Hacker

Lo ha fatto. Lo ha fatto di nuovo. Ancora una volta, come pochi mesi prima, nel settore foresta, Tom ha lasciato che XANA prendesse Astra; la sola, sottile differenza è che stavolta non potranno più riportarla indietro. Non ci sarà un antivirus che Niels possa trovare.

Il nome della ragazza gli esce di bocca in un grido che gli pare di non sentire. In realtà, tutto intorno a lui sembra ovattato: distingue a malapena il rumore di Steve che cade a terra semisvenuto.
Astra si dimena come una forsennata mentre cade verso l'acqua scura; in un primo momento, mulina solo le braccia verso l'alto, poi si sbilancia, e le agita insieme alle gambe, la schiena ora rivolta contro il mare digitale.

Quando è a solo due metri dalla superficie di quest'ultimo, il mago chiude gli occhi. Non può farcela, non può vederla di nuovo.
Improvvisamente, però, è il suo nome, quello che sente gridare.
- Tom! Tom!
Non può essere.

Riapre gli occhi: Astra è in ginocchio, e si sta rimettendo in piedi su quella che ha tutta l'aria di essere una lastra di ghiaccio. Muove un passo e la superficie blu del mare digitale si solidifica all' istante, impedendole di venirne inghiottita.

- A... Astra! Stai bene?

- Sì... almeno credo. Non pensavo di esserne in grado. Me la caverò!

Il biondo non ha tempo di rispondere che sente due suoni: il primo è un laser, dritto nella schiena, che varrà come minimo trenta punti e che lo fa boccheggiare. Il secondo, ben più preoccupante, è l'urlo di sua madre:

-Tom! Ascoltami! Non era un attacco normale, è una cosa ben più grave: l'antivirus è saltato, stanno hackerando i sistemi!
Tom tossisce e si rialza, brandendo la frusta per sferzare via i laser come può mentre fa una domanda di cui, già ne è certo, non gradirà la risposta:

- Cosa vuole XANA?

- Non lo so, non riesco a vederlo! Non... non riesco a fare nulla, nemmeno toccare i vostri mezzi. Jeremy ha detto che se non disattiverete la torre non ci sarà nulla fare!

Un'altra Tarantula gli spara un colpo al braccio. Il mago prende fiato e spera che almeno questa, di risposta, gli fornisca un attimo di respiro, mentre osserva Astra che tenta di raggiungere il terreno:

-Quanto tempo resta? Qui la situazione è alquanto critica!

- A giudicare da quel che vedo qui... credo non più di pochi minuti!

- Ci proveremo. Astra, sbri... no!
Per schivare un laser, si è avvicinato alla zona di tiro di una Manta, che non ha esitato a sparare e a fargli cadere la frusta di mano.

Tom tira velocemente fuori dalla tasca un fumogeno e lo lancia a terra, sperando di guadagnare una manciata di secondi. Si porta il braccio davanti al volto, mentre continua a saltellare per evitare i raggi che i mostri sparano, a quanto pare anche alla cieca.

- Tom! - lo chiama di nuovo la fata rosa. - Tom, non vedo nie... ah!

No, no, no.
Dimmi che non ho ragione.

-Astra! Astra, sei ancora qui?!- grida, sperando di sentire anche solo un gemito, un mugolio che gli faccia capire che la sua amica non ha finito i punti vita. - Mamma, riesci a rilevar...

- È inutile che gridi, tesoro - risponde affranta la mamma. - Astra è appena stata devirtualizzata. E a quanto pare, qualunque cosa XANA volesse farci, ha terminato l'opera. Vi riporto a casa.

***** *****

- Come cavolo facciamo, ora?

Marlene scuote rapidamente la testa, per far capire ad Amy quanto più velocemente possibile che non ne ha la minima idea, quasi come se un altro secondo in più passato a muoversi potesse par aprire quella porta dalle mani di qualcuno con intenzioni tutt' altro che buone e farle finire in un mare di guai.
Potrebbero restare lì qualche minuto, poi lei continuerebbe l'esplorazione attraversando le pareti.
No. Come ha appena visto, la base non è vuota, e sicuramente la persona i cui passi ha appena sentito sfilare davanti a quella stanza non sarà certo l' unica.

