Strane comparse

Odd

In sala mensa oggi non mi siedo coi miei amici, ma loro sanno già il perché. Non ho esitato a dirlo subito loro: è passato troppo tempo ormai, e mi sono preso alcuni giorni di tempo... ma è arrivato il momento di fare la mia nuova conquista in amore, vista la preparazione che ci sto mettendo.

Come sospettavo, Marthine non ha ancora molti amici: si è seduta da sola al suo tavolo e sta mangiando con espressione assorta, gli occhi puntati sul piatto. Una persona normale aspetterebbe semplicemente il momento opportuno ma io, che non sono una persona normale, l' ho creato.

- Ehi - attiro la sua attenzione sedendomi di fronte a lei. - È tuo questo? - le sventolo davanti il suo quaderno.

Beh, che domande, certo che è suo... mi sono preso la briga di sfilarglielo dallo zaino personalmente, sotto lo sguardo rassegnato di Ulrich che scuoteva la testa contrariato. Ma lui non può commentare, imbranato com'è... anzi, qualche giorno devo ricordarmi di dargli qualche dritta per Yumi, o questo non si sbrigherà mai.
Marthine alza la testa e assume un'aria sorpresa:

- Oh, certo! Mio Dio, mi stavo proprio chiedendo dove fosse finito! Dove l' hai trovato?

- Nel corridoio, c'era il tuo nome e sono venuto a portartelo - sfodero un sorriso a trentadue denti.

- Grazie mille... come ti chiami? - chiede timidamente.

- Odd della Robbia. Ricordatelo, perché sentirai spesso parlare di me! E tu sei...?- domando mentre lei ride al mio fingere di non ricordare come si chiami.

- Marthine Aubral. E dimmi, perché saresti una "leggenda vivente"?

- Beh, sono l'unico capace di beccarsi sei ore di punizione in due ore di scuola - elenco i miei record. - E che riesce a farsi odiare da Jim in meno di dieci minuti ogni volta che mette piede in palestra. Anche se alla fine non è mai tanto arrabbiato, ma questi sono dettagli. Tu invece? Non sembri il tipo che si fa mettere in punizione... mmm, direi proprio di no.

- Preferisco non intaccare il voto di condotta... poi non ho molta gente con cui chiacchierare o cacciarmi nei guai, lo avrai capito da solo. Sono arrivata appena una settimana fa e non conosco praticamente nessuno in questa scuola.

- Non hai deciso di venire in collegio, deduco.

- No... - sospira. - È che i miei hanno divorziato tre settimane fa e mio padre, con il quale sarei dovuta rimanere, è stato trasferito dall'azienda dove lavora e adesso si ritrova a viaggiare in continuazione. Mia madre appena dopo il divorzio se l'è svignata con un nuovo compagno in Svizzera e papà non aveva molta scelta se non mettermi in collegio. Sono parigina e la nostra casa è vicina. Papà tra un viaggio e l'altro ha promesso di venire a trovarmi sempre. Infatti è tornato un paio di giorni fa... ma ora starà via per settimane - fa un altro sospiro. - E non sono molto brava a farmi degli amici come avrai dedotto.

- Potresti sederti con me e i miei, se ti va - le propongo - Sono certa che a loro farebbe piacere averti come amica. Se vuoi possiamo andare anche ora!

Il volto le si illumina e mi ringrazia con lo sguardo, prendendo il vassoio ancora mezzo pieno e chiedendomi con gli occhi dove debba andare. Le indico il tavolo dove siedono Aelita, Jeremy e Romeo e Giulietta, e lei vi si dirige con passo incerto, quasi come se volesse che io la precedessi. La accontento e saluto gli altri:

- Ehi ragazzi! Vi presento Marthine, è la ragazza che è arrivata qualche giorno fa.

- Lo sappiamo Odd, a differenza tua noi non dormiamo in classe - ironizza Ulrich.

- Ma che spiritoso... comunque sia, possiamo sederci, vero?
Per tutta risposta Einstein ed Aelita scalano verso destra, lasciando lo spazio sufficiente appena per due persone.

