Fallen

La prima cosa che Amy vede è la polvere. Polvere di cemento, pulviscolo, detriti del ferro in cui le impronte delle sue mani lasciano un solco profondo un paio di centimetri. Si alza; guardandosi intorno, si accorge di essere stata fortunata a non essere capitata in mezzo a qualche macigno.

- Jeremy? -chiama mentre cerca di individuare qualcosa di minimamente simile a una pista. - Per caso, hai qualche mappa o altro di dove dovrei andare?
Lo scienziato non dà segni di vita.
- Jeremy? Mamma? Ehm... chiunque ci sia mi va bene, non faccio distinzioni...

Al diavolo. Proprio gentili, gli altri, a portarla in un posto dimenticato da Dio in mezzo alle Alpi e poi a dimenticarcela come un sacco della spazzatura.
La ragazza cammina sulle parti di terreno prive -almeno parzialmente- di vetri taglienti, spuntoni di acciaio e pezzi di ferro arrugginito, chiedendosi come mai in venti anni nessuno abbia mai pensato di rimuovere tutto come una qualsiasi persona sana di mente farebbe. All'improvviso, all'orecchio le giunge finalmente una voce:

-Amy, scusa - a parlare non è Jeremy però, ma Marthine. - Abbiamo appena trovato... beh, possiamo dirtelo dopo. Jeremy attualmente è impegnato a pensare a non so cosa, ma posso aiutarti io.

-Ok... mi servirebbe solo sapere se esiste qualche mappa per darmi una parvenza di itinerario da seguire, qui sembra impossibile muoversi.

- Aspetta un istante.
L'istante della madre di Tom e Marlene si protrae per cinque minuti circa, prima che la donna si faccia risentire:
- Ho appena fatto un paio di ricerche su quel posto. Ho letto che le autorità hanno trovato la base crollata circa una decina di giorni dopo quella che ricordo essere la data dell'esplosione. Volevano rimuovere tutto per edificare qualcosa, ma per qualche motivo non se n'è fatto nulla. Ti trovi in una zona del tutto priva di città... la più vicina, Freiburg, è solo a qualche ora di auto. Sei in mezzo alle montagne tra la Svizzera francese e quella tedesca, del tutto isolata; beh, era prevedibile, visto ciò che facevano qui.

- Ma c'è qualcosa, no? Insomma, se esiste un supercomputer non si troverà certo in mezzo alle macerie.

-Non rilevo nulla. Forse avevano dei sotterranei.

- Probabile... provo a cercare qualcosa.
Scostando i calcinacci con la punta delle scarpe, Amy si fa strada tra i cumuli di quanto resta dell'antico quartier generale. Un passaggio, un accesso a un sotterraneo... ma quale? Una scala segreta sarebbe saltata fuori: qualunque pannello non avrebbe resistito al crollo e la via sarebbe stata bloccata dai detriti. Una botola? Forse, ma ogni meccanismo per farla scattare è probabilmente andato in pezzi.

Dopo un rapido controllo in quella che doveva essere una zona interna, la ragazza sbuca in una parte della base con meno macerie. Dai rari, bassi resti di basi di muri rimaste in piedi, sparsi qua e là, Amy ricostruisce il perimetro esterno dell'area; cammina con lo sguardo basso, in cerca di qualunque cosa possa condurla a un passaggio, buttando un occhio anche sulle mattonelle saltate dal pavimento delle stanze accanto a lei. È proprio lì che sono puntati gli occhi sottili della mora, mentre fa scorrere il suolo distrutto davanti a sé, ascoltando i propri passi strusciare sulla terra arida e muovere la breccia e i sassolini finire davanti a lei.

Tang.
Amy si blocca. Scosta lo sguardo e osserva davanti ai suoi piedi.
A pochi passi, forse, ha trovato quel che cercava proprio grazie a quelle pietre, o meglio, a dove sono andate a sbattere.
Ti pareva... che fantasia.

Si inginocchia davanti al tombino, osservandone le lettere in rilievo: GP, Green Phoenix. Ora che ci pensa, sono le stesse che si trovano su quello del parco, se ricorda bene.
-Marthine, credo che ci siamo!
Stavolta la risposta è istantanea:

-Cosa hai scoperto?

-Un tombino! Non so se ho ragione, però potrebbe essere un passaggio uguale a quello nel parco del collegio.

