La verità viene a galla

Odd

A pranzo, noto subito l'assenza della testolina rosa di Aelita e ci metto poco, dunque, ad accorgermi della mancanza anche di Einstein. Deduco che siano andati in fabbrica, ma non ci faccio troppo caso: non è raro che saltino i pasti per dedicarsi ai loro progetti, lo hanno fatto innumerevoli volte prima che provassimo a far fuori XANA mesi fa. 

Scrollo le spalle, e scorgo ad un tavolo Yumi e Ulrich che parlano. In un primo momento penso che Ulrich abbia finalmente deciso di dimostrare di avere attributi maschili e provare a combinare qualcosa, ma poi mi accorgo che lei lo sta aiutando a ripassare con sulle ginocchia il libro di storia.

Storia.

Una realizzazione agghiacciante mi fa passare l'appetito: quella di aver totalmente dimenticato la verifica della prossima ora.
Nonostante debba disperatamente ripassare, decido di non sedermi lí, sperando che almeno colga l'attimo per provare a fare dell'altro oltre a studiare. A un altro tavolo scorgo William e Laura e spero di poter sfruttare il cervello bionico di quest'ultima, ma mi accorgo avvicinandomi che i ruoli, in quel caso, sono invertiti, e che la signorina sta aiutando lui a studiare... fisica? 

Evitando di chiedermi come Laura possa avere conoscenze di fisica superiori al programma del primo liceo, mi accingo a studiare da solo e a tentare di ingurgitare mezzo secolo di storia europea in un'ora scarsa, trangugiandolo insieme allo stufato di maiale.

- Ciao, Odd - mi saluta improvvisamente una graditissima voce alle mie spalle. Girandomi, intravedo Marthine. Improvvisamente la giornata mi sembra meno nefasta.

- Ehi! Come va?

- Benissimo: mi sono ambientata quasi completamente. Sono occupate le sedie accanto a te?

Quest' invito è sceso come la manna dal cielo, letteralmente, e se pensavo di non potermi entusiasmare di più vedendola, mi sbagliavo.
Non solo potrò approfittarne per passare del tempo con lei... ma a quanto pare, il mio nuovo obiettivo ha una media immacolata anche in storia. 

- Allora, hai ripassato per la verifica? - mi chiede mentre troviamo posto e ci sediamo. Non potevo sperare di meglio.

- No... Mi ero completamente scordato. Sono un deficiente, se inizio a prendere insufficienze già a novembre la vedo davvero male.

- Suvvia, il capitolo era una sciocchezza - cerca di tirarmi su il morale.

- Già, una sciocchezza... sai com'è, detto da te mi consola. La tua pagella sarà probabilmente immacolata, sei adorata da chiunque e competi anche in gare di matematica, siamo proprio identici- sospiro, sperando di puntare sulla sua compassione. 

- Oh, la matematica non uccide nessuno - scherza. - E nemmeno la Seconda Guerra mondiale. 

-Sarò anche messo male, ma su quest'ultima frase avrei da ridire. Solo che non mi aspettavo che mietesse una vittima a sessant'anni dalla sua fine.

Marthine scoppia a ridere, coprendosi la bocca con una mano mentre estrae un libro dallo zaino. Resto a guardarla senza dire altro. Potrei osservarla per ore senza stancarmi, rifletto, mentre la vedo aprire il tomo accanto al vassoio del pranzo per farmi qualche domanda. 

Non so descrivere esattamente quel che sto provando in questo momento. L'unica altra volta che ho sentito qualcosa del genere, quando frequentavo Samantha, la mia ex ragazza, ho dovuto lasciar perdere tutto troppo presto a causa del suo trasloco in un'altra città. Per quanto riguarda le altre ragazze con cui sono uscito, ammetto che mi interessavano perché erano carine e gentili, ma allo stesso tempo, il fatto che tutte le volte la cosa sia naufragata non mi ha mai straziato più di tanto. Magari, proprio perché mi rendevo conto che non stavo provando nulla di simile a quando ero uscito per l'ultima volta con una ragazza che mi interessava davvero.
Non so perché ma qualcosa mi dice che ho buone speranze con Marthine, invece. Per cui, accetto di buon grado l'interrogatorio sui sei anni più studiati del Novecento, l'umiliazione di aver confuso Polonia e Lettonia e soprattutto di aver inserito la battaglia di Caporetto in una guerra sbagliata pur avendo origini italiane. In un certo senso, farlo di fronte a lei allevia la mia pena per il votaccio imminente.

- Ok, basta, fammi finire di consumare il mio ultimo pasto, almeno- metto fine a un certo punto alla tortura.

Annuisce, mentre scoppia a ridere di nuovo.
Grande! Odd uno... carattere introverso di Marthine zero.
Tutto sommato si sta aprendo molto con me, e ne sono lieto.

-Ehi, Odd- Jeremy finalmente appare da non so dove, accomodandosi accanto a me. Non ha un vassoio, segno che intende trattenersi per poco.

-Einstein, credevo ti fossi dato alla macchia prima di un compito, mi stavo preoccupando.

-Probabilmente lo farò alla prossima verifica di inglese per non intaccare la media, ma oggi no, per tua fortuna posso tentare di farti sbirciare qualche crocetta.

-Sei sempre il migliore, lo sai?

