Past recalls
-Ma sei impazzita? Cosa ti avevo detto?!
Le venature dello strano cilindro intanto iniziano a colorarsi, tingendosi di una tonalità di dorato.
- Spegni subito tutto!- urla Niels, il cuore che batte e martella come un tamburo nel petto. Quel posto lo intriga, ma ancor piú lo inquieta; chissà cos'hanno combinato qui, in oltre trent'anni. Potrebbero cacciarsi nei guai.
-Andiamo, visto che ormai è tutto acceso, almeno fammi dare un'occhiata a quella console al piano di sopra! - implora Marlene, eccitata come una bambina.
Il ragazzo sbuffa: ormai sa che è inutile cercare di fermare la sua amica, quando si mette in testa una cosa nessuno riesce a farla desistere.
Annuisce, poco convinto, ma visto che la ragazza sarebbe benissimo capace di tornare in fabbrica da sola, tanto vale cercare di capire cosa sia quello strano complesso tecnologico.
Per lo meno, magari troverà qualche programmino interessante in quel computer, tenta di consolarsi. E poi, non c'è motivo di scoprire vita, morte e miracoli della fabbrica... probabilmente Marlene si stuferà. Da quel che ha letto, quel computer potrebbe anche essere stato usato come cuore pulsante per la fabbrica; Niels non sa quanto siano vecchi di preciso né l'edificio né l'attrezzo.
Dopo che ha aiutato Marlene a risalire, si spostano di nuovo al secondo livello sotterraneo: sia la stanza degli scanner che quella della console ora sono illuminate e non fa più freddo. Evidentemente il macchinario una volta acceso ha riattivato anche il riscaldamento.
Marlene fa per sedersi come prima sulla poltroncina, ma il moro la precede. Almeno sacrosanto il diritto di guardare per primo lo avrà pure, giacché lei ha riacceso tutto senza ascoltarlo. Inoltre, Marlene di informatica capisce poco e niente, quindi è probabile che dovrà comunque spiegarle tutto.
Prende posto e preme un tasto a caso per sbloccare lo schermo, togliendo però subito dopo le mani dalla tastiera per evitare di attivare qualche comando.
All' inizio, nota solo schermate normali: notiziari, siti internet, roba che tutti conoscono, insomma. Come prevedeva...
La biondina intanto intravede un auricolare appoggiato ad uno degli schermi laterali. Lo porge a Niels, ma per il momento lui lo lascia da parte.
-Hai scoperto qualcosa?- chiede.
-Attualmente no, lo vedi anche tu. Aspetta... cos' è questo? Sistema... oloweb?- attiva quello strano programma, e l'urlo di sopresa della ragazza si diffonde per la stanza.
-Marlene, stai bene?
-Gu-guarda!- balbetta lei, indicando col braccio un punto che Niels non vede a causa degli schermi enormi. Per poco anche lui non casca da dove è seduto: dove prima c'era la cavità di quella specie di piattaforma, ora stanzia una sorta di sfera bianca, che sembra levitare a mezz' aria senza bisogno di alcun sostegno.
La ragazza fa qualche passo incerto in direzione dello strano oggetto, notando al suo interno un' altra sfera più piccola, circondata da quattro di quelli che paiono modellini: montagne violacee, una foresta, un deserto e una banchisa. Allunga una mano, ma questa passa attraverso la proiezione, facendola quasi sbilanciare in avanti.
-Niels... tu lo sai cos'è, vero?
- Se fosse così te lo spiegherei con piacere, credimi - si scusa lui.
-Devo chiamare Tom e Astra, secondo te?
Il moro ci riflette:
-Non so se è una buona idea, a questo punto. Questa faccenda è strana, sembra un gigantesco videogioco! Preferirei spegnere tutto e andarcene.
-Ma...
-Niente ma- taglia corto lui. - Credimi, è meglio. Non ci sono nemmeno programmi informatici che potrebbero interessarmi. Controllo solo un altro minuto, poi torneremo di sotto e lasceremo perdere questa storia.