- È possibile, sì. Vuoi andare da sola, o preferisci continuare con qualcuno da ora?

***** *****

Al sentire le parole di sua madre, Marlene scatta in avanti.

- Ti prego, devo fare qualcosa o esplodo! - la supplica. Effettivamente, è vero. L'alternativa allo svago è mangiare, di solito, ma la cosa più appetitosa e ricca di proteine che abbia nei dintorni è il suo stesso fratello.
La mamma la guarda come si guarda chi è internato in manicomio, prima di alzare gli occhi al cielo:

- Io l'ho detto, che non ho generato persone normali.

- Ma grazie, davvero... - mugugna questa. - Però posso andare?

- Tanto anche se dicessi di no non servirebbe... vai, avanti. Ma non credere che solo perché ti lascio andare non sia infuriata quanto Yumi con te e Tom. Jeremy...
Marthine fissa il collega, ora seduto a terra con il pc, che aveva portato in fabbrica, aperto sulle gambe.
- Cosa stai cercando?

- Mmm... eh? Ah! Ho inserito i codici qui dentro - spiega, mostrando il vecchio foglietto. - E sto cercando di vedere quanto posso recuperarne per usarli come passaggio per il supercomputer del settore cristallo. Non credo sia molto, ma già un venticinque per cento di lavoro fatto mi lascerebbe più sicuro di come sono ora. Amy come se la cava?

- Lo sapevo, non hai sentito niente... ha trovato un tombino, ma prima di iniziare le ricerche manderò Marlene. Penso che in due farebbero prima.
Lo scienziato, però, è già ritornato ai suoi programmi informatici:
-Mh... sì, sì, manda chi vuoi.

- Ho capito, ti lascio lavorare... tu vai agli scanner, Marlene.

La ragazza non se lo fa ripetere due volte e si precipita come una furia giù in sala, entrando in uno degli apparecchi con impazienza. Sono giorni che non mette piede nel mondo digitale.
-Trasferimento! Scanner! Virtualizzazione!

Per un istante le viene la nausea, avvertendo il corpo scomporsi, come sempre. Subito dopo, Marlene si ritrova in un posto finora mai visto: la terra su cui cade è nera come il carbone, percorsa da venature arancioni, che si illuminano quasi a intermittenza, come i tizzoni, I massi che la circondano sono bassi e fatti di pietra lavica, ma simili a quelli che si vedono nel settore ghiaccio di Lyoko. Per il resto, l'ambiente sembra essere più povero e spoglio di quello dei quattro settori a cui loro accedono dalla fabbrica, al contrario di quello più elaborato del settore cristallo, come se chi lo ha progettato avesse compiuto una copiatura mal riuscita.

Ad ogni modo, ha la possibilità di osservare il paesaggio solamente per poco, visto che appena tocca terra sua madre la trasferisce immediatamente nel luogo in cui dovrebbe trovarsi Amy.
Quando si materializza per la seconda volta, Marlene scopre di essere una persona in carne e ossa -o meglio, da quello che le ha spiegato Niels, lo spettro di una persona- ancora vestita col suo costume da strega, ma senza le sembianza da avatar.
Scrollando la polvere dal mantello viola, osserva le macerie e la desolazione che regna tra i resti di quello che un tempo era il quartier generale di una delle organizzazioni più pericolose al mondo, di cui ora è rimasto solo questo per colpa di un gruppo di liceali.
Facendosi strada tra i blocchi di cemento ammucchiati a terra e scavalcandoli, individua finalmente, da una posizione più in alto, la sua amica.

-Amy! - la chiama, agitando il braccio. Questa si volta immediatamente:

- Marley! Presto, vieni.
La strega non se lo fa ripetere e in pochi secondi si precipita davanti alla giapponese, che le indica un tombino:
- È tutto ciò che ho trovato. Ho ragione di credere che potrebbe portarci da qualche parte.

- Sì, è probabile - mormora. - Aiutami a sollevarlo, dai.
In due, spostano il coperchio di metallo più in là e osservano il passaggio che hanno rivelato.
Marlene si inginocchia ad esaminare la scaletta:
- Intorno alla scaletta c'è della muffa e un sacco di altre schifezze che non so come chiamare... ma i pioli sono abbastanza puliti. Mi sa che siamo sulla pista giusta.

