Not back to past
Yumi
Anche se la Skid non è utilizzabile mi virtualizzo lo stesso nel settore 5, ma per sicurezza materializzo anche l'overwing e apro, non senza fatica, la galleria. Nel periodo in cui ero bloccata nel supercomputer ero talmente annoiata che ho persino dato un'occhiata a questi programmi. So che il mare digitale è inaccessibile senza Skid, ma per qualche motivo decido di lasciarmi a disposizione quella possibilità. Magari scoprirò che la nave è in uno stato migliore di quello descritto da Aelita.
Prendo il monopattino e prefisso ovviamente come prima tappa il Garage, per verificare di persona le condizioni del mezzo.
Il silenzio che mi accoglie al mio arrivo mi stupisce: di solito non ci sono abituata, c' sempre Odd a fare una battuta o William con uno dei suoi commenti a vanvera.
Ma se sapessero ciò che sto facendo non ci penserebbero due volte a incazzarsi con me come Aelita lo è con Jeremy, quindi devo abituarmi alla solitudine.
Il muro si apre. Attraverso il corridoio volando sull'overwing, per poi scendere da esso al momento di prendere l'ascensore, su cui trasporto il mezzo a mano.
Entro lentamente nel Garage e guardo la Skid: dire che è "messa male" è un eufemismo. Purtroppo Aelita non esagerava, piú di metà delle navskid è totalmente andata, e il posto del pilota sembra un'auto che ha fatto un viaggio di sola andata dallo sfasciacarrozze.
Addio, mare digitale.
Con aria funebre mi avvicino volando sul monopattino per verificare se sono accessibili almeno i comandi necessari per sganciare una navskid buona, ma ovviamente il mio viaggio è a vuoto.
Riscendo fino al pavimento blu, ma mentre sto per mettere piede a terra, mi si mozza il fiato e cado in ginocchio, stremata.
Non riesco a respirare normalmente e ansimo per lo sforzo, la mia testa è come stretta in una morsa si ferro, comincio a vedere a chiazze rosse ciò che mi sta attorno.
Vieni.
William
-Ma gli è andato di volta il cervello, dico?
La mia esclamazione non si riferisce in modo particolare né a Jeremy, né a Laura. Entrambi potrebbero tranquillamente essere oggetto del mio stupore e della mia delusione.
Odd annuisce sommessamente. Mi ha detto quanto accaduto ad Aelita poco dopo che lo avevo visto arrabbiato a morte in sala mensa, dove che ha detto che preferiva parlarne in camera sua per evitare di esplodere e finire dal preside.
-Sei sicuro che fossero entrambi... cioè che non è stato uno solo a baciare l'altro?- correggo la domanda.
-Aelita non è cieca.
Non rispondo. Mi limito a fissare il pavimento, senza trovare le parole, fin quando non è Odd a costringermi a parlare.
-A che pensi, William?
-A Laura! Sono... deluso. Pensavo fosse cambiata dall' ultima volta. E soprattutto pensavo...
-Dimmi un po', ti piaceva, no?
Abbasso nuovamente lo sguardo.
-Forse. È una bella ragazza in fondo. E soprattutto, negli ultimi mesi ha avuto un comportamento molto maturo, sembrava cresciuta rispetto a quando ha combinato il disastro dello scorso anno. Appunto per questo, non me lo sarei mai aspettato. Credevo che avesse capito che Aelita è innamorata di Jeremy, che doveva farsi da parte! E soprattutto credevo le fosse passata la cotta che aveva, erano settimane che i suoi atteggiamenti erano cambiati. E anche lui, come ha potuto fare questo ad Aelita? Anche se non ha il coraggio di dichiararsi ha dato segnali ben precisi.
Lui alza le spalle.
-Come sta lei ora?
-Marthine era passata da lei per controllare come stava. Hanno un bel rapporto per fortuna, da quando la Hertz le ha messe in coppia per le gare di matematica passano molto tempo insieme e hanno fatto amicizia. Comunque, ha detto che stava dormendo profondamente, ma che dalla faccia che aveva e dal cuscino zuppo era chiaro come il sole che non ha smesso un attimo di piangere finché non è crollata.
-Stavolta giuro che picchio Jeremy -affermo in un impeto di rabbia.
-Aelita ha chiesto di non far nulla del genere. Ha detto che per lei è come se quei due non esistessero piú, che non me vale la pena.
Ci rifletto:
-Secondo me merita una lezione, dovrà pur imparare a relazionarsi in modo decente con le persone senza farle star male.
-Lascia perdere, te lo dico io. E poi, se andassi contro il desiderio di Aelita le mancheresti di rispetto anche tu.
-E va bene - rinuncio riluttante. - Che la passi liscia. Ma non si aspetti piú che gli parli se non per cose essenziali. E soprattutto, ora dovrò anche vedere come comportarmi con Laura per causa sua, cosa che mi brucia abbastanza.
Odd annuisce.
-Io e Yumi abbiamo preso la stessa decisione riguardo a Jeremy. Sono sicuro che anche Ulrich avrebbe fatto lo stesso in situazioni del genere.
-Già... a proposito, Yumi dov'è?
Lui scuote la testa.
-Se non sbaglio il fratello è dal suo amico Jhonny e i suoi sono fuori a cena, magari vorrà starsene un po' in pace. Queste settimane sono state traumatiche anche per lei.
Yumi
Vieni.