O almeno, così voleva fare.
Niels scorre un altro paio di icone: come le altre, banali funzioni comuni e proprie di ogni computer. Ne trova una terza lì accanto, senza nome. Decide di aprirla, tanto per consolidare un' idea che per lui è già certezza, e...
-Oh, Dio. Ma questa...
Marlene gli va accanto, gli occhi illuminati di sorpresa e di speranza, speranza probabilmente che lui abbia trovato qualcosa che potrebbe fargli cambiare idea e lasciare tutto acceso. Appena vede l' immagine però fa un passo indietro:
-Dove l' hai trovata?
-Io... io stavo... ho solo aperto una specie di schermata...
Ciò che li ha sconcertati è una semplice figura che in moltissimi altri non avrebbe suscitato affatto una simile reazione.
Vi è rappresentata quella che sembra la carta di un mazzo di figurine, nella parte di sotto ci sono statistiche che i due non si prendono nemmeno la briga di provare a capire. Ma in quella superiore...
La ragazza potrà avere la loro età. I capelli rosa le sfiorano a malapena il collo, ma non per questo il grazioso visino con occhi verdi e orecchie a punta manca di femminilità, merito anche di due strisce di trucco rosato che dalla base del volto arrivano fino a metà guancia. Il corpo, rappresentato fino al ginocchio, mosta una tuta dello stesso colore dei capelli, interrotto a tratti da semplici decorazioni violacee. La gonna futuristica che le adorna la vita invece è semitrasparente e tende all'azzurrino, e a uno dei polsi coperti da guanti scuri, che lasciano però libere le dita, porta un braccialetto a forma di stella. Appesa al lobo dell'orecchio sinistro, pende la perla fucsia di un orecchino spaiato.
-Quella tizia è indentica ad Aelita- mormora la bionda.
-Non saltiamo subito a conclusioni affrettate- tenta di farla ragionare il ragazzo. - Vedi, ci sono altre immagini simili, scorriamole un po'. Di sicuro è un semplice videogame. Mia zia in effetti, per via del colore dei capelli, potrebbe tranquillamente avere molti avatar che le somigliano.
Ma ogni nuova figura che vedono li lascia sempre più senza parole. Sono nove in totale, compresa quella dell'elfa: un samurai dai capelli castani e gli abiti gialli, un ciuffo sbarazzino che gli ricade sulla fronte. Un altro elfo, stavolta biondo e vestito di verde, con un pugnale appeso alla cintola. Una ragazza orientale in tuta color vino rosso e due placche metalliche sopra le sopracciglia, e...
-Papà!- Marlene non può fare a meno di urlare- Niels... quello là è mio padre.
Si riferisce ad un ragazzino dai capelli dorati sistemati in una strana acconciatura a punta, e con una ciocca nel mezzo tinta come il completo che porta: di viola. Dalla buffa capigliatura spuntano due orecchie feline, e i due amici intravedono quella che deve essere una coda fare capolino da dietro la schiena. Le mani non hanno nulla di umano, ma sono due zampe da gatto.
-Calma... quello non può essere Odd, ha il corpo di un animale! Magari era semplicemente un social game.
-E perché mai avrebbero dovuto giocarci in una fabbrica abbandonata?
Niels si impone di restare calmo. Se Marlene non vuole, dovrà mantenere il sangue freddo per entrambi. E' l'unico modo per riuscire a capirci qualcosa, si ripete mentalmente fino ad autoconvincersene e a tranquillizzarsi .
Non trarre conclusioni affrettate, si dice, rimangono quattro profili, staremo a vedere. Dopo il ragazzo-gatto è rapprensentato sempre un suo coetaneo, forse potrà essere più grande del biondo e di lui e Marlene di un anno o due, ma non di più. Da come è conciato sembra un' ombra: capelli neri, occhi che sembrano pezzi di carbone, e una tuta dello stesso colore. Lo sguardo ha un che di strafottente e arrogante:
-Anche William, è il colmo!- sbotta la ragazza.
