29. "Future"
29. Future
Hermione quella sera è una sagoma in controluce. Fred ne studia i contorni, immagina come sia sfiorarle il viso e stringerle il fianco.
"Ci pensi mai?" Gli chiede, girandosi a guardarlo. "Al futuro?"
Certo che ci pensa: tra qualche settimana se ne andrà da Hogwarts per aprire un negozio di scherzi con il fratello. "Qualche volta." Fred ha sempre avuto piani immensi: solo da poco, nel grande disegno della sua vita, ha pensato di volerci vedere anche lei. "Tu?"
"Qualche volta." Lo imita, allontanandosi dalla finestra e appoggiando le mani alla seduta della poltrona davanti al fuoco.
Fred ride di una risata che contagia anche lei: la Sala Comune diventa più luminosa. "Vuoi sapere cosa ci vedo, vero?"
Hermione annuisce, "Ipoteticamente parlando."
"Ipoteticamente parlando, mi vedo a lavorare al Ministero," le dice, "con te."
Le labbra di Hermione sono socchiuse per un secondo, poi si trasformano in un ghigno. "Sei insopportabile." Prende un cuscino dal divano, alzandosi di poco sulle punte, e glielo lancia addosso.
"Va bene, va bene." Fred ferma un secondo attacco e punta le ginocchia sulla seduta: sono alla stessa altezza adesso e le mani del gemello sfiorano di poco quelle di Hermione. "Almeno una metà era vera."
La strega cerca di prendere aria, ma è evidente che il fuoco stia mangiando tutto l'ossigeno della stanza.
Fred sorride e sposta una ciocca di Hermione dietro l'orecchio. "Ho sempre desiderato lavorare al Ministero."
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