Do you get mysterious messages?

- Jeremy? Posso entrare? - Aelita non aspetta risposta, aprendo direttamente la porta dello studio tanto quanto basta per consentirle di entrarvi silenziosamente dentro. Jeremy si volta a guardarla, scoprendo che regge con le mani un vassoio. Sua moglie scosta alcune carte e lo appoggia delicatamente sulla scrivania.

- Grazie, Aelita... non dovevi disturbarti - dice lui.

- Non mangi nulla da ieri sera - gli ricorda la donna, ma nella sua voce non scorge traccia di rimprovero; in diciotto anni di matrimonio, ormai si è abituata alle sue abitudini alimentari.

- Lo farò, te lo prometto - mente. Getta un'occhiata al vassoio: accanto a due fette di pane e una bottiglia d' acqua è sistemato un piatto con del purè di patate e della carne. In altri momenti del genere la sola vista di quelle leccornie gli avrebbe mandato lo stomaco in subbuglio, ma oggi questo è completamente chiuso e avere del cibo davanti peggiora la situazione. Appena Aelita se ne sarà andata, decide di spostarlo dall'altro lato della scrivania.
- Cosa fanno i ragazzi? - domanda, per cambiare argomento.

- Astra è ancora da Marthine e Odd. Fred ha chiesto di te, invece: vuole sapere come mai non mangi più con noi di nuovo.

- A quel bambino non sfugge nulla - le labbra si aprono in un mezzo sorriso. - Stasera spero di esserci. -

Lo spera davvero, in effetti, ma sa che non sarà possibile. Non finché non avrà trovato anche la minima traccia di suo nipote o di Steve.
- Tu come stai, invece?

- Io sto bene. - Jeremy riconosce che la voce della moglie trema leggermente, segno che ciò che dice non è assolutamente vero. - È mia sorella che ha bisogno di aiuto, invece.

Come al solito, Aelita ha messo gli altri prima di sé. Ormai non dovrebbe sorprendersi, ma sa che così facendo tutto il dolore che ha le resterà dentro, e non ama vederla così. Da seduto, le mette una mano sul fianco.

- Ti prometto che troverò presto il modo di riportarli a casa, tesoro. - A quelle parole, però, lo sguardo non può non spostarsi sul monitor. Ha lanciato tutte le ricerche di cui è capace, ma ancora non sa nulla. È come se Niels e Steve fossero stati cancellati, alla stregua dei più banali e deboli programmi informatici, e questo non fa che aumentare in Jeremy il nervosismo e soprattutto la rabbia. Questi terroristi sanno con chi hanno a che fare. Sanno come sparire, se lo vogliono, e ormai è chiaro che, al contrario della vecchia Green Phoenix, loro non hanno assolutamente intenzione di farsi trovare. E se c'è una cosa che non gli piace, lo ha imparato con XANA, è non sapere contro chi si trova e dove egli sia.

Aelita si stringe a lui, ma lo scienziato non ha il coraggio di guardarla in volto e scoprirla a fissare anche lei lo schermo, lottando per non far notare gli occhi lucidi.

- È meglio che tu vada. Di' a Fred che ero semplicemente impegnato. E sta' tranquilla - si detesta per doverle dire una cosa del genere e per non essere in grado al contempo di far sì che accada, ma accantona questi pensieri in fretta.

Aelita capisce e si allontana silenziosamente, così come entrata. Socchiude la porta e nella stanza tornano a regnare la penombra e il silenzio, il suo habitat naturale. Jeremy chiude gli occhi e poggia le dita sulle tempie.

Concentrati, concentrati, concentrati.

Dove possono mai essere finiti? E soprattutto, se non fossero reperibili in rete, come rintracciarli? In quasi quarant'anni di vita ha sviluppato decine, centinaia di programmi per hacker, ma sa benissimo che sceglierne uno solo, quello giusto, vale più che usarli tutti. Dovrebbe svilupparne uno apposito, ma per farlo bisogna avere dati a sufficienza, e non è il suo caso. Accanto al suo braccio destro giace il foglietto trovato da Steve.

Cosa volevi dirmi, Laura? Perché questi codici significavano tanto, per te?  

La testa sembra martellargli, dannazione. No, aspetta. Non è la sua testa. Qualcosa sta suonando davvero.