Si libera della mano di Amy, che ancora la blocca, e tasta lentamente le pareti in cerca di un interruttore della luce.
Lascia scorrere le mani lungo il muro ruvido, sicura di non incontrare ostacoli. Proprio per questo, quando incontra quello che dev'essere un poster o un cartellone, di carta liscia, il suo braccio scivola lungo il materiale freddo e la fa sbilanciare in avanti e rovinare a terra.

- Oh, Dio santo, Marley! - borbotta terrorizzata la mora, inginocchiandosi nella penombra  accanto a lei. Con l'unico occhio bene aperto, il viso schiacciato contro il freddo e sudicio pavimento di quel postaccio, la strega la vede buttare lo sguardo alla porta, come se si aspettasse solo che qualcuno la spalanchi brutalmente, puntando loro addosso una pistola.

Marlene si maledice mentalmente. Perché deve sempre essere così sbadata? Non poteva evitare di sporgersi così tanto in cerca dell'interruttore? Cosa le ostava fare qualche passo, in fondo? La sua pigrizia sta iniziando a diventare una cosa ingestibile e soprattutto pericolosa, in una missione importante come quella.
Missione che, ripensandoci, sarebbe potuta tranquillamente essere evitata se non fosse stato per lei e la sua cocciutaggine, altro difetto che non può più permettersi.

I rimproveri della mamma, prima, ha fatto finta di metabolizzarli in un lampo. Ma ora, quando ha appena visto cosa possono provocare quelle semplici piccolezze che lei ha sempre giudicato insignificanti e perdonabili, ce l'ha ancora di più con sé stessa. Un'ora fa, in fabbrica, ha cercato di scacciare il pensiero che sia colpa sua, quasi riuscendoci. Ma continuando così, Marlene è sicura che, giustamente, questo riaffiorerà. E la farà star male. E la cosa peggiore è che un po' se lo merita. Ma queste cose la fanno stare anche peggio, perché, se non sapeva cosa avrebbe comportato riaccendere il supercomputer, a quasi quindici anni la ragazza è ben consapevole che può cadere sporgendosi, che può fare rumore, e un sacco di cose ancora che non vanno assolutamente fatte in un contesto delicato come quello.
Sbuffa, lo sguardo basso, rimettendosi in piedi.

- Mi spiace, Amy, non l' ho fatto apposta...

Per un istante, Marlene continua a sperare che quel che temeva di veder entrare, un attimo fa, resti solo un frutto della sua immaginazione. istante dopo, il disegno diventa realtà... fatta eccezione per la pistola, fortunatamente.

Ma il qualcuno dallo sguardo allarmato c'è lo stesso. L'uomo, un signore sui quarantacinque, abbastanza in carne, completamente calvo e dagli occhi acquosi e sottili quasi come spilli, per poco non colpisce la ginnasta, spalancando violentemente la porta.

- Chi c'è?! Avanti!

Marlene lo guarda che osserva dritto davanti a sé, in cerca di un ratto intrufolatosi all' interno di quella camera di cui non conosce lo scopo. Poi, abbassa lo sguardo. Spalanca gli occhi che, ora vede, sono di un grigio tendente all' azzurro, e la bocca, con denti non perfetti ma più che dignitosi, per uno che in teoria dovrebbe essere un terrorista latitante da oltre vent' anni.
- Voi... voi chi cazzo siete?! Avanti, rispondete!

***** *****

Amy deglutisce una ultima volta, prima che la sua bocca si secchi. completamente. Continua a respirare lentamente, ma non si sogna nemmeno di dire una parola. Marlene, pochi passi dietro di lei, ha gli occhi fissi sul vecchio coltellino arrugginito che l'uomo ha tirato fuori dalla tasca, e che punta contro di loro con mano ferma. Sa che il massimo che potrebbe fare loro con quell' affare è rispedirle alla nave digitale: da quel che le è stato detto, anche quando hanno sparato a William, questo è stato ritrasportato nella Skid.
Sa anche che, nonostante non dimostri esitazione, l'espressione che ha visto nei suoi occhi appena un istante fa le ha fatto capire che non è così spietato da far loro del male a prima vista, molto probabilmente.

