Episode 8: Grading
Talie
Haz ed io ci siamo baciati al secondo anno di liceo.
Dopo non ne abbiamo più parlato, si sa che nella maggior parte di questi casi, tra migliori amici parlarne sarebbe veramente imbarazzante oppure uno dei due potrebbe iniziare a ripensare assiduamente a tutta la situazione.
Fu esattamente l'opposto per noi in questo caso, non successe e continuammo a trattarci nello stesso modo.
"Yo Tals." disse improvvisamente Haz, colpendo il suo ginocchio con il mio sul suo divano mentre giocavamo con la playstation 8.
"Sì?"
"Ricordi quando ti ho baciato?" chiese ed io fissai lo schermo della tv, completamente assorta e distratta dal videogioco.
"Sì è stato bello." gli dissi, schiacciando con forza i pulsanti del controller.
"Sì?" ghignò Haz.
"Sì." dissi, non prestando attenzione e battendolo al gioco con un'acclamazione trionfante.
Poi ci ripensai, così tanto da realizzare che Haz non mi avesse mai detto se la mia parte in quel bacio fosse stata buona o no- come se fossi una terribile baciatrice e fosse per questo che eravamo rimasti amici.
E fu lì che iniziai a pensarci troppo.
Scacciai i miei pensieri quando realizzai che Haz e Barron erano fermi sulla linea di partenza, entrambi corsero alla velocità della luce verso la fine della pista ed io ripresi ad esultare, saltando su e giù con le altre cheerleaders che provarono ad allontanarsi da me.
Mi avvicinai di nuovo al gruppo e loro continuarono ad evitarmi, facendomi mordere il labbro per trattenere una risata, prima di vedere Haz superare Barron, i muscoli tesi sotto la pelle mulatta, i ricci scintillanti per il sudore e gli occhi verdi splendenti di determinazione, poi Barron lo raggiunse, i due pari pari.
Haz sprintò di più e superò la linea un pelo prima di Barron, come immaginavo e sorrisi mentre le cheerleaders strillarono ed esultarono, sventolando vigorosamente i pom pom in aria.
"Parità!" fischiò il coach, facendo spegnere immediatamente il mio sorriso, mentre Haz e Barron riprendevano fiato.
"Cosa!? Chiami quella una parità ancora!?" esclamai di rabbia, sapendo che il coach avesse una sorta di pregiudizio verso il mio migliore amico. Marciai verso lui, le cheerleaders immediatamente si tranquillizzarono, sussurrandosi parole a vicenda mentre il coach si guardò intorno.
"Chi ha parlato?" domandò lui, sputando dalla bocca raggrinzita ed io mi tolsi l'enorme testa da mascotte, ciocche dei miei capelli ricci appiccicati alla fronte sudata per essere rimasta nel largo costume da lucertola e mi spinsi gli occhiali su sul ponte del naso.
"Io." andai da lui coraggiosamente, guardando come il coach si ritrasse, probabilmente per il tanfo di sudore che emanava il mio costume.
"Oh fantastico, la ragazza lucertola ha qualcosa da dire." il coach Collins rimarcò in tono sarcastico, pizzicandosi il ponte del naso.
"Questa è la cinquantesima volta che sminuisci Haz, ogni volta dichiari parità quando sai dannatamente che non lo è! Haz è la persona più veloce della squadra di atletica invece tu lo tratti come se fosse polvere sotto i piedi, come se fosse un oggetto sacrificabile! Non lo è!" dissi, puntando furiosamente il vecchio uomo che mi derideva.
"Haz è un corridore mediocre che deve controllare la sua piccola ragazza infuriata, prima di venire escluso dalla gara della prossima settimana." mi derise il coach Collins ed i miei occhi si spalancarono per la rabbia, praticamente schiacciando la testa da cartone animato tra le mani mentre lanciavo un'occhiataccia al coach che si voltò, terminando la conversazione.
Haz fu l'unico a notare l'espressione di rabbia che ribolliva nel mio viso, i suoi occhi si spalancarono alla realizzazione e velocemente mi raggiunse, afferrandomi prima che potessi attaccare lo stupido coach.
"Mediocre! Ti faccio vedere io cos'è mediocre piccolo stronzo! Faresti meglio a scusarti con Haz cazzo o giuro-" urlai, ringhiando e cercando di raggiungere l'uomo mentre Haz faticava per trattenermi.