Lo schermo del computer lampeggia. Un messaggio. Le dita di Jeremy arrivano al mouse senza che lui quasi se ne renda conto, e cliccano su "Apri".

Il mittente è anonimo. Non sa se sorprendersi, ormai, vista la faccenda in cui sono coinvolti e la portata di essa. Ciò che invece non capisce è il contenuto; sulla schermata appare una singola parola: Servus.

- Aelita... - mormora. - Aelita!

Prima che sua moglie arrivi, trafelata, trascorrono una ventina di secondi.

- Jeremy! È successo qualcosa? Stai bene? - L'ansia sparisce dalla sua voce, appena lo vede al solito posto. Aelita si avvicina, accostandosi nuovamente allo scienziato.

- È arrivato proprio ora - annuncia questi, riferendosi al messaggio. Sai per caso cosa significhi?

- Servus... - articola la donna. - È tedesco, mi sembra. Chiunque sia, ti ha salutato.

Jeremy aggrotta un sopracciglio; questa faccenda gli puzza sempre più. Un mittente anonimo che perde tempo in saluti?

- Educato - mormora, sarcastico. - Ma non credo che questa persona voglia fare amicizia. Chiediamo un po' cosa vuole.

La risposta non tarda ad arrivare, ma non è quel che i Belpois si aspettavano. Marito e moglie leggono la parola all'unisono, le mani intrecciate.

- Melody.

***** *****

Astra si siede sul divano del salotto di casa sua, dove il padre l'ha richiamata con urgenza non più di venti minuti fa, mentre era da un'amica a studiare. Si è precipitato a prenderla in macchina, senza spiegazioni, limitandosi a dire che era una faccenda della massima urgenza, e ora le siede di fronte, accanto a sua madre. Non essendo presente Fred, deduce che non l'hanno portata lì per punirla, ma che la vicenda riguarda la fabbrica.

- Hai scoperto qualcosa, papà? - domanda, speranzosa.

- Sfortunatamente, non su Niels e Steve - replica lui, con rammarico. Ma certo. Come poteva pensare, in fondo, che non avrebbe sparso la notizia in tal caso? - Però, oggi pomeriggio è successo qualcosa che non ho potuto ignorare.

- Beh... allora, dimmelo. Non tenermi sulle spine - supplica la ragazza, abbastanza nervosa. Si sistema sul divano, stringendovisi e tentando di riscaldarsi, visto che il camino è quasi ormai spento. Papà si aggiusta gli occhiali, e la mamma, a braccia conserte, attende anche lei che parli.

- Mi è arrivato un messaggio anonimo, appena un' ora fa. Conteneva una parola: Melody. Astra... tu e i tuoi amici sapete per caso cosa stia a significare?

- Melody - ripete Astra, cercando in tutti i modi di trarre qualcosa da quel suono, anche il minimo indizio, ma fallisce. Questa parola le è totalmente estranea. Tutti i progetti, codici e sistemi correlati a Lyoko o a Franz Hopper non le dicono nulla che possa essere associato alla musica, fatta eccezione per il flauto di Amy, ma è sicura che non sia questo che i suoi genitori cercano.
- Non... non credo. In tutte le ricerche che abbiamo fatto, non c'era nessuna Melody. E se quell'uomo, Drake, ne sapesse qualcosa? - propone.

- L'ho contattato pochi minuti prima del tuo arrivo - risponde la mamma, amareggiata. - Purtroppo, ha assicurato di non avere idea di cosa sia.

- Potrebbe aver mentito.

- Non ne ha motivo - interviene Jeremy. - Sappiamo dei suoi traffici illeciti, non credo abbia voglia di finire in prigione dopo vent'anni passati a ricostruirsi una specie di vita. Inoltre, lui ha interesse quanto noi a fermare i terroristi: si sono introdotti nel suo covo una volta, potrebbero farlo ancora.

- E ciò ci riporta punto e a capo - aggiunge Aelita. - Tesoro, sei sicura di non sapere nulla? Niels non ha trovato qualcosa di simile?