-Ora basta - ribatte l' altro. - Non abbiamo nessuna prova che siano loro.
-Oh, Niels, accetta l' evidenza! Gli elfi sono Aelita e... Jeremy, credo. La ragazza orientale non può essere che Yumi, e il samurai è la copia sputata di Ulrich. Il tipo in nero e Steve sono due gocce d' acqua, perciò dev'essere suo padre. E quel tipo simile a un gatto...
Il moro la ignora. È ancora troppo presto per crederci. E poi, Niels è uno scienziato, o almeno aspira a diventarlo, e gli scienziati non credono mai a ciò che suppongono se prima non riescono a provarlo, è una delle regole di base.
Alla fine rimangono solo tre icone. Nella prima, una ragazzina biondissima fa un mezzo sorriso allo schermo. Il completino che indossa, assieme a quello dell' elfo verde, è il solo a non essere a pezzo unico e porta le varie sfumature del blu.
-La conosci?- domanda l' amica.
-No, non mi pare di averla mai vista.
-È bella- osserva lei. - Guarda gli occhi.
Le iridi si distinguono appena, ma aguzzando la vista il ragazzo riesce a scorgervi un grigio chiarissimo.
A Niels ricordano qualcuno, ma sul momento non sa dire chi sia. Passa alla scheda seguente: una ragazzina, a confronto degli altri sembra poco più di una bimba delle elementari. Anche lei è bionda, ma porta una coda di cavallo leggermente corta. Veste con un abitino giallo, a righe nere, e sulla schiena porta un paio di alette da insetto. Le sembianze richiamano naturalmente un'ape, ma ossevandone il volto il moro altri non vede che...
-Ma... è... mamma.- balbetta, poi scuote la testa. No, ma che dice! Ha passato i precedenti cinque minuti a ribadire costanemente a Marlene che quelli non sono i loro familiari, e ora crolla all' immagine di una bambina ricordante Therese?
-Ora lo ammetti anche tu che sono loro?- Dal tono con cui lei pronuncia queste parole, si sente chiaramente che vuole che dica di aver sbagliato.
-Non puoi negarlo, Niels, credo che avessero un buon motivo per volerci tenere lontani da qui.
Pur di non darle la soddisfazione di riconoscere di essere stato in torto, lui cambia argomento mentre guarda l'ultimo avatar: ormai non si sorprende nemmeno di trovarci una ragazzina uguale a Marthine Aubral conciata a mo' di genio de Le mille e una notte. Ma Niels, in fondo, è sempre stato una persona orgogliosa:
-Ora sì, che credo che tu debba avvisare Tom e Astra. Tutto fa pensare a qualcosa in cui erano coinvolti tutti i nostri genitori, ad eccezione di mio padre, credo. Non mi stupirei se magari fossero diventati così amici a causa di... qualsiasi cosa facessero qua. Voglio vederci chiaro.
Anche se poco prima era totalmente contrario, ha cambiato idea: non si fermerà. Ormai di spegnere quella specie di supercomputer non se ne parla proprio, non finché non avrà fatto luce sulla questione.
***** *****
- Ok, arriviamo.
Niels ha sicuramente un buon motivo per essere sparito con sua sorella per un quarto d' ora buono e poi averlo chiamato all' improvviso dopo che aveva già trovato Astra da un pezzo. Deve.
Tutti sono a conoscenza del fatto che Tom stravede per la piccola Belpois da un'infinità di tempo, e che questo dà vita ad un rapporto di rivalità con Erik. E se il suo amico li ha interrotti quando erano da soli, senza nessuno tra i piedi...
-Cosa voleva?- chiede Astra.
-Dice che lui e Marlene si erano nascosti ai livelli inferiori usando l'ascensore che vedi lì...- glielo indica.
-Sì, li avevo visti, ma credevo che il rumore ci avrebbe smascherati tutti e tre. Non so come tu abbia fatto a non sentire! Comunque sia, proprio per quello ho preferito non seguirli- ammette lei. - Ha detto qualcos' altro?
