Episode 4: Home Cooked pt 2
N/T:
visto che si tratta di un sequel, ci sono dei riferimenti a cliché che vi invito a leggere. questo per dirvi che per rendere più chiaro questo capitolo, bisognerebbe fare delle precisazioni ma da me non avrete alcuno spoiler.
quando leggo una storia, generalmente lo faccio quasi come se stessi guardando la tv perciò ho deciso di inserire delle gif aggiuntive o delle immagini che riportano al comportamento dei protagonisti o per rendere più chiaro un termine. se vi infastidiscono ditemelo che magari provvederò alla spiegazione scritta.
buona lettura xx
***
Nat
"Ti sei accorto che Haz raramente fa colazione o cena a casa nostra durante i fine settimana?" chiesi, guardando Aaron che alzò lo sguardo dal suo cellulare per fissarmi con le sopracciglia aggrottate.
"No." fece spallucce mentre abbassavo la fiamma del fornello, gli lanciai uno sguardo omicida al quale rispose arricciando le labbra per sollecitarmi a baciarlo ed io appoggiai la spatola che avevo in mano contro le sue labbra.
"No." dissi, imitando il suo tono e sorrise contro l'utensile da cucina mentre mi guardava.
Haz improvvisamente entrò in cucina, prese uno sgabello e ci salì sopra per afferrare velocemente un piatto dallo scolapiatti vicino al lavello, prima di infilarselo sotto il braccio e guardarci.
"Bene, sto uscendo, torno presto." disse Haz, colpendosi il petto e facendo il gesto della vittoria prima di provare ad andarsene, camminando veloce con le sue gambotte da bambino di seconda elementare, verso la porta principale nel suo pigiama con i soldi stampati e il piatto sotto al braccio, ed io e Aaron ci scambiammo un'occhiata.
"Aspetta Haz, in realtà ho preparato la colazione per te." dissi emozionata, sporgendomi dal bancone quando mio figlio si fermò per fissarmi.
"Oh, grande, che cosa abbiamo, cereali?" chiese Haz speranzoso, camminando verso l'isola della cucina dalla quale potevo scorgere solo i suoi capelli afro e la fronte, e ci appoggiò il piatto, sbirciando sopra il bancone per guardarmi.
"No, ho cucinato la colazione questa volta." dichiarai con un sorriso fiero, raddrizzando la schiena, e la bocca di Haz si spalancò prima di guardare verso suo padre.
"Perché lasci che mi punisca in questo modo." sussurrò verso suo padre, come se fosse stato tradito, ed Aaron mi rivolse la sua attenzione.
"Woah tesoro, qualsiasi cosa Haz abbia fatto possiamo parlarne, non devi cucinargli i pasti, è crudele e strano." si preoccupò Aaron tutto serio, gli occhi azzurri spalancati e mi prese le mani tra le sue, facendomi abbassare lentamente la spatola e spostai lo sguardo con le sopracciglia alzate tra mio marito e mio figlio.
"Oh basta, non sto cercando di punirti- Io solo, non lo so, volevo solo prepararti i pancakes visto che non l'ho mai fatto." spiegai, riaggiustandomi il grembiule sul corpo e mostrando loro le mie creazioni che si stavano cucinavano nella padella.
"Oh. Per tutto questo tempo pensavo che stessi cucinando a caso due piccoli sassi neri nel fornello." Aaron rise e lui ed Haz guardarono verso i pancakes bruciacchiati con disgusto mentre io girai la testa per guardarlo di traverso.
"Sì, sono le tue palle, ne vuoi?" offrii in tono monotono, spingendo la padella più vicina ad Aaron che sorrise scuotendo la testa e alzò le mani in segno di resa. Haz fece un lento "oohh..." portandosi la piccola mano davanti alla bocca ad 'O' nonostante al momento sembrasse abbastanza annoiato da quella conversazione.
"Beh, io non voglio mangiare le palle di papà perciò adesso me ne vado." disse Haz, afferrò di nuovo il piatto e lasciò la cucina. Sia io che Aaron lo guardammo camminare lungo il corridoio finché non sentimmo il suono della porta principale venire aperta e chiusa, segno che Haz se ne fosse andato.
"Vedi cosa voglio dire." dissi sconfitta, abbassando la padella e la spatola, incrociai le braccia al petto e fissai il muro mentre Aaron veniva accanto a me, mi accarezzò una spalla e mi baciò una guancia.
"Aw piccola non essere triste, la tua cucina non è così male." provò a dire cercando di farmi stare meglio ed io lo guardai con un sorriso furbo.
"Grande, perciò vuol dire che mangerai il pranzo che ti ho preparato questa mattina giusto?"
Aaron si irrigidì, le sue mani ferme sulle mie braccia prima di toglierle lentamente dal mio corpo.
