Ultimo atto
Aelita
-Campo energetico!
La sfera rosa investe in pieno Therese. Avrebbe anche potuto portarla a casa Jeremy, ma in questo momento, visto che era impegnato ad accertare le condizioni di Laura e William, ho preferito fare da me. Riesco a risentirlo solo dopo aver accompagnato Ulrich alla Skid:
-Aelita, tutto bene?
-Sì- confermo. - E là? Come stanno i ragazzi?
-Sono crollati, ovviamente- mi riferisce. - Ma credo sia normale, dopo quel che è successo loro. Devo riportarti indietro, ora che la torre vulcano non è più attiva?
-Io resto qui: se dei mostri attaccassero la nave, troveranno pane per i loro denti- annuncia il samurai sfoderando le sciabole.
-Aelita?- ripete Jeremy.
-Io... io vado alla Green Phoenix- dico risoluta. Ulrich mi guarda stranito e credo che nemmeno sulla Terra la reazione di Jeremy sia diversa:
-Alla Green Phoenix?- chiede, e definirlo sorpreso non renderebbe pienamente il concetto. - Ma parli sul serio?
-Ti sembra che stia scherzando? So che Odd e Yumi potrebbero benissimo cavarsela senza più mostri tra i piedi, ma non si tratta di questo. Potrò sembrarti odiosa, ma voglio essere io a distruggere quel dannato supercomputer una volta per tutte. È come un modo per saldare il conto che ho con quell'organizzazione.
-Credo di capire, ma... davvero vuoi andare in quel posto? Sei sicura?
-Trasferiscimi ora, Jeremy- chiudo il discorso, abbassando lo sguardo. Pochi istanti dopo il mio corpo si smaterializza per poi riapparire in una specie di sgabuzzino.
Odd
-Einstein, come vanno le cose al settore vulcano?- domando.
-Al momento non ci sono problemi, Ulrich è rimasto a proteggere la Skid in caso di attacco. Vi ho mandato Aelita, dovrebbe stare per raggiungervi.
-Aelita? E perché?
-È stato il suo passato a spingerla a prendere questa decisione. Dice che vuole distruggere il supercomputer, evidentemente il rancore che prova verso la Green Phoenix non l'ha mai abbandonata, dopo tutto questo tempo.
-E lo credo bene- commento. - Se rapissero mia madre, mi costringessero a fuggire e obbligassero mio padre a sparire per più di un decennio dopo avermi abbandonato in un mondo virtuale all'interno di un computer, penso che il minimo che vorrei sarebbe fargli a pezzi il covo.
-Va bene... in ogni caso stando alle posizioni dovrebbe essere sì e no a cinquanta metri da voi.
-La fai facile- sospira Yumi. - Cinquanta metri di questi corridoi equivalgono ad un labirinto.
-Non preoccupatevi, la sto guidando io. In questo modo dovrebbe arrivare in nemmeno due mi...- improvvisamente si interrompe lasciando a metà la frase.
-Einstein?- lo chiamo, ma devo ripetere il suo nome due volte prima di ricevere finalmente una risposta.
-Jeremy, ci sono problemi?- chiede sospettosa Yumi. In quel momento sentiamo un' altra voce:
-Ragazzi!- Aelita ci viene vicino.
-Non puoi proprio stare lontana da me, eh, Principessa?- scherzo, guadagnandomi un cazzotto sul braccio.
-Ahi!- mi lamento.
-Ragazzi, credo che le cose al settore vulcano non siano più estremamente calme- riprende a parlare Jeremy.
-In che senso? Ci stanno attaccando?
-Precisamente. Qui rilevo tre Mante e due Block, Ulrich sta facendo del suo meglio, ma.. .
-Di' semplicemente che qualcuno deve dargli una mano ed evita i giri di parole, per una volta- lo interrompo.
-E va bene, Mister Diretto! Chi si offre per andare?
Aelita fa una faccia dispiaciuta:
-Credo che mi tocchi ritornare, allora- mormora.
-No- Yumi scuote la testa. - Vado io. Ho perso abbastanza punti vita, probabilmente un solo altro colpo basterebbe a rispedirmi indietro comunque. Tu sei più utile qui... inoltre, non vedo perché dovrei impedirti di far vedere a quest'organizzazione da quattro soldi chi sia Aelita Schaeffer!
Fa un occhiolino all'amica, che ricambia col sorriso più grato che abbia mai visto.
