Discussione
- Marlene... Marlene, sei sveglia?
Qualcosa scuote la massa informe che Marlene forma diventando un tutt'uno con le coperte. Uffa.
- Mmm - mugugna lei, in segno di protesta. Certo che è sveglia, quale bradipo si addormenta alle cinque del pomeriggio? In casa loro fa un freddo cane, in questo periodo, perciò si è rintanata sotto il piumone.
- Lo prendo come un sì - sospira Tom. - Mamma vuole sapere se ti va di uscire.
- Tom, ci sono meno sei gradi là fuori, il letto ha preso la mia forma e ho il cellulare carico. Trai le tue conclusioni ed elabora una risposta... - Ma perché non la lasciano in pace? E' dall' ltra sera che tutti sono agitatissimi, e gliene dà ragione, ma non vede come ciò dovrebbe obbligarla a stare con loro ogni minuto.
- Deduco che sei agitata.m
- Non sono agitata, stavo solo pensando - sminuisce lei. - Ci sono momenti in cui è la sola cosa che vuoi fare, poi arriva qualcuno a disturbarti e ti senti pervadere da un istinto omicida.
Scocca al fratello un'occhiataccia. Oltre a quel che ha detto, le dà fastidio che i genitori tentino di farli stare uniti ogni secondo. Ama i suoi amici ed è felicissima per Steve, ma anche se tutti vogliono dar loro una parvenza di unità Marlene è troppo grande per non capire che in realtà non lo sono affatto. Dovrebbero usarle con i bambini, queste cose... e poi, non ha voglia di vedere le sue amiche giù.
- A cosa stavi pensando? - Tom si siede sul letto. Ma quale parte di "istinto omicida" non hai capito?
- A ieri - risponde, ed è anche a verità.
Jeremy per una volta non è sulla poltrona. Ha lasciato che Aelita vi restasse, un po' per gentilezza e un po' perché, si vede dallo sguardo, ha fretta. Fretta di sgomberare quella sala, Marlene non sa se per restarci o per tornare a casa, anche se è ovvio che non trascorrerà la notte dormendo. Passeggia nervosamente per la stanza di comando davanti a dei ragazzini assonnati, un ancora stordito Steve e un perplesso William, snocciolando man mano informazioni: Servus, messaggi, terroristi, Niels, ancora messaggi. Poi, la frase in latino. Ogni tanto le materie obbligatorie non sono poi inutili, pensa Marlene mentre la traduce mentalmente.
- Devo farvi accedere a quella base - decreta infine. - Se non li anticipiamo, siamo finiti.
- Pensi che sia una buona idea?
- È l'unica possibile, Tom - sbotta la ragazza. - E poi, l'ha avuta Jeremy... non possiamo fare altrimenti.
- Jeremy è un semplice umano, può sbagliare - le fa notare lui.
- Siamo semplici umani anche noi, eppure non abbiamo scoperto nuove procedure di scannerizzazione virtuale e non abbiamo aperto un laboratorio privato - ironizza lei.
- E chi ti dice che un giorno non erediterò l'attività della mamma e il lavoro in laboratorio? - si pavoneggia Tom.
- Non scommetterei su di te nemmeno se dovessi pulire le attrezzature - borbotta la sorella. Spera che questa battuta crei un po' di silenzio, ma non ha molta fortuna. Il biondo le strappa di mano il cellulare, con cui ha iniziato da poco ad armeggiare.
- Marlene, sbaglio o non mi stai dicendo qualcosa?
- E cosa non dovrei dirti? - Ci sono pochi giorni in cui desidera essere figlia unica; oggi è uno di quelli. Non vuole parlare: che cosa ci vuole a lasciarla nel suo letto al caldo a perdersi nei ricordi?
- Tirerò a indovinare...
- La storia del mago ti sta dando alla testa anche nel mondo reale.
- Non pensi solo al piano di Jeremy.
- Ma che...
- Beccata. - Il biondo sorride furbescamente. - Fammici provare di nuovo... Niels?
- Quale metodo avresti in mente, Jeremy? - chiede William. A Marlene sembra un uomo diverso da quello che ha visto fino a poco fa, quasi avesse riavuto indietro una parte di umanità. Certo, non è cambiato molto, ma di sicuro perdere il figlio per questi due giorni deve averlo fatto riflettere.
- Il solo da cui si possa partire: utilizzare i codici di Laura. - A queste parole la stessa Marlene trattiene il fiato, incredula. I codici sono del settore vulcano, cosa c' entrano?
