Atto IV
Louis non sa più come comportarsi vicino a Harry. Di solito, si sarebbe messo il suo migliore outfit e poi si sarebbe mandato dei fiori e delle caramelle, ma non può farlo con Harry.
Ora è vicino a lui sul divano, Harry è stravaccato mentre Louis è composto, guardando davanti a sé.
Harry gli passa la scatola dei cereali, ma il liscio scuote velocemente la testa continuando a non girarsi verso di lui.
Il riccio gli lancia un'occhiata confusa. "Cosa c'è che non va?"
"Che cosa vuoi dire?"
"Sei silenzioso, non mi stai facendo guardare The real world."
"Mi interessa il TG."
"Da quando?"
"Da adesso," gli risponde scocciato.
Harry annuisce con un sorrisetto sul volto. "Sembri confuso."
"Beh, uh, pensavo che avessero dichiarato pace nel Medioriente."
Harry lo guarda velocemente, ridacchiando per poi sollevare un sopracciglio divertito.
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Di sera, Louis si ritrova in pigiama a camminare avanti e indietro davanti alla porta dell'ufficio di suo padre.
"Lou, entra!"
"Cosa c'è papà?" Gli chiede preoccupato.
"Cosa stai facendo? Perché stai ballando davanti al mio ufficio?"
"Niente, volevo solo sapere se avessi bisogno di aiuto."
"Sì, puoi aiutarmi," dice prendendo un plico di fogli. "Ogni volta che vedi una conversazione telefonica che ha luogo il tre settembre, sottolinealo. Solo il tre settembre."
Louis annuisce, prendendo i documenti e l'evidenziatore.
Mark lo osserva per un po'. "Divertente, vero?"
Louis ride. "Sì."
Passa un po' di tempo e il castano lancia un'occhiata veloce al padre. "Papà, hai mai avuto un problema che non hai potuto risolvere discutendo?"
"Dimmi il problema e proviamo a risolverlo," risponde, appoggiando i foglio e prestando attenzione solo a Louis.
"Mi piace un ragazzo e a lui piace qualcun altro."
Mark scuote la testa confuso. "Com'è possibile?"
"Non lo so, mi sento squallido."
"Ovviamente questo ragazzo è un completo coglione. Sei il ragazzo più bello di Beverly Hills e a dirti la verità, non sono sicuro di volerti vedere con un tale idiota."
"Beh, in realtà è un ragazzo intelligente, è una specie di filantropo. Mi sembra che i miei impegni dopo la scuola non siano abbastanza."
Mark lo guarda sconvolto. "Come puoi dire una cosa del genere? Chi si prende cura di tutti in questa casa? Chi si assicura che suo padre mangi bene? A dirti la verità, non vedo una persona così buona da tua madre."
Louis lo guarda con un timido sorriso sul volto. "Davvero?"
"Davvero e ora torna a lavoro," dice con un sorriso fiero per poi accarezzargli i capelli.
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Il giorno dopo, mentre la professoressa prova a spiegare il disastro di Pismo Beach, Louis decide di fare un make-over, eccetto che questa volta lo avrebbe fatto della sua anima. Ma cosa rende le persone migliori?
Pensandoci, Louis realizza che i suoi amici sono bravi in cose diverse. Per esempio, Luke vuole che le cose siano sempre belle e interessanti. O Zayn e Gigi, che quando nessuno li guarda, sono premurosi con l'altro.
E povera Miss Giest cerca sempre di renderli partecipi alla lezione. "Sapete, ogni oggetto, ogni memoria, ogni cosa che hai posseduto nella tua vita... andato in un secondo. Potete immaginare come ci si senta?"
Aiden alza una mano.
"Aiden?" Si gira.
"Posso usare il pass per il bagno?"
"Sì. Dobbiamo raccogliere delle lenzuola, dei pannolini usa e getta, del cibo in scatola..."
Louis alza la mano. "Miss Giest?"
"Louis?"
"Voglio aiutare."
Lo guarda sorpresa. "Sarebbe meraviglioso."
Louis si sente già meglio. Appena torna a casa, cerca di raccogliere qualsiasi cibo in scatola che trova nella dispensa in cucina. "Papà?" Urla.
