Gun dance (parte 2)
Ma chi me lo ha fatto fare?
È la domanda che ronza in testa a Danielle più o meno da quando il sole è tramontato e questa stupida festa è iniziata. Chi glielo ha fatto fare a rifiutare di fare i corsi extra? Chi glielo ha fatto fare a collaborare con Nickie? E soprattutto, a seguirla nel bel mezzo di una tormenta?
La camicia rossa praticamente fradicia e il gelo penetrato nelle costole, approfitta dei brevi momenti privi di vento per vedere qualcosa.
- Nickie! Nicoletta Pichon, posso sapere cosa diamine tu abbia bevuto?! Dove sei? Nickie!
Ok, poco prima hanno discusso, ma lo fanno sempre. E nemmeno Nickie arriverebbe a sfidare una bufera di neve la notte di Capodanno. Equivarrebbe a un suicidio!
Se non ricorda male, l'ha vista dietro a un ragazzo vestito con abiti pesanti, prima che la liquidasse e se ne andasse. Quando è risbucata dalla pista da ballo, tutta un fascio di nervi, è corsa dietro a quello stesso ragazzo e a un'altra persona che non ha visto bene. Era di per sé più che sufficiente per risultare sospetto, e se mamma le ha insegnato una cosa è di non lasciarsi mai sfuggire niente. Nemmeno il più piccolo particolare può essere trascurato.
Danielle è costretta a portare un braccio davanti al viso per ripararsi; decide di abbandonare la via principale in favore dei viali alberati del collegio: non sarà una soluzione ottimale per cercare sua sorella, ma almeno eviterà parte della tempesta.
- Nickie! - continua a gridare a squarciagola, finché non inizia a perdere la voce. - Ti prego, è impossibile stare fuori, dove...
Mentre continua a camminare con sospetto, viene urtata da qualcosa. O meglio da qualcuno. Riconosce immediatamente la stessa persona che ha intravisto in palestra, ma la sorpresa arriva quando scopre che la stessa persona è Erik, lo studente con cui ha chiacchierato giorni prima, quello con cui la sua gemella sembra volerle mettere i bastoni tra le ruote senza un motivo apparente. Porta in spalla una persona, che al buio non distingue bene all'inizio.
- Erik? Che fai qui? E soprattutto hai per caso visto... oh, Dio...- Danielle non riesce a dire altro, ogni muscolo del suo corpo intirizzito è paralizzato dallo shock che ha nel vedere che, sulle spalle di Erik, non c'è altri che sua sorella , completamente priva di sensi.
- Nickie! Che le è successo? Perché...
Il ragazzo le fa immediatamente cenno di tacere, con espressione impassibile.
- Corri - mormora, a denti stretti. - Seguimi e non parlare fin quando non ci saremo allontanati, o non ho idea di cosa potrebbe farci.
Nella mente della studentessa inizia a farsi strada la sola ipotesi plausibile: li stanno inseguendo. Non sa chi, o perché, ma qualcuno è sulle tracce di quei due, e Nickie... non vuole nemmeno pensare al motivo per cui sia incosciente. Sente gli occhi bruciare, ma ricaccia indietro le lacrime; detesta piangere. La mamma dice che la cosa più sconveniente che una donna possa fare è singhiozzare e disperarsi, in una brutta situazione; non che rompere vasi e contenitori di vetro come fa lei sia meglio, ma Danielle è d' accordo. Però, non riesce a calmarsi del tutto.
Mamma e papà hanno divorziato che loro avevano due anni, ma la custodia definitiva di entrambe è stata concordata solo quando ne avevano quattro. È abituata a vedere sua sorella solo a scuola praticamente da quando andavano all'asilo. Da piccola, ha pianto per giorni quando lei e suo padre sono andati via di casa, poi la mamma l'ha zittita con fare brusco e non ha più tollerato un lamento. Era già stressata di suo dal divorzio, diceva, lei non poteva capirla e aiutarla, tacendo?
Ha taciuto. È cresciuta con Elisabeth Delmas, assumendone gli atteggiamenti e il modo di comportarsi con gli altri perché la donna potesse essere compiaciuta da quel comportamento e non darle addosso.