"Oh diamine, hai visto che ore sono tesoro- scusa lo sai che faccio tardi per il lavoro e-" non finì nemmeno di parlare e iniziò a correre, scappando così veloce che giuro di aver visto del fumo uscirgli dalle scarpe. e risi e inseguendolo, rincorrendo mio marito intorno alla cucina con la borsa del suo pranzo che avevo afferrato dall'isola.
"Solo un assaggio." scherzai, provando a prenderlo, entrambi ci fermammo in punti opposti del bancone, ghignando una verso l'altro.
Lui strinse gli occhi in modo giocoso.
"Non puoi costringermi." ridacchiò, mi fece la linguaccia prima di correre verso di me, mi diede un bacio cogliendomi di sorpresa e corse fuori dalla stanza.
Provai ad inseguirlo solo per trovarlo radunare e afferrare le sue cose velocemente e dirigersi verso la porta.
"Oh dai Aaron mi sono impegnata per cucinarti il pranzo!" provai a farlo ragionare, non disturbandomi di seguirlo ancora, con il petto che si muoveva su e giù, mentre ci guardavamo a vicenda attraverso l'ingresso.
"Ti amo!" fu tutto quello che disse prima di sbattere la porta dietro di sé, lasciandomi tutta sola nella stanza e le mie spalle crollarono per la delusione.
Sospirai, gettando la borsa dei panini su cui avevo messo tutto il mio impegno per renderli perfetti per quasi quaranta cinque minuti e poi guardai i pancakes carbonizzati, ne presi uno in mano e gli diedi un morso solo per spuntarlo e fare una smorfia schifata.
Immagino di sapere perché Haz salti la colazione qui e vada da un'altra parte.
E sono abbastanza sicura anche di sapere esattamente dove vada a mangiare.
++
"Come va miei tesorini bianchi, cosa c'è per colazione?" vidi e sentii mio figlio dire, sedendosi al bancone della cucina sopra un alto sgabello della casa di Harry mentre io sbirciavo dalla finestra aperta del porticato d'ingresso, fissando il tradimento del sangue del mio sangue con gli occhi spalancati.
Schiacciai la faccia contro il vetro, guardando mentre Haz e Talie parlavano nei loro pigiami e d Harry cucinava quello che odorava delle sue fantastiche uova all'occhio di bue e frittelle di patate nel fornello, facendo saltare e speziando le cose in modo esperto prima di disporre tutto l'occorrente.
Si voltò con un sorriso con fossette quando vide entrambi i bambini sporgere i piatti e avvicinò la padella, trasferendo la colazione da acquolina in bocca nei loro piatti mentre io guardavo quel cibo.
Dio aveva un odore delizioso.
"Dì a tua mamma che può entrare quando vuole." Harry improvvisamente ghignò ad Haz, senza neanche guardarmi, sorseggiando il suo caffè, ed io mi irrigidii alla finestra mentre mio figlio mi individuò con lo sguardo.
"Puoi entrare, lo sa che sei stata lì per cinque minuti buoni, sennò perché pensi abbia lasciato la finestra aperta?" urlò Haz ed un lento sorriso imbarazzato si formò sul mio volto quanto tutte e tre le teste si voltarono verso di me che, in piedi alla finestra, sventolai la mano per salutare.
"No non importa, Haz è già qui e non voglio mettermi in mezzo perciò... se magari accidentalmente lanciate una frittella qui fuori dalla finestra e arriva dritta sulla mia faccia, non avrei nulla da ridire." dissi con eccitazione, mettendomi in punta di piedi. Harry ridacchiò e sussurrò qualcosa ai due bambini di fronte a lui che scoppiarono a ridere.
"Stai sparlando di me Styles?" chiamai facendo finalmente girare Harry che mi sorrise con un ghigno con le fossette, ma non disse niente, prima di iniziare a fare altro.
Rimasi lì in piedi e aspettai per un po', domandandomi quando qualcuno sarebbe stato al gioco e mi avesse tirato un pezzo di cibo. Poi vidi Harry camminare verso la porta principale, la aprì e fece qualche passo nel porticato nel quale mi trovavo finché i nostri occhi si incontrarono, un'espressione confusa nel mio volto e una furba nel suo.
È stato allora che vidi il piatto di uova strapazzate e frittelle di patate che teneva in mano.
Harry, Haz, e Talie preferivano le uova all'occhio di bue.
"Harry mi sento in colpa non posso-" iniziai, non volendo che si preoccupasse di preparare da mangiare anche per qualcun altro e lui rise.
"Oh questo? Questo non è per te." Disse ed io mi accigliai, sentendomi stupida ad averlo pensato e rimasi immobile, il mio sguardo si spostò dal cibo al suo viso.