La sua mente è attraversata come da un flash. Astra scatta in piedi. Come ha fatto a non pensarci prima? Era così evidente, come ha potuto scordarsene?
- Dobbiamo andare alla fabbrica, subito. Gli altri li avviseremo dopo, se ci saranno novità. Mamma, ti prego, è importante.

~~~~~ ~~~~~

Mamma ha le cuffie sulle orecchie. La melodia, Astra lo intuisce dal mormorio proveniente da queste, non è finita, ma lei le sfila ugualmente, e guarda la figlia e il marito, che l'ha seguita per puro scrupolo, e scuote la testa.

- Mi dispiace - si scusa. - Non so perché mio padre abbia creato questa cartella. Questa canzone... è totalmente sconnessa. Non ha il minimo ritmo, le note sembrano scritte a caso. Non c'è una chiave, una qualsiasi cosa che le dia un senso. Per caso sapete quando è stata composta?

Astra si avvicina al computer e allunga il braccio, che nella penombra causata dai macchinari appare verdognolo, quasi si trovasse sul fondo di un lago, in acqua. A pensarci bene, si trovano sul fondo di un fiume; ma sente benissimo che la sensazione è ben diversa. Quando nuota non ha alcun pensiero, alcuna preoccupazione. È Astra, nessun altro. Non il codice Lyoko, la figlia di Jeremy e Aelita, l' amica di Amy e Marlene, la ragazza che deve vedersela con Erik, Tom, la scuola e al contempo fronteggiare i terroristi. Solo Astra. E si sente libera di apparire così com'è.
Sospira, ritornando alla triste realtà, e indica a sua madre una data.

- 2020. Ottobre, per la precisione.

- Poco dopo la nascita di Fred... - mormora Jeremy. - Ma non ha senso. In quel periodo non avrebbe avuto alcun motivo di fare una cosa del genere. Laura era con noi, non era successo niente.

- Ma poco dopo averlo fatto, è morto. - Il tono di Aelita suona accusatorio. Contro chi, la ragazza non saprebbe definirlo, però ha ragione: Franz Hopper se n'è andato nel dicembre dello stesso anno. Che sapesse di avere i giorni contati?

Aelita si alza di scatto, per quanto le sue condizioni glielo permettano, dalla sedia. Jeremy la aiuta a farlo e col capo fa un cenno alla figlia che le intima di andare in ascensore con loro.

- Ad ogni modo, non posso aiutarvi - stavolta ha parlato con tono secco. Probabilmente ricordare della morte del padre non deve essere stato esattamente felice, ed è del tutto comprensibile.
- Non ho idea di cosa sia quel file, né se sia collegato al messaggio che è arrivato poco fa. Ma credo che ora come ora, la priorità sia trovare i ragazzi... sono davvero preoccupata.

- Non dirlo a me, Aelita. Ma se c'è qualcuno a star male, sono William e Therese. Yumi è stata da lui ieri. Ha provato a convincerlo a farsi ospitare con Faith da loro per qualche giorno - dice, mentre le porte dell' infernale mezzo di trasporto della fabbrica si aprono, cigolando. Astra spera di non doversene servire a lungo, perché non si è mai fidata di quell'affare.

- E lui che ha detto?

- No, ovviamente. È troppo orgoglioso, anche in condizioni simili. Non accetterebbe mai una cosa del genere, anche per non disturbare Yumi.

La donna dai capelli rosa annuisce debolmente con la testa. Astra le va accanto, aggrappandosi a un suo braccio e lasciando che ciò le riscaldi minimamente le mani. Jeremy aziona l' ascensore, che parte traballando. La ragazza alza la testa. Si torna in superficie, pensa. Ma di sicuro, ciò non darà loro una boccata di ossigeno.

***** *****

Si siede di nuovo sulla cara, vecchia, comoda sedia della scrivania. Non sarà come la morbida poltrona della fabbrica, ma se in quindici anni non ha mai avuto mal di schiena, si ripete sempre che non può essere così male. Ironicamente, è passato da un computer all' altro in un tempo massimo di dieci minuti. Jeremy strizza gli occhi, conscio del fatto che delle gocce potrebbero non bastare, stasera.