"Cosa?" Gli risponde dall'ufficio mentre lavora al caso con i suoi colleghi e Harry.
"Non ti piaceva il caviale, giusto?"
"Di che cosa sta parlando?" Chiede a Harry che scuote la testa confuso.
Louis lo prende come un no e mette i barattoli in una scatola per poi correre al piano superiore in camera sua e cercare tutti i vestiti che non indossa più mettendoli nelle valigie o in sacchetti. Spostando il tutto al piano inferiore davanti all'ufficio di suo padre accanto al portone sotto lo sguardo incuriosito degli avvocati e Harry.
Quando passa con i suoi vecchi sci, Harry alza gli occhi al cielo e tocca leggermente la mano di Mark per ottenere la sua attenzione.
"Louis, che cosa stai facendo?"
"Papà, sono a capo dei soccorsi per il disastro di Pismo Beach."
"Non penso gli servano i tuoi sci."
Louis lo guarda sconvolto. "Hanno perso tutto, non pensi che abbiano perso pure l'attrezzatura sportiva?" Chiede per poi continuare a strisciare gli sci verso la porta.
Harry ci riflette e annuisce con un sorriso che viene interrotto da Mark che lo guarda. "È colpa tua?"
Il riccio lo guarda confuso, abbassando subito lo sguardo sui fogli e sorridendo tra sé.
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Finalmente è arrivato il giorno dei banchetti e Louis è pronto per raccogliere le firme e le donazioni insieme a lui non può mancare Gigi.
Louis è riuscito a coinvolgere quasi tutta la scuola, riempiendo la sala di oggetti donati e persone che vogliono dare una mano.
La professoressa gli ha assegnato il compito di coordinatore perciò si occupa di mettere a posto gli oggetti seguendo categorie ben precise e di tenere sotto controllo ogni minima cosa.
"Ehi," lo saluta Niall, portandogli uno scatolone.
"Grazie, sei molto generoso, Ni." Gli sorride, controllando ogni oggetto.
"Non c'è di che," risponde mettendo a posto i capelli.
Louis tira fuori dalla scatola un bong con lo sguardo confuso.
"Non ne ero sicuro, ma non ne ho più bisogno e non voglio negarlo a nessun altro?"
Louis ride rimettendolo nella scatola.
"Oh, volevo dirti una cosa, mi dispiace per le tue scarpe," continua Niall parlando velocemente.
"Quali scarpe?"
"Quelle rosse che avevi alla festa?"
Louis scuote la testa, sorridendo. "Oh, erano della scorsa stagione. Che cosa te le ha fatte venire in mente?"
"Beh, è uno dei passi che devo fare, sai? Mi sono unito a un gruppo e ci sono..." Inizia a contare, cercando di ricordarseli.
"Dodici?"
"Sì, dodici. Come fai a saperlo?"
Louis gli sorride contento. "Una supposizione."
"Bella supposizione!" Niall prende un foglietto dalla tasca e glielo dà "Ah, ecco."
Louis lo prende e inizia a leggere. "L.A.S.?"
"Lega Amanti dell Skateboard. Con questo percorso ho acquisito più lucidità e vado sullo skateboard ancora meglio. Devi vederlo! Ci sarai sabato?"
Louis annuisce felice. "Certo!"
"Figo!"
Louis prende il bong e si guarda attorno. "Penso vada nelle stoviglie?"
"Era dove lo tenevo io!"
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Sabato è arrivato e Louis è a guardare la competizione di Niall. È tutto addobbato a festa con teli sul prato davanti alle piste e delle bancarelle dove vendono cibo e bevande calde.
"Ciao?"
Louis si gira quando sente una voce flebile e vede Amelia. "Ciao," risponde provando a sorriderle, soffiando sulla sua cioccolata calda.
"Lou, posso parlarti un attimo?"
"Uhm certo," risponde non molto sicuro.
"Ascolta, ho sofferto tantissimo la scorsa settimana e non posso credere di essere esplosa in quel modo."
Louis scuote velocemente la testa. "No, ero in una spirale di vergogna. Non posso credere di non averti supportato con i tuoi sentimenti per Harry."
