Power
-Come, scusa? Rosso? Ehm, aspetta, qui sta succedendo qualcosa!
Niels si ritrova davanti una schermata che si è aperta automaticamente, producendo un fastidioso ed assillante bip e scorrendo quelle che deduce essere torri, da come le ha descritte Jeremy.
-Sì, rosso, scarlatto- continua a parlare la cugina. - Secondo te è pericoloso?
-Astra, non so... Tom!- chiama l'amico, ancora nella torre di passaggio del settore foresta.
-Niels! Astra dov'è? Sta bene?
Come al solito pensa alle ragazze anche in momenti in cui dovrebbe essere serio e preoccuparsi di sé stesso...
-Tranquillo, è sana e salva. Ma credo che dovresti raggiungerla, dice che là c' è una torre che emana una fumata rossa.
- Raggiungerla? Devo buttarmi nel vuoto?!
-Oh, non mi dirai che hai paura!- lo provoca Niels
- E poi, mia cugina apprezzerebbe!
-Ma... è sicuro?
-Ma se ti ho appena detto che lei non ha nemmeno un graffio! Dai, muoviti.
-Uff...- Dall' auricolare il ragazzo ode il biondo prendere un respiro più che lungo- Aaaaah! Uh... Ehi, ma sono sempre in una torre.
-Sì, ma dovresti ritrovarti in un territorio diverso dalla foresta, all'uscita.
- Hai ragione- esclama
- Sono in una specie di valle ghiacciata. Astra è qui, siamo letteralmente a pochi passi dalla torre di passaggio.
-Lo sa benissimo- interviene lei
- Ma guarda! Lì c' è la torre rossa.
-Tom, la vedi? - domanda Niels.
-Sì, non è lontanissima, saranno poche centinaia di metri. Andiamo a dare un'occhiata?- propone curioso.
-Sì- approvano all'unisono gli altri due.
Niels non aspettava altro: dal diario di suo zio ha saputo che le torri rosse sono programmi assai misteriosi, ma magari anche colmi di risposte. Forse, anche quelle che loro vogliono avere. Ma poco dopo, dall' auricolare sopraggiunge la voce della ragazza:
-Ehm, cugino? Qui non siamo soli, a quanto pare.
*****
All'inizio, Tom ha pensato di avere un'allucinazione, ma quando vede che anche Astra è sgomenta quanto lui e lo sta fissando con occhi sbarrati, capisce che è reale, almeno virtualmente: un grosso animale stranissimo, simile ad un granchio rosso gigante e senza chele, sta avanzando verso di loro a passo spedito, reggendosi su quattro zampe lunghe e sottili. Dal rumore che produce quando cammina sembra di sentire del metallo che cozza contro il suolo.
-Tsk, ma che gambette sexy!- commenta- Ci siamo messi a dieta o ti hanno spolpato?
-Ma ti pare il momento!- esclama la ragazza dai capelli rosa. - Cerca di capire che fa qui e che creatura è, piuttosto. Dici che è un animale?
-Non so... ma non mi ispira molta simpatia.
-Dai, non giudicare un libro dalla copertina. Proviamo ad avvicinarci, magari è amichevole.
-Astra, non fare di nuovo una...
Troppo tardi: lei si sta già dirigendo verso la strana creatura.
-Cugina, ferma- mi dà man forte Niels.- Penso che sia un mostro!
Mostro? Sì, Tom direbbe che è sicuramente la definizione più azzeccata per un alimento da ordinare fritto al ristorante e che invece su un mondo virtuale è alto due metri e ti spara addosso raggi laser rossi da quella che sembra essere una faccia orribile.
Uno di questi era puntato a lui e lo prende in pieno il braccio: il giovane trattiene a stento un urlo mentre avverte un dolore lancinante e l'arto inizia ad emettere scariche azzurrine.
-Tom!
-Non preoccuparti, Astra, non è nulla- mente. Brucia, cazzo se brucia.
-Attenzione, hai appena perso dieci punti vita!- dice Niels, con tono preoccupato.
-Dieci cosa?
-Punti vi...
-Niels!- esclama sua cugina. - Perché ci attacca? Non stiamo facendo nulla di male!
