Hate
- Quindi hai scoperto qualcosa riguardo Aelita? - chiede Amy.
Niels ha passato le notti dopo l'attacco del giardiniere praticamente in bianco, ad esaminare più di sessanta filmati del diario di suo zio per tentare di scoprire di più sullo strano mondo virtuale. È stanco, come dicono continuamente a chi lo guarda in volto le borse sotto gli occhi rossi, e come ricordano i frequenti sbadigli, ma ha trovato comunque la forza per riunire gli altri in camera sua e per raccontare a Steve, Tom, Marlene e le sue cugine quanto ha appreso. Deve, è troppo importante perché ne restino all' oscuro.
-Esatto. Ma lei è l'ultimo dei nostri problemi. Vi basti sapere che alcuni mesi dopo Jeremy è riuscito a portarla sulla Terra e rallegratevene... perché quel che ho da dirvi è senza dubbio meno piacevole.
-Di che parli, cugino?
-Di XANA.
-XANA?- dice Marlene.
-Hai capito benissimo. È una sorta di virus intrappolato a Lyoko, o almeno era così in passato- spiega il moro. - Ad ogni modo, lui... o lei, ma parliamo al maschile per ora, controllava l'elettricità. Riusciva ad introdursi nel nostro mondo tramite le torri, e quando lo faceva queste diventavano rosse. Lo zio le definisce "attive". Quando XANA attivava una torre però, non veniva per una visita di cortesia: utilizzava i suoi poteri per possedere oggetti, animali, persone e persino causare catastrofi metereologiche, perché il suo intento era dominare sulla razza umana. Se vi state chiedendo perché non ce l'ha fatta nonostante fosse dotato di una potenza enorme, la risposta è che esisteva un'unica "cura" per disattivare le torri: Aelita.
-Mia madre?- interviene una scioccata Astra.
-Proprio lei. O meglio, la sua memoria conteneva l'arma in grado di contrastare XANA: il codice Lyoko, un antivirus che se inserito nelle torri poteva eliminarne temporaneamente la presenza. Purtroppo, la zia per questo era spesso presa di mira dall'entità, che ha tentato di ucciderla più volte con i mostri che hanno attaccato anche voi ieri. È riuscita a raggiungere sana e salva le torri solo grazie all'intervento dei Guerrieri Lyoko, ovvero...
-I nostri genitori- conclude Tom, senza un briciolo di sorpresa nella voce.
-Sì, o almeno alcuni- lo corregge Niels. - Per ora, eccetto Aelita, Jeremy ha nominato solo Odd, Ulrich, Yumi e successivamente William. Grazie all' intervento simultaneo sulla Terra e nel supercomputer sono riusciti a rimediare abbastanza tempo per dare a mio zio la possibilità di materializzare la ragazza senza che XANA la uccidesse. Purtroppo, però... lui aveva preso precauzioni.
-E perché?- domanda la ragazzina dagli occhi a mandorla.
-Semplice: era prigioniero a Lyoko, ricordi? Se il supercomputer fosse stato spento, sarebbe morto o almeno rimasto addormentato finché qualcun altro non lo avesse riacceso, e nessuno sapeva se sarebbe mai accaduto. I Guerrieri non avevano disattivato tutto perché la loro amica era ancora bloccata nel mondo virtuale, ma una volta liberata Aelita non c'era nulla ad impedirglielo. Così, durante la sua materializzazione XANA le ha sottratto dei ricordi. Grazie a questo si è formato un legame tra i due: se il virus fosse morto, mia zia si sarebbe spenta con lui.
- Razza di vigliacco - commenta adirato il biondo.
-Non posso darti torto... all'inizio in realtà Jeremy pensava si trattasse di un virus. Quando si è finalmente reso conto che in realtà in Aelita mancava qualcosa, sono andati a recuperarlo nel settore 5. No. - Alza le mani- Fermi: vi spiegherò cos' è ora stesso. Ma per farlo mi serve tempo, e gradirei che non faceste domande.
Astra sospira, a metà tra il nervoso e il divertito: in questo, anche se non è proprio un consanguineo, ha senz'altro preso da suo zio, Hiroki.
-Parla, cugino- lo sprona.