-Non so come ringraziarti, Yumi.
-Figurati! Così, avrò anche un'occasione per... no, nulla- si sventola una mano davanti al volto fingendo di scacciare qualcosa.
-Fossi in te direi a Ulrich di andarci piano, Jeremy- suggerisco maliziosamente. - O non gli rimarranno più energie per...
-ODD!- urla la giapponese prima di sparire dalla nostra vista.
-Ragazzi- richiama la nostra attenzione Einstein. - Credo di avere ottime notizie. Forse ho localizzato quegli scienziati, e anche il supercomputer!
-Sul serio? - chiedo entusiasta.
-Ti sembra che sia il momento di scherzare? Ovviamente dico sul serio! Svoltate due volte a sinistra, una a destra e poi di nuovo a sinistra, dopodiché proseguite dritto fino alla fine del corridoio e aprite la porta che non ne ha un'altra subito accanto. Se i miei calcoli non sono errati dovrebbero trovarsi lì.
-Perfetto, andiamo subito. Vieni Principessa, finalmente potrai fare quel che volevi!
Lei annuisce soddisfatta e ci mettiamo a correre nell'immensa base della Green Phoenix seguendo le indicazioni del mio amico, giungendo a quella porta oltre la quale dovrebbe trovarsi ciò che una volta distrutto metterà fine a combattimenti, pericoli e missioni, ma anche a bei momenti che comunque abbiamo avuto l'occasione di vivere.
-Allora... chi la apre?- chiedo guardando Aelita.
-Insieme?
Annuisco.
-Al tre. Uno, due... tre!
Mettiamo entrambi una mano sulla maniglia e la spingiamo giù, preparandoci a trovare quei due tipi e far loro vedere chi siamo. Entro mettendomi nella posizione in cui sono solito stare quando sparo, ma...
-Aelita, guarda!
Lei corre a vedere: quei due, Drake e Terence, stanno appollaiati ognuno sul davanzale di una finestra, guardando di sotto.
-Ehi, voi, che cavolo avete intenzione di fare?
Quello scheletrico e coi capelli sporchi che gli ricadono sul rivoltante volto prende la parola:
-Ciò che abbiamo giurato di fare all'organizzazione: se mai fossimo stati messi alle strette e non ci fossero state vie di fuga, avremmo dovuto imboccare l'unica possibile: la morte.
-Ma che... FERMI!
I due colleghi saltano nel vuoto, e io e la mia amica corriamo a vedere a che piano ci troviamo. Lei arriva prima di me alla finestra, ragion per cui preferisco desistere dal mio proposito iniziale:
-Quanto... quanto è alto?- chiedo, col respiro affannoso per la scena alla quale ho appena assistito.
-A occhio non so dirlo esattamente- sussurra con gli occhi spalancati. - Di sicuro non meno di quindici metri. Ma ci sono degli alberi che mi impediscono la visuale proprio qui sotto, perciò non vedo la zona dove dovrebbero essere i corpi.
-Mh...
-Ragazzi- ci chiama Jeremy - Cosa è successo?
-È successo che abbiamo appena assistito a un doppio suicidio degno della Battle Royale...- gli dico.
-Non mi dirai che quei due...
-Esatto.
-Oh mio Dio... ad ogni modo, ce ne preoccuperemo dopo, ora dovete distruggere il supercomputer.
Mi guardo intorno, cercando di riprendere a ragionare lucidamente, e lo vedo: è un apparecchio molto simile a quello che abbiamo alla fabbrica, tranne per il fatto che è nero e possiede quattro schermi invece di tre. Sopra ognuno di questi ci sono dei files aperti che non mi prendo nemmeno la briga di provare a decifrare.
-Principessa, a te l'onore- nella mia voce però non c'è traccia di ilarità, dopo quel che ho appena avuto la sfortuna di vedere, non riesco proprio a scherzare. Aelita si avvicina, fissa il tutto un paio di secondi, prima di decidere di mettere fine a tutto, lanciando un campo energetico.
-E così... è finita- bisbiglia.
Jeremy
Non capisco...
A Odd e Aelita ho preferito non dire nulla frattanto che aspetto una conferma, ma qui c'è qualcosa che non va. Generalmente, quando distruggiamo un supercomputer la Replica, o settore in questo caso, che esso contiene, viene totalmente distrutta. Invece, al settore vulcano sembra essere tutto normale.