"No, è per il piccolo volpino nero di Pomerania che gironzola spesso in questo vicinato." spiegò con un ghigno, fece girare il piatto nella sua mano ed io fissai il cibo.
"Oh, per il cane." deglutii, rispondendo immediatamente anche se tutto quello a cui riuscivo pensare era affondare la faccia in quella frittella di patate.
"No, un cucciolo. Un piccolo perrito." disse Harry, l'ultima parola fece scattare il mio sguardo verso di lui e ci fissammo a vicenda, la realizzazione mi attanagliò a terra mentre lui avvicinava la colazione con un piccolo sorriso, assicurandosi di fischiettare casualmente e di soffermarsi con il piatto proprio sotto al mio naso.
"Già." disse semplicemente, sventolando la mano per portare l'odore del cibo caldo verso di me, con un ghigno malizioso, prima di appoggiarlo sul davanzale della finestra.
"Ci vediamo." Harry mi diede qualche colpetto sulla spalla in modo amichevole mentre io continuavo a fissare assiduamente il capolavoro che lui chiamava cibo, poi rientrò in casa, chiudendo la porta.
Mi aveva preparato la mia colazione preferita.
Con l'acquolina in bocca feci un lungo passo verso il davanzale della finestra, guardai il cibo con occhi famelici prima di appoggiare i gomiti sul cornicione.
"Come butta?" sorrisi, abbassando lo sguardo sulla colazione con le sopracciglia alzate e feci ruotare il piatto, controllandolo.
Huh, aveva dimenticato di metterci qualche pezzetto di bacon croccante sopra, amavo quando cospargeva il bacon sui suoi piatti nel periodo in cui vivevamo insieme.
Il treno di pensieri fu interrotto quando qualcuno improvvisamente aprì maggiormente la finestra facendomi fare un passo indietro e guardai Harry fissarmi da dentro casa con il piatto di cibo a dividerci.
"Scusa, ho dimenticato una cosa." disse, tenendo qualcosa nel pugno prima di aprire la mano proprio sopra il piatto, facendo scendere una pioggia di piccoli pezzi di bacon croccante canticchiando casualmente mentre io iniziavo ad iperventilare.
Lo sguardo di Harry si alzò dal piatto e vide l'espressione di trepidazione nel mio volto prima di riabbassare lo sguardo con un sorriso con fossette e piazzare una forchetta per completare il tutto.
"I volpini di Pomerania sanno usare le posate?" scherzai, sapendo che cosa stesse cercando di fare e lui fece spallucce.
"È una cagnolina intelligente." fu tutto quello che disse con un ghigno prima di chiudere la finestra.
Nel minuto in cui camminò via, iniziai a divorare il mio piatto, portandomi forchettate di frittella di patate alla bocca, curva sul davanzale della finestra prima di pensare: "al diavolo", e sedermi sul portico, sistemando il piatto nelle mie cosce e leccando via i pezzetti di bacon dalle labbra soddisfatta.
Masticai velocemente, portando la testa all'indietro e lo stesso gli occhi, tanto che probabilmente sembravo indemoniata da quanto buono era il cibo di Harry.
Mi era davvero mancata la sua cucina, e lui in generale ad essere onesta.
Mi leccai le dita e il piatto, lasciandolo pulito senza tracce di cibo, prima di appoggiarlo di nuovo al davanzale della finestra con un sorriso contento e pigro sul volto.
Sospirai, dandomi qualche colpetto sulla pancia e mi rialzai in piedi quando sobbalzai, un piccolo "oh merda" uscì dalle mie labbra alla vista di Harry ancora in piedi alla finestra.
Stava ghignando, le braccia incrociale al petto con una mano appoggiata ad un lato del viso, come se fosse perso nei pensieri, prima di spostare il suo sguardo dal piatto vuoto a me.
"Uh... ti sei perso il cucciolo. Già, lei ha mangiato-ha mangiato tutto, io solo, io non sono riuscita a fermarla." feci spallucce, facendo un respiro imbarazzato prima di infilarmi alle mani dentro alle tasche della mia felpa, scrollando le spalle del tipo 'che ci vuoi fare' ed Harry alzò un sopracciglio verso di me.
"Oh davvero?" biascicò, sporgendosi e appoggiando i gomiti sul davanzale mentre io arricciavo le labbra, annuendo ed evitando il suo sguardo.
Lui fece una risatina per la mia reazione, afferrò il piatto vuoto e fece per andarsene, poi però si fermò e tornò a guardarmi.
"Hai un piccolo..." iniziò con un ghigno, indicando il suo mento, facendomi spalancare gli occhi ed imprecare sotto voce, velocemente pulendomi qualsiasi traccia di cibo che mi era rimasta sulla faccia.