Non può essere quella voce. Devo aver sognato.
Cerco a fatica di riprendermi dai malori, ma senza risultati che siano degni di questo nome, mentre un'altra fitta in testa mi da il colpo di grazia.
Potresti almeno rispondere.
È la voce che sento a farmi star male in realtà. Perché è la sua.
Tu non... non puoi essere reale. Devo essere impazzita, è l'unica possibilità.
Oh, non temere, sei lucida quanto me. Se vuoi verificare però ti aspetto... nel nostro settore, Yumi.
Il dolore cessa di botto. Faticosamente mi rialzo da terra e prendo l'overwing. Non ci vuole un genio per capire a quale settore si riferisse Ulrich. Ce n'è uno solo dove abbiamo un conto in sospeso da diversi anni. Il settore deserto.
In circa cinque minuti sono alla Cupola Celeste, dalla quale mi dirigo al tunnel di dati che ho impiegato mezz'ora ad aprire. Alla fine non ho sbagliato a lasciare sbloccata la galleria. Se non sbaglio il deserto dovrebbe essere il primo settore dal quale si esce.
E infatti non sbagliavo: come al solito il cielo giallo e il pavimento costellato di massi ocra mi si stagliano davanti.
Atterro vicino alla prima roccia abbastanza grossa che trovo e vi parcheggio dietro il mezzo, poi cerco di andare a piedi.
Il mio tentativo è ostacolato subito, poiché un altro mancamento mi fa stare come poco fa al Garage. Stranamente, stavolta la mia vista è un po' piú chiara e la testa fa molto meno male.
Sto aspettando, Yumi.
Le persone normali si guarderebbero le spalle e impiegherebbero un po' piú di tempo, pur di essere prudenti.
Prudenza? Non mi dire che hai paura di me, mi offenderei.
Ah, non mi permetterei mai di essere spaventata da una voce nella mia testa che mi manda questi messaggi allegando dolori atroci.
Non farla tragica, migliorerà col tempo... non senti già meno male?
La voce interrompe la comunicazione. Ha ragione, però. Il dolore sta diminuendo.
Mi rimetto in piedi e decido di usare il mio mezzo: non so dove potrebbe mai essersi andato a ficcare Ulrich.
Per fare prima scelgo di utilizzare le nove torri che non sono di passaggio, se si viaggia attraverso quelle si viene trasportati in un'altra torre nello stesso settore.
Perdo il conto di quante ne ho già attraversate, e sinceranente sto iniziando a perdere anche le speranze, a iniziare a credere di essere veramente impazzita, quando esco dalla torre in mezzo al dirupo, quella leggermente piú in basso rispetto al livello del suolo. È la che mi aspettava.
-Voi ragazze siete sempre in ritardo- mi accoglie con un sorriso furbo, mentre io gli rivolgo l'unica domanda che mi frulla in testa da mezz'ora:
-Che cosa mi hai fatto?
(La prossima parte volevo scriverla in questo capitolo per lasciare un po' di suspence quindi faremo una specie di "balzo avanti nel tempo": ora ci sarà il pov di Aelita risalente al giorno successivo, mentre nel prossimo capitolo il primo pov scritto sarà quello di Yumi, dopodiché torneremo al seguito di quello di Aelita, altrimenti non mi sarei trovata rispetto al mio progetto iniziale, spero capirete)
Aelita
-Aelita, cosa sono M.C.D. e m.c.m.?
-Massimo comun divisore e minimo comune multiplo- rispondo io alzando il naso dal mio libro. Visto che non ho nulla da fare, ho colto al balzo la palla e quando Neatah mi aveva detto che non aveva trovato nemmeno una babysitter che reggesse sua figlia mi sono offerta di badarle per un altro pomeriggio, dato che con me non si comporta poi malissimo e che avevo già studiato.
Therese mi ringrazia e rimette gli occhi sul testo di matematica.
All'improvviso, non so nemmeno perché, mi torna in mente una cosa di cui ho sentito parlare sua madre con la Hertz:
-Ehi, Therese...
-Sí?
-Per caso hai una sorella o un fratello?- Ricordo la professoressa dire qualcosa come "non sapevo che avessi avuto un'altra figlia", ma magari è stato solo frutto della mia immaginazione.
-No- risponde lei. - Non ho mai avuto fratelli o sorelle, perché?
-Ah, nulla, è che mi ricordavi una persona che ti somigliava moltissimo. Avevate anche lo stesso cognome.
-Mh...- ritorna sul libro, ma mentre sto per fare lo stesso sento vibrare il cellulare: ci saranno come minimo tredici messaggi di Jeremy, ma l'ultimo è di Odd:
"Ehi Principessa, hai presente il problema 77 di matematica? Ehm... mi serve una mano..."
Per mi serve una mano so che intende "devo copiare ogni virgola", ma dopotutto che c'è di male se lo aiuto un attimo?
Mi alzo dal divano dove ero a sorvegliare la ragazzina:
-Therese, io esco un attimo... roba di un minuto, un mio amico ha urgentissimo bisogno di me!
-Devi tornare lí, vero?
All' inizio non capisco bene:
-Scusa... lí dove?
-Ma dai, in quella strana fabbrica!
Einstein ha sbagliato qualcosa col ritorno al passato secondo voi?
So già che la piccola Therese non riscuote un' enorme simpatia tra alcuni dei miei lettori, ma adesso?
Kincha007
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