Prologo

-Jeremy! Potresti almeno degnarti di darmi una mano!- grida Aelita dalla cucina mentre culla Astra. La bimba avrà sí e no un mese, ma le sue esigenze non sono certo piccole quanto lei... Da quando è nata, la donna sente di non avere un attimo di respiro.

-Mh- risponde appena lui a sua moglie dal salotto- Controllo un attimo la posta e arrivo.
La donna osserva il paesaggio fuori dalla finestra dell'Hermitage, dove si sono trasferiti poco dopo che i suoi genitori hanno trovato un posto nel centro della città, per lasciar loro piú spazio per la bambina: la neve cade copiosamente sul terreno, imbiancando gli alberi del boschetto vicino e creando un paesaggio a dir poco fiabesco; vedendolo ripensa alla sua infanzia, a come i suoi ricordi piú felici si perdano proprio tra quel manto bianco.
Sospira:

-Sei sempre il solito, pensi solo al lavoro.

-Davvero? Quindi la mail di Ulrich devo cancellarla?

Aelita cambia improvvisamente espressione e lo stress accumulato sembra svanire per un attimo. Sono settimane che non riceve notizie dal Giappone, sia Ulrich che la sua migliore amica non hanno quasi mai tempo nemmeno per un semplice messaggio.
-Che cosa ha scritto?

-Le solite cose: sta continuando a lavorare come un matto... da quando non li senti?

-Ci ho parlato a telefono un paio di volte, piú che altro comunichiamo via mail a causa del fuso orario. L'ultima volta che l' ho fatto via Skype risale addirittura alla settimana dopo il parto di Yumi, pensa un po'.

-Sei mesi fa? Cavoli, deve essere davvero impegnata.

-Sai bene che concetto di lavoro abbiano lí, mi domando come riesca a viverci il povero Ulrich!

-Già... per caso sai se hanno intenzione di tornare in Francia?

-Forse. Sai, con due bambini piccoli credo sia la cosa migliore per loro, dato il ritmo di vita asfissiante che hanno lì. Ma Yumi deve ancora sistemare parecchie cose per il momento, visto che mi diceva di voler insegnare lingue o addirittura aprire una specie scuola.

-E suo marito?

-Credo che non cambierà lavoro: insegnerà arti marziali anche qui. Ma come ti ho detto, gli ci vorranno come minimo due o tre anni per ultimare tutto, tra documenti, autorizzazioni e certificazioni... però stavano pensando di tornare un paio di settimane in primavera. Forse sono riusciti a ottenere delle ferie.

-Davvero? Ah, in effetti in questa e-mail a qualcosa accenna... è da parecchio che non si fanno vivi, però!

-Già- mormora Aelita- Non ho ancora visto nemmeno una volta i bambini di persona.
Non si è accorta che il marito le è arrivato accanto, tanto è concentrata su Astra e sul paesaggio, perciò al suo tocco sussulta leggermente.

-Vuol dire che questa sarà quella buona- dice lui lasciandole un piccolo bacio sui capelli, poi la sua espressione si fa piú seria- Aelita...- la chiama con tono leggermente piú cupo.

-Qualcosa non va?- domanda lei.

-Ho pensato ad una cosa. Riguarda Lyoko.
La donna quasi cade dalla sua sedia a sentire quella parola. Ha archiviato quei ricordi in un angolo della memoria, sperando che col tempo per lo meno i piú cupi e tristi si cancellino alla stregua di file troppo obsoleti. I giorni in cui non poteva evitare di ricordare quell'esperienza sono finiti da un po' di tempo. Perché Jeremy ha tirato fuori l'argomento dopo così tanti anni?

-I- in che senso?- balbetta incerta.

-Ne ho parlato anche con tua sorella- la informa lui. - Vedi, se un giorno XANA dovesse tornare...

-Non dirlo nemmeno per scherzo!- grida Aelita, quasi svegliando Astra che nel frattempo si è addormentata- Lo abbiamo sconfitto, ricordi? Non è possibile che accada.

-Anche io sono di questa idea- tenta di calmarla Jeremy. - Ma, nella remota possibilità che lo faccia, tu non puoi piú contrastarlo andando a Lyoko e disattivando le torri, nessuno di noi può piú farsi virtualizzare.

-Dove vorresti arrivare?

-Therese ha acconsentito a trasferire il codice Phoenix dalla sua memoria a quella di Niels, e vorremmo che tu facessi lo stesso con Astra.
Alla donna corre un brivido lungo la schiena nonostante indossi un pesante maglione verde e il camino acceso regali alla casa una temperatura di ventidue gradi.