- Vi spiego meglio - li anticipa lo scienziato. - Le sequenze, ovviamente, funzionano per accedere alla vecchia Green Phoenix dal settore vulcano. Tuttavia, esse sono direttamente collegate alla struttura di codici con cui il settore è costruito; ho avuto ragione di credere che i terroristi fuggiti dopo l'esplosione non avessero le complete capacità di ricreare da capo un nuovo territorio e di renderlo per di più anche più elaborato del vecchio... e siccome ci stavo pensando da quando Steve e Niels son stati rapiti, ho fatto un'analisi per precauzione.
- Non mi starai dicendo che i codici sono uguali - esclama Dunbar.
- Completamente uguali? No: sarebbe impossibile. Niels avrebbe già potuto effettuare l'accesso, se così fosse stato. Ma circa il trenta per cento delle strutture combacia; cominci a capire dove voglio andare a parare?
- Vuoi risalire al restante settanta per cento dalle sequenza di Laura? Jeremy... - mormora Aelita, demoralizzata. - È un compito difficilissimo, per non dire impossibile. Parliamo di quasi tre quarti della struttura di un settore, senza contare che richiederebbe come minimo una settimana.
- Abbiamo poco più di tre giorni - risponde il marito. - Se contiamo le notti...
- Jeremy... - Il marito sembra chiederle scusa con lo sguardo, prima di ignorarla e proseguire.
- Ritengo che i terroristi siano riusciti a prelevare qualcosa prima che il vecchio quartier generale fosse distrutto: ricordo bene che quando siamo arrivati la base era stata sgomberata, fatta eccezione per Drake Cabret e quel suo collega. Il trenta per cento, se costituito dai dati di programmazione essenziale, sarebbe dovuto bastare... spero sia lo stesso per noi.
- Ma che hai oggi? - È l' ultimo tentativo di sviare la conversazione che è intenzionata a fare; dopodiché, non esclude di passare alle mani.
- Potrei dire lo stesso di te - risponde innocentemente Tom.
- Beh, Niels è mio amico ed è sparito per colpa dei terroristi. Se mi vengono in mente Jeremy e i suoi progetti contro di loro, credo sia naturale farlo.
Suo fratello stavolta scosta leggermente la coperta per guardarla negli occhi con un'espressione che sul momento Marlene non riesce a decifrare. Le ci vuole qualche istante per capire che si tratta di preoccupazione.
- Sorellina, è la cosa più naturale del mondo. Il problema è che in questi giorni non lo hai fatto per niente.
- Cosa... e chi te lo dice, scusa?
- Nessuno. Nessuno mi dice niente, tu sei diventata improvvisamente muta. È questo ciò che mi preoccupa.
- Semplicemente... non ho voglia di parlare. Ogni tanto fa bene starsene da soli, in questi momenti. È una situazione difficile per tutti... specialmente per Astra ed Amy.
- "Specialmente"? Intendi che noi siamo da meno?
- Intendo che... sì, Tom. Hanno perso un cugino, un familiare che è in ostaggio Dio sa dove nel mondo. Non me la sento di lamentarmi davanti a loro, non io... ma non credere che non sia preoccupata.
- Ora capisco- mormora il biondo. - Marlene, non puoi continuare così. Se non ti sfoghi con qualcuno finirai per esplodere come stavi facendo poco fa con me.
La ragazza si gira di botto nel letto, il volto ora rivolto al soffitto.
- E sentiamo, indovino, hai una vaga idea di chi potrei usare per scaricare la mia preoccupazione? Sai com'è, l'ultimo diario che mi avete regalato è accidentalmente finito nel caminetto.
- Non avrai osato...
- Era rosa, Tom. Rosa. E con i brillantini.
- Avevi dieci anni!
- E una dignità.
- Miss Dignità può usare me, se vuole parlare - dichiara lui. Marlene si mette a sedere.
- Sul serio?
- I fratelli serviranno pure a qualcosa, no?
La ragazza si apre in un sorriso grato. Si pente di aver pensato appena un minuto fa di non volerne avere, di fratelli. Il sorriso si spegne subito dopo, però.
- È che... non ce la faccio, Tom, davvero. Tutti tentano di unirci, come se fossimo una massa collosa che non deve separarsi. Ma manca un pezzo. È la stessa cosa che mi ha detto Amy un paio di giorni fa, durante una chiacchierata: mancano alcune parti del gruppo. Lo senti, se succede. In casa non te ne accorgi, ma fuori c'è di tutto a ricordarti il pezzo mancante del puzzle. Amy ha più o meno perso quello che era il suo migliore amico...
-... ma tu hai perso il tuo- completa la frase Tom.