(Nella seguente spiegazione non saranno presenti informazioni relative alla storia di Hopper menzionate nei romanzi, eccetto un piccolo riferimento che noterete più avanti con un mio commento. Cercherò di adattare il più possibile la descrizione a chi non ha letto i libri per non fare spoiler)
-Per dirvelo dovrei partire dalla creazione di Lyoko e soprattutto da suo creatore: il nonno mio e di Astra, Waldo Schaeffer, conosciuto anche con il falso nome di Franz Hopper. In passato era uno scienziato, che lavorava per un'organizzazione terroristica chiamata Green Phoenix, in Svizzera. Viveva con sua moglie Anthea e la loro bambina, Aelita. I coniugi erano entrambi coinvolti in un progetto denominato Cartagine, ma erano ignari del vero funzionamento di questo... loro credevano che sarebbe servito ad azzerare i costi delle comunicazioni, invece era un' arma con lo scopo di bloccare totalmente quelle del nemico durante la Guerra Fredda. Quando se ne accorsero, decisero di abbandonare il lavoro, ma Anthea non ebbe fortuna: venne rapita dalla Green Phoenix. Waldo invece riuscì a scappare con Aelita in Francia, e quando si stabilì a Parigi, nella casa dove ora abita Astra, scelse di edificare il suo laboratorio nei piani sotterranei di una vecchia fabbrica ormai in disuso, costruendo Lyoko e il settore 5. Tutto questo in realtà era stato fatto per isolare Cartagine, e per farlo il nonno creò anche un guardiano; XANA. Purtroppo, quest'ultimo venne contaminato dall'energia di Cartagine e divenne malvagio, se vogliamo dirla così. Sapete cos'ha cercato di fare dopo. Tornando al settore 5, che possiamo anche denominare Cartagine, si trova in una zona protetta da un codice che mio zio ha rivelato: SCIPIO. È descritto come un labirinto di parallelepipedi blu composto da una zona esterna chiamata Cupola Celeste da cui si può accedere a internet, e che permette di entrare in gallerie che conducono ai settori. Al contrario, se da un settore si vuole accedere a Cartagine si deve obbligatoriamente digitare il codice e raggiungere il confine del territorio, facendosi prelevare da un apposito trasportatore. La Cupola è anche l'unico accesso al Nucleo di Lyoko, una sfera bianca che se distrutta farebbe scomparire l'intero mondo virtuale.
Per quanto riguarda gli Schaeffer, dopo anni di relativa pace purtroppo la Green Phoenix riuscì a trovarli. Hopper prese con sé Aelita e la portò su Lyoko, che aveva scelto come ipotetico rifugio in un caso del genere. Rimase tutto così per dieci anni, fino all'arrivo di Jeremy.
-Scusa, Niels- lo chiama Marlene incerta. - Ma se Waldo e Aelita erano dentro il computer, chi lo ha spento?
Il ragazzo sospira:
-Accidenti, non ti sfugge nulla, eh? In verità questo particolare avrei voluto conservarlo per un altro momento, oggi volevo semplicemente raccontarvi quel che hanno fatto i nostri genitori, ma ormai hai tirato in ballo l'argomento: è stata la professoressa Hertz.
Nessuno nella stanza riesce a credere alle proprie orecchie. Susan Hertz? Quella vecchietta sugli ottanta che ancora trova la forza per insegnare ad adolescenti scalmanati le scienze, di bassa statura e coi capelli a nuvola ormai più bianchi della neve, conosceva Franz Hopper? Niels è certo che queste due domande stiano rimbombando nella mente di tutti i presenti.
-Ma che...
-Lo sapevo che avreste reagito così...- sbuffa Niels, che sta perdendo il filo del discorso a furia di rispondere ai suoi amici. - La prof in realtà era un ufficiale militare, il maggiore Steinback, ed è stata lei ad aiutare lo scienziato e sua figlia a scappare dalla Svizzera, così come ha spento il supercoputer al momento opportuno. Ora, se non vi è di troppo disturbo, potreste dirmi dov'ero arrivato col racconto sui Guerrieri?
-Ai ricordi di Aelita- lo informa Tom.