-Che hanno trovato una cosa incredibile e che dobbiamo assolutamente vederla!- il biondo imita Niels con una vocina che fa tendere al femminile di proposito. La ragazzina sorride, ma dentro è agitata, inquieta, e lui lo vede.
I due entrano cauti in ascensore, senza più proferire parola ma sussultando a ogni cigolio del vechio trasportatore. Anche Tom ha iniziato a essere un po' nervoso, e la sensazione aumenta man mano che scendono. Purtroppo, come ogni corsa, anche la loro deve finire.
*****
-Ma... ma...
Sono due minuti che non riesce a dire altro. Tom non ha letteralmente parole. Niels gli ha appena mostrato nove strane immagini simili a carte da gioco, rappresentanti quello che devono per forza essere i loro genitori. Sono praticamente identici, fatta eccezione per il fatto che sembrano loro coetanei nelle foto, e che somigliano a strani avatar da videogame, e ciò è la causa del suo continuo balbettare.
-Pensi quel che penso io, vero?- gli domanda Marlene.
-E come non farlo- mormora. - Però non capisco il perché di tutto questo. E nemmeno di quelle sembianze stranissime.
-Mah... - borbotta il suo amico. - Sto cercando su internet, ma ovviamente non c'è nulla; la risposta deve per forza essere in questo supercomputer.
-Ehi...- Marlene ha la voce che trema. - Nell'angolo... credo che prima non avessi visto quella cartella.
-Cosa? Sì, in effetti non l'avevo notata, la aprirò adesso. "Il diario di Jeremy"...
-Belpois- completa la frase Astra, incredula.
-Niels, apri subito quel diario!- gli ordina Marlene.
Lui digita qualche tasto. Quella strana console non sembra avere un mouse.
La cartella è piena fino a scoppiare di file rinominati con delle date. Lui apre la prima: è l'inizio di un video, che blocca per lasciarci vedere un ragazzino, di nemmeno quattordici anni. Ha il fisico mingherlino che, insieme agli occhiali giganti dalla montatura nera, lascia dedurre il suo status di cervellone, e soprattutto di persona che non ama particolarmente gli sport. I capelli biondi sono quasi in perfetto ordine, ma da dietro le lenti si nota che è piuttosto stanco. La stanza dove si trova è male illuminata, dev'essere notte.
-Hai ancora qualche dubbio su chi siano quei ragazzini?- insiste Marlene con Niels.
-No, ok?- sbuffa lui. - Ma credo che ci convenga ascoltare, o continueremo a non capirci nulla.
-Concordo in pieno!- probabilmente Astra è talmente agitata che potrebbe esplodere da un momento all'altro. Ma sfortunatamente, non è questo il momento di provare a tranquillizzarla... Tom si rassegna e vede il suo amico premere un tasto. Il ragazzo del video comincia a parlare.
*****
"Diario di Jeremy Belpois, scuola Kadic, studente di terza media, nove ottobre. Qualche settimana fa ero in cerca di pezzi per completare i miei robot in miniatura. Non riuscivo a trovare nulla di utile, così ho deciso di frugare fra i rottami di una vecchia fabbrica abbandonata, non lontano dalla scuola. Là dentro immaginavo di trovare una quantità di pezzi ricambio che mi sarebbero serviti, e infatti non mi sbagliavo! Era incredibile: mi sono ritrovato in una specie di grande complesso provvisto di laboratorio informatico con scanner e un potente elaboratore centrale..."
Niels blocca il filmato:
-Scanner... devono essere quegli strani tubi di sotto.
-Tubi? - domanda perlesso Tom.
