Lucky -maybe not- (Parte 1)
Il campanello suona. Tom, intento ad aiutare la mamma ad apparecchiare il lungo tavolo della sala da pranzo assieme a Marlene, chiede a quest'ultima:
-Potresti vedere tu chi è, Marlene?
Non c'è nemmeno bisogno di specificare il motivo: il ragazzo sa benissimo che Ulrich e Yumi non permetterebbero mai al figlio di non partecipare a questa cena o, nel loro caso, uscita. Trascorrere l'intera serata con Erik, il clone di Astra e le ragazze non era già nei suoi programmi per la serata, specialmente senza Niels o Steve, con cui almeno avrebbe potuto parlare di qualcosa; sicuramente, non sarebbe nemmeno in grado di fare il perfetto ospite trovandoselo di fronte dopo l'ultima discussione.
Sua sorella annuisce e cammina velocemente verso la porta, aprendola.
-Buonasera!- saluta cordialmente. Tom intravede con la coda dell'occhio la scura chioma di Yumi Stern fare capolino, seguita da quella castana di suo marito Ulrich.
-Permesso... ciao, Marlene! Suvvia, voi due, sembra non siate mai stati qui! Entrate.
L'uomo si scansa per lasciar passare prima Amy, che abbraccia subito l'amica, e poi Erik. Quest'ultmo si schiarisce la voce:
-Salve...
-Oh, Yumi, Ulrich!- La mamma salva rapidamente la situazione, facendo accomodare i due sul divano.
-Amy, Marlene, per favore, potreste portarmi i bicchieri? Sono in cucina, sapete dove.
Le due spariscono in cucina. Ok, forse la mamma non ha esattamente salvato la situazione.
Tom inizia a sperare che i Belpois arrivino presto, così da poter finalmente uscire e poter ignorare Erik senza dovere spiegazioni a tutti.
-Tom, perché non andate di sopra, mentre aspettate Astra per andarvene?
Decisamente invece di salvarla l'ha peggiorata, la situazione. Il biondo emette un sospiro rassegnato e l'altro si alza dal divano. Entrambi si avviano a passo svelto per le scale; Tom sta per aprire la porta della camera, ma viene interrotto:
-Non c'è bisogno di continuare a farsa, non ci vedono qui.
Quelle parole gli fanno montare una rabbia che a quanto pare non ha completament sfogato l' ultima volta:
-Beh, preferirei interromperla sedendomi sul letto. Volevo che lo facessi anche tu, ma sei libero di stare sul pavimento a questo punto.
Erik sbuffa, appoggiandosi con la schiena al muro:
-Non so chi me lo ha fatto fare... specialmente con Astra in questa situazione. Non so davvero come i miei mi abbiano convinto.
-Ti pregherei di non tirare in ballo Astra come scusa per ogni minima cosa che non vuoi fare, grazie.
-E io ti pregherei di chiudere...
-Erik, non iniziamo già da qui!
A parlare è Amy, che sale le scale a due a due per raggiungerli.
-Vi supplico- continua, leggermente affaticata. - Saremo in quattro, non contando Astra. Parlate con altre persone, cercate di comportarvi civilmente almeno fuori! I Belpois sono qui, sono venuta a cercarvi perché è ora di andare, venite.
I ragazzi seguono la mora al piano di sotto, dove si trovano davanti Aelita, il clone di Astra e il piccolo Fred, il loro secondo figlio.
-Erik, Tom, che piacere vedervi!- la donna sorride, iniziando ad andare in sala. Il figlio la aiuta a sedersi sulla prima sedia che trova, mentre lei si massaggia la pancia.
Odd spunta in quel momento, uscente dal bagno:
-Vi sono mancato, gente?
-Odd, sei sempre il solito- lo riprende bonariamente Ulrich.
-Vedo che Romeo e Giulietta sono qui, che allegria... e... oh, Principessa, da quanto tempo!
Lo sguardo del biondo si sofferma sul ventre sporgente:
-Vedo che il marmocchio cresce... spero non abbia preso il senso dell'umorismo dalla zia, per il suo bene.
La donna scoppia a ridere:
-Se Therese ti sentisse...