-Giusto. XANA ha teso ai Guerrieri Lyoko una trappola quella sera: ne approfittò per devirtualizzare tutti e far rimanere mia zia da sola. Lei non aveva poteri, eccetto quello di materializzare gli oggetti, che in quel caso serviva a poco e niente. Finalmente, senza i ragazzi fra i piedi, è stato libero di fare quel che voleva fin da quando la zia è stata portata sulla Terra: rubarle la memoria tramite lo Schifozoa, una medusa gigante i cui tentacoli sottraggono i ricordi. È riuscito nel suo intento e ha sottratto all'elfa la chiave di Lyoko, che gli serviva per uscire dal supercomputer ed essere libero di muoversi nella rete. Ma facendolo, ha svuotato la ragazza che è come morta. Solo suo padre, che nel fratempo su Lyoko era stato costretto a nscondersi a causa di XANA, è riuscito a riportarla in vita e le ha anche restituito la sua memoria completa. Da allora Aelita ha anche sviluppato dei nuovi poteri, ma il virus è tornato nel modo virtuale con il nuovo intento di possederla sempre tramite lo Schifozoa per farle inserire nelle torri l'opposto del codice Lyoko, il codice XANA. Questo serviva a distruggere i settori, con la conseguenza di non poter più raggiungere Cartagine. In questo modo lui avrebbe potuto attaccare indisturbato il Nucleo... perciò i ragazzi hanno deciso di includere nel gruppo un nuovo membro: William Dunbar.
A quelle parole l'attenzione di Steve si intensifica, ma evita di parlare. Niels gli è grato per questo. Continua a parlare:
-Non che sia servito a molto... quando Jeremy ha scoperto il modo di accedere al settore 5 senza bisogno di passare da un altro territrio, dopo che XANA era riuscito a farli sparire tutti, William era con Aelita a Lyoko per cercare di contrastare un attacco al Nucleo. Ma quando la medusa gigante si è avvicinata, al posto di scappare lui ha cercato di sconfiggerla, peccando di superbia: si è ritrovato tra le sue grinfie ed è caduto sotto il controllo del nemico. Questo ha sfruttato le sue enormi capacità di combattimento per fargli devirtualizzare tutti gli altri... e spazzare via Lyoko. Con un colpo di spada, William ha distrutto il mondo virtuale.
Il ragazzo smette di parlare.
-Poi cos'è successo?- Astra muove freneticamente i piedi si contorce le mani in preda al nervosismo.
-Non so altro. Lyoko sembra essere stato cancellato assieme al ragazzo, ma evidentemente devono averlo ricostruito visto che lo abbiamo trovato perfettamente intatto l'altro giorno alla fabbrica. Stanotte guarderò qualche altro pezzo di diario per vedere come è finita questa storia.
D'un tratto Steve si alza, recuperando lo zaino che aveva abbandonato vicino alla porta:
- Grazie per averci spiegato tutto, ma io devo andare- dice.
-Ehi...- tenta di fermarlo Amy. - Non resti? Pensavamo di studiare insieme, dopo... almeno noi della troisième.
-Non posso, ho da fare- si giustifica lui col tono di chi è effettivamente dispiaciuto, per una volta.
Esce con passo silenzioso e chiude lentamente la porta dietro di sé, lasciando gli altri di sasso.
****
In realtà, una mano nello studio a Steve non avrebbe fatto male, nonostante io se la cavi discretamente a scuola. Ma non poteva, non oggi almeno.
Il ragazzo esce dal Kadic e percorre velocemente, quasi di corsa, quel mezzo chilometro che lo separa dalla sua. destinazione: la scuola elementare. Purtroppo l'accademia non ospita quel plesso, cosa che gli avrebbe fatto risparmiare una buona quantità di tempo. Sono stati costretti a iscrivere sua sorella in un istituto diverso, cosa che lo obbliga ad allungare di venti minuti circa il tragitto verso casa.
Steve arriva davanti all'edificio quando i bambini stanno già uscendo tutti, e muove freneticamente il capo alla ricerca della testolina bionda e della treccina laterale che contraddistinguono Faith. Anche lei si sta guardando intorno per cercarlo: appena lo individua si separa dalle sue amichette e gli corre incontro.
-Steve!- saluta con la sua vocina trillante.
-Come va?- Lui abbozza un mezzo sorriso per ricambiare.
-Benissimo! E a te?
Come al solito evita di parlare a lungo di come ha passato la giornata. Non è che sia il genere di ragazzo che non ama ricevere attenzioni: semplicemente, Faith ne ha piú bisogno. E tutto ciò che avrebbe da dire non sarebbe opportuno da riferire a una bambina di sei anni.
-È andata, come tutti i giorni, e questo è l' importante. Dai, andiamo a casa, comincia a rinfrescare in questo periodo.
Questo lo conferma la mano che la bambina porge: gelida. Deve ricordare di farle indossare i guanti da domani; Faith tende ad ammalarsi facilmente in inverno, e la stagione fredda sta per iniziare, visto che siamo nel Nord della Francia.