- Perché devi chiedermi questo, Jeremy?- sussurra con voce smorzata- Credevo che finalmente avremo potuto condurre una vita normale.
Lui la stringe a sé, pur non riuscendo a frenarne il tremito:

-E lo faremo. Su Astra ciò non peserà, non se ne accorgerà affatto, è solo una precauzione. Non devi preoccuparti- tenta di tranquillizzarla.

-Se cosí fosse non sentiresti il bisogno di prenderla, questa precauzione- rimane però convinta delle sue idee lei.
Jeremy sbuffa leggermente: in tutti quegli anni la moglie non ha mai perso la sua caratteristica testardaggine.

-Se ti rassicura, ho controllato come vanno le cose alla fabbrica- la informa speranzoso, ma l'effetto che ottiene è totalmente diverso da quello voluto:

-Mi stai venendo a dire che hai riacceso il supercomputer?- scatta Aelita. Ora è a un passo dal diventare furiosa.

-Qualunque decisione tu prenda, se voglio scannerizzare almeno Niels devo lasciare qualche giorno di stacco tra il riavvio dei macchinari e il processo- si giustifica.
La giovane mamma culla lievemente Astra tra le braccia, lo sguardo basso sul pavimento.

-Sai che significa per me riaccendere quei ricordi, Jeremy- dice con tono neutro, senza spostare i bellissimi occhi verdi dal suolo.
Quello a cui pensa, lo scienziato lo sa bene, anche se si è sempre ben guardato dal riaccennare a quanto successo quel giorno di quasi dieci anni prima, alla base della Green Phoenix. Alla fine, Aelita è riuscita a riprendersi, ma le ci è voluto non poco per farlo quasi completamente. Per evitarle di rivivere l'accaduto, nessuno dei guerrieri ha accennato alla cosa per anni. Non si sente felice di farlo, ma ha il presentimento che si pentirà di non aver preso contromisure, se dovesse rinunciarci ora.

-Non lo dimentico- risponde. - Ma proprio per evitare che un fatto simile riaccada ci conviene fare quel che ti ho detto. Ti fidi di me?
Aelita alza finalmente la testa, guardandolo fissamente nelle iridi chiare nascoste dietro i suoi occhiali.

-Se non lo facessi a quest'ora non porterei il tuo cognome.
Jeremy le prende una mano tra le sue:

-Capisci, allora, che è l'unico modo?
La donna si abbandona all' ennesimo sospiro, spostando lo sguardo sulla sua bambina: le quattro ciocche scarse di capelli sottili che già ha sono rosa come i suoi, mentre gli occhietti sono un misto tra i colori di quelli dei genitori, in cui azzurro e smeraldo si mescolano dando vita ad un acquamarina sgargiante.
Poche settimane di vita, e devo già affidarti questo fardello.
Per un momento all' ex Guardiana del mondo virtuale torna alla memoria la situazione che vivevano, al Kadic. Adolescenti, poco piú che bambini e costretti a fronteggiare un pericolo su scala mondiale.
Poi pensa a Lyoko, agli attacchi lanciati da XANA sulla Terra e al fatto che non saranno piú sventabili, se per la sua paranoia tutto andasse al diavolo.
Mi spiace davvero, credimi. Non sai quanto, si scusa col pensiero ricacciando indietro una lacrima e rimproverandosi per avere continuato ad essere troppo emotiva.

-E va bene, Jeremy, ma a una condizione- sentenzia.

-Sarebbe?

-Dopo questo... promettimi che finirà tutto. Che non dovrò piú sentir parlare di fabbriche, supercomputer e tutto il resto. Voglio essere una persona normale, con una vita normale, tagliare i legami con quel passato.
Lui le si mette di fronte e le alza leggermente il mento, in modo da avere di nuovo i suoi smeraldi di fronte:

-Te lo giuro, Aelita. Domani ultimerò il processo, e spegnerò tutto. Per sempre.

Voi credete che sarà un "per sempre"? Io dico di no.
Questo era un piccolo scorcio iniziale, in cui si spiega come il codice Lyoko passi da Aelita ad Astra, visto che personalmente io non credo sia possibile "ereditarlo".
Ma se voi sapete, la nostra piccola Belpois è destinata a crescere all' oscuro della cosa.
Come sarà la situazione tra qualche annetto?
Anche se avevo anticipato che sarebbe comparso qui, nel prossimo capitolo ci sarà il cast dei nuovi personaggi, e metterò man mano delle foto dei prestavolto nei capitoli a seguire.
La zia vi è mancata?
Kincha007

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top