-Ehi, Ulrich! Non noti qualcosa...di diverso, insomma, là?- chiedo.
-Come? Di diverso? Apparte il fatto che arrivano più mostri del solito, intendi? No, non mi sembra!- esclama scocciato.
-Piuttosto, Jeremy- si intromette Yumi - Come procedono le cose all'organizzazione? Aelita non ha ancora distrutto il supercomputer?
-Sí. Per questo mi preoccupo: il settore vulcano sarebbe già dovuto svanire da un pezzo
-Ma allora...
-Allora, la spiegazione possibile è una sola- mi rivolgo agli altri due Guerrieri. - Aelita, Odd... Avete appena distrutto un falso.
Aelita
Falso.
Non può essere. Non dopo tutto quel che abbiamo visto...
-Jeremy, ma se lo fosse stato, perché quegli scienziati si sarebbero tolti la vita?- tutto questo non ha senso, infatti.
-Non lo so- mi risponde. - Magari non lo sapevano, è l'ipotesi più probabile. Può darsi che ancora non ne fossero stati messi al corrente.
-E dove si trova, il vero supercomputer?
-In verità, non lo so, ma credo di avere un'idea: pare che tutta la base della Green Phoenix attualmente sia vuota, devono averla evacuata quando hanno sospettato di essere arrivati alla frutta. Marthine mi ha detto che Drake e Terence erano stati incaricati da un certo "lui", qualcuno ai piani alti, di occuparsi di voi. Ebbene, qui rilevo una presenza sola nell'intero edificio, a nemmeno cento metri da voi, e credo proprio che sia "lui", nella stanza del vero supercomputer.
Non so spiegarlo, ma a sentire quel "lui" il mio stomaco va come in subbuglio, però decido di andare fino in fondo a questa storia una volta per tutte:
-Puoi indicarci la posizione esatta di questa persona?
Riceviamo le indicazioni e ripercorriamo la strada fatta prima a ritroso, aggiungendo un altro paio di corridoi nei quali ancora non siamo stati.
L'entrata non è diversa, noto. Una porta nera come tutte le altre, che non lascia vedere ciò che vi sta dietro. Metto una mano sulla superficie liscia e fredda, come quando devo entrare in una torre, e sposto il braccio sulla maniglia, che abbasso. Entro, seguita da Odd.
-Bene, bene, bene.
La voce appartiene ad un uomo, seduto su una poltrona girevole dall'altra parte della stanza, in un angolo e vicino a quello che è il vero supercomputer. Potrà avere cinquant'anni, cinquantacinque al massimo, ma ha già i capelli bianchi come la neve che formano una minuscola nuvoletta di ricci sopra la sua testa. Sul volto non ha rughe, fatta eccezione per le zampe di gallina accanto agli occhi acquosi e grigi, nascosti dietro le lenti rettangolari e minuscole degli occhialetti che indossa. Porta, come gli scienziati morti poco fa, un camice da laboratorio, però sbottonato, e sotto ad esso intravedo dei vestiti abbastanza eleganti. Il capo della Green Phoenix, naturalmente.
-Ma tu guarda chi viene a farci visita... tu devi essere Odd, se non sbaglio, ho sentito il tuo nome quando ho avuto le visuali di XANA dei combattimenti. E tu... non ho nemmeno bisogno di farlo, per riconoscerti: la piccola Aelita Schaeffer che torna dopo tutto questo tempo... mi sento lusingato, sul serio. Sei la copia esatta di tua madre- afferma con un mezzo sorriso beffardo.
-Chi cavolo sei?- domando, stando sempre all'erta. La faccia dell'uomo torna seria.
-Il carattere di merda però è quello di Waldo, uguale spiccicata. Immagino di dover evitare i convenevoli, dunque... Il mio nome non ti è dato saperlo, puoi chiamarmi Mago, e come avrai capito sono io a muovere i fi...
-Mago?- Odd scoppia a ridere - Cavolo, ma che razza di soprannome demente vai a scegliere? E sentiamo, tirerai fuori una bacchetta magica e ci farai sparire?
L'altro sogghigna:
-Sai, dispari, spero che questa bacchetta non deluda le tue aspettative- infila la mano in una tasca del camice, rivelando una pistola nera come la pece.