- Cosa sei diventata, un detective privato? - scherza la mora.

- Mia madre direbbe più un cane dell'unità cinofila, per come mi comporto, ma in questo caso fa lo stesso.
La ragazza si cala lentamente nel tombino e scende la scala, seguita da Amy.
Guardando in basso, si accorge che non ci sono corridoi puliti o chissà cosa, ma fogne, come al collegio. Continuando a scendere, però, trova ciò che non si sarebbe mai aspettata. La parete, a pochi centimetri alla sua sinistra, presenta una grossa apertura, una rientranza, raggiungibile in un balzo. Marlene salta senza nemmeno pensare, trovandosi poi davanti a una vecchia porta, arrugginita sulla superficie.

- Ehi! Dove sei finita? - dice Amy, spaventata.

- Continua a scendere, troverai un'apertura.
Poco dopo, le due ragazze sono entrambe in quella specie di nicchia scavata nel cemento.

- Uno strato intermedio... non un laboratorio sotterraneo. Lo avevano nascosto tra la base vera e propria e quelli veri, di sotterranei... ma non hanno nascosto l'entrata perché nessuno sarebbe mai venuto a curiosare. E anche facendolo, non avrebbe mai pensato a un tombino, avendo a che fare con quella gente.

Alle due giunge subito la reazione di Marthine:

- Ce l'avete fatta? Bravissime! L'entrata che avete trovato riuscite ad aprirla?
Marlene, dopo un'occhiata, capisce che la porta che hanno vicino è normalissima. Probabilmente l'artiglieria pesante l'avranno conservata per dopo.

Spinge la maniglia sudicia, ringraziando che il costume abbia in dotazione i guanti, e questa si apre con un cigolio sinistro.
Davanti a loro, un corridoio lungo una decina di metri lascia a chi entri tre opzioni: destra, sinistra, dritto.
Quando arrivano all' incrocio, dopo aver attraversato un tratto invaso da cartacce, gomme da masticare e bottiglie di birra abbandonate, Marlene aggrotta un sopracciglio e chiede, un tantino insicura:

- Te la senti di dividerci?

- Uhm... sembra piuttosto grosso. Probabilmente copre tutto lo spazio che occupava il vecchio covo in superficie, o almeno una buona parte. Credo sia meglio andare in due.

- Ok, ma dove?

- Facile - risponde ovvia la ginnasta. - A sinistra si sente un ronzio di macchinari assordante.

- Beh, allora che aspettiamo!

Marlene fa del suo meglio per sembrare allegra, ma è non poco inquieta. Più il "ronzio" citato da Amy si fa forte, più sente amplificarsi una morsa che ha appena preso ad attanagliarle lo stomaco. Si impone di star calma. Se le sparassero, tornerebbe solo indietro. Non è sola, non potrebbero nemmeno tentare di catturarla se non vogliono che il loro covo di riserva diventi materiale edile riciclabile grazie alla sua bacchetta. Ed è con Amanda Stern, la persona più responsabile e prudente del mondo, come se ciò non bastasse...

-Marley.
La bionda sussulta, mentre la voce dell'amica la distoglie dai suoi pensieri.
Amy le afferra improvvisamente un braccio, in preda al panico, mentre apre la prima porta che hanno davanti e la trascina dentro per poi chiuderla di botto.

-Amy, cosa...

- Dei passi. Li ho appena sentiti.

Merda.

***** *****

Astra sta quasi per addormentarsi, ormai. Non avendo niente da fare se non starsene lì appoggiata al muro, ha finito per starci comoda, e il fatto che tutti siano presi dalle loro cose senza prendersi la briga di dirle nulla finché Amy e Marlene non saranno tornate ha contribuito a farla assopire.
Sta per cadere definitivamente nel mondo dei sogni, ma a strapparla da esso è un'imprecazione di Marthine seguita da un grido del nome di suo padre.

Astra spalanca gli occhi . Vede Tom alzarsi con Steve ed Erik per avvicinarsi al supercomputer e, seppur controvoglia e ancora stordita, decide di fare lo stesso.
Marthine sbuffa e alza gli occhi al cielo, mettendosi una mano sulla tempia:

- Questa proprio non ci voleva... Jeremy!