- Vi ho fatto una domanda: ditemi chi siete!
La ragazza sa che molto probabilmente Marthine non si azzarderà a parlare, eppure non ha mai sperato come ora di ricevere consigli. Dall'età che ha lo scienziato, riflette, probabilmente poteva lavorare alla Green Phoenix già al momento dell'esplosione provocata da Aelita. Come dovrebbe comportarsi con un terrorista? Anche se non corre pericoli, non ci tiene a sperimentare il dolore di una coltellata, e comunque è lì per un motivo.
Spostando lentamente l'anca, sente qualcosa di freddo e metallico toccarle un fianco. Il flauto!
Prende un respiro: deve essere veloce. Non sarà il migliore dei piani, ma se è l' unico modo per ribaltare la situazione, non c'è altra scelta.

Il braccio corre allo strumento musicale. Amy suona velocemente la nota corrispondente al bastone e, allungata l' arma, con una rapida mossa colpisce la mano dello scienziato, scaraventando il coltello dall'altra parte della stanza prima che questo possa fare altro. Al resto pensa Marlene: la bionda, una volta capita la situazione, trasforma la collana al collo in bacchetta magica e la punta contro il misterioso individuo.

- Prima, credo che dovrebbe dirci chi è lei - dice in un tono che dovrebbe sembrare intimidatorio, ma che lascia ancora capire lo spavento che ha preso. Come per rimediare, la streghetta spara un paio di raggi sul pavimento, facendo saltare una mattonella, prima di ridirigere l'oggetto verso il terrorista.

- Ma cosa... - questo sgrana gli occhi. - Non riesco a crederci, non...

Amy alza un sopracciglio; l'uomo fa per correre nella direzione in cui lei ha scaraventato il suo temperino, ma prontamente riesce a bloccarlo, sempre grazie all' uso del bastone, che sposta davanti ai suoi piedi.
Lo scienziato rovina a terra e si tira indietro, il più lontano possibile da loro, aiutandosi con le mani. Arrivato contro la parete, si tira su e afferra la prima cosa che trova su una cassa lì vicino, ovvero una chiave inglese.

- Non credo che servirà a molto, ma se la fa sentire più sicuro... - borbotta la bionda - Non le faremo del male, se ci dice chi è.

- Mi rifiuto, mi rifiuto categoricamente!- sbraita questo. - Figuriamoci! Non ho intenzione di farmi di nuovo mettere in scacco da dei marmocchi.

Di nuovo? Amy capisce immediatamente che i suoi sospetti hanno appena trovato conferma, con quella frase. Si avvicina, il bastone sempre in mano:

- Dunque, dei nostri coetanei hanno già dato filo da torcere... - si blocca, ma si dice subito che non ne ha motivo. Hanno la situazione dalla loro parte, finalmente. Non c'è alcun bisogno di essere insicura, e non può permetterselo. Se c' è una cosa che tutta la faccenda di Lyoko le ha insegnato, che Steve le ha insegnato, è che quando c'è di mezzo una questione importante, l'insicurezza va tolta di mezzo. Avrà tempo per poter essere l'Amy timida e impacciata di sempre fuori da quel laboratorio, mentre tenta di non farlo più nemmeno nel mondo reale. Di poter sostenere una conversazione importante senza balbettare, magari. Di potersi confrontare con persone più fiduciose in sé stesse essendo anche lei una di loro. Di poter parlare con qualcuno di una certa questione senza sentirsi un pesce fuor d'acqua...

Non ora, Amanda. Ora, devi solo scoprire chi diavolo sia questo tipo e cosa faccia qui.
- Forse, vent'anni fa o giù di lì?

- Oh, Dio...
La reazione del suo interlocutore per un attimo lascia senza parole la ragazza, prima che si ricomponga velocemente come meglio può e continui a interrogarlo. Per una volta, anche se potrebbe, non vuole lasciare che sia Marlene, di certo più adatta a questo genere di imprese, a fare tutto.

- Come dice? Perché quella faccia? Andiamo... Parli!