"Va bene, andiamo, forza Tals." Haz provò a calmarmi, prendendomi di peso mentre io dimenavo braccia e gambe, lanciando per la rabbia la testa da mascotte contro il coach che si voltò con gli occhi spalancati per il colpo ed Haz continuò a trattenermi per i fianchi, camminando via con me urlante.
"Vaffanculo! E vaffanculo a te!" dissi, indicando il coach scioccato e poi Barron, che semplicemente ghignava.
"Entra a far parte del nostro drama club per fare esperienza recitativa, è ottimo-"
"Vaffanculo anche a te!" scattai verso uno studente del drama club che stava distribuendo volantini e Haz mi fece sedere oltre il campo su una delle panchine.
"Hey Talie, calma, va tutto bene, io sto bene." disse, guardandomi mentre io ansimavo e stringevo i miei guanti da rettile in pugni.
Le persone erano sempre così sorprese ogni volta che scoprivano che ero io quella ad avere problemi a contenere la rabbia, visto che sembravo molto più docile.
Anche mio padre ne soffriva, avevo sentito che durante un attacco aveva steso tutti quelli che si erano messi contro di lui.
Ovviamente non lo faceva più, ma ancora insultava e scoppiava a volte.
"Quello è un coglione." fumai, il mio petto faceva su e giù ed Haz mi passò cautamente la sua bottiglia di gatorade, la strappai dalle sue mani e lui si ritrasse per la mia azione brusca mentre io iniziai a tracannare la bevanda per la rabbia.
Sentii Haz ridacchiare leggermente, alzarsi e venire dietro di me per raccogliermi i capelli, senza interessarsi se fossero bagnati del mio sudore e li alzò in una coda di cavallo, così avrei potuto prendere un po' d'aria, legandoli con l'elastico che teneva al polso.
Portava sempre un elastico intorno al polso, non per lui, ma per me, visto che sapeva che perdevo sempre i miei e non gli importava cosa pensassero gli altri.
Voglio dire, era alla fine del terzo anno e la maggior parte delle persone a scuola sapevano che avevamo amici ormai.
"Perché non hai detto niente? Perché non mi hai lasciato fargli il culo per te almeno questa volta." sospirai, quando Haz finì di raccogliermi i capelli e prese posto accanto a me.
"Ah andiamo, lo sai che non mi importa. Mi piace correre e l'atletica è divertente, poi mamma non riesce più a prendermi quando scappo via ogni volta che si toglie una ciabatta." ridacchiò, spintonandomi la spalla con la sua ed io aggrottai le sopracciglia, abbassando lo sguardo sulle mie cosce.
"Stai bene adesso?" chiese lui, piazzando una mano sul mio ginocchio, inclinando la testa di lato in modo che i nostri occhi si incontrassero e mi morsi un labbro per la delusione di aver fatto un buco nell'acqua.
"Sì, sì sto bene. Io solo- non so, tu ti stai impegnando tanto quest'anno per tutte le gare e non è giusto." dissi, scuotendo la testa e lui sospirò, si alzò dalla panchina per inginocchiarsi di fronte a me, incorniciandomi il volto.
"Hey, non preoccupati di questo, ci penso io. Ora guarda questa faccia, guarda questa faccia..." disse, stringendo e allargando le mie guance insieme, giocando con la mia faccia ed io strinsi gli occhi verso di lui per l'irritazione.
"Dov'è il tuo sorriso?" continuò a scherzare con un ghigno, tirando verso l'alto le guance in modo che le mie labbra prendessero la forma.
"Eccolo." celebrò, togliendo via le mani solo per vedere il mio sorriso cadere di nuovo.
"Oh lasciamelo sistemare." sbatté le palpebre Haz, toccandomi la faccia, e stropicciandomi le guance di nuovo, prima di allontanarsi.
Io tenni il sorriso per un secondo, prima di farlo cadere ancora, dandogli un'occhiata e facendolo ridere mentre tornava in piedi.
"Forza, ho finito con gli allenamenti. Tu cambiati e andiamo a casa tua per qualche ripetizione okay?" disse, mettendomi un braccio intorno alle spalle ed io feci una smorfia schifata.
"Non toccarmi sei sudato." fu la mia risposta scattante.
"Oh intendi così? Così?" ghignò, provando a strofinare il suo corpo sul mio mentre camminavamo fianco a fianco ed io ruotai gli occhi al cielo in maniera giocosa, provando a spingerlo via.
