CAPITOLO XII


Cosa mi vorrà mai mostrare alle 2:00 di notte ?
Mi sta spaventando... Non proferisco parola, allora mi prende per mano e mi trascina.
Mi sta portando in bagno, abbasso gli occhi sulla sua schiena e non riesco a credere a ciò che vedo...
Ha la maglia imbrattata di sangue, vedo la macchia che man mano si amplia.
È di color rosso, ma non il rosso che usciva dalle mie ferite quando cadevo dalla bicicletta; è un rosso puro.
Non credo di aver mai visto del sangue così...
Entriamo in bagno, ormai terrorizzato,e senza pudore lei... si sfila la maglia.
<Cosa stai fa... facendo?> metto una mano sugli occhi.
<Mettiti la maglia Deianira! io...io non posso vedere>
Lei mi strattona la mano da davanti gli occhi.
<Devi guardare...guarda, che cosa mi sta succedendo. Mi brucia, non lo sopporto>.
Non ho mai visto una cosa più strana di questa.
Le cicatrici sulle scapole si stanno aprendo, come ferite non rimarginate.
Esce tanto sangue, cosa faccio?
Prendo l'asciugamano e inizio a tamponarle le ferite, cercando di fermare il flusso.
Alzo lo sguardo verso lo specchio e i suoi occhi mi scrutano dal riflesso; ha gli occhi socchiusi, e stringe i denti, probabilmente perchè le fa tanto male...
Senza volerlo i miei occhi ricadono sul suo reggiseno, nero, senza bretelle.
Mi sento impacciato, ma non arrossisco, sono troppo preoccupato.
Mi strappa l'asciugamano di mano,togliendola da sopra le ferite.
Si volta con il corpo verso di me, lasciando lo sguardo dietro, cerca di vedere.
Con un ringhio si aggrappa alla mia spalla, mentre con l'altra mano si estrae qualcosa dalla spalla...
Mi stringe sempre di più, sta quasi per crollare. Ma la tengo forte con il braccio nei fianchi.
Ha qualcosa tra le dita, e respirando affannosamente, si volta per mostrarmelo.
È bianco, ha la forma di una piuma; lei me la porge ed io la accolgo tra le mani chiuse a coppa. Ha la stessa consistenza di...di una nuvola !
<Ma cosa... ma cosa è, non è possibile. È uno scherzo vero? >
<Io...io..> non finisce la frase, perchè, mi crolla davanti agli occhi; cerco di afferrarla e arriviamo a sfiorare il pavimento.
Ha perso i sensi e giace così, a terra e tra le mie braccia.
<Deianira, Deianira! Svegliati, apri gli occhi per piacere! >
Sono in preda al panico, reagisco di impulso; le metto le mani nell'incavo del ginocchio e la alzo.
Apro il rubinetto dell'acqua gelata, e la infilo sotto...
I capelli bagnati le incorniciano il viso, e il sangue si sta spargendo nel piatto.
Non prende conoscenza, non apre gli occhi.
<Cazzo Deianira, svegliati! >
La trascino fuori, coprendola con un'asciugamano.
Mi serve aiuto.
Mi avvolgo un suo braccio intorno al collo, e prendo le chiavi della macchina; la devo assolutamente portare in ospedale, speriamo che non sia troppo tardi...
Il sangue continua a colarmi dal braccio, apro la porta ed esco.
Mentre corro per il corridoio, mi sento una mano sulla spalla...
<Ryan! Aiutami, lei...lei è svenuta, la devo portare in ospedale.> La prende dalle mie braccia .
<Stai tranquillo! In ospedale ASSOLUTAMENTE no!>
<Perchè no? Sta male, la possono aiutare e solo i medici possono suturare le sue ferite! >
Si volta verso di me, prima di entrare in casa mia...
<Di...di quali ferite stai parlando?> è preoccupato.
Si affaccia verso la sua schiena, sgrana gli occhi. Si guarda intorno e poi esclama:
< Non c'è tempo, presto entra e chiudi la porta!>
Lui sa qualcosa, qualcosa che io non so. Forse la conosce? Perchè non me lo vuole dire? Ha fatto un'espressione strana anche quando ci ha visti per la prima volta...
Entriamo in casa la poggia sul tavolo della cucina; inizia ad aprire tutti i mobili della cucina, mentre io sono fermo immobile al mio posto.
<Dov'è? Dove può averlo messo?>
<A cosa ti riferisci?>
<ECCOLO!> e come un premio lo impugna...
Un vasetto di miele? Cosa può farci con un vasetto di miele. Si avvicina a Deianira, ormai priva di sensi da almeno dieci minuti. Ryan le toglie l'asciugamano di dosso, e in questo momento un miscuglio di rabbia e gelosia mi nuoce dentro.
Inizia a spalmarle il miele con le mani sulle ferite, e sembra che man mano si rimarginino. Per completare le alza leggermente la testa, e le fa ingerire una piccola dose. D'improvviso, inizia pian piano ad aprire gli occhi e sento subito un peso che si toglie dallo stomaco. Mi sento sollevato.