-Jeremy lo chiama Krab. Se entraste nella torre potrei riferirvi quanto ho sentito nel secondo video con più calma!
Non se lo fanno ripetere due volte: ripercorrono scioccati la brevissima distanza che ci separa dall'edificio fumante e si buttano sull'entrata, piombando all'interno, entrambi col fiato corto e le mani sulle ginocchia, e soprattutto con la testa che scoppia di domande bramose di avere risposta.
-Ora credo sia il momento di darci delle spiegazioni- incalza Tom.
-Tranquillo, stanno per arrivare. Come ti ho già detto, quello è un Krab. A quanto pare, quando "Maya" stava cercando di raggiungere una torre, anche quella rossa, lui ha tentato di eliminarla.
-E com'è finita?
-Finché la torre è stata di quel colore, come adesso, una specie di palla gigante fatta di fulmini ha ostacolato mio zio. Quando Maya vi è entrata, quella sfera è sparita nel nulla, la torre è tornata bianca e lei ha ricordato il suo nome...
-Aelita- termina la frase lui . Era scontato.
-Già. In realtà, Jeremy aveva scordato tutto, aveva utilizzato un programma chiamato ritorno al passato.
-Ritorno al che? - si intromette la fatina.
-Ritorno al passato. Pare che attivandolo si ritorni all'inizio della giornata, ha dovuto farlo perché li avevano scoperti. Dunque lui ricordava Lyoko, ma non quello accaduto quel giorno. Solo le persone scannerizzate, come voi, ne sono immuni. Mio zio ha dovuto farsi rispiegare tutto dai suoi amici, che si erano accorti che aveva perso la memoria.
-E cosa erano quei "punti" a cui hai accennato prima?
-I punti vita. Da quanto so, ne avete cento, avete presente le piccole sfere verdi sotto le carte-avatar dei nostri genitori? Erano quelli.
-E che succederebbe se li perdessimo tutti?- domanda il biondo, che teme enormemente la risposta. Fortunatamente, quanto dice Niels lo rincuora:
-Nulla di grave, tornereste qui sulla Terra tramite gli scanner, il supercomputer è impostato in questo modo.
-Grazie al cielo... Jeremy ha aggiunto altro?
-No, nulla di importante. Ha solo detto di aver chiesto a Odd, Ulrich e Yumi, che quest'ultimo aveva portato alla fabbrica perché erano stati attaccati insieme in palestra, di lasciargli tentare per un'altra notte di materializzare zia Aelita nel nostro mondo, ma non so se ci sia riuscito subito.
Tom non risponde. La quantità di informazioni che ha appreso negli ultimi trenta secondi sui suoi genitori, oltre che per suscitargli dubbi su ogni informazione che ha su di loro, è piú che sufficiente a zittirlo per qualche minuto. Astra però non è ancora soddisfatta:
-E i mostri? Dirà qualcosa di utile su come sconfiggere quel coso, no?- Tom crede che se non ottenesse la risposta potrebbe avere una crisi isterica: non è mai stata una persona irascibile, anzi, tende a starsene molto per conto suo con la testa tra le nuvole. Ma se qualcosa la allarma, diventa capace di compiere una strage.
-Certo.
Niels, mi hai appena salvato.
-Pare che ogni ragazzo andato su Lyoko avesse delle armi: Odd ha quasi centrato Ulrich in un occhio con una freccia laser.
-Questo è mio padre... - ridacchia. La sua amica lo fulmina con lo sguardo e fa cenno di ascoltare.
-Continua, Niels- lo incita.
-Yumi aveva dei ventagli-boomerang, mentre suo marito una katana giapponese. Quindi credo che anche voi dovreste avere qualcosa.
Tom, hai delle tasche nella giacca dello smoking? Prova a cercare!
Lui segue il consiglio e infila le mani nella tasca destra. Quando la ritrae trattiene a stento un'imprecazione:
-Eh, no, cazzo!- Tira fuori le indispensabilissime cavolate in dotazione al suo costume da idiota: delle biglie bianche.