"No, hai diritto alla tua opinione, d'accordo? Sono io la stupida qui. Lou, non hai fatto altro che essere un buon amico per me."
"Non è vero. Se non fosse stato per me, non ti sarebbe nemmeno piaciuto quel cretino di Aiden. Mi dispiace, Amy."
"Lou, mi dispiace così tanto. Oh, merda. Ora mi viene da piangere," dice ridendo cercando di nascondere le lacrime.
"Non litighiamo più, va bene?"
Amelia corre ad abbracciarlo. Quando sentono l'annunciatore chiamare il nome di Niall, Louis la prende per mano e la porta davanti alla pista, mettendosi a sedere sull'erba.
Il castano indica ridacchiando Niall che li saluta.
"Eccolo, ti ha salutata!"
Amelia inizia a ridere contenta, salutandolo. Quando parte, la castana inizia a fargli il tifo urlando e applaudendo.
"Non credevo fosse così motivato."
"Oh, io sì," risponde in un sussurro Amelia.
Guardando gli sguardi che si scambiano Niall e Amelia, Louis capisce che lei non era mai stata interessata a Harry.
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È il pomeriggio dopo, Louis si sente il cuore più leggero dopo aver scoperto che Amelia non provasse in realtà dei sentimenti per Harry ma per Niall. Il castano è indaffarato in ufficio accanto al riccio mentre leggono le disposizioni di Mark con un collega vicino, Elton. Dopo la scoperta del giorno prima, Louis si sente più libero a scherzare con Harry come prima. Si lanciano delle occhiate e iniziano a darsi delle spinte leggere con il braccio.
Il riccio si gira a guardarlo e gli tira una ciocca di capelli. "Con quella pettinatura sembri Peter Pan."
Louis si gira dall'altra parte e prova a sistemare meglio i capelli. "Beh, tu assomigli a Forrest Gump con quel berretto."
Harry si passa velocemente la mano sulla testa, togliendosi il cappellino cercando di non farsi notare.
"Ah scusami, è vero che Mel Gibson non hai mai recitato in Peter Pan."
"Sei simpatico," gli risponde Louis continuando a sistemarsi i capelli.
Harry si gira ad osservarlo, mordendo la penna incantato.
"Cos'è successo ai documenti del 28 agosto?"
Harry si gira a guardare Elton confuso. "Eh cosa?"
"Mark li voleva stasera, ce n'erano due plichi. Si infurierà, dove sono?" Chiede, iniziando ad alzare la voce.
Louis si guarda attorno. "Penso di averli spuntati per la conversazione del tre settembre."
"Cosa?" Grida.
"Dove li hai messi?" Gli chiede Harry con tono calmo.
"Li ho divisi in due pile, ho fatto male?"
"Oh, mio Dio. Ora devo rifare tutto. Cosa sei? Una specie di idiota?"
Harry alza velocemente lo sguardo. "Ehi, non lo sapeva."
"Ci ha fatti tornare un giorno indietro. A chi importa della telefonata di settembre? Ora siamo fottuti."
"Mi dispiace," sussurra Louis, abbassando lo sguardo.
"Fa niente, va bene? Vai al centro commerciale," gli urla l'avvocato.
Louis si alza subito dalla sedia e corre via dalla stanza.
"Che problemi hai? Non voleva fare nessun danno," lo difende Harry.
"Mi uccideranno perché è un idiota."
"Non è un idiota."
Elton si alza mettendo via i fogli.
"Sai, se avessi prestato attenzione alla tua assegnazione, non sarebbe successo," continua Harry.
L'avvocato si ferma subito a guardarlo. "Beh, se non avessi fatto piedino con quel deficiente, lui non mi avrebbe fatto perdere tempo."
Harry si alza velocemente dalla sedia, mettendosi davanti a lui. "Di che diavolo stai parlando?"
"Sai esattamente quello di cui sto parlando. Harry, è una causa da più di un milione di dollari, non una scusa per amoreggiare," gli risponde andando verso la porta.
Harry lo segue. "Senti, ci siamo fatti il culo per questo caso."
"Beh sai cosa? Fate quello che volete con i vostri culi, io do la malattia," risponde sbattendo la porta.