"Ho del succo d'arancia per concludere. Vieni, è in casa." disse Harry, facendo un cenno con la testa per invitarmi ad entrare ed io sorrisi.
"Oh dolcezza, accetto." dissi con un ghigno emozionato ed entrambi camminammo verso la porta, Harry la aprì e mi fece entrare mentre Haz e Talie si sporsero verso di me all'entrata, applaudendo.
"Cos'era quello, tipo cinque secondi per annusare tutto il cibo." rise mio figlio quando presi posto accanto a lui.
"Ah sei solo geloso che la tua mamma può distruggerti in quello che riguarda il cibo." ribattei, stringendo gli occhi verso di lui e lui fece lo stesso mentre Harry versava i bicchieri di succo.
"Oh, cosa stai leggendo tesoro?" chiesi a Talie che spinse il libro attraverso il bancone nella mia direzione.
"È sul linguaggio dei segni, volevo impararlo." fece spallucce con un sorriso orgoglioso mentre io sfogliavo le pagine, lasciando che sporgesse le piccole braccia e mi mostrasse ogni cosa che aveva attirato la sua attenzione quando l'aveva letto. Haz si unì a noi.
"Yo devi insegnarmi qualcosa, so solo come dire la parola con la F nel linguaggio dei segni che non è veramente linguaggio dei segni." scherzai ed un ampio sorriso illuminò il viso di Talie quando alzò lo sguardo verso di me.
"Veramente?" chiese, i suoi occhi verdi si riempirono di ammirazione ed io annuii.
Spostai lo sguardo da lei per girarmi verso Haz quando poi vidi con la coda dell'occhio Harry. Mi voltai verso di lui, trovandolo a guardare me e i bambini con un piccolo sorriso di tenerezza sul volto, si accigliò quando si accorse che lo stavo guardando e spostò lo sguardo, continuando a versare da bere con un leggero rossore sulla punta delle orecchie.
"Buongiorno!" esclamò Cynthia, entrando in cucina già vestita da palestra ed Harry appoggiò sull'isola tutti i bicchieri, salutando sua moglie.
"Buongiorno." disse Harry, sporgendosi per baciarla ed io presi il mio bicchiere, girandomi imbarazzata nello sgabello e iniziando a tracannare dal mio alto bicchiere, senza smettere finché non fu completamente vuoto e mi sforzai di pensare al succo d'arancia.
Il succo d'arancia è così buono.
È così bello e arancione.
Così delizioso- oh e loro si stanno ancora baciando, proprio sì, io amo il succo d'arancia.
"Nat, è un piacere vederti! Tuo figlio viene qui spesso." Rise Cynthia quando lei ed Harry si staccarono ed io piazzai il mio bicchiere vuoto a testa in giù nel bancone, mi pulii la bocca con il palmo della mano e annuii, facendo un sorriso a disagio.
"Ah già. La mia cucina fa cagare perciò sono qui." dissi, alzando leggermente le mani e muovendole in modo imbarazzante.
"Ma giuro che ti pagherò per il cibo e tutto." dissi velocemente ed Harry scosse la testa.
"Non serve, Haz sta già pagando." rispose Harry facendomi guardare con gli occhi spalancati verso mio figlio sorridente.
"Tu hai soldi ometto?" chiesi con un sopracciglio alzato.
"No, lui mi sta insegnando come fare una stretta di mano figa." informò Harry, portando la sua grande mano di fronte a quella piccola di Haz.
"Nah devi battermi la mano come a darmi un cinque di traverso, non stringermi la mano, poi mi dai il pugno." disse Haz con la bocca piena di bacon ed Harry riprovò, entrambi fecero il saluto, Haz facendo i movimenti con facilità mentre Harry più esitante, rendendo la stretta confusa e fuori tempo.
"Il mio papà è troppo bianco per questo." sospirò Talie accanto a me, facendomi voltare e fare una leggera risata.
"Quindi... quando finisce questo saluto?" chiese Harry, fissando intensamente la sua mano e quella di mio figlio, continuando a schiaffeggiare e fare il pugno a non finire.
"Amico avrebbe dovuto finire tre pugni fa." informò Haz con un'espressione annoiata e Talie ed io scoppiammo a ridere mentre Cynthia afferrava un frutto dalla ciotola della frutta.
"Aspetta, amore dove stai andando?" disse Harry, spostando lo sguardo dal saluto con mio figlio solo per un breve momento prima di riconcentrarsi di nuovo, e Cynthia prese una bottiglia di acqua dalla dispensa.
"Lo sai che faccio yoga ogni mattina con le ragazze tesoro." sorrise Cynthia, alzandosi in punta di piedi per baciare una guancia di Harry mentre lui le lanciò un'occhiata.