Jeremy abbozza un sorrisetto di circostanza e poi incrocia le braccia, tornando serio.

-Per andare dritti al punto, però... dopo la verifica troviamoci nel solito posto, ho bisogno di testare un paio di programmi e mi serve il tuo aiuto.

Annuisco senza fare domande, dopodiché Jeremy mi fa un cenno di saluto e sparisce in direzione delle aule. 

-Jeremy testa programmi?- domanda curiosamente Marthine.

-Ah... sì, si interessa di informatica e videogiochi- svio, tentando di assumere un'aria tranquilla per evitare che si insospettisca.

-E tu hai lo stesso interesse? Non ti facevo appassionato di informatica.

-Non lo sono in effetti. Ma tra le cose che programma ci sono avatar che ha dato a ciascuno di noi, quindi a volte li modifica. 

-Deve essere davvero bello osservare il lavoro di un amico! Mi piacerebbe vederli, non ho mai visto nessuno di così vicino alla mia età programmare.

-Ehm... beh, magari un giorno gli andrà, perché no!- Mi gratto la testa, senza sapere che altro aggiungere. Diverse volte ho provato la sensazione che mi assale ora, ma adesso la avverto più forte che mai. Si tratta del disagio di non poter mai parlare apertamente di un certo aspetto della mia vita, il più segreto. Ci sono casi in cui vorrei essere libero di confidarmi su tutto senza vincoli. Oggi, davanti a questa ragazza, la voglia è più forte che mai. E sapere di dover tacere proprio adesso mi genera un peso sullo stomaco che supera di gran lunga la verifica di storia.

Aelita

Stranamente, le mie preghiere degli ultimi giorni sono state esaudite. Lo constato mentre mi osservo e guardo intorno a me per rendermi conto di trovarmi nuovamente in un'atmosfera confusa, nella quale indosso i panni del mio avatar virtuale. Sto ancora una volta vagando nella nebbia con la mia tenuta da Guerriera Lyoko. Sotto di me colgo a fatica scorci del pavimento ocra del settore deserto.

- Aelita? - ormai non devo neanche girarmi per sapere chi mi sta chiamando.

-Sono qui- comunico, cauta. Ogni secondo che passa prego sempre più che XANA non mi abbia ingannata di nuovo. Non lo sopporterei, stavolta. Per questo motivo, mi irrigidisco. Prendo qualche secondo di tempo prima di decidermi a voltarmi, intravedendo la figura evanescente che possiede le sembianze di  colui che un tempo era noto come Waldo Schaeffer.

- Tesoro, scusa se ti contatto solo ora, ma devo immagazzinare energie per farlo, lo sai. Vieni qui...
Allarga le braccia, ma io mi tiro indietro, un po' timorosa. Non volevo risultare così evidente nelle mie reazioni, ma ormai sono troppo nervosa per calcolarle a dovere.

-Qualcosa non va, Aelita?

Potrei rispondere in mille modi a questa domanda. Ci sarebbero decine di maniere per porla in modo meno brusco e sospettoso, ma non ne posso più di avere dubbi, per cui sono glaciale nel porla, mentre arretro.

- Come so che non sei XANA ma proprio tu, Waldo Schaeffer?
L'avatar assume un' espressione un rassegnata:

- Sai, temevo che me lo avresti domandato. Ho pensato a qualche modo per provarlo, ma alla fine ho ritenuto che sarebbe stato migliore se tu stessa mi avessi chiesto come farlo. Perciò, Aelita, fai una qualunque domanda, e io risponderò come potrò. Poi, starà a te se credermi o no.

In un certo senso non potevo sperare in una reazione migliore. Ora ho campo libero, e non posso permettermi errori.

- Bene. Allora, dimmi, dove ho trovato Mr Puck, quando sono tornata all'Hermitage l'anno scorso?

Faccio un altro passo indietro.È il momento della verità: con Jeremy, nel video-esca, ho detto che avevo trovato il mio pupazzo preferito sotto al mio letto, buttato come un vecchio straccio.

In realtà, Mr Puck si trovava nascosto da un decennio dietro un poster in camera mia. Tuttavia, la risposta che mi aspetto non è nessuna delle due.

- Hai trovato Mr Puck? Pensavo non fossi piú tornata a casa, da quando vivi di nuovo sulla Terra. Non pensavo nemmeno che l'Hermitage fosse ancora agibile.

Smetto di arretrare. L'effetto di questa frase su di me, in realtà, è liberatorio. Posso smettere, in un certo senso, anche di scappare da me stessa e di dubitare, per una volta.

Corro verso la figura rappresentante mio padre, gettandogli le braccia al collo.
XANA non avrebbe esitato un solo istante a rispondere alla mia domanda citando le informazioni false fornite da me e Jeremy, e allo stesso tempo possedeva i veri dettagli, per il semplice fatto che ci ha attaccati lui stesso mentre eravamo nella mia vecchia casa. Franz Hopper, al contrario, non avrebbe modo di sapere che sono tornata lì. Il che significa solo una cosa: colui che mi sta davanti è mio padre.

E soprattutto, è ancora vivo.

Ma per rivederlo non so quanto ci vorrà...
Quella cacchina nella foto è un Kankrelat!
Continuate a sperare, votare e... commentare!
Kincha007

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