Neanche il tempo di riprendersi, Ryan si avvicina e le prende il volto tra le mani. Cosa diavolo fa?
<Non avere paura, passerà tutto in fretta. Loro stanno arrivando ma io combatterò insieme a te.> le da un bacio sulla fronte. Non mi sono accorto che... mi sono avvicinato a lui e l'ho tirato via da lei.
Vedo Deianira molto confusa; Ryan, dopo avermi incenerito con lo sguardo, ritorna a puntarlo nei suoi.
<Stai avendo dei sogni vero? Sogni strani>
Lei annuisce e sembra troppo scossa per dire una parola, nel frattempo mi guarda e io la incito ad ascoltare:
<Non temere perchè tra poco ricorderai tutto, ti aiuterò io, io ci sarò...> le sussurra Ryan.
Dopo averle fatto una carezza sulla guancia, si avvia sulla porta, ma non posso lasciarlo andare, devo parlargli. Non può entrare nella nostra vita, portare dubbi come se nulla fosse. Mi avvicino:
<Ryan vorresti dirmi che cosa diavolo sta succedendo, entri in casa mia e pretendi di andartene così? Senza una spiegazione a tutto ciò che è successo? Cosa sai di lei, dimmelo!>
È tranquillo, non so se lo faccia per farmi arrabbiare ancora di più, o perchè realmente lo è.
<Non preoccuparti, tempo al tempo, le risposte arriveranno da sole.>
Mi da una pacca sulla spalla e prima di chiudersi la porta alle spalle dice: <Noi ci vediamo domani, adesso non uscite e restale accanto altrimenti la porto in casa mia.> Fa un sorrisetto compiaciuto, in segno di sfida, e si chiude la porta alle spalle.
Prima di entrare rimango paralizzato in mezzo al corridoio. Quella era una sfida? Ma chi si crede di essere, non è nessuno per portarmela via!
Rientro in casa sbattendo la porta, e quando entro vedo che Deianira e intenta ad alzarsi. Le vado subito vicino per aiutarla. Allungo lo sguardo verso la sua schiena e vedo che le ferite si sono rimarginate del tutto. Non so come abbia fatto il miele a guarirla.
<Come ti senti?> le sussurro con un filo di voce.
<Ora bene...>
L'aiuto a scendere.
<Il divano è tutto sporco di sangue, quindi penso che sia meglio che dormi nel mio letto, io... io>
<No no, non voglio stare da sola, resta con me!>
Che le posso dire. Le sorrido e ci avviamo entrambi verso la camera da letto. Vedo che non riesce a reggersi in piedi allora, senza chiederle il permesso, la prendo in braccio mentre avverto un risolino.
<Aiden io in realtà, avrei bisogno di una doccia...>
<Ah...ah giusto, ehm... riesci a farlo da sola?>
Ma che cavolo di domanda le ho fatto? È ovvio che deve farlo da sola, chi la può aiutare altrimenti. In questa casa ci sono solo io e non ho di certo intenzione di chiedere aiuto al mio vicino tanto simpatico.
<In verità no, non ho le forze, tranquillo la posso fare vestita se questo significa che mi darai una mano.>
Forse ha detto così perchè ha visto il mio imbarazzo.
<Certo... certo> sono un disastro, non sarebbe la prima volta che vedo qualcuno in intimo. Ma sento che con lei è diverso, non mi fa lo stesso effetto che mi facevano le altre ragazze. Lei è diversa.
L'accompagno in bagno e la faccio scendere. Mi sento come un vuoto nel petto appena poggia i piedi al pavimento, mi ero abituato al suo peso. Entra nella doccia e si sfila il pantalone...
Cavolo! Non devo vedere!
Faccio di tutto per non guardare nessun punto fisso del suo corpo e faccio roteare gli occhi da una parte all'altra. Apro il rubinetto, prendo la spugna e ci verso sopra del bagnoschiuma alla menta. Inizio a strofinare delicatamente sulla sua schiena. Al contatto con la sua pelle, un brivido leggero mi percorre il corpo.
Continua a sciacquarsi da sola, e prima di uscire le porgo l'asciugamano e la maglia del mio pigiama, presa dall'armadio ed esco dal bagno. Lascio la porta aperta nel caso le serva aiuto, ma non oso interferire.
Dopo vari minuti mi raggiunge in camera e dopo che le ho scoperto il letto, si infila sotto le coperte. Rimango un po' a realizzare che ci sia una ragazza nel mio letto. Non ho mai dormito con una ragazza.
Prendo coraggio e faccio lo stesso, mi stendo al suo fianco. Questa cosa l'ha talmente scossa, non passa tempo che è già caduta in un sonno profondo.
Per non so quanto tempo continuo a fissare il soffitto, fin quando non sento le coperte muoversi, e noto che Deianira si sta muovendo. Ho paura che siano riaperte le ferite... ma cessa di muoversi quando si poggia sul mio petto. Non so se riesca a sentire come è accelerato il mio battito, ma finalmente trovo la pace. E dormiamo così: due corpi, un solo battito.

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