Ce l'ha fatta. Certo, non è sembrata la persona più minacciosa al mondo, ma con due armi dalla loro e l'avversario al muro non serve a molto.

- Voi... Tu non sei la stessa di vent' anni fa, no, e lei... .- borbotta indicando Marlene con la testa. - No, no, non siete di certo rimaste nel supercomputer. Ma ci avete avuto a che fare, senz'altro.

- Beh, anche lei, da quel che vedo, e se in questa topaia c'è qualcun altro, credo valga lo stesso - commenta la bionda. - Può dirci qualcosa che non sappiamo?

- Magari, il suo nome... e anche il cognome. A meno che non voglia fare la fine di un maiale arrosto - dice Amy, facendo un cenno verso la bacchetta magica di Marlene.

- Drake Cabret - mormora questo, non senza una punta di irritazione nella voce. Farsi mettere in scacco da due quattordicenni dev'essere una cosa che brucia, riflette la mora.

- Bene, è un passo avanti. E ora, tutte le informazioni su cosa fa qui, quanti siete e perché state utilizzando XANA di nuovo, dopo tutti questi anni.

- Aspetta... hai detto XANA?

- XANA, X-A-N-A, ha sentito bene. Il virus che state sfruttando ancora, come se la lezione che vi hanno dato anni fa non vi fosse bastata. Cosa volete? Perché avete attivato anche un altro settore? A quanto vedo, qui c'è ancora qualcuno che può prendere le cose.

- Un collegamento non è necessario - continua Marlene. - Quindi, ci dica perché lo avete fatto. Volevate più basi?

- Più... più basi? Voi vaneggiate! - grida Drake guardandola negli occhi.

- Oh, per favore. Siamo qui proprio dal settore vulcano, ma nell'altro settore abbiamo trovato metà dei dati combacianti. Cos'era, un sostituto temporaneo di questo per i vostri piano terroristici?

- Ragazzina... ti giuro su Dio che non so di cosa diavolo tu stia parlando - ribatte ancora lui, fermamente convinto. - Sì, ho acceso il supercomputer anni fa e sì, io e altri venti colleghi operiamo ancora qui. Ma ti assicuro che non sono più un terrorista. Usiamo il supercomputer per altri scopi, il settore vulcano è stato ricostruito semplicemente perché quando ho salvato il salvabile dalle macerie, nelle schede dati recuperabili dopo l'esplosione c'erano i dati per riprogrammarlo. Dati che, tra parentesi, sono utili per molto altro... ma non ho fatto più nulla riguardo a quella storia. Il progetto Ashes è fallito e non intendo riprovarci.

Amy legge negli occhi dello scienziato che non sta mentendo, a meno di non essere un bugiardo provetto. Ha fornito loro motivazioni sufficientemente valide, d'altronde; ma non può smetterla ora. Non ha ancora avuto tutte le risposte e non ha intenzione di ritornare una seconda volta in quel posto per averle.

- E sentiamo... quali sarebbero i vostri scopi?

-Questi non sono affari vostri. Non stiamo usando il mondo virtuale, quindi non dovrebbe interessarvi.

- Ci ha fornito delle motivazioni valide, ma se non ci dice quel che combinate qui, non vedo perché dovrei crederci. E credo che le convenga che le crediamo, signor Cabret.

- Non... non...

- Venga. Ci porti al supercomputer, andiamo.

- Ma cosa... scordatevelo! Non sto facendo nulla di male!

- Allora, ce lo dimostri.

- E che non le venga in mente di scappare - aggiunge Marlene. - Ho un'ottima mira con quest' aggeggio.

Drake emette un sospiro rassegnato e obbedisce, ormai completamente inoffensivo, uscendo dalla stanza. Loro due lo seguono, tenendosi sempre a non meno di un metro la lui. Amy trasforma il flauto in falce, per avere un' aria più minacciosa.
Le conduce lungo lo stesso corridoio che loro due stavano imboccando prima che il suo arrivo le costringesse a nascondersi in quella sottospecie di magazzino.