"Già, ma la tua di ragazza?" provò, facendo un cenno con la testa verso Talie che stava silenziosamente sfogliando le pagine del suo libro sul linguaggio dei segni.
"Non importa, lo capisco." disse Talie, alzando lo sguardo dal libro e sua madre fece il giro del bancone, le baciò la fronte strofinandole la schiena.
"Grazie tesorino." sorrise Cynthia.
"Ciao Haz, ciao Nat." disse, salutando, afferrò il tuo tappetino da yoga ed uscì dalla porta.
Talie continuò a fissare la pagina con lo sguardo triste e perso, poi appoggiò il pollice alla fine della pagina per girarla, le sue piccole labbra rosee si imbronciarono e passai un braccio intorno alle sue spalle, accarezzandole un lato del braccio, spingendola verso di me mentre lei automaticamente appoggiò in risposta la testa contro il mio petto.
"Sai cosa, quale segno vuoi insegnarmi per primo?" chiesi, punzecchiandole giocosamente un lato del viso facendola sorridere, una fossetta comparve ad un lato della guancia e lei annuii con entusiasmo prima di tornare a guardare il libro.
"Quando finisce?!" Harry iniziò ad andare in panico, la sua voce tremava mentre il saluto con Haz diventava solo più veloce e complicato. Haz lo guardò male, mi fece un ghigno mentre io mi avvicinai di più a Talie, facendo un'occhiolino a mio figlio.
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"Fissare intensamente il salmone grigliato come per minacciarlo che lo violenterai in un vicolo più tardi, non lo farà cucinare più in fretta." informò Harry mentre io continuavo a fissare il pesce che cuoceva nella padella di fronte a me con gli occhi spalancati, non osando spostare lo sguardo prima di sporgermi verso.
"Cucinati piccolo stronzo." lo minacciai sottovoce, stringendo gli occhi determinata.
Avevo appena aiutato Harry con la vendita dei dolci, cucinando tutti i tipi di brownies, biscotti, muffin e vendendoli di fronte casa dato che gli amici di Haz e Talie passavano del tempo a casa di Harry.
Ovviamente la vendita era andata alla grande.
Ora era il turno di Harry ad aiutarmi.
"Va bene, va bene, datti una calmata." si intromise Harry piazzando le sue grandi mani sulle mie spalle e spingendomi via dal pesce, facendomi girare fino a quando non mi trovai faccia a faccia con il bancone, un grande recipiente di vetro davanti, ed altri ingredienti.
"Ricordi cosa ti ho detto riguardo all'insalata di patate?" chiese lui, facendo scorrere una mano tra i capelli corti e appoggiò i gomiti sul bancone accanto a me, sporgendosi e guardando il mio viso ansiosamente.
"Sì." annuii, ora concentrandomi e afferrai la maionese con espressione seria, aprendo il tappo e fissando il recipiente.
"Sette grandi cucchiai pieni di maionese-"
"Cinque." tossì Harry sul pugno, schiarendosi la gola prima di sorridermi.
Mi bloccai per un attimo, sbattendo le palpebre verso di lui prima di ritornare con lo sguardo sul recipiente.
"Sette grandi-"
"Non hai appena sentito quello che ho tossito?" rettificò Harry, colpendomi la fronte cogliendomi di sorpresa.
"A me piace la maionese." mi difesi velocemente ridacchiando, facendogli ruotare gli occhi al cielo ma seguii le sue istruzioni, prendendo cinque grandi cucchiai del condimento e gettando ogni cucchiaiata nel recipiente.
Poi iniziai a pelare le patate; Harry mi stava addosso, riposizionando le mie mani qui e lì, dicendo che dovevo concentrarmi sulle patate, non sulle mie dita.
"Oh merda!" imprecai sobbalzando, facendo cadere il pela patate e avvolgendo la mia mano nel piccolo asciugamano da cucina, stringendo i denti, facendo cadere ad Harry qualsiasi ortaggio stesse lavando nel lavandino e mi arrivò subito accanto.
"Fammi vedere. Idiota, ti sei tagliata? Probabilmente ti sei spellata cazzo- okay, sai cosa, basta, non ti lascerò più nelle vicinanze di utensili da cucina appuntiti, andiamo a pulire il taglio." mi rimproverò Harry, un tono di panico nella sua voce dura e si avvicinò alla mia mano coperta.
Deglutii, guardandolo con gli occhi spalancati prima di porre fine a quella sceneggiata; un lento ghigno si fece spazio sul mio volto e mi lasciai andare ad una risata malefica, poi tolsi l'asciugamano dalla mia mano, mostrandogli il dito medio con la mia perfetta mano non ferita e lui mi lanciò un'occhiataccia.
