Episode 6: Hail Storms pt 1

N/T:

*alleyoop è una giocata estremamente spettacolare della palla canestro, che necessita di una buona coordinazione, doti atletiche e affiatamento tra due compagni. un giocatore effettua un passaggio alto, normalmente non teso, verso il ferro senza tentare di segnare, mentre un compagno salta, afferra la palla al volo e la manda a canestro. non è davvero importante perché non giocheranno sul serio a basket... in ogni caso ci sarà anche una gif.

poi vi ricordo che 'nibbler' è la parola che Haz ha usato per dire 'nigga' nei capitoli precedenti.

buona lettura xx

Nat

C'era una forte tempesta di grandine che tuonava da fuori.

Mi avvolsi nella coperta del nostro letto, camminando nel buio del corridoio con i piedi nudi, seguendo la piccola luce che proveniva dalla cucina, per trovare Harry seduto al bancone con tra le mani il tè bollente, in quella tazza con la rana che gli avevo regalato, mentre si stropicciava gli occhi.

"Ciao." lo salutai dolcemente, la mia voce leggermente rauca per essermi appena svegliata nel mezzo della notte e mi avvicinai a mio marito assonnato, appoggiandogli la testa sull'ampia spalla.

"Ciao." rispose con voce stanca e profonda, appoggiando la testa sulla mia, prima di staccarci, piccoli sorrisi sui nostri volti mentre gli guardavo le labbra.

"Che cosa fai sveglio nel mezzo della notte?" chiesi, guardando Harry allargare leggermente le lunghe gambe sullo sgabello in cui era seduto, così che potessi mettermici in mezzo, e mi ci infilai, mentre lui mi abbracciava da dietro.

"Ti stavo per chiedere la stessa cosa."

Quando i miei occhi caddero sul tè caldo nel bancone, feci un piccolo "ooohhh", prendendolo.

"Caldo, caldo, caldo." mormorai, soffiando sulla bevanda, prima di prenderne un sorso ed Harry mi guardò con un sorriso con fossette, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Appoggiò un gomito sul bancone, piazzando il mento sul palmo della mano, osservandomi.

"Um scusami, chi ha detto che potevi bere il mio tè?" domandò con voce giocosa ed io mi fermai, come per pensarci.

"Um tua moglie, ovvero io." risposi e lui ridacchiò.

"E' la tempesta di grandine che ti tiene sveglio?" chiesi infine, entrambi alzammo lentamente lo sguardo verso il soffitto, al pesante e ripetitivo suono dei pezzi di ghiaccio che continuavano a picchiettare sul tetto del nostro accogliente appartamento da fuori.

"Già, io solo- io non riesco ad addormentarmi con questo rumore. Lo odio, mi ricorda i film di guerra." ammise, facendo scorrere una mano tra i suoi capelli lunghi, rabbrividendo leggermente, ed io gli misi una mano dietro alla testa, avvicinandolo, fino a baciargli la fronte in modo affettuoso ed i suoi occhi verdi si chiusero lentamente al contatto.

Poi gli passai la sua tazza di tè, mi tolsi la coperta dal corpo e gliela misi sulle spalle, prima di dirgli di non muoversi e uscire dalla stanza per prendere una cosa dal comodino.

Ritornai in cucina con il libro in mano per trovare Harry seduto ubbidientemente al bancone, annusando la coperta avvolta intorno al suo corpo con un piccolo sorriso.

"Cocco." disse divertito, facendomi annusare la stoffa e ghignai.

"Sì da me." affermai, facendogli l'occhiolino e mio marito arrossì tornando a guardare la tazza di tè in modo quasi timido.

"Vieni qui, siediti sulle mie cosce." chiesi con un sorriso, sedendomi sullo sgabello accanto a lui, che alzò un sopracciglio.

"Tu stai chiedendo ad un uomo di più di un metro e ottanta di sedersi su di te, un corpicino di un metro e sessanta, su un piccolo sgabello che può contenere a malapena una chiappa?" chiese lentamente Harry ed io annuii.

"Sì."

Continuò a guardarmi, stringendo gli occhi verdi verso di me, riflettendo sul da farsi, prima di sospirare quando vide la mia espressione determinata.

"E' il tuo funerale." disse semplicemente con un ghigno, facendomi ridere. Mi diedi dei colpetti sulla coscia, lasciandolo sedersi imbarazzato sopra di me, quasi scivolando dal mio corpo, facendo ridere entrambi.

"Stai bene?" chiese Harry, seduto sopra di me.

"Mai stata meglio." ansimai sotto il suo peso, prima di mostrargli il libro, in difficoltà per tenere le mie piccole braccia intorno alla sua alta figura da dietro.

"Il mio libro delle barzellette? Ma tu odi questo libro." disse lui, girando il collo di lato per guardarmi ed io sorrisi solamente.

"Sì ma ti farò distrarre dal rumore fuori, ora vuoi leggere tu la prima o lo faccio io? Sai cosa, inizio io perché non ho mai detto queste barzellette quindi, knock knock." dissi, spostando lo sguardo sul libro aperto, sfogliando tra le centinaia di barzellette, per trovare poi Harry a fissarmi con così tanta intensità e amore da farsi spostare lo sguardo imbarazzata.

