Part 3
Una settimana più tardi sua madre venne dimessa, e non dovendo più trascorrere le notti in ospedale, Clorofilla poté di nuovo connettersi e ritornare alla sua villa verde smeraldo. Non vedeva l'ora di fare un tuffo nella piscina idromassaggio. Aveva bisogno di tranquillità.
Non si aspettava proprio che a casa sua, nel frattempo, si fosse installato Leo. Nuotava in piscina indisturbato, e tutto vestito perché evidentemente non aveva ancora capito come spogliarsi. Molto semplicemente, si girò verso Clorofilla, e con uno dei sorrisi più belli di Di Caprio, la invitò a unirsi a lui.
Una volta in acqua, con le foglie che si staccavano e galleggiavano da tutte le parti, Leo le confessò di desiderare lei, soltanto lei, e al diavolo Lou Lou, Vageena o Blue Angel. Clorofilla temette che il suo cuore di carne potesse arrestarsi.
Fu così che quella storia iniziò, e successe in maniera spontanea, come tutte le cose che non vengono decise a tavolino ma ci cadono semplicemente tra capo e collo.
Ovviamente, lei in un lieto fine così aveva sempre sperato. Incontrare il principe azzurro è il sogno di ogni ragazza. Era stato anche il sogno di molte sue amiche che poi si erano arrese, avevano smesso di cercare, si erano accontentate di un'esistenza insipida.
Clorofilla non avrebbe mai accettato compromessi. Lei aveva sempre desiderato una vita interessante e finalmente l'aveva ottenuta.
Non riusciva a tenere il conto delle cose che lei e il suo nuovo ragazzo facevano insieme in una sola notte. Dalle partite di bowling ai drink nel bar della piazza, dai tornei di Tango al concerto heavy metal, dalle gite alle cascate a un barbecue su un'isola deserta.
Quando stava per farsi giorno, con gli occhi che bruciavano e le mani indolenzite, avevano addirittura la forza di tornare alla villa color smeraldo e fare un po' di sesso. Anzi, se la serata non terminava in questo modo, Leo ci rimaneva male e rifiutava di disconnettersi, o minacciava di non connettersi il giorno dopo.
Nei momenti di intimità, entrambi, dalle loro scrivanie del mondo reale, abbandonavano mouse e tastiera e lasciavano che gli avatar agissero per conto proprio. I rami si avvinghiavano a braccia e gambe, in una fusione gioiosa di pixel. I loro corpi diventavano una cosa sola: ciò che di solito era rigido diventava molle, e ciò che era molle rigido.
Clorofilla guardava quelle scene sul monitor, con il volto tra le mani e un pizzico di tristezza nel cuore. Vedeva il suo avatar interpretare le sue emozioni in maniera precisa, così come l'avatar di Leo impersonava propriamente le emozioni di lui. Quella passione, quel trasporto, potevano pure essere definiti virtuali, ma ai loro occhi erano del tutto reali.
Lo amava alla follia. In fin dei conti, erano due emarginati, due outsider, lei con la sua femminilità legnosa, e lui con il volto vintage di Leonardo di Caprio. Facevi prima a prendere spunto da tuo nonno da giovane, gli avevano detto il primo giorno, una volta che si era allontanato da Clorofilla. Leo non avrebbe mai immaginato che un avatar con la faccia del protagonista di Titanic – cui peraltro Leo somigliava moltissimo, gli diceva sempre sua madre – potesse suscitare tanto disprezzo. Comunque, aveva aggiunto, le cose non erano andate poi male, visto che loro due in un modo o nell'altro si erano trovati.
Pur non essendo un'esperta in campo sentimentale, Clorofilla sapeva che i caratteri bollenti come quello di Leo non restano a lungo chiusi nel monitor di un computer. Di lì a poco, lui iniziò a chiedere di più.
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