"Fottiti." disse, facendo spuntare un sorriso con le fossette mentre io continuavo a ridere in modo maniacale. Poi immerse un dito nel recipiente della maionese e me la spalmò sulla punta del naso mentre io ciondolavo intorno ridendo e prendendolo in giro.
Mi pulii velocemente il cibo dal viso con un sorriso, Harry borbottò un "torna a lavoro", spingendomi leggermente per la testa con una mano ed io ridacchiai, per poi tornare con lo sguardo sulle patate.
Osai guardare di nuovo il volto di Harry, trovandolo a lavare le verdure con la testa bassa e un piccolo sorriso, scosse la testa ed io mi morsi un labbro per trattenermi dal sorridere come un'idiota, prima di tornare a pelare le patate.
Il suo sorriso mi faceva felice.
Dopo aver terminato con la cottura del salmone, Harry me lo fece speziare, per poi impiantarlo in un piatto pulito con accanto una perfetta insalata di patate.
"Sembra buono." approvò Harry quando finii il tutto, alzò una mano per darmi il cinque ed io guardai il suo anulare.
"Hey, dov'è il tuo anello?" chiesi, rimanendo con la mano in aria e lui diede un'occhiata alla sua mano.
"Oh sì, è sul bancone, preferisco toglierlo quando devo cucinare." spiegò Harry facendo spallucce, afferrò qualcosa da dietro al bancone, accanto al lavello, prima di mostrarmi la fede del suo matrimonio con Cynthia, infilandosela al dito.
"Huh, avrei potuto farlo anche io, voglio dire, non lo tolgo molto spesso perciò-" iniziai, abbassando lo sguardo sulla mia mano per poi immobilizzarmi sul posto in panico.
Non avevo più la fede al dito.
"Ohhhhhh no-no-no-no-no-no-no." ripetei velocemente sottovoce, dando di matto psicologicamente, ed Harry guardò la mia mano aperta.
"Aspetta dov'è la tua- oh non dirmi che hai..." disse Harry iniziando a realizzare, fece scattare il suo sguardo verso i miei occhi spalancati e mi presi un labbro tra i denti.
"Mhmm." annuii, le labbra strette fermamente insieme ed iniziai a iperventilare leggermente.
"Mentre stavamo-"
"Mhmm."
"Ed è-"
"Mm-fottutamente-hm." confermai sofferente, entrambi ci fissammo con gli occhi spalancati, la realizzazione che lentamente ci colpiva. Entrambi corremmo a sinistra verso i dolci della vendita, freneticamente, tirandoli fuori dal frigo e appoggiandoli grossolanamente sul bancone.
"Ti ricordi l'ultima volta che lo avevi al dito mentre cucinavamo?" chiese Harry mentre strappavamo alla rinfusa ogni confezione di dolci, uno per uno.
"No, non me lo ricordo!" andai in panico mentre scavavo, facendo a pezzi un brownie ed Harry faceva lo stesso con un tortino.
"Cosa vuol dire che non ti ricordi!" scattò lui, entrambi oltrepassando il corpo dell'altro con le braccia, per controllare il prossimo dolce fatto in casa ed iniziai a sudare.
"Stronzo vuol dire che non me lo ricordo!" dissi, i nostri volti erano a pochi centimetri di distanza visto che, nel processo di prendere i dolci dalla parte opposta a dove ci trovavamo rispettivamente, eravamo praticamente una sull'altro.
Pezzi e pezzetti di dolci volavano nell'aria finché non fu distrutto anche l'ultimo brownie, ma del mio anello non c'era traccia.
Feci un sospiro stanco, lasciandomi andare lentamente sul bancone e appoggiandoci la fronte contro per riprendere fiato con gli occhi chiusi.
"Oh dio qualcuno potrebbe fottutamente soffocare o ingoiare un pezzo di gioiello, tutto perché io sono un'imbecille. Non volevo mettere nessuno in pericolo, dio mi sento così in colpa- mi sento male se-"
"Hey, non preoccuparti," una grande mano familiare mi strofinò esitante la spalla ricurva per confortarmi e sentii Harry farsi più vicino.
"Che cos'è, 2.5 carati? L'enorme pietra sull'anello non entrerà nemmeno dentro gola di qualcuno, non ti preoccupare." mi assicurò ed io feci un grugnito di sconforto.
"Se può infilarsi un pene nella gola di una persona allora anche un diamante può." dissi, la mia voce ovattata visto che avevo ancora la faccia contro il bancone.
Harry non disse più niente, non penso sapesse che cosa dire in realtà, visto che la sua mano sulla mia spalla si irrigidì, finché lentamente non la tolse dal mio corpo, schiarendosi la gola imbarazzato.