-Beh, è a undici ore di volo da qui e non può chiamarmi con quell'odioso soprannome, quindi direi che non ci sono problemi! Piuttosto, non vedo Einstein qui. Dov'è?- chiede, stranito.
-Oh...- Aelita distoglie leggermente lo sguardo dall' amico. - Jeremy non è potuto venire. Questioni di lavoro.
-Ma in questo periodo dell'
anno in genere non abbiamo molto da fare- constata Marthine.
-Aveva degli arretrati- spiega Aelita- Non poteva permettersi di restare così indietro . E poi, da quando siete rimasti in due...
-Capisco.
-Scommetto che vuole guadagnare qualcosa in più da spendere finché sarete ancora in quattro- scherza Odd. - A proposito, sai già se è maschio o femmina?
-Ancora no.
-Mmm... quindi sei ancora in tempo per scegliere di dare il mio nome ad un eventuale piccolo Einstein!
-Odd...- lo riprende la moglie, rivolgendosi poi ai ragazzi:
-Voi cinque se volete potete andare, ora che Astra è arrivata!
Loro non se lo fanno ripetere due volte. Tom e Marlene indossano i cappotti sotto lo sguardo degli amici, prendono i soldi dal padre e aprono la porta.
-A dopo!- salutano quasi all'unisono mentre escono, prima di richiuderla.
***** *****
Amy si stringe nelle spalle.
-Mi sa che avrei fatto meglio a portare un giubbino più pesante...- mormora a Marlene, invidiando il suo felpone imbottito.
-Cerca di resistere: guarda, siamo praticamente arrivati!
La biondina le indica il locale in cui è solita andare almeno una volta a settimana, che sia con la famiglia o gli amici. Poco sopra la porta, senza nemmeno indicarne il nome, la familiare e grossa insegna con su scritto "pizza" spicca coi suoi colori vivaci nel buio della sera.
I cinque entrano e vengono accolti da un cameriere sui trenta, vestito con un elegante smocking nero. La ragazza non ricorda di averlo mai visto lì. Salutano e dopo aver chiesto si sistemano al tavolo indicato loro, nell'angolo della pizzeria; Amy osserva come Erik si affretti per assicurarsi la sedia vicino alla sua, spingendo Marlene a prendere quella di fronte.
Un altro cameriere identico al primo arriva al tavolo, a distinguerli è solo il fatto che questo indossa una divisa bianca. Gemelli, deduce logicamente Amy, devono essere stati assunti da pochissimo.
I ragazzi ordinano e l'uomo li lascia, con fare già straordinariamente abile.
La mora si sta preparando a una serata trascorsa senza scucire parola, ma Marlene a quanto pare non ne ha l'intenzione:
-Tom, notizie da Niels?
-Beh, ti avevo già detto che non sarebbe venuto.
-Intendo per quanto riguarda... sai a cosa mi riferisco. - La ragazza osserva il clone di Astra, già sonnecchiante con la testa sul tavolo.
Tutti drizzano le orecchie:
-No, non mi ha risposto, credo stia cenando anche lui ora. Magari, tra qualche minuto potrebbe dirci qualcosa.
Le ragazze concordano, Erik e Tom restano muti. Inutile dire che tutti i restanti tentativi di Marlene per far sembrare questa una cena come quelle che facevano fino a un paio di mesi prima falliscono miseramente; ognuno si limita a mangiare la sua pizza -o le sue pizze, nel caso dei due della Robbia-, senza comunicare con gli altri se non per farsi passare qualcosa. E inutile dire anche che Niels non si fa vivo per tutta l'ora e mezza restante.
Deve esserci un problema, o non avrebbe agito così, non se Tom gli ha chiesto notizie.
I pensieri di Amy vengono interrotti dall'arrivo del cameriere in giacca nera:
-Ragazzi, avete finito?
-Sì- risponde il castano a nome di tutti- Ora paghiamo il conto.
Dato il clima abbastanza teso, nessuno fa calcoli o altro; tutti mettono sul tavolo quanto hanno e lo spingono in direzione dell' uomo.