- Sì, ma... oltre a questo non so se sono pronta.
- Pronta per...
- Esatto.
- Il piano è il seguente: Astra andrà alla base, come pattuito con i terroristi. Tuttavia, non possiamo lasciarla sola. Con i codici, intendo mandare una persona alla base, quella che scorterà mia figlia al settore. I terroristi dovrebbero essere impegnati a occuparsi di lei, non credo se ne accorgerebbero.
- Tutto qui? - dice William. - Una sola persona in quel posto? Non ti sembra un po' poco per trovare Niels e liberare poi Astra?
- Lasciami finire. La persona che accompagnerà Marlene andrà alla base. Se tutto andrà bene, nello scanner ne avremo un'altra, pronta a intervenire a distanza di minuti. Queste saranno le incaricate a trovare Niels. Può darsi che prendano provvedimenti in qualche minuto, ma a me dovrebbero bastare. Se poi dovessimo farcela a liberare i ragazzi... - Probabilmente è Marlene che ricorda questa pausa nel discorso. Tende sempre a enfatizzare le cose, come nei film. - Scannerizzerei chiunque fosse disposto. Vorrei sferrare un attacco massiccio e scovare il supercomputer in breve tempo... e trovare la talpa. Ma la priorità sono mia figlia e mio nipote, anzitutto.
- Accompagnerò io Astra, se per voi va bene - si fa avanti Amy. - Ho più armi e con i miei poteri mi muoverò agilmente se dovessero esserci trappole o altri marchingegni.
- Potrebbe andare - conviene Jeremy. - Effettivamente sei piccola e minuta, e agile, anche. Per infiltrarti per prima nella base sei la candidata migliore. Resta solo la vedere chi rimarrà nello scanner.
- Io. - Marlene non si è nemmeno resa conto di star parlando, ma non ce la fa più. È l'unico modo di star meglio che ha, contribuire di persona a risolvere la situazione. - Me la cavo negli attacchi a distanza, inoltre attraverso le pareti. Se riuscissi a riunirmi a Amy sarebbe perfetto.
Non accetterà un no come risposta. Troverà Niels, costi quel che costi. A qualunque prezzo, nessuno le impedirà di trovarsi nello scanner.
Fortunatamente, però, Jeremy annuisce istantaneamente. Sono una buona accoppiata: aggiudicato.
- Sai, quando ho aperto bocca era l'adrenalina a parlare per me, ma ora non sono più così certa. Qui non ci sono altri Drake Cabret con cui divertirsi... questi sono terroristi, terroristi veri. Se sbaglio qualcosa, le conseguenze le pagheranno Niels e Astra e non sappiamo ancora se ciò che ha portato là lui e Steve li renda in forma umana.
- Marlene, non mi sono mai trovato in una situazione simile ma una cosa la so - asserisce il ragazzo, guardandola dritto negli occhi. - Che ci vuole sangue freddo. Che nonostante tu sia la persona piú cocciuta e attaccabrighe che io conosca, sai averlo nelle situazioni importanti e riguardanti coloro a cui tieni. Sei una persona stupenda e una guerriera coi controcazzi e a Niels tieni. - Marlene ridacchia. Il fratello si alza.
- E anche lui a te.
L'ultima frase la lascia perplessa. Sarà il tono con cui Tom l'ha detta? Non lo aveva mai sentito.
Il biondo afferra la maniglia della porta. Marlene vorrebbe chiedergli di più, ma tutto ciò che le esce di bocca è:
- Dove vai?
- A... a fare una cosa. Me ne sono ricordato parlando. A dopo!
- A... a dopo.
Fissa il soffitto. Si sente come svuotata, libera. Si sente meglio.
Ti adoro, fratello. Te l'ho mai detto?
***** *****
- Pronto? - Anche metallizzata dal cellulare la voce di Astra è ingenua, squillante, colta in un momento di cosí beata e rimpianta normalità che Tom si stupisce di quanto tempo fa l'abbia risentita così.
- Astra, sono io.
- Tom, è passato molto tempo da quando ho imparato a leggere...
- E anche da quando ti sei degnata di rivolgermi la parola... - Si morde la lingua per aver usato un tono così pungente. Ha fatto quell'affermazione senza averne intenzione... anche se non è altro che la pura verità. Non ha guardato nè parlato per mesi né a lui nè a Erik. E ciò non lo considera giusto: anche se le serve tempo, ciò non le vietava di interagire con loro anche solo per salutarli.
- Mi hai chiamata per farmi la predica?