++
Un'altra idea sbagliata che le persone si fanno su me e Haz.
Uno di noi dà ripetizioni all'altro.
Perché, paragonando il modo in cui parla e si comporta Haz al mio amore per le storie e i libri, le persone presuppongono che sia io quella che dà ripetizioni a lui.
Non potrebbero sbagliarsi di più.
"Haz non voglio più continuare, il mio cervello è morto, io sono morta." piagnucolai, massaggiandomi le tempie ed Haz mi colpì la fronte.
"Guarda è semplice, sei a metà dell'equazione ormai. Adesso devi solo trovare x e y." disse, muovendosi sulla sedia ed io appoggiai il mento sul grosso libro di testo di matematica sotto di me con un broncio.
"Mi annoio... e il mio cervello soffre..."
"Sta' zitta. Hai letto libri di quasi mille pagine e mi stai dicendo che non riesci a risolvere questo unico problema?" mi sfidò Haz, lanciandomi un'occhiataccia ed io mi raddrizzai sulla sedia.
"Sì, ma mi piace leggere libri che sono interessanti. Questo non è interessante, per niente. Ogni volta che lo apro, tutto quello che vedo sono noiosi numeri." specificai.
"Hmm, chissà perché..." disse, mostrandomi la copertina del nostro libro di matematica, facendo scorrere il dito sotto la parola matematica ed io mi imbronciai.
"Ascolta devi solo spostare e raggruppare, ricordi, quando due esponenti sono in queste parentesi e fanno tipo fanculo e vanno nell'altra." iniziò a spiegarmi di nuovo, sporgendosi in avanti e indicando con la punta della matita i numeri sul quaderno di ciò che parlava.
"Sì e poi tu dici che scopano e fanno dei piccoli bambini," dissi, lanciandogli un'occhiataccia e lui annuì.
"Esatto, quindi questa x e quel 3 fanno gli sporcaccioni anche se non sono nella stessa parentesi, perciò diventa 3x più un 12x e poi un meno 9." disse continuando l'equazione.
"Da dove è sbucato quel 9 adesso?"
"Era dall'altra parte scema." disse Haz, facendomi annuire in comprensione ed incorniciai il mio risultato, mostrandoglielo.
Lui guardò il mio lavoro, facendo scorrere il retro delle dita sulle sue labbra, prima che un lento ghigno si facesse spazio sul suo viso.
"Bene, è questo quello di cui parlavo." ghignò, battendomi il cinque ed io sorrisi, prima di abbassare il quaderno.
"Ora, parliamo dei numeri immaginari." disse Haz, guardando e sfogliando il libro di testo, facendomi scappare dalla sedia, solo perché lui mi afferrasse per l'orlo della felpa, riportandomi indietro senza neanche alzare lo sguardo dal libro mentre io mi dimenavo.
Guardai indietro e lanciai un'occhiataccia ad Haz, il mio broncio diminuiva più a lungo che lo fissavo concentrarsi sul libro di fronte a lui, mentre ammiravo quanto fosse cresciuto bene da quando eravamo piccoli.
Era un ragazzo popolare nella nostra scuola, ma non perché fosse lo stereotipo di cattivo ragazzo o di atleta. Haz non era nessuno dei due.
Era quel ragazzo che faceva amicizia con tutti, e quando dico tutti intendo proprio tutti.
Perché, anche se finiva nei guai per parlare o scherzare troppo durante le lezioni, importava poco, perché era uno studente da tutte A e l'unico che sempre vinceva trofei per la nostra scuola nelle gare di atletica, nonostante i reclami del coach.
"Haz, ero brava a baciare?" chiesi improvvisamente.
"Eh, C+ -oh hey, penso di aver trovato la pagina." disse in tono distratto, lasciandomi andare e mostrandomi la pagina del libro, facendomi accigliare, lui abbassò il libro nelle sue mani e lo appoggiò sul tavolo mentre io lo fissavo dall'alto.
"Woah, woah, woah. Woah." dissi, scuotendo la mano di fronte a me, prima di fermarmi e lui alzò lo sguardo verso di me confuso.
"Una C+? Sul serio?" chiesi, inclinando la testa di lato e aggrottai le sopracciglia mentre lui mi guardava, sbattendo le palpebre.
"Hai ragione." disse Haz soprappensiero, come se riflettesse su qualcosa, prima di tornare a guardarmi.