Scese improvvisamene dalle mie cosce, facendomi aggrottare le sopracciglia al pensiero di aver detto qualcosa di sbagliato, prima di voltarsi verso di me per essere faccia a faccia, io ancora seduta sullo sgabello e lui in piedi, prima di incorniciarmi il volto, sporgersi in avanti e darmi un lento e significativo bacio che mi fece sorridere.

Il mio respiro si spezzò quando spinse il mio corpo contro il suo, la sua grande mano scese dal mio braccio alle mie dita, che tenevano ancora il libro delle barzellette, e lo tolse dalla mia presa, buttandolo sul pavimento, prima di sollevarmi di peso e appoggiarmi sul bancone della cucina, l'altra mano si piazzò sul retro del mio collo, continuando a baciarmi.

Ci staccammo, entrambi ansimanti ed Harry mi guardò dall'alto con le labbra socchiuse e gli occhi più scuri.

"Credo che dovresti dire chi è." dissi, riferendomi alla barzelletta, facendolo ghignare, prima di baciarmi la guancia ridacchiando, le sue mani si fecero spazio sotto la mia maglietta oversize e mi diede un bacio scherzoso alla base del collo.

"Chi è?" chiese Harry, la sua voce più rauca di prima ed iniziò a baciarmi il collo mentre io sorridevo.

"Gesù." dissi, facendo bloccare mio marito.

Harry lentamente alzò la testa dall'incavo del mio collo, come un cerbiatto che vede un fanale, con un'espressione impassibile e mi morsi il labbro per trattenermi dal ridere.

"Perché Nat, perchè?" disse Harry ed io iniziai a ondeggiare la testa a destra e sinistra, cantando "god is watching us" alzando le mani al cielo, muovendo le braccia nell'aria sopra al bancone mentre Harry sbatteva le palpebre con un'espressione per niente divertita.

"Mi dispiace per quello che guarderai ora." disse Harry improvvisamente, alzando la testa verso il soffitto, facendomi bloccare quando realizzai che non stava parlando con me. Tornò a guardarmi con scintillio malizioso sugli occhi verdi, un lento ghigno seducente si fece spazio sul suo viso, sollevando poi il mio corpo sulle sue spalle.

"Vabbe',  ora della nanna." disse Harry in tono allegro, come se stesse parlando ad un bambino, dandomi qualche colpetto sul sedere ed io alzai la testa confusa.

"Oh, perciò sei stanco adesso? Vuol dire che la mia idea delle barzellette knock knock ha funzionato?" chiesi, tenuta a testa in giù, aspettando una sua risposta mentre lui apriva la porta della nostra stanza.

"Oh, sono tutto tranne che stanco Nat." mormorò Harry, facendomi spalancare gli occhi al doppio senso nelle sue parole ed iniziai ad agitarmi giocosamente sotto la sua presa, ridendo e facendolo ridacchiare, prima di sentirlo chiudere la porta della nostra camera da letto, lasciando che il suono della nostra allegria e felicità echeggiasse nel nostro appartamento sovrastando qualsiasi tempesta ci fosse fuori.





Mi svegliai di soprassalto sulla sedia, risvegliandomi dal vecchio ricordo che sembrava avessi sognato e l'anatra di Haz fece quack nel mio orecchio.

"Diamine Lil Biggie, calmati." feci una smorfia di fastidio, infilandomi un dito nell'orecchio e scuotendolo mentre l'anatra sbatteva le ali in giro, mangiando la cena che avevo ordinato per la piccola "serata romantica" mia e di Aaron, visto che Haz dormiva a casa di Talie.

Mi asciugai la bava dalla faccia, giocherellando con i miei capelli neri che avevo piastrato e feci un sospiro stanco, guardando Lil Biggie esaminare e mangiare il sushi nel piatto di Aaron.

"Tu non mi tratteresti in questo modo vero bello?" chiesi all'anatra, appoggiando la guancia contro il palmo della mia mano e sorridendo, mentre l'animale fece quack in risposta.

"E' quello che pensavo." dissi, portandomi alla bocca un pezzo di sashimi ed afferrai il mio cellulare dal tavolo.

Erano le 2 del mattino esatte e avevo una chiamata persa da Aaron e un messaggio.

"Scusa, non ce la faccio per la cena di questa sera, devo stare a lavoro fino a tardi e finire alcuni documenti, grazie della comprensione, ti amo- oh quel figlio di-" iniziai, una volta in piedi, leggendo a voce alta il messaggio di Aaron, con Lil Biggie che aveva fatto quack alla fine della mia frase.

"Esatto, esatto." dissi scuotendo la testa, indicando l'anatra sul tavolo della sala da pranzo, accasciandomi poi sulla sedia.

"Sai cosa, non me ne frega un cazzo, non mi interessa. Non ho bisogno di lui, più cibo per me, può fottersi." dissi, mangiando il sushi sul mio piatto, intingendolo rapidamente e con forza nella salsa di soia, prima di mangiarlo in un sol boccone e fare una smorfia schifata quando realizzai di averci messo troppa salsa.

Lil Biggie inclinò la testa all'indietro, deglutendo un pezzo di pesce affettato perfettamente, prima di sentire il suono del ghiaccio cadere contro il tetto.

C'era una forte tempesta di grandine che tuonava da fuori.