Le pareti, osserva Amy, sono sporche. L'intonaco bianco in alcuni punti cade a pezzi, ma in altri qualcuno ha dato un'impercettibile e inutile mano di vernice. Sembra un posto a cui la gente, anche se male, tiene. Se ricorda bene, i terroristi, dopo aver distrutto i loro genitori, puntavano in alto: se questa gente facesse lo stesso, non sprecherebbe tempo a curare questo tugurio. Se fosse gente certa di poter mettere in ginocchio intere nazioni -e, grazie a XANA, la ragazza non dubita che ce la farebbero-, quello dovrebbe essere un semplice luogo di passaggio, da dove operare in attesa della rinascita. Le ceneri di una fenice, insomma, prima che risorga nelle fiamme. Anche per questo, man mano che avanza, la storia di Drake Cabret le sembra sempre più credibile.

In fondo al corridoio, quest'ultimo si ferma davanti all'unica porta che ha di fronte e posa la mano sulla maniglia, dopo aver estratto una chiave dalla tasca del camice da laboratorio.
- La apra - dice la streghetta, ma l'uomo prima si rivolge a entrambe con un tono decisamente più sicuro di quello usato finora.

- Ascoltatemi. Voglio proporvi un patto: io vi lascerò entrare qui dentro e vedere quanto volete; in cambio, però, voglio una semplice cosa: il vostro silenzio. Voglio che mi giuriate su quanto avete di più caro che le autorità non sapranno mai di cosa gestiamo qui sotto.

La bionda guarda Amy con un sopracciglio alzato e lei scrolla le spalle:

- Contrabbando? Droga?

- Una specie. Ci ho messo anni a risollevarmi... e non deve importarvi, se volete vedere questo benedetto supercomputer. Ci state?

- Marthine! - chiama lei. Di sicuro, una decisione simile va presa con l'aiuto di un adulto. Ci vogliono cinque minuti buoni prima che la donna si faccia viva, cosa che lascia intuire a Amy che le cose nel settore ghiaccio non vadano molto bene. Chissà come se la cavano gli altri... avranno disattivato la torre? E Niels avrà trovato i dati che cercava?
La risposta della donna la distoglie, finalmente, dai suoi pensieri:

- Amy... Marlene, cosa c' è? Avete trovato qualcosa?

- Qualcuno - replica sua figlia. - Non sappiamo cosa ci faccia questo tizio, qui, ma ci ha detto che non fa più parte della Green Phoenix. È disposto a farci utilizzare il settore vulcano e farci vedere quanto dobbiamo, a patto che chiudiamo la bocca sui suoi affari.

- Credo che debba sbrigarsela Jeremy, per quanto riguarda il settore vulcano... ma in questo momento mi dispiace, tesoro, abbiamo altro a cui pensare. XANA ha vinto. Astra non è riuscita a disattivare la torre. Ha hackerato il sistema, e no so cos'abbia fatto.

- Vuoi dire che...

- Potrebbe averci compromessi in modo permanente, sì. Anche questo è possibile. Devo verificarlo, appunto. inoltre, Yumi è stata costretta ad andar via pochi minuti fa per questioni di lavoro. Mi dispiace, ragazze. Comunque sia, credo vi convenga accettare l'offerta di quell'uomo, chiunque esso sia. Se quel che Jeremy mi ha detto è vero, ci guadagnerebbe anche lui.

- Cosa ti ha detto Jeremy?
Marthine non risponde. Marlene torna a fissare Drake e annuisce.

- Staremo zitti. - E però Amy a parlare. - Ora, per favore, ci lasci entrare. Vorremmo analizzare il settore vulcano... siamo certi che anche lei troverà delle sorprese.

Lo scienziato apre la porta. La stanza è poco più grande di quella in cui le ragazze hanno trovato rifugio, ma le sue dimensioni sembrano notevolmente ridotte a causa del fatto che è quasi interamente occupata dal complesso elettronico. Il supercomputer è più grande di quello della fabbrica ma, a giudicare dai materiali che compongono la maggior parte di esso, Amy sospetta che Drake abbia seguito la logica dei vecchi computer: grossi, funzionanti, certo, ma grossi. E soprattutto, un po' più lenti. Certamente, se gli fosse servito per attività terroristiche, si sarebbe procurato qualcosa di migliore, a costo di rischiare la galera. Il gioco vale sicuramente la candela.