Anche lei lo faceva, gli torna in mente. Scaccia quel ricordo, ma ormai è vivido nella memoria: rammenta perfettamente quando a dicembre se ne stavano strette strette sul divano del salotto, con addosso due o tre coperte e una tazza di tè caldo per sua madre e di latte per la bambina. Era lui di solito a pensarci, visto che suo padre lavorava...
Quello in genere era l'unico periodo in cui gli toccava aiutare, almeno quando era più piccolo. Ora invece non ha un attimo di tregua. Ci sono momenti in cui si detesta per quello, nonostante non sia colpa sua.
No, non sono stato io a far scomparire Laura Dunbar dalla faccia della Terra, e non sono nemmeno responsabile della reazione di merda che ha avuto mio padre a questo.
Steve accompagna Faith in camera, al piano di sopra di quella villetta che a dispetto dei due piani è alquanto minuscola, e ne approfitta per lasciare anche il suo zaino nella stanza che dividono.
-Hai finito i compiti?- le chiede.
-Mi mancano alcuni esercizi di scrittura di francese.
-Mi raccomando, falli tutti- le intima lui. -Dopo risalgo, ok?
-Ok!- La bimba fa un sorriso che mette in risalto i suoi occhi. Gli stessi occhi che aveva lei, la persona che ha rovinato la vita di Steve pur avendogliela data. Non sa dove cavolo sia finita e se ne avesse intenzione, ma l'ha fatto, e quelle iridi così chiare non possono fare a meno di ricordarglielo e di farlo star male ogni volta che guarda sua sorella o il suo riflesso allo specchio.
Hanno fatto diverse ipotesi su cosa fosse successo a Laura. Alcuni dicevano che avesse un altro, cosa che lo ha sempre fatto imbestialire. C'è chi ha ipotizzato un rapimento, ma il castello è crollato praticamente subito: lei non aveva nemici, né qualcosa da nascondere: chi avrebbe mai potuto farlo? Nemmeno la fuga per un suicidio era sospettabile; dalle ricerche fatte non aveva preso mezzi pubblici di nessun genere e la macchina era rimasta in garage quel giorno, inoltre il corpo prima o poi sarebbe stato ritrovato. Per questo, essendo Laura un'adulta e non potendo obbligarla a tornare, sono tornati a credere alla storia dell'amante e hanno chiuso le indagini, dopo un anno, lasciando allo sbando un ragazzino di appena dodici anni che si è ritrovato a dover pensare anche alla sorellina di tre e alla casa, con il padre che era caduto nello sconforto e nella depressione piú nera.
Steve scende al piano di sotto e dà un'occhiata all' orologio: ha altri tre quarti d'ora per studiare prima di mettersi a lavorare, visto che sono le sei e ha fatto un po' di pulizie stamattina. Apre il libro di inglese, svolgendo gli esercizi in qualche minuto, poi ripassa letteratura. Dopo questo si vede costretto a smettere, visto che lo studio di questa materia si è portato via più tempo del previsto e gli tocca cucinare la cena dopo aver buttato un occhio su Faith, per controllare che abbia finito anche lei i suoi basilari compiti di bambina che ancora deve imparare a leggere.
Sembrerà meticoloso, ma se c'è una cosa di cui mia madre lo ha convinto è che lo studio è l'unica maniera per uscire da una situazione penosa, un po' come quella in cui si è ritrovata lei quando suo padre si è rifiutato di tollerare la sua relazione con William. È dovuta andare a vivere altrove, e solo grazie al lavoro che aveva è riuscita a trovare stabilità, visto che lui ancora stava terminando gli studi - non è mai stato una persona costante in quel campo.
Il ragazzo apre il frigorifero, notando con rammarico che è praticamente quasi vuoto. Prende quel poco di verdura che vi è rimasta e improvvisa una sorta di bollito, condito con le scarse spezie presenti in dispensa.
Ci risiamo.
Fa raffreddare e chiama sua sorella, che scende le scale a due a due. Faith non sa quanto la invidia ogni tanto... sarà pure cresciuta senza una madre, ma non se n'è resa conto: era troppo piccola per sentire la mancanza di Laura e per pagarne le conseguenze. Steve in realtà non l'ha permesso: ha sempre cercato di non farglielo pesare, per quanto possibile.
Le mette la cena nel piatto, mentre sente il rumore di una chiave che viene inserita nella toppa.