-Mandate avanti il video, per favore- li zittisce Astra, avida di saperne sempre più su quella stranissima storia in cui il padre è evidentemente implicato. Il cugino la accontenta:
"Per ora non lo dirò a nessuno: è il mio piccolo segreto, è la cosa più strabiliante che mi sia capitata! E non è tutto... quella notte ero terrorizzato, ma ho deciso lo stesso di accendere il computer.* Ma mai mi sarei aspettato quel che ho trovato al suo interno! A quanto pare contiene un mondo virtuale chiamato Lyoko, diviso in quattro settori. Inoltre, Lyoko sembra essere protetto da una strana entità informatica con la forma semiumana di una graziosissima elfa rosa, che ho ribattezzato Maya. Pare che non ricordi nulla del suo passato o di come sia finita nel supercomputer, ma ho visto che è in grado di comunicare perfettamente, e credo anche di provare emozioni. Data la presenza degli scanner, mi chiedo se sia possibile materializzarla in forma umana qui sulla Terra, in qualche modo."
Il primo filmato finisce in questa maniera.
-Ma cosa vuol dire?- la ragazzina dai capelli rosa, quella presente in fabbrica in questo momento, in testa ha più punti interrogativi di prima- Chi è questa Maya? E perché mio padre ne parla? Dite che è ancora in questo... Lyoko?
-Astra... io credo che "Maya" altri non sia che Aelita- azzarda Marlene. - Da come Jeremy la descrive, è certo che lei e la ragazza della scheda di poco fa siano la stessa persona. E vista la somiglianza con tua madre...
-Ma non è possibile- dice Tom. - Jeremy parla di "entità informatica". Aelita non può essere un programma, come te li spieghi i suoi figli? E non possiamo nemmeno ipotizzare un'adozione, visto che ène aspetta uno adesso.
-Mmm...- Niels tenta in tutti i modi di venirne a capo, ma alla fine anche lui è costretto a rinunciare, almeno momentaneamente. - Sentite, questo diario di mio zio contiene decine di filmati. Qualcuno per caso ha una chiavetta USB?
-Aspetta. - Il biondo fruga qualche secondo nella tasca dei pantaloni, prima di tirarne fuori un portachiavi con attaccata una pennetta a forma di smile. La porge all' amico:
-Grazie. Spero ci sia abbastanza spazio, copierò i video qui e li metterò sul pc della mia stanza al Kadic. La riavrai entro domani- promette.
-Cosa faresti senza di me- si vanta l' altro. - Comunque tranquillo, è da venti giga byte, credo bastino e avanzino a copiare una quatità di video sufficiente a tenerti occupato una settimana.
-Ok. Ma una cosa vorrei vederla ora. Visto che siamo qui, potrei avere l'occasione di verificare di persona senza dover di nuovo inventarmi una scusa e uscire dal collegio.
-Cosa?
-Voglio saperne di più su questi scanner.
Niels indossa l' auricolare che Marlene gli aveva dato prima ma che aveva semplicemente sistemato di nuovo su uno schermo laterale perché non fosse d' intralcio.
-Se scoprissi qualcosa di interessante e non fossero comandi informatici, farò ascoltare anche voi, ma ne dubito- abbozza un sorriso. Non è una persona vanitosa e gli altri sanno che molto probabilmente ha ragione: non ci capirebbero nulla, in quel campo è lui il genio, anche se alcune cose da imparare le ha ancora.
Il ragazzo fa partire il secondo video, ambientato come al solito nella stanza di Jeremy al collegio, ma stavolta nessuno dei suoi amici riesce a distinguere più di un brusio indistinto a causa dell' apparecchio acustico collegato. Tutti osservano quello che può essere un amico di famiglia, genitore o zio muovere le labbra senza percepirne un suono per almeno cinque minuti, finché Niels non si allontana sospirando dallo schermo.
-Allora?- anche la curiosità e la pazienza di Marlene sembrano aver superato il limite di sopportazione.
-In effetti, avevo ragione. Qui mio zio racconta di come abbia messo al corrente Ulrich di Maya, e di come avesse bisogno di una cavia per testare gli scanner. L'altro ha cercato di fargli utilizzare Kiwi, il cagnolino che Odd teneva abusivamente al Kadic...
-Ehi- protesta la ragazza. - Era il bisnonno di Apple!