Lo strano scienziato siede su una poltroncina più malridotta di quella di Jeremy e comincia a digitare dei tasti a velocità sorprendente. Una mappa stilizzata del settore appare sul monitor, ma il sistema oloweb non c'è.

-Ecco - annuncia. - Questo è il settore. Lancio un'analisi...

I minuti che attendono sembrano ore. Quando un suono gracchiante annuncia la fine del processo, Drake trasale.
Una seconda schermata, più piccola e in un angolo, ha rivelato il collegamento col settore cristallo.

- Vede? - dice Amy.

- Io... io non sapevo nulla, ve lo giuro.

- Le crediamo. Abbiamo appena scoperto anche noi il collegamento. Ma fossi in lei, starei bene attento. Se lo hanno fatto, dev'esserci un motivo.

- Da quanto tempo è attivo questo... quest'unione col mio supercomputer?

- Non lo sappiamo. Sinceramente, crediamo che lo sia dalla sua creazione. Metà della struttura combacia con quella del primo settore, è probabile che cerchino qualcosa, se ancora vogliono collegarsi a una base distrutta. Ma non sappiamo cosa.

- Dio... chiamerò Edith. È quella che se la cava di più in informatica, qui... so che non vi interessa, ma devo alzare le difese. Installare qualche telecamera, o potenziare le vecchie... non so. Ad ogni modo, anche se la vostra visita non posso considerarla gradita, ho scoperto che rischio un attacco, quindi...

- Per ora no. Non rischia nulla - lo rassicura Amy, ricordando i borbottii di Jeremy. - Da quanto so, siamo gli unici in grado di accedere a questo posto.

- Aspettate. Volete dire che sapete quando e se potrebbero farmi qualcosa?

- A lei non credo farebbero molto, ma sì. Per caso sa di qualcosa che interesserebbe a dei terroristi in fuga?

- Francamente, no. Non so nemmeno chi sia scappato. Hanno evacuato la base prima dell' esplosione provocata da Aelita Schaeffer. Io e un mio compagno, Terence, eravamo gli ultimi rimasti. Abbiamo finto il suicidio. Ci siamo lanciati da una finestra. Io mi sono aggrappato ai rami di un albero, ma lui... prima che riuscissi a scendere è saltato tutto. Non l' ho ritrovato. Immagino che non sia riuscito a scappare.

- Aspetti - lo interrompe Marlene - Potrebbe essere stato il suo capo? Un certo...

- Mago, Marlene, me lo ha detto Niels.

- Ah, giusto! Pensavo... magari è sopravvissuto. Dopotutto, anche lei, da quel che dice, dovrebbe essere morto.

- Impossibile - ribatte Drake, fermo. - Puoi farmi il nome di chiunque, ma sul suo non ho dubbi.

- E perché? -domanda Amy.

- Hannibal Mago è morto. Io stesso ho estratto il suo cadavere dalle macerie, esattamente ventiquattro anni fa.

***** *****

Jeremy aspetta che Marthine gli lasci il posto. Amy, ha appena detto, sta per tornare con importanti novità. Marlene, invece, è al settore cristallo con Niels: il nipote ha detto di voler provare a usare ancora i suoi poteri e lei si è offerta di aiutarlo.

Per quanto riguarda Astra, Tom, Erik e Steve, se ne stanno tutti e quattro contro le pareti della fabbrica, lo sguardo colmo di frustrazione, in attesa che lui emetta il verdetto e annunci che guaio ha combinato XANA stavolta.
Jeremy lancia semplicemente un'analisi. Qualsiasi virus, si dice, il programma che ha creato sei mesi fa con Marthine e che ha portato nel suo pc è in grado di rilevarlo.
La scansione procede lentamente mentre l'uomo ode, di sotto, lo scanner di Amy che si apre. La ragazza risale la scaletta e annuncia:

-Abbiamo trovato un uomo. Un vecchio membro della Green Phoenix. Drake Cabret, ci ha detto di chiamarsi così.