Harry sbatte una mano sulla porta e si gira, vedendo Louis seduto sulle scale.
"Ho davvero rovinato la causa di mio padre?" Sussurra il liscio con le lacrime agli occhi.
"No," gli risponde, sorridendogli per poi sedersi vicino a lui. "Certo che no."
Il castano si gira verso di lui. "Beh, li ho rallentati? Voglio dire, c'è tanto lavoro da fare, non si può permettere di perdere tempo."
"Non preoccuparti, me ne occuperò io," risponde il riccio accarezzandogli la gamba. Si gira verso la porta e la indica "Hai visto che coraggio quel tipo? Voglio dire, ti ha fatto preoccupare. È lui quello ad aver sbagliato e continua a incolpare noi. Immagina dire che noi... hai capito, no?"
"Hai ragione, ti sei dedicato molto a questo caso."
"Sì, beh, è una bella esperienza, almeno per me. Voglio diventare un avvocato. Ma tu, voglio dire, non hai bisogno di fare questo. Esci e divertiti."
Louis sospira e guarda davanti a sé. "Pensi che sia l'unica cosa che faccia, sono solo un idiota con la carta di credito?"
"No, no," dice velocemente Harry, alzando lo sguardo per guardarlo. "Non è quello che volevo dire." Sposta velocemente lo sguardo. "È che..." Dà un colpo di tosse cercando le parole da dire per poi dire lettere a caso facendo ridere Louis. "È che sei bello e..."
Louis si gira a guardarlo stupito. "E?"
"E," continua Harry, ingoiando a vuoto. "Beh... uh, cosa?" Alza velocemente lo sguardo.
Il castano l'osserva sorridendo, inclinando leggermente la testa. "Pensi che io sia bello?"
Harry alza lo sguardo al cielo. "Sai di essere bello, no?" Ride. "E intelligente e..." Lo guarda assorto per poi scuotere la testa e riprendersi. "Ma questo non è il motivo per cui sono qui. Questa è una buona esperienza per me."
Louis ride. "Lo hai già detto."
"Mark, voglio aiutare Mark. È l'unico che si preoccupa per me."
Il liscio scuote il capo. "Non è vero."
"Stai dicendo che non si preoccupa per me?"
"No."
"No? Vuol dire che ti preoccupi per me?"
"Harry," si lamenta Louis provando a spingergli la spalla. Il riccio gli ferma la mano e lo bacia, mettendogli la mano sul collo.
Louis si allontana lentamente e lo guarda sorridendo.
Harry lo osserva, decidendo di avvicinarsi di nuovo a baciarlo.
Beh potete immagine cosa sia successo dopo.
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In estate, Miss Giest e Mr Hall convolano a nozze. A Louis avevano chiesto di fare il garçon d'honneur, ovviamente ha accettato entusiasta. Anche perché camminare nel suo completo lilla (tema del matrimonio) guardando Harry tra gli invitati lo ha ripagato di tutti.
"Quando mi sposerò, voglio un tema floreale, ghirlande e vestiti con fiori," spiega Amelia al tavolo del ricevimento a Louis e Gigi.
"No, quando mi sposerò, io voglio un vestito alla marinara, ma sarà una specie di abito e tutti avranno dei cappelli da marinaio... con i veli," risponde Gigi.
Amelia ci riflette. "Sembra figo."
Louis annuisce.
"Oh mio Dio," risponde Zayn osservandoli dall'altra parte del tavolo tra Harry e Niall. "Stanno già pianificando il matrimonio. La finite con le cavolate da 'finché morte non ci separi?' Ve lo dico, sono davvero seccato."
"Ah, sono seccato anch'io," risponde ridendo Harry.
Louis lo guarda ridendo, ma viene interrotto dalla professoressa di ginnastica che li avvisa che stanno per lanciare il bouquet.
Tutti corrono da loro. Harry si alza velocemente, prendendo la mano di Louis per fermarlo. "Ascolta, stiamo scommettendo su chi prenderà il bouquet, siamo arrivati a duecento dollari," gli dice abbassandosi per sussurrarglielo all'orecchio.
Louis si gira unendo le fronti. "È già nostro."
Fine.
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