Mangiai il mio cibo, fissando l'oscurità fuori dalla finestra e mi guardai intorno nella casa vuota, stringendomi le braccia attorno al corpo, mentre Lil Biggie gironzolava.

Continuai ad ascoltare la tempesta di grandine, un istinto familiare si insinuò nella mia testa e contemplai quell'opzione.

Erano le due della notte di così tanti anni fa, non c'era modo che potesse ancora essere...

Un grande pezzo di grandine colpì la finestra della cucina, facendomi sobbalzare nella sedia per l'impatto del chicco, prima di prendere la mia decisione.

"Vado solo a controllare." dissi a me stessa e senza preoccuparmi di cambiarmi, afferrai velocemente la coperta dal divano e presi le chiavi, diretta alla porta.

"Fai la guardia, torno presto te lo prometto." dissi, guardando Lil Biggie che semplicemente fece quack in risposta, sorrisi e gli feci un'occhiolino, prima di uscire nel freddo della notte.

"Ouch, ouch, ouch, ouch." continuai a dire sottovoce, coprendomi con la coperta fin sopra la testa dai violenti pezzi di ghiaccio che mi stavano colpendo mentre camminavo veloce lungo l'isolato, nel mio vestito, e l'aria fredda mi colpiva le gambe e le braccia scoperte.

Ad un certo punto inciampai in un cespuglio di fronte alla casa di Harry, calcolando male i passi e non vedendo veramente nel buio, prima di rimettermi in piedi. Guardai dalla finestra, trovando Harry in una maglietta bianca e un paio di boxer a quadri rosso scuro, seduto da solo nella sua cucina con una tazza di tè.

La stessa identica tazza da tè.

Harry abbassò la bevanda, appoggiando i gomiti sul bancone della cucina, prima di strofinarsi la faccia, sembrava stanco ed io aggrottai le sopracciglia a vederlo così.

Continuava a non riuscire a dormire ogni volta che c'era una tempesta di grandine.

"Ahia." dissi d'un tratto quando un pezzo di ghiaccio mi colpì in testa, facendo voltare Harry verso la finestra, e mi accucciai per nascondermi tra i cespugli.

Non volendo rischiare di essere scoperta, continuai a gattonare via, raddrizzandomi solo quando fui certa di essere fuori visuale ed iniziai a correre verso casa mia, ancora con il ghiaccio a colpirmi.

"Ouch, ouch, ouch- okay ouch."

Mi affrettai ad entrare in casa con le mani fredde e tremanti, i denti battenti e mi avvolsi nella coperta, prima di tornare in cucina, tirai su con il naso ed afferrai il mio telefono, cercai il numero di Harry e cliccai sulla chiamata facetime mentre cercavo un'altra cosa.

Sentii la sua profonda voce inglese confusa prima che la sua faccia apparisse sullo schermo.

"Nat?" chiese Harry, strizzando gli occhi verso lo schermo, come se si stesse immaginando la mia chiamata, prima che io trovassi esattamente quello che cercavo.

"Ciao, sono qui." dissi, entrando nella visuale della fotocamera e lui aggrottò le sopracciglia.

"Nat cosa ci fai- cosa ci fai ancora sveglia? E' tipo notte fonda." chiese Harry in tono preoccupato ed io sorrisi, portandomi le ginocchia al petto e mettendomi comoda nella sedia mentre lo guardavo attraverso lo schermo.

"Già beh, c'è una tempesta di grandine in atto e sai, alcune persone non riescono a dormire con tutto questo rumore." feci spallucce con un ghigno furbo e gli occhi verdi di Harry si spalancarono leggermente per la mia risposta, prima di provare a ricomporsi, si schiarì la gola imbarazzato e gli arrossirono le punte delle orecchie.

"Uh già io- io ho sentito che qualche persona ha questa abitudine." rispose indifferente, facendomi ghignare.

"Dov'è Cynthia?" chiesi improvvisamente, domandandomi perché la moglie di Harry non fosse preoccupata della sua mancanza di sonno al momento.

Lui sospirò, si stropicciò la faccia, prima di guardarsi intorno e scuotere la testa.

"Non qui. Ha detto che deve rimanere all'ospizio, dove fa volontariato, per prendersi cura di suo nonno così Haz e Talie sono già addormentati in soggiorno e io solo qui... ancora sveglio." spiegò, prendendo un sorso del suo tè e facendomi aggrottare le sopracciglia.

Era tranquillo tra di noi, entrambi sapevamo esattamente quello che stava accadendo al nostro matrimonio ma nessuno di noi lo diceva a voce alta.

"Knock knock."

Harry fece scattare gli occhi verso di me.

"Hey, è la mia specialità." disse incredulo, un sorriso con le fossette si formò sul suo volto e io lentamente alzai il grosso libro delle barzellette nella mia mano.

"Io ho un centinaio di pagine di barzellette knock knock e l'intera notte disponibile, cosa ne dici?" offrii, muovendo la copertina di fronte alla fotocamera e lui ridacchiò, ancora sbattendo le palpebre verso di me in stupore, prima di ghignare.

"Va bene, sfodera le tue barzellette migliori allora." fu la sua risposta prima di iniziare.