La sua amica scoppia a ridere:
-Certo, è bello poter volare e prendersi gioco della gente conciata a mo' di saltimbanco!
-Se ti consola, io non ho proprio un bel niente, invece. - Allarga le braccia e fa un giro su sé stessa per confermare.
-Ragazzi...- chiama il moro. Dal tono, non sembra affatto tranquillo.
-Sì?
-Ehm, non so come spiegarlo...
-Oh, Niels, e che cavolo!- Tom ode sua sorella, che gli ha evidentemente strappato l' auricolare.
- Tom, Astra, ricordate che c'è un passaggio a piedi per arrivare alla stanza del supercomputer, oltre all'ascensore? Quello che ha notato Niels.
In realtà no, luj non lo ricorda proprio. Ma siccome deduce che il punto non è quello non gli dà importanza:
-Eccome - mente dunque.
-Beh, non so se ci crederete mai, ma è appena entrato da lì il giardiniere del Kadic.
- Co-come?
Del giardiniere conosce solamente due cose: il nome, René, e la sua invisibilità. È come una di quelle figure monocolori sullo sfondo di un libro per bambini, e non riuscirebbe mai a immaginarlo in un altro modo. Dannazione, a stento gli ha mai dato il buongiorno, che ci fa lì?
- Ci sta attaccando! Si muove a scatti, a momenti sembra che non sia nemmeno in grado di fare un passo, mentre in altri è dotato di una forza sovrumana. Negli occhi non ha le pupille, ma pulsa quello strano simbolo che abbiamo trovato al terzo livello sotterraneo e che se non sbaglio è presente anche nelle torri. Sto approfittando dei suoi momenti no e pare che riesca a cavarmela, ma non so proprio che stia succedendo! Mi pare che abbiate accennato ad una torre rossa, non è che c'entra qualcosa?
Prima che Tom possa rispondere che non ne ha la minima idea, lei riprende a parlare:
-Devo andare, ho lasciato Niels a vedersela con quell' energumeno, ma credo che lui stia meglio qui!
Non saluta nemmeno, udiamo solo il nostro amico che si risistema sulla poltroncina, evidentemente scosso. Visto che neanche lui spiccica parola ne approfitta per prenderla il mago:
-Perfetto! E ora? Secondo me è meglio farci smaterializzare, per lo meno daremo una mano contro quel tipo che è come impazzito, non credi?- dice ad Astra. Aspetta quelli che io considero molti, interminabili secondi.
-No- scuote infine la testa convinta lei.
Ok, reazione inaspettata.
-No? Ma che ti frulla in testa?
-Tom. - Lei pronuncia calma il suo nome. - Ricordi quello che diceva mio padre? Appena la mamma è entrata nella torre rossa, questa ha cambiato colore e la sfera elettrica che attaccava il mondo reale è sparita. Io penso che per il giardiniere sia la stessa cosa: prima che la torre cambiasse colore Marlene e mio cugino non avevano problemi.
Lui la guarda fisso negli occhi.
-Mi staresti dicendo che vuoi entrare là dentro, e che cosí facendo il fumo ridiverrà bianco e quell' uomo tornerà normale?- riassume, incredulo e un po' confuso.
-Precisamente- annuisce lei. - Ma non so cosa troveremo all'interno. So solo che mia madre ha risolto il problema, quindi un modo deve esserci.
-E come faremmo con quel Krab?- Il giovane continua a essere un po' scettico su quella storia, e dalla sua faccia anche lei a questo non aveva pensato:
-Potrei provare a volare, e tu ad aggirarlo... non so, ok? Troveremo un sistema!
In altre situazioni, avrebbe fatto una delle solite battute per liquidare il tutto e dimenticare la cosa. Ma in questo caso Tom non ci riesce. Perché oltre a provare qualcosa per lei, si fida ciecamente di Astra, sa che è una delle persone più sveglie che ci siano e che quindi raramente il suo intutito sbaglia.
-E va bene- acconsente.- Andiamo. Nel peggiore dei casi, ci ritroveremo un po' ammaccati in sala scanner.
Tenta di farsi forza con l' ultima frase, lo stomaco in subbuglio.
Attraversiamo la soglia della torre.