La porta di casa si apre, rivelando la figura dell' muomo che più disprezza entrare a passo strascicato e appendere il cappotto all'attacapanni. William Dunbar li raggiunge in cucina e si abbandona sulla sedia:
-Ciao, ragazzi. Com' è andata?
La stessa domanda di ieri, di l'altro ieri e di settimane, mesi fa; ormai è un copione che recitano ogni sera. Ma stavolta bisogna modificare le battute:
-Mi servono dei soldi, William, va fatta la spesa al più presto. Il frigo è vuoto.
Non prova nemmeno a pensare che si degni di farla lui, la spesa; non lo chiama nemmeno più papà, non da quando ha smesso di fare il padre. Da quando ha lasciato anche l'ottimo lavoro che aveva collaborando con Odd della Robbia; Steve crede l'abbia fatto perché in fondo è stato frequentando loro che ha conosciuto sua madre. Se non fosse stato perché senza qualcuno che lavorava sarebbero finiti in mezzo a una strada, dubita che avrebbe cercato anche quel misero impiego che ha ora in ufficio di contabilità.
L'uomo sbuffa e si rialza, andando all'ingresso. Steve lo sente frugare nel giubbino fino a trovare il portafogli, dopodiché torna in cucina mettendogli in mano tre banconote da venti euro:
-Non credo che potrò dartene altre fin quando non mi pagheranno tra due settimane, Steve- si scusa prima di iniziare a mangiucchiare distrattamente qualcosa che ricava dal piatto. Si versa un bicchiere d'acqua senza nemmeno preoccuparsi dei figli, soprattutto della sua bambina di sei anni. Steve ci è abituato.
Perlomeno non beve o ha altri vizi; non sa cosa lo tratterrebbe dall'ucciderlo se sapesse che usa per quello il denaro che serve per le rette scolastiche o per le bollette, i cui pagamenti sono l'unica occasione in cui si fa vivo e solo perché lui è minorenne. Tutto il resto, tocca a Steve gestirlo.
Si alza dal tavolo praticamente dopo cinque minuti, la cena quasi intatta.
-Scusate, ragazzi, non ho appetito- saluta.- Credo che andrò direttamente a letto.
Come se di solito facesse diversamente: non tocca mai cibo, quando indossa camicie o maglie un po' più aderenti si intravedono senza fatica le costole. L'unica cosa che distingue il suo volto da quello del figlio sono le gote che lasciano evincere che non si rade da giorni, per il resto siamo identici.. e mi detesto anche per questo.
Almeno non ho il suo stesso modo di fare, tenta di rincuorarsi, almeno mi sono rimboccato le maniche e sono andato avanti.
Sinceramente, quando oggi Niels ha detto che per colpa del suo atteggiamento di merda Lyoko è stato distrutto, Steve non si è sorpreso per niente che sia stato lui a causare quel guaio, visto che ne ha provocati molti altri.
E non sa per quanto sarà in grado di porvi rimedio senza esplodere.
Gente, come avrete capito il capitolo è un sommario di Code Lyoko fino alla fine della stagione tre... più una spiegazione su cosa sia successo ai Dunbar. Il povero Willy non ha preso benissimo la scomparsa di Laura...
Nel prossimo capitolo ne approfitterò per parlare di un personaggio che ho un po' accantonato, avete capito di chi si tratta? Anyway, nella foto trovate Tom, visto che mi sono dimenticata di metterlo al capitolo precedente: che ne pensate? Siate sinceri, anche se non ho trovato qualcuno di più carino (L' unica alternativa era inserire Ruka, altro personaggio di Alice Academy, ma non sarebbe stato coerente: i personaggi di quell' anime in realtà hanno dieci anni, e se per Natsume posso fare un' eccezione visto che praticamente ne dimostra quindici, Ruka... beh, apparte che lo considero un coglione (sarà perché tenta di rovinarmi costantemente la ship perfetta?) ma sembra veramente un bambino in quasi tutti i momenti)
A proposito di Tom... Picassini, potreste provare a fare lui? Qualcuno mi ha già inviato dei disegni di Astra, che posterò successivamente, ma del figlio di Odd ho un bisogno dannato (sempre se volete, eh).
Detto questo, spero di aver notato tutti gli errori vista la stronzaggine di Wattpad che ogni tanto non me li segnala più, se ne trovaste mi scuso, e vado a studiare di nuovo geostoria -.-
*Saluto di Katniss*
Kincha007
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