-Mmm... devo fare un paio di cambi, i conti non quadrano. Se mi aspettaste qui, mentre sono nell'altra stanza... oppure uno di voi potrebbe venire con me, così do la somma direttamente a lui.
-Vengo io- afferma la mora.
-Perfetto, seguimi.
Amy si alza e va dietro al signore, che la conduce in uno stanzino che deduce essere la direzione, accanto alla cucina. Il cameriere chiude la porta e lei fa per avvicinarsi alla scrivania dentro la stanza, ma non fa in tempo a muovere un passo si ritrova con una mano sulla bocca.
-E una è andata!
Non ci mette molto a riconoscere il gemello del tipo in nero, dalle maniche bianche che intravede, e nemmeno a capire che quei due non sono affatto nuovi impiegati. A pensarci bene, Amy si rende conto solo ora di non aver visto nessuno del personale abituale fuori dalla cucina.
Come ho fatto a essere così stupida?
Negli occhi dell' altro spettro pulsa il simbolo di XANA; nessuno la aiuterà, la ragazza ne è certa. Se anche si accorgessero che manca da troppo, a quel punto lei sarebbe già fuori combattimento.
Non ho scelta.
Amy morde la mano della creatura xanificata finché questa non la lascia andare con un grido di dolore, ma l'altro le si avventa contro con una velocità impressionante.
La ragazza scivola velocemente via dalla sue braccia, mandando a sbattere il finto cameriere contro il gemello. Le mani di Amy corrono alla porta: per fortuna i due si sono dimenticati di chiuderla a chiave.
-Ragazzi! Ragazzi, correte!- urla, attirando l'attenzione dell'unica famiglia ancora rimasta nel locale. Non si fa problemi a gridare ancora finché gli amici non la raggiungono; dopotutto, crederanno semplicemente che siano scappati senza pagare.
-Amy, sembri scon...
Tom viene interrotto dal frastuono provocato dallo sfasciarsi della porta della direzione.
-È XANA! Via di qui, presto!
Non se lo fanno ripetere due volte. I cinque corrono a tutta velocità fuori dalla pizzeria, inseguiti a poca distanza dai camerieri.
-Dobbiamo raggiungere la fabbrica!
-La fai facile- le risponde Marlene. - Per ora l'importante è seminare questi due, per di qua!
La bionda imbocca una strada a sinistra, seguita dagli altri. Un centinaio di metri dopo Erik si ferma, esausto, il fiato corto.
-Ehi, ma sei impazzito? Muoviti, o ci troveranno!
-Non credo...- ansima lui- Se lo hai notato, siamo rimasti già in tre.
Amy vede chiaramente Marlene impallidire, alla luce dell'unico lampione presente, e ne ha tutte le ragioni: di Tom non c'è traccia, così come del clone di Astra.
-N-no... Tom! Tom!
-Marley, ti prego, così ci farai scoprire! Non devi preoccuparti, di sicuro lui...
-Zitte!- intima loro il castano. - Li sento. Stanno arrivando, correte.
I tre riprendono la fuga, prendendo qualsiasi strada capiti sul loro cammino, fino a perdere del tutto l'orientamento.
Purtroppo sembra che non basti.
-Merda. Sono ancora qui!
Amy non ci mette molto a intravederne le divise che sbucano sul fondo della strada, avanzando rapidamente verso di loro.
-Cazzo!- inveisce Marlene, svoltando a destra verso l'ennesima via ignota. Amy la segue a ruota... finendo a terra come un sacco di patate, sotto lo sguardo dell' amica che osserva sbigottita il responsabile. La mora non può evitare di fare lo stesso, riconoscendone l' identità.
-Steve?! Che fai tu qui?
-Cazzo, che male... forse ci vivo, qui? Uno non può nemmeno uscire a fare due passi?
Il ragazzo si rialza massaggiandosi il sedere.
-Potrei farla io a voi, questa domanda. Perché correte per le strade come pazzi alle dieci di sera?
-XANA- risponde secco Erik. - Eravamo in un locale, ci ha...
L'altro afferra al volo, aiutato anche da un raggio elettrico che colpisce il muro a pochi millimetri dalla sua testa:
-Ti sei spiegato benissimo, non temere! Dannazione, di qua!