*****
Amy controlla l'orologio per l'ennesima volta, come se cosí facendo il tempo potesse scorrere piú velocemente: è passata circa un'ora e mezza, ma i ragazzi dovrebbero essere già rientrati. Anche se avevano parlato di un paio d'ore, conoscendo Niels sicuramente lui avrebbe insistito per tornare prima, visto che in effetti con Jim queste precauzioni è sempre meglio prenderle.
Le piacerebbe tanto andarli a cercare, ma la verità è che in questo caso non solo non vuole infrangere una regola datami dai suoi: ha anche paura di avventurarsi da sola in quell'edificio dimenticato da Dio e dall'uomo.
Osserva Steve, ancora sulla colonna, intento a leggere il libro di storia con aria assorta. Ha un'espressione così calma, lei invece è talmente nervosa che potrebbe mettersi a gridare da un momento all'altro.
Ed è proprio il nervosismo a portarla a elaborare un'idea alquanto folle:
-Ehm... ehi?- Si schiarisce la voce sperando che lui la senta. All'inizio crede di aver fallito, visto che Steve non sposta gli occhi chiarissimi dalla pagina, ma poi le giunge la risposta:
-Ti avevo detto che stavo studiando.
-Beh... avrei un minuscolo favore da chiederti.
-E perché mai dovrei fartelo?
-Dai, non sai nemmeno cosa voglio!
-Ma so che nel novanta per cento dei casi la mia risposta sarà no. Non ho tempo, davvero. Non lo dico per essere scortese.
-A- almeno ascoltami! Magari quel che mi serve potrebbe rientrare nell'altro dieci per cento.
Steve alza gli occhi al cielo, rassegnato:
-Sei proprio una piattola... Andiamo, parla.
-Ehm... insomma...- D' un tratto, è come se avendo raggiunto il suo obbiettivo di farmi ascoltare non sapesse andare oltre, e non solo per la vergogna: Amy si sente estremamente a disagio a chiedere a Steve di aiutarla in queste cose dopo tanti anni di lontananza. Lui, sentendola balbettare, sbuffa esasperato:
-Ma che problemi hai, Stern? Prima fai di tutto per chiedermi una cosa e dopo non riesci a mettere due parole una dopo l'altra?
-Quel che voglio domandarti è complicato. Mi chiedevo se... Vedi, i miei amici sono andati a giocare a nascondino nella vecchia fabbrica qui vicino.
-E allora?
-Allora, visto che ormai dovrebbero dovuti già essere qui, sto iniziando a preoccuparmi un po'. Non è che mi accompagneresti a cercarli?
La ragazza lo sente soffocare una risatina.
-Ma tu guarda... e perché mai io dovrei accettare di portarti in un luogo che si trova a due passi da qui, che puoi benissimo raggiungere a piedi da sola e che non mi interessa minimamente?
-Ti supplico!- lo implora di nuovo.- Non mi è mai piaciuta la fabbrica. Sarà per pochissimo, lo giuro. Non ti chiederò mai più niente dopo questo!
Oh, di ciò sono assolutamente certa. Perlomeno, non se non scopro cosa gli sia successo in tutti questi anni.
-Dovrei crederci?
-Non ho mai infranto una promessa prima d'ora, non vedo il motivo di iniziare adesso, soprattutto per una cosa che per me è importante- afferma, stavolta con sicurezza.
Lui inizia ad alzarsi infastidito, stiracchiandosi per sciogliere i muscoli che si sono indolenziti a causa della posizione mantenuta troppo a lungo.
-Se provi a rivolgerti un' ltra sola volta a me per cose simili farò conto che tu non esista- la ammonisce.
*****
Finalmente, Astra può togliere la mano da davanti alla bocca.
Alla fine, le inutilissime biglie da saltimbanco di Tom hanno rivelato la loro funzione reale quando una è accidentalmente caduta a terra: gas fumogeno. Peccato che il suddetto gas non abbia potere di stordire solo il Krab. Per qualche motivo, anche se non c'è aria, quando è entrato in contatto con il suo naso e la sua bocca si è sentita improvvisamente girare la testa.