-Lo so. - Il moro sembra scocciato di tutte quelle continue interruzioni. - Che sia o no parente della tua cagnolina, comunque, non ha mai visto Lyoko nemmeno in foto. Tuo padre ha pedinato Ulrich, e si è ritrovato per sbaglio nello scanner. Si è ritrovato virtualizzato con sembianze da... ragazzo-gatto.
Riguardo ai comandi di scannerizzazione, comunque, ho notato che non sembrano molto difficili, se si presta più attenzione del dovuto.
-Allora, spero che tu l'abbia prestata, perché non ci resta che provare- la voce appartiene ad Astra.
*****
Non sa nemmeno lei che cosa le sia saltato in mente.
Sente solo che vuole e deve vedere quello strano mondo virtuale, il motivo nemmeno lei riesce a spiegarlo. Sarà perché sua madre ha vissuto lì, Astra deve scoprire cosa sia questo Lyoko.
-Cugina, ma ti sei bevuta il cervello?- dice Niels.
-Lo hai detto tu stesso che scannerizzare qualcuno non è complicatissimo, e da quanto vedo sia la mamma che Odd lo hanno fatto senza problemi- risponde soltanto.
-Non so se è il caso... vuoi veramente andare in quel luogo da sola?
-Non sarà sola- avanza Tom. - La accompagnerò io, se è questo che ti lascia incerto. Sta' tranquillo, che pericoli potrebbe mai correre? Dopotutto, in mia compagnia non potrebbe avere una scorta migliore!
Astra si fa sfuggire un risolino nervoso. Non sa da quanto tempo è che questa situazione va avanti, da quanto Tom ed Erik facciano a pugni
-non in senso letterale, per fortuna. solo per avere la sua attenzione. Ma sinceramente, anche se la cosa la mette un po' a disagio, non ha ancora trovato il modo di farla finita... forse non è il momento e basta.
Comunque, se Niels acconsente, sarà debitrice a vita al ragazzo.
-Siete sicuri? - insiste suo cugino.
-Se me lo chiedi un' altra volta ti rifilo un cazzotto- lo minaccia scherzosamente.
-Eppure secondo me è da pazzi... e va bene, ma solo per cinque minuti. Marlene, spero non ti spiaccia restare qui ad aiutarmi a monitorare il tutto.
-Uff... - protesta lei. - Ma voglio vedere anche io Lyoko! Dopo che li avrai riportati indietro virtualizzerai anche me?
-In verità non ho ancora visto come materializzare le persone, ma se mio zio non mi ha insegnato male, credo basti inserire dei comandi inversi a quelli per mandare la gente a Lyoko. Aspetta, penso di aver visto una sorta di programma-test...
Apre una schermata che rappresenta un' elfa simile a quella sulle carte-profilo, ma vestita con una tutina fucsia e verde. Digita un paio di tasti e la figura inizia a sparire lasciandosi dietro delle sbavature verdognole, finché non scompare del tutto.
-Andata! Ragazzi, scendete agli scanner... ma ricordate, non più di qualche minuto.
-Va bene!- dice Astea. Lei e Tom scendono lungo una scaletta a pioli che prima doveva essere nascosta da un pannello, ora giacente sul pavimento. Nella stanza non c'è praticamente nulla, eccetto tre strane colonne metalliche e una sorta di botola al centro. Entrano nei cilindri, le porte si chiudono di scatto.
-Ok- odono la voce di Niels. Evidentemente l'auricolare è collegato a qualche specie di altoparlante.
-Dunque... avvio la procedura di scanner- esclama, con un che di incertezza sicuramente dovuta all'esplorazione di un programma totalmente nuovo. - Trasferimento Astra! Trasferimento Tom!- Astra si sente come sollevare a mezz'aria da una forza misteriosa. - Uhm... scanner Astra! Scanner Tom!- una luce circolare li più volte, forse per acquisire un'immagine- Virtualizzazione!