- Allora - rompe il ghiaccio la Principessa - Ho visto che sei brava in matematica, Marthine - naturalmente i suoi argomenti di conversazione sono sempre i migliori.

- Sì, in effetti me la cavo. È perché da piccola mio padre mi portava spesso con sé al lavoro, e lui fa parte di un'azienda economica dove gli incarichi da svolgere richiedono calcoli molto difficili. Praticamente, è da quando ho sei anni che sogno di riuscire a compierne uno! Ma anche tu non devi andare male... sei Aelita Stones, se non sbaglio, la ragazza che la professoressa di matematica ha scelto per collaborare con me al progetto internazionale che inizierà il mese prossimo.

Aelita annuisce, e io le interrompo:
- Ops, scusa Marthine, che sbadato! Non ho fatto le presentazioni! Beh, vedrò di rimediare... il mingherlino con gli occhiali che è accanto a me è Jeremy, ma puoi chiamarlo Einstein. Poi c'è Aelita, la nostra Principessa... e loro due, la ragazza giapponese e quel taciturno del mio compagno di stanza, sono Yumi e Ulrich. Ma non avrai molta occasione di parlargli, sai di solito se ne stanno per conto loro a fare chissà cosa.

Marthine ride, ma la risposta di Ulrich è la seguente:
- Sempre discreto e veritiero, Odd! Non ascoltarlo, Marthine, io Yumi siamo solo buoni amici.

Per stavolta sto zitto, non mi piace essere petulante. E poi, Romeo sa abbastanza bene come la penso sull'argomento, dopo la nostra ultima chiacchierata al riguardo.
- Va bene, va bene - mi limito a rispondere alzando le mani in segno di difesa.
Poi andiamo... prima o poi dovrà decidersi, vero?

Aelita

Sto camminando, sempre piú veloce, sempre piú nervosa. Non posso dire nient' altro su dove mi trovo per il semplice fatto che non vedo nulla: sono immersa nella nebbia. Una fitta nebbiolina azzurra mi impedisce di scorgere qualsiasi cosa, anche se il suolo blu e il fatto che indosso il costume da combattimento mi fanno dedurre di essere nel settore ghiaccio di Lyoko.
Ma che faccio qui? Non c'è una torre attiva. Da quanto ricordo, Jeremy non mi ha avvisata.

- Jeremy? Jeremy, mi senti? - chiamo, ma nessuno mi risponde. La nebbia si sta diradando, però continuo a non sapere comunque dove andare. Procedo a tentoni, le braccia in avanti per evitare di sbattere la testa contro qualche masso, finché non mi sento chiamare:

- Aelita? - la voce che mi ha nominata mi è familiare, ma non è Jeremy. Ma non può essere nemmeno... no, lui...

- Papà! Dove sei? - grido, sperando che mi senta.

- Sono qui, tesoro - il suo tono pacato proviene da dietro di me. Mi giro e me lo ritrovo davanti, in carne e... no, non è proprio in carne e ossa. È più simile a uno spettro polimorfico, col suo corpo semitraspatente ed evanescente.

- Papà! - gli corro incontro e lo abbraccio, Dio, quanto mi è mancato potergli anche solo parlare...

- Ma come fai a essere qui, tu non eri...- mi blocco. Quella parola non voglio nemmeno dirla, mi si stringe lo stomaco al solo pensiero.

- Vedi tesoro, il problema è che nemmeno io lo so. Quando ho trasferito al supercomputer parte dell' energia che avevo perché poteste fermare per sempre XANA, mi hanno sparato addosso, come sai, finché la bolla che mi rappresentava non è scomparsa. Credevo che non sarei sopravvissuto, e la cosa che mi è dispiaciuta di più è stata proprio quella di non poterti dire addio... ma non so perché mi sono ritrovato vivo, sperduto ma vivo. Come prima, non avevo forma corporea, e non so come fare per recuperarla, ma sembra che XANA non sia più in grado di trovarmi, perciò sono riuscito a nascondermi su Lyoko, e a contattarti. Fortunatamente, conservi un legame con questo mondo. Quando ero sotto attacco, sono riuscito a inserire nella tua memoria un codive per contattarti appena avessi recuperato le forze.