Non appena è nelle condizioni di muoversi, la fata riprende a percorrere in tutta fretta la strada che porta alla torre rossa, mentre il mago la segue cercando di centrare il crostaceo gigante, lanciando alla cieca le sfere biancastre. A quanto pare non ha una mira eccellente, visto che questo recupera inesorabilmente terreno.
Ad un tratto, sente il grido.
Il rumore dei colpi che si infrangono sul corpo di Tom si ripete due, tre, quattro volte finché la creatura non cessa da sola la sparatoria. Ma a questo è evidente sia tardi: il corpo del suo amico, ridotto in ginocchio dai laser, inizia velocemente a scomparire, riducendosi ad una manciata di pixel azzurri e lasciandosi dietro solo la struttura del suo corpo, sotto forma di reticolato digitale. Dopo pochi secondi svanisce anche quello.
-No!- grida lei disperata.
La voce che le giunge alle orecchie, calma e rassicurante nonostante tutto, è di Niels.
-Cugina, è tutto ok. Ricordi? Tom è solo ricomparso in uno scanner. Credo che farà un po' male, all'inizio, ma sta bene.
Le parole di Niels la rincuorano, ma hanno concesso al mostro il tempo per ritrovarsi faccia a faccia con lei.
Pensa, Belpois, pensa...
Alla fine la soluzione arriva senza che nemmeno provi a cercarla. Come se avesse perso il controllo del corpo, Astra cade improvvisamente in ginocchio, le mani giunte come in preghiera e gli occhi chiusi.
Quando sbatte nuovamente le palpebre, vede il Krab imprigionato in una specie di cubo di ghiaccio.
-Astra, stai bene?
-Io sí. Però...
-Che ti è successo?
-A me nulla. Ma di colpo mi sono inginocchiata e ho chiuso gli occhi e...- tenta frettolosamente di spiegare.
-Wow, frena, frena! Calma. Racconta un po' piú lentamente.
-Beh, ho sentito come cedere le gambe, ma non stavo male. Poi, era come se dovessi comcentrarmi... avevo gli occhi chiusi e quando li ho riaperti il mostro era congelato, imprigionato nel ghiaccio.
-Imprigionato nel ghiaccio?
-Sí!
-Puoi riprovarci? Se hai creato il ghiaccio, magari puoi anche farlo con altro!- suggerisce.
Riprova a mantenere la concentrazione.
Respira, calma. Una pietra... no. Non una pietra. Un blocco di ghiaccio.
Davanti a lei ora si trova una roccia bluastra del ghiaccio irregolare e irreale tipico di questo mondo tecnologico.
Ma non fa in tempo a esultare che arriva il dolore. Cade e si rialza a fatica, osservando chi ha sparato stavolta: una specie di cubo. Si regge su delle minuscole zampine arancioni e al centro di ogni faccia porta un simbolo: l'occhio, lo stesso che era nella torre.
Mi sa che sono nei guai.
*****
-Astra?
-Niels, qui c' é un altro mostro! È come un... cubo che cammina!
-Cubo?- Niels tenta di ricordare se una creatura simile è descritta nel video diario- Si chiama Block! Sta' attenta, sei sola e non credo che quello che hai sia un potere che si attiva subito, almeno non se sei una princi...
-Cugino! Mi serve aiuto, non una lezione!
Purtroppo, lui si trova impossibilitato a rispondere. Sente uno scatto meccanico e gira la testa: le porte dell' ascensore sono aperte.
-A noi invece servirebbe una spiegazione..
- dice un'incredula Amy. Accanto a lei, la fronte corrugata e la schiena contro la parete del macchinario, c'è Steven Dunbar.
Eccomi! (Purtroppo per voi sono ancora qui)
Ce l' ho fatta! Tra i messaggi random del nostro Einstein e mia madre sono riuscita a pubblicare!
All' inizio avevo intenzione di chiudere la faccenda torre in questo capitolo, ma mi sono resa conto che non mi sarei trovata con gli eventi successivi, perciò vi tocca attendere venerdí!
Ora mi dileguo (Letto e libro, amori aspettatemi)
A venerdí nipotini!
Kincha007
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