Col tempo i modi di Nickie sono diventati troppo candidi, troppo innocenti, da santa. Irritanti. Hanno cominciato a discutere su tutto; piccoli battibecchi da ragazzine che si ripetevano e si ripetono quotidianamente. Quando si incontrano, è come se qualcuno mischiasse acqua e olio bollente: la reazione è meglio non vederla. Però le vuole bene. Andiamo, è sua sorella, e non è certo senza cuore. Avrà anche degli atteggiamenti insopportabilmente sdolcinati e gentili, ma non la odia. E vederla così, quando da sempre la ricorda energica, dedita allo studio e alle sue cavolate e disponibile con gli altri, è un colpo al cuore.
Segue Erik senza fiatare, come lui le ha ordinato, l'ansia che la sta praticamente divorando. Riesce a resistere per cento metri di corsa nel boschetto innevato, fin quando lui non si ferma a respirare un attimo.
- Che le è successo? Ti prego... dimmi che sta bene. - Inginocchiato nella neve, con ancora la ragazza svenuta sulle spalle, si gira a guardarla; uno sguardo che a Danielle non piace affatto. Ha visto abbastanza film ambientati in ospedali e questure per paragonarlo a "Mi dispiace, non abbiamo potuto fare nulla".
- Erik...
- È viva, ma le hanno sparato. È stata colpita al fianco destro. Spero solo che sia in un punto non...
- Dobbiamo chiamare un'ambulanza, subito! - dichiara ferma lei. - Rischiamo di...
- No - replica il castano. - È l'ultimo dell' anno, saranno già in giro per i vari feriti. Non sappiamo se arriverebbe in tempo.
- E vuoi lasciare che mia sorella muoia?
- Non morirà , Danielle, te lo prometto.
- Me lo... - Non riesce più a reggere la tensione. Nickie ha un proiettile nel corpo e quel ragazzo le sta dicendo di non chiamare i soccorsi? Ma è stupido o cosa? - Me lo prometti? Non mi serve una promessa, ma un medico!
- Ascolta, non posso spiegarti ora, ma...
- Ascolta tu: non so cosa sia successo, chi abbiate incontrato o altro, ma lei non è tipo da andarsi a cercare una persona armata da cui farsi sparare. Ha bisogno di un dottore, e se non lo chiamerai tu dovrò pensarci io.
- Vuoi capire o no che non c'è tempo?
- E tu vuoi capire o no che potrebbe morire, razza di imbecille? - Comincia a pensare che la prima impressione che le ha fatto, quella di ragazzo sveglio e assennato, debba averla avuta sotto effetto di qualche stupefacente.
Erik la fissa con lo sguardo basito, la bocca semiaperta e il respiro mozzo. Danielle, rassegnata, porta la mano in tasca per prendere il cellulare, ma lui la blocca:
- Va... va bene. Ci penso io, tu vieni con me. In fondo, glielo devo. Ma sbrighiamoci, o il tipo che l'ha aggredita troverà anche noi.
- Aspetta, dove pensi di andare?
- Non ho un medico che la aiuti, ma forse posso fare di meglio: giuro che vivrà. Però questa maledetta neve potrebbe rallentarci, quindi andiamo. Corri!
Senza altra scelta, né risposta, a Danielle non resta altro che seguirlo, pregando che Nickie resista fino a che quella sottospecie di schizzato non farà quanto dice.
***** *****
- Sbarco!
Astra viene teletrasportata sul suolo viola del settore, accanto a suo cugino e a Steve. Spera solo che riescano a farcela, visto che Tom e Marlene sono impossibilitati a venire dai fratellini ed Erik non si fa sentire da mezz'ora. Cerca di pensare positivo: forse ha trovato Jeremy. Sarebbe davvero un grande aiuto, in una situazione del genere, con solo due Guerrieri e una mina vagante.
- Niels, hai dato un'occhiata alle coordinate? - chiede, mentre si stiracchia.
- Sì - risponde questo. - Ho parcheggiato abbastanza vicino se corriamo, non dovremmo necessitare neanche di mezzi. Dovrebbe trovarsi a duecento metri dalla torre cristallo; spero solo che i terroristi non ci accolgano come la scorsa volta...
- È quel che speriamo tutti -interviene l'amico. - Ma andiamo. I i vostri genitori potrebbero essere in pericolo.
La fata sbatte lentamente le ali e si alza in volo, superando i due ragazzi, costretti a correre. Sale ancora un po' per avere una vista più completa del meraviglioso labirinto minerale e scorgere eventuali nemici in vista, ma con sua sorpresa non ci sono che pochi Hornet a sorvegliare l'edificio di cristallo, emanante un' aura rossastra; ne conta appena quattro.