Il mio amico si avvicina minacciosamente a Mago:
-Dispari? Ehi, nonnetto, prova un'altra volta a chiamarmi in questo modo e...- tenta di rifilargli un calcio, ma l'uomo lo blocca con un'inaspettata mossa fulminea. Non so come cavolo sia successo, fatto sta che nel giro di pochi secondi il gatto viola si ritrova col calcio dell'arma da fuoco vicino alla tempia e un braccio a tenerlo completamente bloccato all' altezza del petto e poco piú in basso del collo.
Sento uno sparo.
Sinceramente non mi è proprio passato per la mente che Odd sta semplicemente tornando al settore vulcano. In quel momento l'unica cosa che riesco a fare è creare un campo energetico e indirizzarlo al supercomputer, centrandolo in pieno.
-No!- grida un disperato Mago.- Stupida mocciosa, che hai fatto...
Quello era come il cuore pulsante di questo luogo, una volta distrutto... sta per saltare tutto!
Improvvisamente sento il pavimento tremare sotto i miei piedi. Vedo delle piccole crepe iniziare a crearsi sul soffitto. Un pezzo di questo si stacca, investendo prima l'uomo, che viene totalmente schiacciato, e me subito dopo.
Appaio nel posto principale della Skid.
-Aelita!- mi chiama Jeremy. - Ulrich, Odd e Yumi sono già dentro, dovete andarvene subito!
Non me lo faccio ripetere due volte: muovo i due joystick e porto la nave sopra al mare digitale, immergendoci e lasciandoci alle spalle quel luogo maledetto.
Quando esco dallo scanner, mi sento sorreggere dalle mani di qualcuno, che riconosco immediatamente. Lui mi aiuta a restare in piedi e mi abbraccia, stringendomi a sé.
-Tutto ok?- chiede.
-Sí... credo.
Alzo un attimo la testa, scorgendo William e Laura che dormono l'uno accanto all'altra e Odd che va vicino alla sua ragazza. I miei genitori, vengo a sapere poco dopo, sono andati via con Therese appena hanno saputo che ce l'avevamo fatta: volevano lasciarsi la fabbrica alle spalle il piú in fretta possibile.
Ulrich e Yumi sono avvinghiati tra loro nella stessa posizione mia e di Jeremy.
Per lo meno finché lui non la cambia per baciarmi, dovrei aggiungere.
-Non ci credo!- commenta Odd- Einstein, cos'hai bevuto?
Lui si stacca scocciato per rispondere:
-Vuoi tacere, o deve pensarci Marthine a tapparti la bocca?
Scoppiamo tutti a ridere.
-Aelita- mi dice poi. - Cosa vuoi fare col supercomputer?
-Lo spegnamo, ovvio- rispondo risoluta.
-Quando vuoi farlo?
-Ora stesso, se per voi va bene. Meglio non esitare, per evitare attacchi nostalgici come l'ultima volta.
-Per voi va bene?- chiede agli altri.
Annuiscono tutti, nessuno escluso:
-Dopo la faccenda di Wind, figurati se mi mancherà anche solo un po' quel posto- commenta Ulrich.
-Idem- si unisce Yumi.
-Beh...- mormoro. - Allora, aspettiamo che Laura e William si sveglino per farlo?
-Mh? Fare cosa?- domanda proprio il moro, strofinandosi gli occhi.
-Spegnere tutto. Aelita voleva farlo ora- spiega il mio ragazzo.
-Che state aspettando?
Dopo che anche la nostra amica è uscita dal mondo dei sogni, ci dirigiamo per l'ultima volta al piano di sotto in ascensore, tutti insieme.
Jeremy si avvicina, facendo emergere il macchinario principale.
-Qualcuno vuole dire qualcosa?
-Tira quella leva!- gridiamo in coro per rispondere, mettendoci poi a ridere.
Jeremy non se lo fa ripetere, calando definitivamente il sipario su Lyoko e facendola precipitare nel sonno in cui si trovava quando ha messo piede in questa fabbrica, anni fa.
So cosa pensate...
1) ma non mancavano due capitoli?
2) e la ship?
In effetti, manca ancora un capitolo conclusivo che mi sto progettando da giugno, e che spero di riuscire a pubblicare domani (ma dato che per fare questo ci ho messo tre ore al computer e mia madre si è messa a urlare che non posso cazzeggiare cosí potrei anche finirlo sabato -.-)
Anyway, all'ultimo capitolo, la zia vi saluta per oggi!
Kincha007
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