Barzelletta dopo barzelletta, ora dopo ora, gli avevo raccontato le barzellette più scontate che ancora lo facevano ridere, e la sua risata faceva ridere anche me perché non potevo fare a meno di trovare adorabile quanto gli divertissero queste battute, mentre continuavamo a parlare con facetime, anche se eravamo solo a qualche casa di distanza.

"Nat, sono le 4:20 del mattino, lo so che hai sonno-"

"Aha, 420 accendi la canna, accendilaaa..." farfugliai con gli occhi mezzi chiusi, un sorriso stanco e feci qualche gesto da gang, prima di schiacciare la guancia contro il tavolo, rallentando il respiro.

"La tempesta di grandine è finita trenta minuti fa, dovresti andare a letto." avvisò Harry in tono dolce, facendomi alzare di colpo la testa per guardarlo con gli occhi arrossati e stanchi.

"Aspetta aspetta aspetta, ne ho un'altra, un'altra okay..." dissi in tono ubriaco, la mia testa ciondolò leggermente di lato, prima che me ne rendessi conto, e mi assicurai di essere sveglia, per poi iniziare a sfogliare le pagine del libro di barzellette.

"Okay, chi è?" chiesi ingarbugliando il discorso, appoggiando il mento contro il mio palmo.

"Penso che dovresti dire knock knock Nat." mi informò Harry e il mento mi scivolò dalla mano, facendomi sbattere la testa contro il legno del tavolo da pranzo.

"Chi è?" mi ripresi, tornando dritta per guardare Harry terminare la chiamata, lasciando lo schermo nero, prima che apparisse la home page.

Sospirai, appoggiando la testa contro il tavolo freddo mentre tenevo il mio telefono.

"Knock knock." farfugliai, sbattendo le palpebre verso lo schermo, prima di chiuderle definitivamente.

"Nat, Nat devi svegliarti." sentii una familiare voce profonda dire dopo qualche minuto di sonno, scuotendomi gentilmente la spalla ed io sbadigliai, aprendo gli occhi per trovare Harry a fissarmi.

"Come hai- come hai fatto..." iniziai pigramente, alzando la testa dal tavolo e sbattendo le palpebre lentamente.

"So che tieni le chiavi di riserva sotto lo zerbino, molto poco originale comunque." sussurrò, tenendo la voce dolce e gentile per non svegliarmi troppo e chiusi di nuovo gli occhi, appoggiandomi contro il tavolo.

"Piccolo stronzo." borbottai sottovoce, provando a rimettermi a dormire.

"Dai, non ti lascio qui. Andiamo a letto." sentii dirgli, anche se la sua voce suonava così lontana, ed annuii distrattamente, prima di sentire un paio di forti braccia calde prendermi in braccio.

D'un tratto mi trovai schiacciata contro qualcosa di caldo e duro.

Aprii gli occhi per assicurarmi che non fosse un pene gigante, ma li richiusi con un sospiro quando realizzai che ero contro il petto di Harry, che mi stava portando in stile sposa su per le scale.

"Ouch, stupida cerniera." borbottai, strofinandomi gli occhi e barcollando sui miei stessi piedi, dopo che Harry mi mise giù dentro la mia camera, mentre provavo ad aprire la cerniera, per togliermi lo stupido vestito che avevo messo per la serata romantica mia e di Aaron che non era mai avvenuta.

"Tu hai uh- hai bisogno di una mano?" sentii Harry deglutire da dietro di me, nell'oscurità della stanza, mentre io continuavo a cercare di raggiungere la cerniera dietro la schiena.

"Ce l'ho." sussurrai, senza aprire gli occhi e goffamente annaspando per raggiungere la mia schiena, provando ad aprire la zip del vestito.

"Argh!"

"Nat ti sei presa la pelle, non la cerniera."

"Aghhhhh..." farfugliai, traballando per la stanchezza, prima di sentire le grandi mani esitanti di Harry premute contro la mia schiena, spostò gentilmente le mie mani e mi aprì la cerniera.

Lo sentii inalare profondamente, fece una sorta di suono strozzato che mi fece ridere nel mio stato mezzo addormentato. Mi sporsi all'indietro, contro Harry, cogliendolo di sorpresa e facendo irrigidire il suo corpo.

"Fai suoni buffi." gli dissi, appoggiando il retro della testa sulla sua spalla. Lui mi fissò intensamente dall'alto, prima che mi spostassi, inciampando leggermente per togliermi il vestito.

Feci un suono gutturale quando la mia testa si incastrò nella parte superiore del vestito, prima di essere aiutata da Harry, il suo respiro leggermente più pesante del solito mentre evitava di guardarmi.

"Tu dovresti, dovresti metterti il pigiama addosso-"

"Alleyoop*." dissi ignorandolo e saltando sul letto, atterrando sul materasso con solo il reggiseno e le mutante, rilassandomi tra i cuscini.

Sentii Harry sospirare, prima di percepire la sua mano sotto il mio polpaccio, me lo alzò lentamente e mi tolse i tacchi, facendomi aprire gli occhi per trovarlo a fissarmi, la mandibola stretta e eccentuata dalla luce proveniente dal corridoio, mentre mi osservava, tenendo lo sguardo sul mio volto e non più in basso, anche se mi stava tenendo una gamba, afferrando poi l'altra per togliermi il secondo tacco.