"Pensi che tuo uh- mar- Aaron si arrabbierà quando scoprirà dell'anello?" chiese Harry con uno strano tono di voce.
"Non ne sarà felice, te lo posso assicurare." fu la mia risposta, spalmandomi ancora di più sul bancone.
Ci fu un momento di silenzio e poi sentii i passi di Harry sorpassarmi.
"Torno subito, tu rimani qui." disse velocemente ed io alzai la mano, unendo l'indice e il pollice, facendogli il segno di 'okay', senza alzare la testa.
Aaron si sarebbe incazzato, era lui che aveva scelto la mia fede.
Era stato ridicolo; mi ricordo ancora lui pronunciare quella stupida frase: "più grande è il diamante, più grande è l'amore", anche se in realtà non mi importava cosa ci fosse sull'anello, diamante o non diamante.
Dopo qualche minuto sentii qualcuno rientrare nella stanza e un dito picchiettarmi gentilmente la spalla.
"Ho qualcosa per te." disse Harry, aprii gli occhi e alzai la testa dal bancone per guardarlo, solo per essere presa alla sprovvista da quello che mi ritrovai di fronte.
Nella sua mano aperta c'era la mia vecchia fede.
L'anello di matrimonio con il quale Harry mi aveva fatto la sua promessa, quello che avevo indossato e mai tolto quando stavamo insieme, quello che avevo sfilato dal mio dito quando avevo deciso di lasciarlo in quel giorno terribile.
"Tu... tu l'hai tenuto." dissi lentamente incredula, mi raddrizzai e presi con esitazione il piccolo gioiello che significava così tanto per me, sentivo gli occhi di Harry addosso mentre tracciavo il semplice oro dell'anello con un piccolo diamante incastonato della dimensione di un sassolino.
Harry ed io non volevamo usare alcuna cifra esorbitante del denaro dei nostri genitori per comprarci gli anelli, avevamo risparmiato e pagato i nostri anelli a vicenda.
Controllai l'interno della fede, trovando le nostre iniziali che avevamo richiesto di incidere.
N & H.
"Io uh, l'ho tenuto e stavo pensando, non lo so, che se la tua fede con Aaron davvero significa così tanto per te, che potresti- tu potresti venderlo immagino... per comprarne uno nuovo..." iniziò Harry in tono triste, senza guardarmi negli occhi e strofinandosi il retro del collo in imbarazzo.
"Voglio dire, potresti anche, non lo so, cambiare le incisioni delle iniziali se volessi e potrest-" il resto della frase non uscì dalle sue labbra quando vide che mi stavo infilando il nostro vecchio anello di matrimonio sull'anulare, sentendomi come in trance e i ricordi di quando stavo con Harry mi riempirono la testa, tutti in una volta.
Guardai l'anello che avevo dimenticato, sul mio dito, così felice di vederlo, così felice di sapere che esisteva e ricordando tutti i momenti passati insieme mentre sentivo l'oro freddo sulla pelle.
Come se mi appartenesse.
"Nat, perché stai- perché stai piangendo?" parlò Harry improvvisamente, piazzando una grande mano calda sulla mia spalla e mi guardò con preoccupazione, facendomi realizzare che calde lacrime mi stessero scorrendo sul viso e sorrisi, ridacchiando leggermente e scuotendo la testa.
"Mi dispiace, non preoccuparti sto bene," tirai su con il naso, sorridente, sentendomi senza respiro e abbassai lo sguardo sul mio anulare, prima di asciugarmi le lacrime.
"Io solo, sono davvero felice, non pensavo- io non pensavo che lo avrei rivisto e significa così tanto per me." cercai di spiegare, ridendo per quanta gioia mi avesse riempito il cuore, tolsi l'anello e lo strinsi contro il mio petto, sorridendo ad Harry con gli occhi lucidi mentre lui mi guardava in puro shock e meraviglia.
La sua espressione si trasformò in qualcosa di molto familiare e si avvicinò, mi asciugò una lacrima solitaria con una mano ed i miei occhi si chiusero al suo tocco, facendo una smorfia giocosa che lo fece ridacchiare.
La sua mano rimase sul mio viso e accolsi con il cuore quel calore, quasi sforzandomi di non sporgermi verso il tuo tocco, prima che lui si allontanasse.
"Nat io-"
"Papà! Nat!" Talie si precipitò nella stanza, facendo voltare sia me che Harry al tono di urgenza nella sua piccola voce e ci guardò con gli occhi spalancati e agitati.
"Uno degli amici di Haz sta soffocando con qualcosa che ha mangiato nel suo brownie!" esclamò in panico, indicando la porta principale ed Harry ed io ci scambiammo uno sguardo prima di correre fuori, trovando uno dei bambini di nome Eric soffocare e tossire forte dai polmoni sull'erba dietro un cespuglio mentre Haz continuava a dirgli di "non farci causa."