Marthine interpella subito la ragazzina per sapere altro:

- Drake... mi pare di ricordare.

- È quello che ha finto il suicidio davanti a Odd e Aelita! - esclama Jeremy, non senza diventare rosso di rabbia. Sua moglie è rimasta sconvolta da quell' avvenimento. Per mesi si è rifiutata di parlarne. Lo scienziato ricorda molto bene la paura che ha avuto, quando ha temuto che non tornasse più la stessa.

- Co-cosa? - balbetta Erik.

- Ve lo spiegheremo dopo - taglia corto Amy. - Abbiamo fatto un patto con lui. Ci ha detto che è disposto ad aiutarci e a dirci qualunque cosa scoprirà sul settore cristallo e i suoi creatori. L'unica cosa che vuole, anche in questo caso, è che non avvisiamo le autorità dei suoi affari di contrabbando e che lo avvisiamo se dovesse rischiare attacchi.

- Con la posta che c'è in gioco qui, può star sicuro che qualche grammo di erba è l'ultimo dei nostri problemi - mormora Jeremy a denti stretti. - Almeno, siamo sicuri di star combattendo contro un solo gruppo terroristico, anche se non sappiamo chi siano e cosa vogliano.
Lo contatterò dopo e gli dirò cosa deve fare.

Con la coda dell' occhio, vede una schermata aprirsi sul monitor, ad annunciare la fine del processo di scansione.
Man mano che legge, sente la bocca seccarsi e il cuore accelerare.
- Marthine.
La sua amica gli è accanto in due secondi netti.
- Credo che dovrai essere tu a contattarlo, e ora stesso.

- Cosa è successo? - avanza Astra timidamente. Jeremy sa che dopo dovrà spiegarle che non è colpa sua, ma il danno combinato da XANA è irrimediabile. E molto, troppo pericoloso.

- Hanno quel che cercavano da anni. Avendoli appena inseriti, erano una preda troppo fresca e preziosa per lasciarsela scappare A quanto vedo, non intendono perdere altro tempo...

Si sistema gli occhiali sul naso. Aelita, si dice, deve sapere di questa storia nel modo più delicato possibile. Ma la posta in gioco, stavolta, è troppo alta. Jeremy sente che, con quel passo, la resa dei conti è dietro l'angolo.

- Cosa hanno preso, Jeremy? - ripete Steve, avvicinandosi anche lui allo schermo.

- I codici di tua madre.

E mo so' cazzi, direte voi. E in effetti, lo sono.
Comunque, scusate se sono sparita, ma se da una parte era perché cavolo, siamo in estate, dall' altra non sapevo come cavolo finire questo benedetto capitolo. Poi, entra in scena una cosa moooolto bella. Praticamente, ho sognato il finale di questa storia. (Ok, era una scena tra Niels e Marlene, ma era praticamente la resa dei conti di questa benedetta fanfiction, quindi l' ho adattata e puf! Ecco il finale)
Perché sí, io sogno i finali delle fanfiction e qualcuno qua può confermarlo😂.

Insomma, la storia sta volgendo al termine. Dieci capitoli al massimo, non so se includere in questi l' epilogo.
Dovrò giocarmi bene le carte per quanto riguarda le coppie, ma ho una simpaticissima scaletta e credetemi, non c' è sensazione migliore del poter seguire una scaletta per i capitoli.
Saranno però un po' piú lunghi (questo era di 4205 parole, se ci sono errori di battitura scusate), quindi ci metterò un po' di piú.

Per il prossimo (o tra due? Non ricordo, boh) ci sarà pure un ritornino simpatico che Roy amerà, proprio, e non solo lei😂👹👹
E niente, ora io vado.
A fare versioni.
Uccidetemi.
Anzi, uccidete la prof bastarda. Ho voglia di fare matematica piuttosto che greco.
Aiuto😢
*la portano via di forza*
Ehi, voi, razza di esseracci, giú quelle man... ah!

*torna poco dopo*
Aiuto. Mi inseguono. Ho poco tempo. Se non sopravvivo, ho voluto bene a tutti voi. Sí, anche alle cimici.
Kincha007

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