"Sei così intenso." sussurrai, sbattendo le palpebre verso di lui. Lui mi fece un ghigno, non disse niente e afferrò la coperta dal letto, coprendomi il corpo, rimboccandomi fino al collo, ed io gli sorrisi pigramente.

Ci fissammo, Harry guardava in basso verso di me con così tanta emozione negli occhi, come se avesse qualcosa da dire ma non se lo permettesse, ed i miei occhi si chiusero per l'ultima volta.

"Aaron mi sta tradendo." biascicai con voce stanca.

La stanza divenne silenziosa, e pensai che Harry se ne fosse andato.

"Non ho prove ma... ma non sono stupida. Non sono cieca e lo so. Lui non è felice in questo matrimonio." sospirai, i miei occhi ancora chiusi e voltai la testa dalla parte opposta, sentendo lo sguardo di Harry sul mio viso e sbadigliai.

"Mi sento solo in colpa per mio figlio, lui vede raramente suo padre ma grazie a te sta bene, perché tu tratti Haz come se fosse tuo e ti sono grata per questo." dissi, non completamente consapevole delle parole che avevano lasciato la mia bocca e mi accoccolai più vicino ai cuscini.

Lui non disse niente per un po', ed io mi stavo addormentando, credendo se ne fosse andato.

"Lui non merita te e Haz." sentii la voce morbida e tormentata di Harry dire, prima che il rumore della porta chiudersi echeggiasse nel silenzio della stanza.

Ed ero sola.

Ancora.


++

Camminai fino alla porta principale, pronta ad aprirla, visto che quel forte ritmico knock poteva appartenere solo ad una persona.

"Beh chi abbiamo qui, il mio cognato preferito." commentai in tono sarcastico.

Carlos era in piedi con le mani leggermente alzate e lo stesso sguardo di un allenatore di calcio, guardando i piccoli bambini che gli circondavano le gambe.

"Okay bambini, tutto ma non toccate nien-"

I bambini esultarono e urlarono di eccitazione, gridando mentre entravano come una mandria selvaggia, afferrando e toccando ogni cosa che trovavano in casa e Carlos chiuse gli occhi, fermo nella stessa posizione, il suo pomo d'Adamo fece su e giù e provò a fare un respiro profondo.

"Va bene, per tornare a casa vi chiuderò nel bagagliaio del furgone così imparate a respirare attraverso una piccola fessura!" urlò Carlos ai suoi bambini che semplicemente lo ignorarono.

"Non abbiamo paura di te!" dichiarò uno dei bambini con una risata ed io presi in braccio il piccolo di cinque anni con un sorriso mentre Carlos strinse gli occhi verso di lui.

"Lo dico alla mamma." annunciò Carlos, facendo urlare il bambino tra le mie braccia che si dimenò e scese dalla mia presa, prima di correre via spaventato, ed io risi mentre Carlos si stropicciò la faccia per la frustrazione.

"Ay Nat, se dovessi accidentalmente dimenticarmi uno dei bambini qui a casa tua," iniziò lui, entrando in casa prima di prendermi l'avambraccio, avvicinandosi fino a incatenare i nostri occhi.

"Non riportarmelo." disse tutto serioso, prima di fare il suo famoso e stupido sorrisetto, ed io annuii con un ghigno.

"Oi Pablo! Non cavalcarlo!" scattò Carlos improvvisamente verso uno dei bambini che aveva iniziato a cavalcare il mio divano, mentre un altro succhiava il pomello di una delle porte della mia casa.

"Carlos quello è Paco." mia sorella Mandy disse a suo marito, un altro bambino tra le sue braccia che stava succhiando il ciuccio, giocherellando con il cappello estivo della madre.

"Aspetta, ma pensavo che quello fosse Paco." si fermò Carlos, indicando un altro bimbo identico che ci corse davanti con addosso tre rotoli di carta igienica del mio bagno.

"No, quello è Pedro." sospirò Mandy, cullando il bambino sulla sua vita e Carlos fece una smorfia confusa.

"Ah fanculo sembrate tutti uguali." commentò sottovoce. Sbarrai gli occhi quando mi accorsi di alcuni bambini arrampicarsi sulla cima del divano, saltare e sbattere la faccia sul pavimento, prima di alzare le teste e ridere.

"Um... comunque sai controllare questi ragazzi?" chiesi con un sopracciglio alzato, non volendo che qualche bambino si facesse male e Mandy aprì la bocca, solo per essere  interrotta da Carlos che alzò una mano nella sua direzione, prima di far schioccare il collo da parte a parte.

"Sta tutto nel fargli capire chi è che comanda, guarda," iniziò, facendo schioccare anche le nocche, prima di voltarsi verso sua moglie in modo presuntuoso.

"Bene bambini! Bambini!" annunciò Carlos, battendo le mani e tutti i bambini in giro per la casa si fermarono, voltando le piccole teste verso loro padre all'unisono.

"Ascoltate tutti il vostro sexy, okay, super sexy papà, dunque, dovete stare tranquilli e salutare la zia Nat va bene?" si fermò Carlos, alzando le braccia e gesticolando verso di me ed io sorrisi, facendo un cenno della testa ai bambini.

Loro si accigliarono tutti verso il padre, in silenzio.