"C-." disse, prima che mi sedessi di nuovo accanto a lui con la bocca aperta.
"Okay okay, lo so di non essere la miglior baciatrice ma io- io non sono per niente una C." mi agitai, guardando Haz, che lentamente si ritrasse con la sedia mentre mi fissava.
"Oppure lo sei..."
Lo schiaffeggiai in testa, facendolo ridere e si allontanò da me.
"Non posso credere di aver elogiato le tue doti da baciatore per tutto questo tempo mentre tu pensavi a me come ad una C," dichiarai, scuotendo la testa verso di lui.
"C meno." corresse Haz.
"Oh già, grazie, mi fa sentire molto meglio." gli dissi in tono passivo, facendolo ghignare.
"Lo sai, ad essere onesti è passato tanto tempo. Quello che ricordo è che hai delle labbra davvero morbide, come un bimbo e di vaniglia- tipo. Ma anche che respiravi davvero forte dalle narici e l'aria mi colpiva mentre ti stavo baciando-"
"Non ero preparata!" mi difesi velocemente e lui rise, sollevò i piedi sopra alla tavola da pranzo e si portò le braccia dietro la testa, appoggiandosi sullo schienale della sedia.
"Anche i tuoi occhiali erano appannati. Quello era divertente." aggiunse ed io lo guardai impassibile.
"Alza il mio voto." ordinai con voce determinata.
"I voti sono chiusi, mi dispiace. Niente eccezioni." fece spallucce, sorridendomi ed io presi un respiro profondo.
Gli occhi di Haz si spalancarono quando mi vide alzarmi, potrei dire che pensasse avessi intenzione di colpirlo perché stava già provando a coprirsi la testa con un sorriso, ma io afferrai lo schienale della sua sedia, spingendolo un poco più indietro.
"Woah, woah- ehilà," disse in tono prevenuto, agitandosi per paura di cadere all'indietro ed alzò lo sguardo su di me.
Poi gli incorniciai il volto con determinazione e portai le mie labbra sulle sue in un morbido e leggero bacio a stampo, le nostre labbra solo si sfregarono tra di loro e sentii una mano di Haz afferrarmi i lati delle braccia.
Inizialmente pensai che volesse spingermi via, ma fece l'esatto opposto, facendo scorrere lentamente le mani sulle mie braccia, la pelle d'oca spuntò sulla mia pelle mentre lui provava ad alzare di più la testa, chiedendo silenziosamente più contatto ed io glielo concessi, inclinando la testa e approfondendo il bacio.
Il respiro di Haz si spezzò quando feci scivolare la mia lingua nella sua bocca, le mie dita intricate nei suoi capelli neri e piazzò una mano dietro al mio collo, mantenendo unite le nostre labbra in un lento bacio appassionato di quelli che si vedono sempre nei film.
Mi spostai, alzando la testa e mi assicurai di staccare lentamente le labbra dalle sue, lasciando entrambi ansimanti. Abbassai lo sguardo per trovare gli occhi di Haz ancora chiusi, le labbra arricciate che cercavano ciecamente le mie, facendomi ridere.
"Aspetta, ancora." disse con voce rauca, aprendo gli occhi per puntare le mie labbra, prima di provare ad alzare di nuovo la testa ed io sorrisi.
Mi sporsi in basso e gentilmente gli scoccai un bacio e, solo quel piccolo gesto, sembrò abbastanza per Haz, che sorrise, mordendosi le labbra quando mi staccai da lui.
"Qual'è il mio voto adesso?" chiesi con un sopracciglio alzato, sentendo le sue guance accaldarsi sotto il mio tocco.
"A. Definitivamente una A. Potrebbe essere una A+ se fai quella cosa con la lingua che tipo- che tipo è stata davvero figa." informò con una leggera risata, ancora fissando le mie labbra. Sorrisi semplicemente, togliendo le mani dal suo volto e facendolo cadere sul pavimento a causa della sedia a mezz'aria, mentre io applaudivo con un sospiro contento.
"E' tutto quello che volevo sapere, adesso vado a bere un frullato." dissi con un piccolo cenno della testa, prima di camminare via. Haz armeggiò per rimettersi in piedi, la sedia fece uno stridore contro il pavimento e lui la rimise a posto.
"Aspetta ho detto una A?! Intendevo una F! Era una F, dovresti tipo- dovresti fare più pratica su di me!" chiamò Haz in tono agitato ed io entrai in cucina, aprendo il frigo, prima che il telefono di Haz improvvisamente si illuminasse sul bancone.