Sentendosi ripetere pressappoco la stessa cosa per la terza o quarta volta, le gambe di Amy scattano da sole verso chissà dove. Circa un minuto dopo arrivano in una strada residenziale, davanti a una minuscola villa.
Steve spalanca il cancelletto e successivamente va ad aprire la porta:
-Dentro!
***** *****
-Faith! Faith, dove sei?
Nonostante i due uomini di poco fa stessero inseguendo loro, il primo pensiero di Steve corre alla sorellina. Non si può mai sapere, XANA potrebbe aver organizzato uno dei suoi soliti tranelli, e lei...
-Faith!
Nessuna risposta.
Dal piano di sopra i ragazzi avvertono un rumore simile a uno schianto. Steve si pietrifica dal terrore.
-Faith, cazzo, rispondimi!
Il moro avverte dei passettini impercettibili scendere le scale. Solo vedendo la bambina entrare timorosamente nell' ingresso si lascia andare tirando un lungo, sollevato sospiro.
-Steve?- lo chiama la piccola con la sua vocetta squillante. - Non... non sei arrabbiato, vero?
-Maledizione, mi hai fatto spaventare a morte... ma no, non sono arrabbiato. Mi basta sapere che stai bene, ero preoccupato. È successo qualcosa?
-In camera di papà. Ho rotto...
-Se si tratta di questo, attualmente non me ne importa- conclude secco quell'inutile discorso. - In questo momento abbiamo ben altro di cui preoccuparci.
-Chi sono loro?- Faith indica con la testolina i suoi tre compagni di scuola.
-Miei amici. Ora però devi andare in camera.
-Ma...
-Niente ma. Vai in camera, chiudi la porta a chiave e non aprire a meno che non sia uno di noi a dirtelo, chiaro?
Lei obbedisce subito, correndo di nuovo al piano di sopra senza più fiatare.
-Però... magari i miei fratelli fossero così- commenta Marlene. - Ma siete soli in casa? Non c'è tuo padre?
-Con la sfiga che abbiamo mi sembra logico che XANA abbia attaccato proprio quando lui fa gli straordinari.
-Perfetto...
-Ci serve un piano, ragazzi- annuncia Amy.
-Che acume- commenta Steve.
-Non è il momento!
Il moro riprende la parola, allora:
-Io lo avrei, un piano. Anzitutto, cerchiamo di contattare Niels e Tom.
-Ecco... non ho idea di dove sia mio fratello- confessa Marlene. - Durante l'inseguimento, abbiamo perso sia lui che il clone di Astra.
-Quanti spettri ha inviato XANA?
-I due che hai visto.
-Allora potrebbe non essere ferito. Chiamalo comunque, dovrà pur avere con sé il cellulare. Penso io a Niels, datemi giusto un attimo.
Steve prende il telefono che aveva lasciato all' ingresso e compone velocemente il numero dell'amico.
-Steve, stavo per chiamavi io! C'è...
-Una torre attiva, lo so. Ce ne siamo accorti quando due camerieri hanno tentato di ammazzarci, per tua informazione.
-Non prendertela con me se non rispondeva nessuno al telefono!
-Evidentemente nella corsa gli altri non se ne sono accorti; ci siamo incontrati per puro caso. In quanto puoi arrivare in fabbrica, comunque?
-È questo il problema: io non posso arrivarci.
-Cosa?!
-Il collegio ha chiuso venti minuti fa, alle dieci, e anche la palestra è chiusa a chiave.
-E non puoi passare dalle fogne?
-Dovrei provare ad eludere la sorveglianza di Jim e non posso garantirvi che ce la farò. Ma voi dovete assolutamente arrivare in fabbrica. Metti il vivavoce, vi spiego.
Steve fa quanto detto e poggia il telefono sul tavolo:
-Ragazzi, mi sentite?
-Sì- risponde Amy.
-Bene. Ascoltatemi, è di vitale importanza che voi disattiviate questa torre. Ho appena dato un'occhiata al mio pc e ho scoperto che il caricamento del downolad per l'antivirus di Astra è terminato. Ma ho ragione di credere che XANA voglia arrivarci prima di voi per distruggerlo!