- Sei... su Lyoko, quindi? - se si trova lì, c'è una possibilità che Jeremy riesca a recuperarlo in qualche modo. E a riportarlo finalmente qui, soprattutto.

- Sì, ma non posso dirti dove per ragioni di sicurezza. Se XANA prendesse il tuo controllo come ha fatto in passato potrei finire nei guai.

- Capisco - annuisco. L'unica cosa che mi importa è che sia vivo, anche se non so dove, per lo meno c'è una possibilità di farlo tornare.

- Aelita, io devo andare.

- Aspetta, papà! - non può lasciarmi così presto... no, non dopo tutto quel che ho passato. Fosse anche in sogno, voglio godermi un po' di tempo con lui.

- Tesoro dispiace anche a me, ma contattarti richiede un gran numero di energie che non ho. Però ci rivedremo, stai tranquilla.

- Aspetta, papà! - grido invano.

Mi sveglio di colpo, con l'urlo ancora nella bocca, mezzo soffocato. Mi tasto la fronte e la trovo imperlata di sudore. Non sto bene, non sto per niente bene dopo questo incontro.

Mi alzo dal letto cercando di fare il meno rumore possibile e, scalza, esco dalla mia stanza in direzione del bagno. Apro il rubinetto e vi metto sotto le mani a coppa. Riempitele, mi verso l'acqua gelida in faccia, ripetendo l' operazione due o tre volte. Con gli occhi ancora chiusi, mi asciugo il viso col bordo della maglia del pigiama, e mi appoggio con le mani al bordo del lavandino, la faccia verso il basso e lo sguardo assorto.
La porta si apre, facendomi sussultare.

- C'è qualche problema? Oh... Aelita, giusto? Che fai qui?

- Eh? Ah, salve Neatah. Nessun problema, mi sono svegliata ed ero qui per bere - mento. - E lei?

-Beh, sono la custode, è normale che stia sveglia la notte - risponde sorridendomi, e io abbasso lo sguardo, imbarazzata dalla cavolata che ho appena detto.

- Oh... io... credo che tornerò a dormire, buonanotte, Neatah - saluto, e lei ricambia. Ancora rossa in viso, ritorno in camera e mi rinfilo nel letto, provando ad addormentarmi. Ovviamente, non ho successo.

Jeremy

Stamattina, alla lezione di matematica, Aelita non alza la mano nemmeno una volta e non solleva neanche la testa dal banco, come se stese dormendo. Controllo quasi alla fine dell'ora, ed infatti è proprio quello che fa.

- Aelita, svegliati - la scuoto sussurrando. Ricevo come risposta un mezzo gemito strozzato, che per fortuna non viene sentito dalla professoressa, dato che per casualità oggi non siamo in prima fila.
- Ma si può sapere che hai oggi? - chiedo.

- Ti racconterò tutto dopo, Jeremy, ma ora lasciami dormire... - mormora, rimettendo la testa bassa e chiudendo gli occhi.
A fine ora, le ripongo la domanda.

- Vieni qui - mi ordina, mentre mi trascina da parte. Ma che avrà di così importante da non poter essere sentito?

- È... è per mio padre. Stanotte mi è comparso in sogno.
Spalanco la bocca.
Suo padre? Franz Hopper? L'uomo che pur di lasciarci sconfiggere XANA è morto mesi fa sotto i nostri occhi, e il cui sacrificio si è scoperto alla fine vano?

- Ma non è possibile... sei davvero sicura? Che ti ha detto?