- Mh? - Astra capisce che suo padre non li considererà davvero finché non terminerà quel lavoro, o finché qualcuno non lancerà il suo pc contro la parete e dopo farà fare a Jeremy Belpois la stessa fine - generalmente ad assumersi quella responsabilità è sua madre, ma crede che Yumi, che si è messa in disparte a lasciarli lavorare, potrebbe benissimo farne le veci.

- Lascia perdere... Astra, temo che tu debba proprio andare a Lyoko, adesso - dice poi rivolgendosi alla ragazza.

- Una torre?

- Affermativo.

- Beh, immagino di non avere altra scelta. Chi viene con me? - domanda poi ai tre ragazzi presenti lì... che si fanno avanti praticamente nello stesso istante.
- Ok, tanto meglio. Su, andiamo.
I tre prendono l'ascensore per scendere agli scanner. Una volta scesi, Astra dice a Marthine:
- Ma Niels? È ancora al settore cristallo!

- Lo sto contattando adesso - risponde prontamente la scienziata. - Ma credo che rimanga lì. Potrebbe ancora esserci utile per scoprire qualche altra cosa su quel luogo e sul suo supercomputer.

Astra sa benissimo che Marthine non vuole dire le cose per come stanno. Potrebbe essere utile al settore cristallo, certo... solo perché nella lotta Niels non lo è quasi a nulla. Sa anche che il cugino sta male per questo; glielo ha letto in faccia quando non è riuscito a riattivare i propri poteri nel combattimento di ieri. Nessuno glielo ha riaccennato, ma conoscendolo potrebbe non dormire la notte per un pensiero del genere.

La ragazza prende un respiro mentre entra negli scanner seguita da Tom e Steve. Marthine pronuncia le solite parole, poi i tre vengono trasportati nel settore ghiaccio.
Erik li raggiunge poco dopo.
- Le coordinate sono venti gradi a sud e trentacinque a est! - esclama Marthine - Vi invio i mezzi!

Pochi istanti dopo, Steve è già saltato in sella all'overbike, Tom sull'overboard ed Erik ha preso l'overwing. Evidentemente, ragiona la fata, la pausa che il ninja si era preso dai Guerrieri Lyoko è stata interrotta contro la sua volontà, dalle vicende che si sono susseguite dopo la notte del suo ritorno sulla Terra. Erik non sembra essere lieto di essere lì. Probabilmente è stata anche a presenza della madre a spingerlo a fare quel passo avanti.

Astra, sbattendo le ali verdi, tenta di individuare la torre in lontananza; prima di questa, però, ciò che vede è l'enorme, spaventoso comitato di accoglienza inviato loro da XANA.
Quattro Tarantule, tre Kankrelat e altrettante Mante volanti circondano l'edificio sia a terra che in aria, come sentinelle davanti a una prigione.

- Lo sapevo, io... - mormora il mago. - Se ieri quella torre con un attacco da record l'ha attivata la Green Phoenix, XANA doveva star risparmiando le energie per non essere da meno. A proposito... mamma, nel mondo reale cosa succede?

- Francamente, credo sia lo xanificato di turno... Yumi è salita a controllare, ma sbrigatevi! Se dovesse succederle qualcosa a pagarne le conseguenze saremmo io e Jeremy!

- Faremo del nostro meglio, ricevuto - afferma il castano, che sicuramente non vede l'ora di tornare a casa e starsene per conto proprio. La ragazza alza gli occhi al cielo. Possibile che non capisca la gravità della situazione?
Vuole bene ad Erik, così come a Tom, ma in quei momenti arriva a detestarlo.

Una manta spara, cogliendo in pieno Astra, che a causa della distrazione incassa il colpo allo stomaco e finisce a terra. Non c'è nemmeno bisogno che Marthine parli per sapere che ad andarsene a quel paese sono stati ben più di dieci punti.

- Sta' attenta! - le grida il mago mentre con la frusta tenta di attaccare uno dei mostriciattoli più piccoli.
Si rimette subito in piedi. La situazione non è delle migliori. Erik ha devirtualizzato una Tarantula con gli shuriken, ma le altre due lo stanno braccando come delle volpi braccano un coniglio. Steve, che ha l'arma più scomoda, non riesce a fare altro se non tentare di fermarsi un istante a prendere la mira. Tom, invece, saltella tentando di non farsi arrostire i piedi dalle formiche virtuali.