Dopo essere stati investiti da una folata di vento, riaprono gli occhi. Astra si rende conto di non essere più al laboratorio: sono in mezzo ad una sorta di foresta fittissima, gli alberi sono talmente alti che non ne si vede la fine. Il suolo è verde, ma è... innaturale, senza nulla di terrestre, e lo si nota da una certa altezza visto che sono sospesi in aria. In realtà non sa se "sospesi in aria" sia il termine giusto poiché...
Non c' è aria. È ... come stare in acqua.
Astra grida mentre precipitano al suolo. Anche Tom lo fa una volta
rialzati... ma sta osservando lei mentre urla.
-Ho... ho qualcosa che non va?- chiede lei, incerta.
-Eh? No... anzi, stai benissimo, però...
Non capendo cosa intende, si guarda i vestiti e per poco non urla anche lei di nuovo. Non indossa più la maglia bianca e i suoi soliti jeans: al loro posto c'è un vestitino abbastanza vaporoso che le arriva alle ginocchia, la stoffa color acquamarina, come i suoi occhi. Non ha scarpe, ma una cavigliera che pare fatta di rametti è sistemata attorno al piede sinistro, e muovendo la testa capisce di avere i capelli sciolti che ricadono liberi sulla schiena.
-Ehm...- La voce è di suo cugino.
-Sì?
-Scusa, non era rivolto a voi: era solo un avviso di quelli che fanno tutti i computer quando si perde qualche dato.
-E che avresti perso? No è che c'
entra con noi?- domanda impaurita.
-No, no- la rassicura lui. - Dice di certo software chiamato... Lock. Pare che un virus abbia lo abbia "mangiato", era parte di un programma denominato Wind, che a parte questo sembra essere rimasto intatto.
-Meno male...- Tom tira un sospiro di sollievo e Astra finalmente lo guarda meglio. Non può fare a meno di scoppiare in un'enorme risata.
-Astra, perché ridi?- dice lui, stranito.
-Accidenti, è che sei... eccentrico, ecco!
Lo conduce ad una pozza di quella che sembra acqua verdina, poco distante da dove sono atterrati, e lui vi si specchia. Astra fa lo stesso. Dopo aver notato di avere degli orecchini pendenti alle orecchie, e delle strisce sempre acquamarina che vanno dalla base dell'occhio fino a metà guancia, ode il grido di Tom che ha visto per la prima volta il suo avatar: porta un cilindro a righe sottili colorate come la bandiera americana sul capo, e uno smoking con lo stesso motivo. Anche il mantello non è da meno.
-E' uno scherzo o cosa?! Non è affatto giusto!- si lamenta. - Perché a lei una fata e a me un mago da circo?!
-Ehm... fata?- ripete Astra.
-Non le hai viste, le ali?
In effetti, specchiandosi meglio riesce a scorgerle: sono semitrasparenti, non molto lunghe e di un verde un po' più accentuato del suolo. Prova a sbatterle e nota con piacere che non hanno solo una funzione decorativa: in poco tempo riesce perfino a sollevarsi di qualche centimetro da terra. Probabilmente dovrà migliorare la tecnica di volo.
-Anche questo? Ok, mi rifiuto di essere uno stupidissimo saltimbanco da circo mentre Astra riesce a persino a volare!
Per evitare di farlo stare peggio la ragazza scende di nuovo a terra. Dopotutto, riflette, è grazie a lui se può fare quell'esperienza.
I due si incamminano in mezzo a quella stranissima foresta, fino a trovare un edificio ancor più bizzarro.
-Niels, cos' è? - chiede Astra.
-Cosa? Non ho una tua visuale, non capisco a che ti riferisci...
-Beh... qui c'è un gigantesco edificio bianco e cilindrico, con la base che ricorda delle radici nere. Emana fumo biancastro. È pericoloso?
-Ah! No, tranquilla, è una torre, Jeremy diceva che Aelita si è svegliata là dentro quando lui l'ha trovata. Se non sbaglio potete entrarci.
-Ehm... non vedo porte da nessuna parte, genio- gli fa notare Tom dopo aver percorso il perimetro della torre. La ragazza, invece, comincia ad avanzare verso quella strana base nera.