- Sembra che anche i terroristi stiano badando ai festeggiamenti, stasera! - esclama. - Hanno una pattuglia misera.
- Non chiediamo di meglio - dice Steve, materializzando la lancia. Lei fa lo stesso con un paio di dardi di ghiaccio, che tiene sospesi a mezz'aria con i suoi poteri, in attesa di avvicinarsi quanto basta per scagliarli contro i moscerini giganti. Cerca di non guardare Niels, per non farlo sentire sottopressione. Il cugino da qualche giorno sembra stare meglio, ma è scettica sul fatto che riuscirà ad utilizzare di nuovo il fuoco.
Ormai a pochi metri, indirizza il primo spuntone, centrando in pieno uno dei mostri. Esulta sottovoce, per poi riprovare, ma il secondo tiro viene scansato. Improvvisamente, i tre mostri rimasti si abbassano di netto, per scendere e attaccare. Uno viene abilmente ucciso da Steve, ma gli altri paiono più interessati a devirtualizzare Niels, logicamente. Astra sceglie di non scendere e di attaccare dall'alto, per avere meno problemi. Restandosene lì, potrà indirizzare il ghiaccio e l'acqua più facilmente, senza rischio di colpire i cristalli più grossi.
La fata continua a menare fendenti gelati contro gli Hornet per qualche minuto, fin quando non nota che questi non le badano affatto. Sparano ai piedi di Niels, costringendolo a una rocambolesca fuga che lo porta lontano dalla torre, verso vie chiuse dai minerali violacei. Spazientita, Astra lo segue in alto, continuando a cercare di ammazzarli quanto prima, così come Steve. Se lo eliminassero, non ha idea di dove quelle persone potrebbero spingersi coi vecchi Guerrieri. È logico che cerchino vendetta tanto quanto che saranno spietati, e preferisce evitare il problema tagliandolo alla radice.
- Niels, attento! - grida, lanciando un ennesimo dardo, che fortunatamente va a segno.
La felicità però dura ben poco. L'ultimo servo di XANA, infatti, con un raggio laser centra il moro nella schiena, facendolo rovinare a terra. Dal pavimento iniziano a liberarsi scintille azzurre, prima tenui e contenute, poi sempre più potenti. Una luce si sprigiona, e Niels grida. La fata rosa chiude gli occhi, accecata, e quando li riapre del ragazzo non c'è traccia.
- Niels! Steve, Niels è... - Boccheggia. Qualche mostro nascosto l'ha colpita alla schiena, sulle ali, e ora sta precipitando a terra. Cade, senza la forza di emettere un lamento, rotolando sul terreno tempestato si gemme, e vede altri lampi. Si sente strana: è come quando viene scannerizzata e il suo corpo si scompone di botto, solo che questa volta dura di più. Realizza solo ora che l'obiettivo dell'attacco non sono mai stati gli adulti, ma loro. Volevano Niels. E vogliono anche lei, per qualche strano motivo.
Deve alzarsi. Deve scappare, deve...
- No!
Per la seconda volta in pochi secondi, il fiato le si mozza. Un dolore lancinante la assale allo stomaco; guarda in basso: un'asta le si è conficcata nel corpo. L'asta di una lancia.
Tutto ciò che vede prima di dematerializzarsi è Steve, avvolto da un bagliore come il precedente, che sparisce nello stesso modo di Niels.
GIÚ I FORCONI.
Lo so, forse mi odiate. E forse avete ragione.
Questo, signori miei, è ciò che ho sognato ad agosto e che ho avuto la malsana idea di riproporre come capitolo. Capitolo scritto in due ore appena, che per me è un record.
Spero vi sia piaciuto! Vi chiedo un favore: vi prego, lasciatemi un commento per dirmi che ne pensate (Roy naturalmente non conta visto che divide gli scleri in una decina di commenti in tutto il capitolo. Nemmeno Einstein, visto che elucubra i suoi ragionamenti contorti in privato😂).
Mi farebbe piacere la vostra opinione per sapere cosa posso migliorare, cosa sbaglio ecc.
Lo fate per la zia? *occhi da cucciolo*
Ad ogni modo, io scappo.
Scusate come al solito gli errori, buon fine settimana e adios,
Kincha007
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