fraterno verso di te non cambierà per nulla al mondo. Ti voglio bene, Zac"
Anche io lo vorrò sempre bene, dopotutto rimane sempre il mio migliore amico, ma adesso non posso occuparmi anche di questa cosa.
Premo invece su uno dei tanti messaggi di mia mamma dove esce scritto:
"Tesoro mio perché non mi stai chiamando più, sono molto preoccupata, chiamami appena puoi!"
Un altro invece dice:
"Sei proprio un imbranato lo sai, ma non fa niente ti voglio sempre bene."
Un altro ancora:
"So che sei molto impegnato con il lavoro, ma ricordati sempre che hai una madre da questo lato che si preoccupa tutti i giorni per te. Fammi avere tue notizie ti prego, sto dando di matto! Ti voglio bene!"
Non le ho nemmeno detto che ormai non ho più un lavoro, che la mia vita è cambiata del tutto, ma so solo che non la farei dormire la notte. Sto sbagliando tutto con lei e so che non se lo merita, ma lo faccio solo per il suo bene. Non voglio farla stare male a causa mia, ne ha già passate tante. Le invio un piccolo messaggio con su scritto che sto bene, che va tutto alla grande e che le voglio bene.
<Con chi parli a quest'ora di notte?> mi chiede Ryan incuriosito.
<Con nessuno, fatti gli affari tuoi.>
<Oh va bene, ma sai non potrai stare tutta la notte senza parlarmi> dice sorseggiando dalla sua tazza. Lo ammetto a malincuore, ma ha ragione.
<Bene Ryan, visto che hai tanta voglia di parlare perché non mi dici come hai fatto a seguirci nel bosco?>
So che non si aspettava questa domanda, ma prima o poi dovrà dirmelo o altrimenti lo scoprirò da solo, a modo mio.
<Beh, ho sentito dalla mia stanza la tua porta spalancarsi e la voce di Deianira. Non ci ho messo molto a capire che stavate complottando qualcosa. Così mentre ti diceva di vestirti, ho fatto lo stesso anche io.>
Ha sentito tutto, ogni minima parola che è uscita dalle nostre bocche è arrivata al suo orecchio. Trattengo la rabbia per la promessa che ho fatto a Deianira perché mi sono bastate queste parole per potergli saltare addosso e riempirlo di botte.
Gli faccio cenno di proseguire:
<Ho aspettato che voi scendeste per affacciarmi alla finestra e vedere che stavate spiccando il volo. Così sono sceso di corsa e ho seguito il bagliore che emanavano le sue ali tra gli alberi. Fortunatamente ho una vista acuta ma...>
<Non mi interessa delle tue doti da super eroe, continua.>
Sospira un attimo e poi continuare a parlare...
<Quando sono arrivato eravate stesi sul prato a... a baciarvi. Ho cercato di andarmene ma le foglie sotto i miei piedi hanno iniziato a fare rumore. Pensavo che non mi avreste visto. Ma poi la luce della luna mi ha illuminato in viso e mi avete scoperto.> lo dice con aria dispiaciuta <Io non volevo interferire nelle vostre cose private, ma ho avuto l'ordine di tenerla d'occhio. Non avrei pensato che saremmo arrivati a rimanere come due statue fuori la sua porta a farle la guardia>
<Beh perché allora ci tenevi così tanto a stare in camera con lei? E perché non mi hai detto che dovevi tenerla d'occhio? Non l'avrei di certo fatta uscire nel bel mezzo della notte se solo l'avessi saputo.> è la rabbia che ora sta parlando.
<Lo so, ho sbagliato, ma non sei l'unico che prova qualcosa per lei...>
A quelle parole mi sale la bile in gola e l'odio che provo verso di lui, aumenta sempre di più.
Resta calmo, resta calmo...
<Tu cosa?> sono le uniche parole che riesco a dire.
<Stai tranquillo, lei non potrà mai scegliere me, lo si capisce dal modo in cui ti guarda, potrai anche reputarmi un diavolo senza cuore, ma non sono scemo e queste cose le capisco, quindi sta tranquillo, non cercherò di rubartela, ma voglio solo il suo bene.>
Non so cosa rispondere.
Buio. Buio totale nella mia mente.
È vero l'ho giudicato troppo presto dalle sue azioni, ed ho sbagliato. Ma non riesco ancora a fidarmi di lui.
<Va bene, accetto le tue scuse.>
<Grazie.> dice tra se e sé.
Continuo a bere la cioccolata per calmare il mio umore, troppo agitato per stare calmo.
Restiamo per quasi dieci minuti in silenzio fin quando Ryan non mi chiede:
<Allora, come sei arrivato qui a Vancouver?>
Non so se dovrei dirglielo o meno, ma come ha detto lui, non posso restare in silenzio per tutta la notte.
<Beh mi sono dovuto trasferire perché Portland non faceva più per me. Avevo troppi brutti ricordi...>
<Del tipo?> continua a chiedere.
<La mia infanzia, il mio migliore amico, non ho passato una bella adolescenza a Portland, se non fosse stato per mia madre che, anche se mi ha cresciuto da sola, è sempre stata a sostenermi in qualsiasi cosa. Per questo, visto che avevo perso il lavoro e vivevamo di un solo stipendio, ho deciso di trasferirmi a Vancouver e di trovare lavoro. Ma poi è arrivata Deianira e mi ha stravolto la vita.>
Ryan fa un piccolo sorriso, come se fosse divertito. Come biasimarlo.
<Accidenti amico, proprio una bella storia eh. E perché tuo padre vi ha abbandonati?>
Mio padre? Io non l'ho proprio nominato nel racconto.
<Come sai tu che mi ho padre ci ha abbandonati se in ciò che ti ho detto non l'ho proprio menzionato?>
Inizia a farsi pallido in faccia, come se avesse rivelato qualcosa che non doveva dire.
<Ryan rispondi. Come fai a saperlo?>
Cerca di parlare, ma...
Sentiamo un tonfo provenire dalla stanza di Deianira.
Di scatto ci mettiamo sulla difensiva fuori la porta.
Non ci sono rumori e con una forte spinta della spalla, mi butto sopra la porta, spalancandola.
Sembra tutto tranquillo, ma a differenza di una cosa...
Lei non c'è.
ANGOLO AUTRICE:
Deianira è sparita. Cosa le sarà mai successo?
E Ryan come fa a sapere cosa ha fatto il padre di Aiden?
La storia tra Deianira e Aiden si sistemerà?
Scopritelo nel prossimo capitolo♥️
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