La cartella messaggi è vuota. Il misterioso sconosciuto di poco fa sembra non essersi rifatto vivo, sfortunatamente. Lo scienziato riflette su cosa fare; potrebbe fare ancora qualche ricerca sui ragazzi, ma come? È arrivato a un punto morto. Non ha indizi, qualcosa a cui aggrapparsi La sola speranza fornitagli da Astra poco prima, Aelita l'ha spenta, anche se non di proposito.
Mugugna, stanco. Sono appena le otto, ma si sente crollare. La gita in quella fabbrica dimenticata da dio, dai santi e da qualsiasi entità protettrice del riscaldamento non è stata decisamente piacevole. Sente Fred di sotto, in cucina, che domanda a sua madre cosa ci sarà per cena. Sospira, e si decide ad alzarsi. Non può, non deve assolutamente lasciare che questa situazione sconvolga la normalità della famiglia... beh, non più di quanto abbia fatto finora.

Bip. Bip. Bip.

Sta già per mettere una mano sulla maniglia, quando lo sente e si blocca, incapace di muoversi. Continua per un po', finché non sente che inizia a fargli male la testa, prima che Jeremy si fiondi verso il computer, senza sedersi neanche prima di guardare. Chino sullo schermo, digita qualcosa e vede una schermata aprirsi e le lenti degli occhiali rifletterne il contenuto, rendendo invisibili le iridi azzurre. Lo scienziato aggrotta le sopracciglia e si lascia sfuggire un mugolio, interrogativo.

- Non è possibile - afferma, spiazzato.

"Siamo disposti a restituire Steve."

 Il mittente è diverso da quello di prima, ovviamente, ma stavolta l'uomo non ha dubbi su chi ci sia dietro di esso.
La mano gli trema. Una risposta, e in fretta, ecco cosa serve. Qualcosa che non li faccia apparire né deboli, né disinteressati. Jeremy riflette alcuni secondi.

"Quando?" 

Il terrorista, chiunque egli o ella sia, non esita a chiarire il suo dubbio.

"Stasera. Al settore."  

Lui non digita altro, non sapendo come muoversi, ma a quanto pare non ce n' è bisogno, visto che il suo misterioso interlocutore a quanto pare ha altro da dire.

"Ma naturalmente, abbiamo delle condizioni." 

"E sarebbero?"  

Teso come una corda, resta a fissare il monitor, finché non vi scorge delle parole che forse sarebbe stato meglio non leggere mai.

" Consegnare la custode del codice Lyoko."  

A Jeremy manca il fiato. È paralizzato. Non credeva che dopo oltre vent' anni, dopo che ha sopportato ogni genere di difficoltà con calma, senza mai farsi assalire più di tanto dal panico, dopo che ha addirittura fronteggiato la scomparsa del nipote, sarebbe tornato a provarlo. Dopo XANA, pensava che non avrebbe mai più sentito sulla propria pelle il terrore.

La paura, quella sì, l'ha avuta spesso; durante gli attacchi, quando il posseduto di turno tentava di strappargli i comandi del supercomputer, o anche quando è dovuto entrare negli scanner. Ma solo la morte di Aelita, quella sera nel settore 5, è riuscito a farlo sentire così, con i muscoli tesi, il cuore incapace di continuare a battere e i polmoni di immagazzinare ossigeno.
Chiunque gli stia scrivendo, a quanto pare, è abbastanza loquace, visto che gli fa il regalo di un'altra notifica dopo poco.

"Entro il cinque gennaio, al settore cristallo. Se aveste dei dubbi, è mia premura ricordarvi che continueremo a trattenere Niels, l'altro ragazzo. Non gli è stato né sarà fatto alcun male."   

"Entro il cinque gennaio. E non oltre."

Ma saaaaaalve. Anzitutto buon Natale e buon anno in ritardissimo, in queste feste ci sono stati un sacco di casini nella mia vita e non ho aperto wattpad che stasera dopo circa dieci giorni. Avrei voluto pubblicare a Natale e farvi un regalino (che poi il capitolo fa schifo ma sorvoliamo), ma non ho proprio avuto tempo😂

Ad ogni modo, il capitolo fa schifo ma era necessario. So che qualcuno starà già gridando di buttare via Astra e liberare Steve, ma... eh eh...

Ultima cosa prima di sparire... qualcuno ha riconosciuto il titolo del capitolo e da dove l' ho preso? DITEMI DI SÍ VI PREGO, quel gioco mi sta ossessionando😂

Ok, me ne vado. Perdonate come al solito eventuali errori di battitura eeee tchauuuu!

Kincha007

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