- Scambiatevi i mostri! - grida lei. - Steve, alle Tarantule! Erik, le Mante sono più grandi e facili da colpire, Tom, a quelli penso...

Troppo tardi. È bastato un singolo laser che lo facesse cadere, poi altri tre o quattro colpi hanno fatto il resto. Erik si dissolve un una nuvola di pixel, mentre i mostri ora sembrano aver un nuovo obbiettivo... con i capelli rosa e il vestito verde acqua.

***** *****

Uno è andato. Tom si gode l'attimo di soddisfazione causato dall' uccisione di uno dei mostriciattoli, ma questo termina con la velocità di un pasto nel piatto di suo padre.
Astra corre con la velocità di un fulmine, schivando miracolosamente anche due laser insieme, provenienti dalle tre Tarantule e lanciando alla cieca schegge di ghiaccio verso queste ultime. Il biondo tenta di lasciar perdere anche per un secondo soltanto i Kankrelat, pur di darle una mano, ma i due esserini continuano a sparare alternando i colpi, senza concedergli un solo istante di respiro.

Con un colpo secco di frusta, fa fuori il secondo Kankrelat, sperando che ciò gli dia il tempo necessario per seminare l'ultimo e correre ad aiutare la ragazza affinché possa disattivare la torre.
Sferra un altro colpo alla cieca, con lo scopo di distrarre per un attimo l'insetto; le gambe scattano, tentando di portarsi il più lontano possibile da esso.
Tom non guarda indietro; capisce subito, però, a cosa sia dovuto il bruciore alla schiena quando una fitta lo paralizza e lo fa inginocchiare.

La mano tremante, porta la mano alla tasca. Stringe nel pugno un fumogeno e lo butta ansimando dietro di sé. Si impone di rialzarsi. Guardando a destra, vede Steve che tenta di infilzare una Manta.
Un momento. Le Mante, da quel che ricorda, erano tre. Dove sono le altre?
La risposta la trova alla sua sinistra.
Astra è a terra, che manovra uno scudo di ghiaccio e lo sposta a seconda del mostro che le spara dei cinque che la circondano. Se solo provasse a rialzarsi, un altro colpo la spedirebbe indietro. E dietro ad Astra, forse senza nemmeno che lei si sia accorta di esserci arrivata, c'è il vuoto. Il mare digitale.

Il mago corre fino a quasi farsi mancare il respiro, pregando di arrivare in tempo.
Non ha fatto nemmeno una decina di metri, però, che un rumore segue la rottura in mille pezzi della barriera di ghiaccio. Cinque mostri, evidentemente, erano troppi anche per un potere come quello, anche nel settore più vantaggioso.
Un altro sparo raggiunge in pieno la ragazza. Lui spera solo che sia abbastanza potente da devirtualizzarla, non importa se la torre dovrà aspettare.

Le creature di XANA si allontanano, lasciandogli persino vedere la scena. Ormai, non hanno più nulla da fare.
Astra viene sbalzata indietro dal colpo, ma il suo corpo non trova nulla su cui atterrare. Ancora stordita dal raggio laser, non riesce nemmeno a sbattere le ali mentre precipita rapidamente verso il mare scuro.


SE STAI PRECIPITANDO
CONSOLATI CANTANDO
È TROPPO PRESTO PER FINIRLA QUAAAA
Ehm, forse per me non è mai troppo presto per finirla... di fare l' idiota.
Ma ho trovato le canzoni su youtube e CAZZO LA MIA INFANZIA.
Ok, ok.
Basta. Giuro. Forse vi rifilo un' altra di quelle canzoni giusto per uno degli ultimi capitoli.

Ad ogni modo, ci sarà un piccolo cambiamento di cast.
Di nuovo? Di nuovo.
Nah, tranquilli, cambierò solo l' attrice di Amy. La nuova (e diecimila volte meglio) prestavolto sarà Christina Masterson:

Eeeee... indovinate chi devo ringraziare? *coff coff* mocosvoice *coff coff*
Intanto però la sottoscritta, girando su youtube, ha trovato ciò

E mi è subito venuta in mente Astra. Cioè, mi è preso un colpo😂
Vabbè, meglio se mi ritiro.
Cià,
Kincha007


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