Carlos si tirò su il colletto in modo arrogante, prima di far scorrere la lingua lungo l'interno della sua guancia e si strofinò il mento, ghignando verso me e Mandy.

"Visto, tutta disciplina-"

Tutti i bambini improvvisamente esplosero in urla di combattimento, placcando loro padre a terra, come uno sciame di api, e Carlos piagnucolò per un aiuto, con strilli acuti e agitando gli arti.

"Bambini. Basta." scattò Mandy, fissando la sua famiglia e tutti i maschietti si fermarono con gli occhi spalancati e pieni di paura, alzarono lo sguardo velocemente verso l'espressione severa della madre, prima di spostarsi da loro padre e schierarsi perfettamente in fila da lato a lato.

"Ciao zia Nat." salutarono tutti e undici contemporaneamente.

"Ciao tesori." sorrisi, allargando le braccia e loro corsero verso di me, abbracciandomi stretta mentre tentavo di baciare ognuno di loro.

"Chi è che comanda adesso?" disse Mandy con un sopracciglio alzato, facendo un cenno della testa verso Carlos che era ancora stravaccato sul pavimento, come un eroe di guerra ferito, prima di passargli il piccolo Pepe tra le braccia.

"Ohhh... ti ha fatto il culo." mi intromisi prendendolo in giro e Carlos afferrò una manina di Pepe, alzandogli solo il dito medio in modo che il bambino di due anni mi mandasse a fanculo.

"Maturo, molto maturo." sospirò Mandy, sorpassando il marito ed io feci lo stesso mentre il resto dei bambini riprese a giocare in giro, ma questa volta senza essere troppo rumorosi o scalmanati.

"Dove sono i miei nipoti? Ho portato dei regali." chiese mia sorella, rovistando nella sua borsa e mi fece sorridere il fatto che contasse Talie come parte della famiglia tanto quanto Haz.

"Già dove sono quei due? Mi serve amore. Non li vedo dallo scorso Natale, quanti anni hanno adesso, quattordici?" chiese Carlos, alzandosi dal pavimento con il piccolo Pepe a sbavargli le braccia.

"Veramente quindici," lo corressi con un sorriso orgoglioso.

"Ma sfortunatamente arrivate in un brutto momento, Haz e Talie stanno litigando." ammisi con un sospiro, appoggiandomi al bancone e Mandy e Carlos fecero scattare i loro sguardi verso di me.

"Aspetta, sei sicura di star parlando degli stessi Haz e Talie?" si fermò Mandy, alzando un sopracciglio ed io strinsi le labbra annuendo.

"Rallenta chica, sei sicura che non sia solo un battibecco? Quei due sono più legati delle mie chiappe, e le mie chiappe sono insolitamente unite." informò Carlos, guardando dietro la sua spalla per controllare il suo sedere mentre Mandy sospirò lentamente, scuotendo la testa.

"Come una mono-chiappa, come una grande pagnotta invece che due, non sto scherzando prova a sentire-"

"No, è un vero litigio questa volta." dissi, interrompendo Carlos che era ancora assorto dal suo sedere mentre cullava suo figlio, prima che Harry entrasse in cucina.

"Hey Mandy, hey Carlos." disse, facendo un cenno della testa e afferrò una bottiglia di acqua dalla mia dispensa mentre io mi voltavo verso di lui.

"Harry, senti il mio sedere." gli fischiò Carlos, facendo bloccare Harry che gli diede un'occhiata, prima di richiudere la porta della dispensa ed aprire la bottiglietta.

"No." disse. Carlos ruotò gli occhi al cielo e si strizzò da solo il sedere mentre io mi rivolsi ad Harry.

"Quindi, hanno risolto?" chiesi, visto che Harry era appena stato al piano di sopra per parlare con Haz e Talie che avevano deciso di non parlarsi più.

"No, sono ancora arrabbiati. Ascolta Nat, so che li vuoi aiutare ma l'unica cosa che dei genitori possono fare è lasciar gestire la faccenda a loro. E' il loro primo vero litigio ed è tra di loro, non noi." provò a spiegarmi ed io aggrottai le sopracciglia, aprendo la bocca per protestare.

"Sì ma-"

"No."

"E se noi-"

"No Nat, niente intromissioni." mi avvisò, puntandomi il dito contro ed io spostai lo sguardo infastidita.

"Per che cosa avranno mai litigato quei due?" chiese Mandy e Carlos finalmente spostò lo sguardo dal suo didietro, ora interessato alla conversazione.

Prima che potessi rispondere si sentirono dei passi pesanti scendere furiosamente le scale e poi il battibecco echeggiò nella stanza.

"Avevamo deciso di andarci insieme, solo noi due al festival della carne e tu cosa fai!" echeggiò la voce di Haz nella casa, prima che Talie facesse irruzione nella stanza con un'espressione esasperata sul volto, e un Haz irritato a seguire subito dopo di lei.

"Io mi allontanerei immediatamente." avvisai tutti sottovoce, portando le mani di fronte al petto di Mandy e di Carlos e tutti simultaneamente facemmo un passo indietro, incluso Harry. Seguimmo la scena tra i due furiosi adolescenti, che si guardavano in cagnesco, con l'isola della cucina a dividerci.