-Beh, a meno di non volerci far massacrare siamo bloccati in casa di Steve senza via di uscita, però.
-Non dico che non vi capisco, ma trovate un modo: potrebbe essere l'unica possibilità che abbiamo per salvare Astra!
-Forse ho un'idea- avanza Steve. - Però dobbiamo muoverci. Niels, ti ricontatteremo dopo, ok?
-Va bene. Cercherò di arrivare in fabbrica, buona fortuna!
Il ragazzo chiude la chiamata nello stesso momento in cui anche Marlene posa il telefonino.
-Niente?
-No... ho chiamato tre volte ma non ha nemmeno squillato. La mia unica speranza è che abbia chiuso lui le chiamate per non farsi sentire da nessuno, ma temo gli sia accaduto qualcosa.
-Marley, calmati. Di sicuro è così- prova a rassicurarla Amy.
-Ascoltate- le interrompe di nuovo il ragazzo. - Ho una proposta che potrebbe consentirci di uscire da qui e di arrivare alla fabbrica. Conosco una scorciatoia che compio la mattina per andare a scuola, ci metteremmo dieci minuti prendendola. Uno ci coprirà e due andranno, ma un altro deve farmi il favore di restare qui per mia sorella.
Amy, Marlene e Steve si guardano per qualche secondo, prima che la mora si schiarisca la voce:
-Potrei...
-No, Amy- la blocca Marlene. - Non è detto che Niels arrivi, e noi tutti siamo negati al superomputer: tu devi andare per forza.
-Ha ragione- concorda il ragazzo. - Amanda, tira di nuovo fuori un po' di coraggio e corri a quella dannata fabbrica.
-Potresti smetterla di chiamarmi Amanda, intanto? Se mi faccio chiamare in un certo modo ci sarà un motivo.
-Davvero? Pensavo non amassi i nomignoli, Amandine.
-Basta, non è il momento!- li ammonisce la biondina. - Siamo inseguiti da due spettri, mio fratello è disperso e Astra potrebbe non tornare da Lyoko, vi pare ora di punzecchiarvi? Amy andrà in fabbrica, è deciso. E anche Steve.
-Veramente...- Erik non fa nemmeno in tempo a finire la frase che l'altra lo fulmina con lo sguardo e lo interrompe:
-Non possiamo fare altrimenti. Non conosci la strada, lasciando andare anche lui guadagneremo tempo. Ti prego Erik, metti da parte l'orgoglio una buona volta. Se non per Tom, almeno fallo per Astra. Non devi per forza fare l'eroe per aiutare!
Il castano la squadra con aria di sfida, ma poco dopo il suo sguardo diventa meno tagliente:
-E sia, andranno loro. Ma chi di noi due tratterrà gli spettri?
-Considerato che l' ultima volta che ce ne siamo occupati il professore di storia mi ha quasi fracassato il cranio, credo sia meglio che vada tu.
-Va bene.
-Allora è deciso- fa il punto Steve. - Io e Stern alla fabbrica, Erik con gli spettri e Marlene con mia sorella. Se mio padre dovesse tornare, digli pure che stavamo studiando insieme. Non credo farà domande.
Il giovane si avvicina alla finestra e scosta leggermente la tenda per controllare: le creature xanificate sono all'inizio della strada.
-Venite.
I due fratelli lo seguono verso la porta e lui la spalanca.
Salve!
Sto ancora ultimando i dettagli, ma ho delineato in grosso modo la trama della storia (ringrazio Roy per avermi aiutato con un paio di dettagliucci, thanks mocosvoice❤)!
Inizialmente questo capitolo doveva avere due parti, però riflettendoci al 90% saranno tre, viste le vicende che ho da inserire. Il prossimo lo scriverò dopo aver saputo se non mi sono rovinata la media con un tema (forse. Pregando che mia madre non mi spezzi le ossa delle dita, dovrei farcela), quindi intorno a metà della prossima settimana, dopo un capitolo della traduzione.
Spero di rivedervi😂
Kincha007
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