- No. No, mi spiace di averlo detto così, anche se è vero. Astra, potremmo avere una conversazione civile? Ultimamente scarseggiano. - Si detesta, con tutto sè stesso. Perché diavolo non riesce ad arrivare al punto e continua a dire certe cose? Che la verità... la verità gli stia sfuggendo? Tutto quel che ha detto finora sono i suoi pensieri, né piú né meno. I pensieri trattenuti per ore, giorni, settimane in cui si è fatto trattare peggio di uno straccio, accettando gli scatti d'ira e l'indifferenza della ragazza che ama.
- Senti, Tom, non so perché tu mi abbia telefonato, ma se lo hai fatto per dirmi che sono stata orribile, che mi sono comportata male o cose del genere potevi risparmiarti. Mi conosco, e non soffro di amnesia. So cosa ho fatto meglio di te.
- Lo sai? - Tom sghignazza, una risata amara. - Mi fa piacere. Ma sai almeno che effetto ha avuto ciò? Mi hai fatto sentire meno importante della carta straccia. Ci hai fatti sentire... credo di parlare anche per Erik. Come ammiratori, ma soprattutto come persone. Mai un saluto, una parola... - Si muove avanti e indietro per camera sua. Non deve lasciarsi dominare dall'ira, è un passo che non può permettersi. Letto, armadio, armadio, letto. Osserva il muro verde della stanza e la scrivania ingombra di cartacce. Finalmente, si appoggia all'armadio e vi posa contro la testa.
- Non ho chiamato per rinfacciartelo. Non ne avevo la minima intenzione. Ma tu, Astra, sei sempre così maldisposta verso di me... che cosa ti ho fatto di male?
- Non mi hai fatto niente, assolutamente. Ma non biasimarmi per quello che ho fatto. Sarà sbagliato, ma non sapevo come comportarmi.
- Non puoi pretendere che ti faccia i complimenti... - Dio, perché le cose hanno preso questa piega, perché?!
- Allora non parlarmi. Ripagami con la stessa moneta. Cancellami dalla tua vita: sono una persona tremenda e ingrata, no?
Tom chiude gli occhi. Non può più continuare cosí.
- Vuoi sapere perché ho chiamato? Perché sono preoccupato per te, Astra. Perché tra due giorni ti vedrò sparire in uno scanner per finire nelle mani di quei mostri e Dio sa che intenzioni hanno con te! Perché sí, puoi essere la ragazza più fredda e ingrata del mondo, ma ciò non fa sì che smetta di pensarti, di preoccuparmi per te! Non è una cosa che posso fare, non funziono a comando come te. Non sono in grado di congelare le mie emozioni.
- Congelare... ma che bel termine. Il supercomputer non ha sbagliato ad affidarmi il ghiaccio, magari. La cinica e gelida Astra ha represso i suoi sentimenti ferendo l'innocente Tom coi suoi comportamenti da bambina viziata... sarà. Ma chi vuoi prendere in giro! Vorresti farmi sentire in colpa dicendomelo? Non sono un'esperta in situazioni amorose, non sapevo come comportarmi! Tu e Erik mi avete mandata in tilt, e ci si è messa la storia di Lyoko di mezzo. Che dovevo fare? Dimmelo! - Ora il suo tono è esasperato. Tom non aveva mai assistito ad una reazione simile, è scioccato. Non avrebbe mai creduto che Astra potesse adirarsi a tal punto.
- Non intendevo colpevolizzarti, diamine! Ma che stai dicendo? Ti ascolti? Ho chiamato per un solo motivo, dirti che sono in ansia per te, e tu mi attacchi così!
- In ansia... per me? Per colei che ti ha ignorato, messo i piedi in testa... puoi risparmiartelo. Ti farai meno male, come desideri. So badare a me stessa, Tom. Sono la custode di Lyoko, volente o nolente, e anche di quel codice. Spetta a me difenderlo. Quindi grazie, ma non è necessario.
Tom sta per dire qualcosa, ma nel suo orecchio prende a riecheggiare un tuu tuu martellante. Astra ha chiuso la chiamata. Sente il sangue salirgli al viso e la faccia riscaldarsi. Bestemmia sottovoce, mentre scaglia il cellulare contro il pavimento in preda alla rabbia.
Ebbene sì, ci ho messo mesi. Mesi. Per il pov di Marlene. E basta. Quello di Tom l'ho buttato giù stasera. Aggiungiamoci il mainagioia e potete ufficialmente rincorrermi coi forconi.
...
NAH. Rincorrete Astra ciclata stavolta, DAAAI.
Io me la svigno. Ho sonno. Notte😂
Kincha007
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