"Ti ho già detto che mi dispiace ma sai cosa mi sta veramente facendo girare le scatole? Tu, okay, continui ad insistere per venire con te, anche dopo quello che ti ho detto a riguardo del documentario che ho visto. Non riesco neanche a guardare la carne, figurarsi mangiarla, dopo aver visto quei poveri animali essere torturati in quel modo." disse Talie in tono feroce, puntando furiosamente il dito contro Haz che incrociò le braccia sul petto.

"Bene, beh continua a farti girare le scatole riccioli d'oro perché io sono ancora incazzato, non solo perché non verrai al festival della carne con me, come avevi promesso avresti fatto- ma perché ci andrai con un mucchio di persone che neanche conosci, per protestare contro il cibo!" esclamò Haz, muovendo le braccia in aria e Talie lo ignorò, aprendo il frigo.

"Andremo a protestare è vero! I festival della carne sono disgustosi- cioè, perché mai esistono-"

"Perché diavolo protestate?! Gli animali sono già morti e cucinati nei rotoli di salsiccia- che sono deliziosi tra parentesi. Alzando i vostri piccoli manifesti e indossando quei brutti cappelli di anguria, non farete nulla." la interruppe Haz e Talie sbatté il frigorifero chiudendolo, stringendo forte la maniglia, prima far scattare la testa verso Haz.

"Ah sì, pensi che i nostri cappelli di anguria siano stupidi!? Noi siamo orgogliosi vegetariani mentre tu indosserai un cappello a hot dog al festival!" disse Talie, alzando la voce.

"Orgogliosi vegetariani il mio culo, tu hai smesso di mangiare carne la scorsa settimana, dopo aver visto un video sulla sensibilizzazione degli animali al macello, ed il mio cappello a hot dog è dannatamente fantastico grazie mille." ribatté Haz, estraendo rabbiosamente una banconota da un dollaro e gettandola verso di me, senza staccare gli occhi da Talie. Io sorrisi, afferrando il barattolo delle parolacce dalla cima della credenza e inserendoci i soldi dentro.

"Se guardassi quel video, anche tu non vedresti più la carne nello stesso modo. Perché la prendi così sul personale, andrò a protestare contro il festival della carne, non contro di te!" scattò Talie.

"Sì, quando tiri in ballo e attacchi il bacon in una conversazione, come hai fatto l'ultima volta che ti ho parlato, diventa una questione personale." rispose Haz in tono serio.

"Sai cosa, non posso continuare a discutere con te adesso, devo prepararmi per la protesta con il club dei vegetariani." disse Talie, facendo ad Haz un sorrisetto falso e lui strinse gli occhi verdi verso di lei, prima di vederla camminare via.

"Non camminare via da me! Questa conversazione non è finita finché non lo dico io!" urlò Haz e Talie lo ignorò, diretta alla porta.

"Succhiati l'anatra! (suck your duck!)" urlò lei, prima che il suono della porta sbattuta echeggiasse attraverso la stanza.

Haz rimase all'ingresso, fissando la porta incredulo, prima di sbattere un piede a terra.

"Adesso la conversazione è finita!" gridò, anche se Talie se n'era già andata, poi uscì dalla stanza e risalì le scale, borbottando imprecazioni sottovoce.

Cadde il silenzio in cucina, prima che Carlos facesse un basso fischio.

"Diamine, anche le versioni mini di voi stanno sempre a scannarsi a vicenda." disse Carlos, guardando verso me ed Harry e noi ci accigliammo.

"Beh cambiando argomento, nostro figlio Pedro compie cinque anni, pensate che a Talie e Haz andrà bene sorvegliare la festa del suo compleanno in piscina a casa nostra domani?" chiese Mandy ed Harry condivise un piccolo ghigno furbo con me.

"Penseremo a qualcosa." disse Harry con ghigno subdolo che sembrava intonarsi al mio.


++


Harry ed io eravamo seduti uno accanto all'altra mentre lui guidava, piccoli sorrisi sui nostri volti mentre lui canticchiava con la musica alla radio, picchiettando le lunghe dita sul volante mentre io muovevo a ritmo la testa, diretti in auto verso la casa di Mandy e Carlos.

"Che splendida giornata, non è una splendida giornata Harry?" dissi in tono allegro, voltandomi verso di lui che fece un sospiro contento.

"Sì Nat, proprio splendida. Molto tranquilla, molto calma." concordò, fermandosi ad uno stop, prima di voltarci simultaneamente oltre i sedili per guardare i nostri figli legati insieme con una corda, asciugamani puliti sulle bocche; rilasciarono urla soffocate mentre noi semplicemente sorridevamo.

Haz sputò il piccolo asciugamano dalla bocca, provando a muoversi dalla sua restrizione, i polsi legati a quelli di Talie da dietro, i due adolescenti schiena contro schiena, entrambi ad agitarsi e a strattonare.

"Hai mentito! Avevi detto di avere il pollo fritto! Non c'è nessun pollo fritto qui! Questo è abuso! Abuso!" urlò Haz ed alzai la musica alla radio con un ghigno.

"No Haz tesoro, abuso è quando hai avuto quella fase dove continuavi a dire 'la tua di faccia' o 'la tua di madre' ogni cinque secondi." commentai, sollevando i piedi sul cruscotto della mia macchina e appoggiandomi con la schiena al sedile, prima di sentire Talie sputare il suo bavaglio.