- A quanto pare, prima che XANA gli sparasse e lo dessimo per morto, tramite l'interfaccia cui stavo lavorando ha trovato il modo di stabilire una connessione con me. Mi ha detto che gli è dispiaciuto di non potermi dire addio quel giorno, ma che è vivo, anche se non ha ancora il modo di materializzarsi su Lyoko in forma umana. È proprio lì che si trova, ma siccome XANA ora non ne ha più il controllo e vi torna solo per le torri non può più trovarlo.

Sentendo queste parole, un sospetto mi si insinua nella mente:
- Aelita, dimmi, sei sicura che sia proprio tuo padre che hai sognato?

- Che intendi, Jeremy? Chi può essere, sennò?

Io di solto non amo fare il guastafeste - anche se lo sono in moltissimi casi, ma non posso farci nulla - ma sono scettico:
- Sai bene che XANA ti ha già fatto questo scherzo in passato. E attivare una torre per qualche minuto di notte e disattivarla in modo che l'allarme non suoni e io non me ne accorga non gli costerebbe nulla.

Lei smbra pensarci su per qualche secondo, poi risponde:
- Potresti avere ragione, ma io credo che sia il mio vero padre, quello. E comunque, hai qualche metodo per accertarcene, Mister Sospetto?

- Tuo padre ha detto che tornerà, vero? - dico senza esitare un secondo.

- Certo!

- Credo di avere un'idea, ma mi ci vorranno un paio di giorni per elaborarla completamente, considerando che ho anche gli impegni per quel concorso, come te e Laura.

Una qualsiasi persona chiederebbe: "Ma perché non te ne freghi degli impegni di quella stupida gara e non ti applichi contro il virus che tenta di distruggere il mondo?"
Risposta semplice: la prof controlla ciò che facciamo ogni santo giorno, e se non vede progressi sarà lei a distruggere me.

- Capisco - concorda con me.

- Comunque, ho una notiziona - annuncio per tirarla un po' su. In verità me ne sono ricordato solo ora, visto quel che mi ha detto, ma in ogni caso non credo che le dispiaccia sapere quel che ho da dire.

- Sarebbe? - chiede perplessa.

-Al massimo domani o dopodomani avrò terminato il virus Wind - mi pavoneggio, fiero. - Però, se mi sbrigo, forse... potrei riuscire anche a ultimarlo oggi stesso.

- Sei serio? Dimmi che non scherzi, ti prego. Se distruggessimo XANA... - all'improvviso si blocca.

- Pensi a tuo padre, vero?

- Esatto. Se spegniamo il supercomputer lui... - Questo è un altro dei motivi che mi spingono a sospettare di quel sogno, ma a lei dico questo:

- Sta' tranquilla, Aelita, credi non ci abbia pensato? Se qualcuno trovasse ancora il computer e lo riaccendesse in futuro come ho fatto io, XANA si riattiverebbe, per questo ho intenzione di inserire in Wind un altro programmino che lo renda completamente inoffensivo. Sai, stavo pensando di chiamarlo Lock: è l'abbreviazione di "lucchetto" in inglese.

- Jeremy, sei un vero genio! - mi abbraccia, e io arrossisco, pregando un dio qualsiasi affinché non se ne accorga.

(circa 12 ore dopo)

Sei ore. Sto lavorando al pc da sei ore ormai, ma dovrei essere quasi vicino all' ultimazione del virus che contaminerà e distruggerà XANA per sempre, stavolta senza sacrifici o programmi che lo riportino in vita.
Sposto una cartella di dati in quella maggiore, dove sto mettendo il frutto di tutti i miei sforzi e lavoro. È da ieri notte che non dormo per poter finire questo progetto, ma se ci riesco tutti i miei sacrifici saranno enormemente ripagati. Una barra si apre su una piccola schermata, e inizia a riempirsi.
10, 20, 50, 90, 99%... 100%.
Caricamento completato
Progetto "WIND" salvato.

Sarà davvero la fine di XANA, questa?
Beh sperate e votate!
Nella foto c' è Odd 2.0, anche se in versione Evolution non ha le orecchie (erano fighe, peccato :'( )
Mi raccomando, votate!
Kincha007

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top