-Astra, che fai?- Il suo amico si avvicina curioso. Astra inizia a tastare la superficie irregolare e bitorzoluta.
Sento che un' entrata deve esserci. Lo so e basta.
Improvvisamente la parete inizia a produrre delle increspature come quelle dell'acqua quando la si tocca, poi la mano della vi sprofonda e lei si sbilancia in avanti, cadendo sulle ginocchia... all'interno dell'edificio.
Tom spunta anche lui come dal nulla subito dopo, la faccia preoccupata:
-Ehi! Stai bene?
-Ma certo... solo, è un po' strano, ma divertente, non trovi?
Nota che sul pavimento è disegnato uno strano simbolo, lo stesso che Niels mi ha descritto quando siamo scesi ai piani sotterranei: un pallino al centro, con intorno due cerchi concentrici. Alla base del più grande, tre striscioline corte, in cima una più lunga.
In realtà non sembra nemmeno di essere nemmeno su un vero pavimento, ma su una semi piattaforma: dove il marchio finisce, finisce anche lo spazio su cui appoggiarsi. Intorno, le pareti sono color blu scuro, con centinaia, migliaia di schermate dove scorrono codici. Astra si affaccia al bordo: non si vede il fondo della torre, sembra un tunnel senza fine.
-Ehi- Torna a sentire la voce di Niels. - Qui, non so perché, il computer etichetta questa come "torre di passaggio".
-In effetti- risponde lei. - Non vedo dove termina. E se...
-Astra, non vorrai..- Tom non riesce nemmeno a finire la frase. Astra allarga le braccia come per volare. Prende un respuro. Non sa nemmeno lei cosa le prenda, ma si lascia cadere giù. Sa che è un'azione da pazzi, ma sentiva che non si sarebbe fatta alcun male.
E infatti aveva ragione: atterra su una piattaforma uguale alla precedente. Un'altra torre.
Non capisce perché abbia quelle strane sensazioni: una persona sana di mente sarebbe rimasta ferma dov'era. È come se questo mondo le suggerisse cosa fare.
Decido di uscire. Si accorge subito di non essere più nella foresta. Il suolo che tocca fa pensare al ghiaccio, anche se nonostante i piedi nudi non avverte alcun freddo. In lontananza, vede solo rocce di acqua solida, fin dove i suoi occhi riescono ad arrivare, e un'altra torre...
Il cielo, a differenza di quello del territorio precedente, è scuro, ma non trova stelle né luna. È come se riuscisse a vedere grazie ad un'illuminazione artificiale.
-Astra- chiama suo cugino- Ma che ti è saltato in mente Se non ti fossi ritrovata dove sei ora, saresti anche potuta...
-Lo so, lo so- lo blocca lei. - Mi spiace, ok? Ma era come se avessi il presentimento che non era qualcosa di pericoloso, non so se mi spiego.
-Che tu abbia o no i tuoi "presentimenti", non farlo più- le ordina severo lui.
-E va bene.- Astra alza gli occhi al cielo, tornando a spostarli sull' orizzonte.
-Ehm, Niels? Non so cosa significhi ma...
-Ma cosa?
-Beh, qui c' è una torre come quella da cui sono uscita, poco lontano da me. Ma il fumo che emana è improvvisamente diventato rosso. È un problema secondo te?
Oh, nulla di che tesoro!
.... 4684 parole copiate in un giorno. Ammazzatemi. Credo che fino a lunedí giacerò sul divano come la parassita che sono e mangerò, per riprendermi.
Detto questo, nipoti... che ne pensate della foto di Marlene?
Mi ritiro nella mia kinchacaverna (semicit. Jus7... chiunque tu sia, hai capito no? Perché... salva il capitolo, vai a cercare il nome completo, controlla... nooooo -cit. Pigroman-)
Kincha007
*Code Lyoko: stagione 3 episodio 14 (prequel) "Il risveglio di XANA" parte 1.
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