"Non avrei mai dovuto fidarmi quando hai detto di avere un cucciolo in macchina papà." ribollì lei ed Harry ridacchiò, ignorando sua figlia.

"Dove avete comprato voi due la corda?" chiese Haz con scetticismo ed io ed Harry ci guardammo con un sorrisetto furbo.

"Dal ferramenta!" annunciai in tono gioioso, alzando una mano per quella di Harry.

"Paghi una, l'altra è gratis!" aggiunsi con un sorriso trionfante ed Harry mi diede il cinque, entrambi ghignando verso la strada e sentimmo i nostri figli fare un gemito esasperato all'unisono.

"Sul serio? Un cucciolo?" commentò improvvisamente Haz con uno sbuffo condiscendente dal bagagliaio, rivolgendosi a Talie.

"Sul serio? Un cartoccio di pollo fritto- no, davvero, come non detto visto che sei tu." iniziò lei mentre la tensione nella macchina aumentava.

Ci fu silenzio per un momento, solo la musica suonava nel veicolo ed i due adolescenti rimasero con il broncio, silenziosi nel bagagliaio.

"Sono impressionato, voi due vi state comportando meglio di come pensavamo-" iniziò Harry, guardando i ragazzi attraverso lo specchietto retrovisore.

"Baldracca di libri."

"Prostituto di carne."

"Come non detto." sospirò Harry.

"Quattrocchi."

"Aspirante criminale."

Il sussulto di Haz echeggiò attraverso l'auto.

"Rimangiatelo." disse in tono di tradimento.

"Non puoi imbrogliare nessuno, hai tutte A, un'anatra domestica, e vivi in uno dei quartieri più tranquilli della nostra città. La vita da criminale non ti ha scelto e mai lo farà." dichiarò Talie in tono compiaciuto, alzando il mento.

"Sai cosa Talie, non sei mai stata la mia vera OG (original gangster) ed io ti cancello come mio mordicchio (nibbler)!" scattò Haz, facendo sussultare Talie questa volta.

"Tu non puoi- tu non puoi solo cancellarmi-"

"Beh l'ho appena fatto cracker insipido."

"Non siamo ancora arrivati?" chiesi con un gemito, quando i due continuarono a litigare nel bagagliaio, prima di sentire un tonfo dietro di noi e mi voltai sul sedile.

"Togliti di dosso!" urlò Haz e Talie inclinò la testa all'indietro e rise maniacalmente, portando tutto il suo peso su Haz, dato che erano legati una con l'altro.

Improvvisamente mi raddrizzai sul sedile, con un'idea in testa e tornai alla radio, mettendo la canzone alla quale, sia mio figlio che la figlia di Harry, non potevano assolutamente resistere.

I loro battibecchi si fermarono quando la voce dei Backstreet Boys suonò attraverso l'auto mentre io canticchiavo leggermente la canzone I Want In That Way.

Harry capì quello che stavo facendo, sorrise ed alzò il volume mentre io guardavo nello specchietto, controllando le espressioni sorprese che Talie e Haz stavano sfoggiando.

"Haz..." disse Talie in modo cauto.

"Talie..." rispose Haz, copiando il suo tono.

"Lo so che stiamo litigando proprio adesso... ma..."

"Facciamo pausa e ci diamo dentro con questa canzone e poi continuiamo a litigare ad oltranza?" offrì Haz e vidi i ricci della testa di Talie fare su e giù dallo specchietto retrovisore.

"Sì ti prego." disse lei, entrambi le loro voci in tono d'affari, come se stessero conversando di una questione importante.

"Va bene, affare fatto."

"But we, are two worlds apart..." Talie alzò la testa in tono drammatico, cantando.

"Diamoci dentro." commentò Haz con voce incoraggiante e chiuse gli occhi, come se stesse sentendo la musica dal profondo dell'anima, entrambi immergendosi nella canzone.

"Can't reach your heart."

"Your heart." fece eco Haz.

"When I say, I want it that-"

"Don't wanna hear you!" cantò Haz, tenendo le note alte e Talie fece lo stesso con quelle basse.

"Tell me why." Talie portò la testa indietro.

"Ain't nothin but a heartbreak." iniziò Haz a muovere il bacino, anche se legato.

"Tell me why."

"Ain't nothing but a mistake."

Ed è così che continuò il viaggio in auto, con entrambi che facevano a turno per ogni strofa, fino a cantare all'unisono.

Molto male forse potrei aggiungere, ma fu carino vedere quei due andare di nuovo d'accordo ed Harry ed io ci scambiammo dei piccoli sorrisi dai sedili anteriori.

"Wooh! Siamo andati forte! Non può batterci nessuno!" esclamò Haz gioioso e Talie saltellò per l'emozione alla fine della canzone.

"E hai spaccato con quel falsetto che hai fatto." si complimentò Talie con un sorriso e si scambiarono un ghigno.

E poi quei sorrisi caddero contemporaneamente.

"Non posso credere che andrai al festival della carne solo per metterti contro di me-"

"Contro qualcosa che credo sia sbagliato, non contro di te-"

"Oh già, che hai deciso essere sbagliato quando- tipo una settimana fa?"

Beh, è stato bello finché è durato.

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