"Haz!" urlai, guardandolo correre nella stanza, scivolare e quasi cadere sul pavimento piastrellato, prima di afferrare il confine della parete e stabilizzarsi. Mi guardò e sorrise, arricciando le labbra e puntandomi ubbidientemente.
Afferrai il suo telefono, mostrandogli lo schermo e lui mise il broncio prendendolo.
"Ah merda... Devo sostituire un turno alla caffetteria oggi...." disse, lasciando cadere la testa all'indietro con un piccolo lamento ed io afferrai il bicchiere di frullato di mango dal frigo.
"Assaggia un goccio per dopo." offrii, passandogli la bevanda e lui prese una sorsata.
"Comunque, sei sempre stata una baciatrice da A+ per me, ti ho detto che eri una C- così potevi baciarmi ancora ed ha funzionato... Prenderò questo frullato adesso. Tornerò a prendere il resto delle mie cose più tardi. Pace." disse Haz casualmente, facendo il gesto della pace mentre beveva il frullato e lo guardai far fronte alla porta, aprirla e correre alla sua macchina ed io sorrisi, sporgendomi contro la cornice della porta.
"Hey Haz," lo chiamai, prima che salisse in auto e lui mi guardò con un sopracciglio alzato.
"Sei il miglior baciatore da B+ che ho mai avuto." mentii, sapendo molto bene che fantastico baciatore fosse ed Haz sorrise.
"Grazie Tali- oh aspetta un momento." disse, improvvisamente realizzando quello che avevo detto ed il suo sorriso si spense, un'espressione offesa prese posto sul suo viso e io ridacchiai, chiudendo la porta.
Ci fu una vibrazione dal mio telefono e controllai il piccolo dispositivo nella mia tasca, per trovare un messaggio di mio padre che diceva che stava tornando da lavoro.
Mio padre ultimamente riceveva molte richieste dalle alte classi aristocratiche per ridimensionare i loro giardini e stava avendo a che fare con clienti davvero ricchi.
Ero davvero orgogliosa del mio papà, aveva sempre lavorato sodo e ancora aveva tempo per me.
Stavo tornando al tavolo dei compiti, quando sentii bussare alla porta ed alzai la testa dal telefono per la sorpresa.
Era stato stranamente veloce.
Tornai all'entrata, aprendo la porta e trovando Nat in piedi sul portico con addosso degli occhiali da sole.
"Woah, begli occhiali." mi complimentai, non avendo mai visto Nat con questo tipo di accessori e lei sorrise.
"Grazie, Haz è qui?" chiese, la sua voce suonava nervosa e distratta, diversamente dal suo solito tono calmo ed aggrottai le sopracciglia.
"L'hai mancato per poco, doveva sostituire il turno di qualcuno alla caffetteria, hey cos'è quello?" chiesi, il mio sguardo cadde su un piccolo livido sul suo braccio e lei velocemente cercò di coprirlo.
"Non è niente tesoro. Non ti preoccupare sto bene, devo solo trovare Haz-" disse velocemente Nat, colpendomi giocosamente il mento ed io la guardai con un'espressione poco convinta.
Prese un respiro profondo, picchiettando il tallone del piede a terra e si strinse le braccia intorno al corpo mentre io la esaminavo.
"Vabbè, ci vediamo-"
"Ouch." finsi un lamento di dolore, reggendomi allo stipite della porta e zoppicando un po' quando Nat si voltò per andarsene, facendola immediatamente voltare verso di me con uno sguardo allarmato.
"Tesoro che è successo? Qual è il problema?" chiese, abbassando lo sguardo sulla mia gamba con un'espressione preoccupata ed io feci una smorfia di dolore.
"Oh niente io solo- io devo aver preso una storta mentre facevo la ruota nel mio costume da mascotte. Sto bene, puoi andare a cercare Haz, papà è ancora a lavoro e non ho idea di quando tornerà ma-" tossii, respirando in modo affannoso ed appoggiai il mio corpo tremante contro lo stipite.
"Sopravviverò." dissi debolmente, guardandola e lei velocemente entrò in casa senza esitazione, chiudendo la porta alle sue spalle.
"Sei pazza? Come diavolo faccio a lasciarti così. Riesci a camminare vero?" chiese lei, portandosi un mio braccio intorno alle spalle ed io annuii, zoppicando con lei in cucina.
"So che avete degli impacchi di ghiaccio qui e perché non stai più zoppicando?" chiese Nat, lanciando un'occhiata al mio volto e poi al mio piede, dopo aver guardato nel congelatore, ed io mi avvicinai a lei lentamente.
"Nat.... perché indossi gli occhiali da sole?" chiesi infine, guardando prima il livido sul suo braccio e poi il suo volto e lei fece un passo indietro.
"Per uh... tenere lontano gli invidiosi..." disse lei, ovviamente non sapendo cos'altro rispondere ed io presi un respiro profondo, provando a sbirciare sotto le lenti scure.
"Aaron ti ha fatto..." iniziai, stringendo inconsapevolmente le maniche della felpa in pugni per l'ansia e Nat non disse niente.
"Talie, Talie non piangere tesoro, non piangere." disse improvvisamente, sospirando e camminando verso di me per abbracciarmi.
Non sapevo nemmeno di star piangendo finché le sue braccia non mi circondarono, mi strinse contro il suo petto ed io mi aggrappai alla stoffa della sua maglia, asciugando le calde lacrime arrabbiare che scendevano dal mio viso.
Ero furiosa.
"Ti ha ferito. Ti ha ferito, perché gliel'hai permesso- lui-" balbettai, tirando su con il naso e prendendo grandi respiri e Nat mi accarezzò i capelli per calmarmi, cullandomi e strofinandomi la schiena in maniera rassicurante.
"Shhhh... va bene, io sto bene lo giuro." mi rassicurò in tono dolce ed io scossi la testa, guardandola con occhi colmi di lacrime.
"No non stai bene, questo non va bene." dissi, la voce spezzata e lei aggrottò il volto verso di me.
Nat si era sempre presa cura di me, mi aveva dato amore e attenzione che non avevo mai ricevuto dalla mia madre biologica, mi faceva sempre ridere e c'era sempre quando avevo bisogno di sorridere.
Non meritava niente di male.
"Togliti gli occhiali." dissi, volendo vedere e lei gentilmente afferrò i miei polsi, fermandomi, prima di incorniciarmi il viso.
"Talie non voglio perché ti stresserebbe ancora di più, io sto bene. Sono stata presa alla sprovvista e non l'ho visto arrivare ma poi non sono stata di meno. Aaron è in ospedale con il naso rotto in questo momento, sono un osso duro." disse, asciugandomi dolcemente le lacrime, prima di baciarmi la fronte e abbracciarmi di nuovo.
"Ti voglio bene Talie, non lasciare mai che qualcuno la passi liscia per averti ferito. Tu devi essere coraggiosa, per te stessa, sempre." mi disse ed io annuii debolmente, volevo prendermi cura di Nat e farla rimanere con me, il più lontano possibile da quel malato coglione di suo marito.
"Lo lascerai vero?" chiesi, sbirciando verso di lei, che mi portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Diavolo certo." mi disse, facendomi spuntare un piccolo sorriso sul viso e la abbracciai.
La porta principale si aprì improvvisamente, ed io e Nat ci staccammo mentre mio padre entrava in casa, lasciando gli stivali da lavoro infangati sulla porta.
"Non hai idea di quanto ci ho impiegato ad installare quella cascata a-" iniziò papà, entrando in cucina con la cassetta degli attrezzi, solo per fermarsi all'entrata, sorpreso di trovare Nat e spostò lo sguardo dalle mie guance bagnate di lacrime agli occhiali da sole di Nat, aggrottando le sopracciglia.
"Cosa sta succedendo..." disse con voce cupa che usava ogni volta che era dannatamente serio su qualcosa.
"Niente." disse Nat velocemente ed io la guardai prima di guardare di rimando mio padre.
Lo so che non voleva che mio papà sapesse.
Sapevamo entrambe che sarebbe esploso, che avrebbe fatto qualcosa di drastico.
Ma doveva sapere.
"Mamma- voglio dire Nat si è fatta male. Aaron l'ha colpita." spiattellai prima di potermi fermare e mio padre fece cadere accanto a lui la cassetta di metallo degli attrezzi che teneva, il metallo sbatté contro il pavimento e con gli occhi verdi spalancati e inorriditi fissò Nat che rimaneva in silenzio dietro di me.
E niente avrebbe potuto prepararmi a quello che mio padre fece dopo.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top