Sentimmo il rumore di un'auto parcheggiare dall'altra parte della strada, facendoci realizzare che era la mamma di Eric che era venuta a prenderlo.
"Tu ti occupi della madre, io penso al bambino." disse Harry e io risposi con un piccolo "va bene" prima di separarci.
"Come va Clara, non ti- non ti vedo da una vita, come te la passi!" praticamente urlai attraverso la strada, correndo velocemente verso la mamma di Eric e stringendola in un abbraccio che la colse di sorpresa, prima di guardare oltre la mia spalla, verso Harry.
Ora stava dietro ad Eric, facendo la manovra di heimlich, anche se da questa angolazione sembrava che stesse scopando violentemente il bambino sul suo prato.
Oh dio.
"Sì, è bello vederti-"
"Oh aspetta! Aspetta questa è, woah questa è un'auto nuova!" la interruppi, voltandola velocemente verso il suo SUV parcheggiato, in modo che non vedesse Harry e lei mi lanciò un'occhiataccia.
"Um no.... non lo è." disse, tentando di allontanarsi.
"E cos'è questo rumore?" chiese, quando i conati si sentirono attraverso la strada, provando a voltarsi, ma io la trattenni nella stessa posizione.
"Oh no penso di aver visto un graffio." mentii, indicando un punto nella carrozzeria e Clara si sporse verso, strizzando gli occhi e aggrottando le sopracciglia.
"Io non vedo niente-"
"Hey Clara! Hey Nat!" salutò Harry, facendoci voltare per trovarlo con un Eric sano e salvo accanto, che contava una mazzetta di soldi nelle mani.
"Hey Harry! Hey Eric!" dissi con fin troppo entusiasmo, Harry ed io ci scambiammo un sorriso mentre Eric e sua madre si guardarono con una strana espressione.
"Ti sei divertito?" chiese Carla a suo figlio, camminandogli incontro ed Harry si mise dietro di lei, in piedi accanto a me mentre Eric rimaneva zitto, guardando nella nostra direzione.
"Beh...." ghignò Eric con un tono di voce acuto.
Harry allora alzò un'altra banconota da venti dollari nella mano, dietro alla mamma di Eric.
"Certo! Mi sono divertito tantissimo!" dichiarò Eric con un sorriso da oscar e Clara gli pizzicò amorevolmente una guancia, poi si voltò, facendo nascondere velocemente ad Harry i soldi dietro la schiena ed entrambi sorridemmo.
Clara ed Eric entrarono in auto e Harry fece scivolare subdolamente la banconota nella mano del bambino mentre Haz e Talie ci guardavano dal portico di casa.
Harry ed io sventolammo la mano rapidamente con ampi sorrisi forzati sul volto, finché l'auto non sfilò via. Sentii Harry piazzarmi qualcosa sulla mano che tenevo dietro la schiena, feci scorrere le dita contro la superficie dura del piccolo oggetto, già sapendo si trattasse del mio anello di matrimonio con Aaron.
Guardai Harry con espressione riconoscente, alla quale lui rispose semplicemente sorridendo e annuendo, prima di ritornare in casa.
Guardai oltre le mie spalle quando iniziò a parlare con i nostri bambini alla porta principale, prima di abbassare lo sguardo verso le due fedi nella mia mano.
L'anello con il diamante di Aaron e quello inciso di Harry.
Solo uno mi apparteneva veramente.
E faceva male sapere qualche dei due fosse.
++
"Sono serio quando dico che ha un gusto di merda, pensavo di mangiare qualcosa di buono per cena." disse Aaron, pulendosi la bocca e la lingua con uno strofinaccio da cucina ed io mi imbronciai.
"Oh dai, mi sono impegnata per la zuppa di cozze, pensavo sarebbe stato carino cucinare una cena fatta da me per una volta." ragionai mentre Aaron afferrava rapidamente le chiavi e il cappotto, anche se era appena tornato da lavoro.
"Ascolta, ho avuto una lunga giornata in ufficio tesoro e ho bisogno di mangiare qualcosa che mi rimanga nello stomaco. Non sto dicendo che non ho apprezzato il tuo impegno, ma ho intenzione di andare al fast food." informò, provando a baciarmi una guancia ma io mi spostai, lanciandogli un'occhiataccia.
"Seriamente?" dissi, aggrottando le sopracciglia e lui ruotò gli occhi al cielo.
"Come vuoi, quanto sei drammatica." mi congedò, non aspettò una mia risposta ed aprì la porta principale, uscendo, sbattendola e facendo echeggiare il suono nella stanza.
Beh, so chi dormirà nel divano questa notte.
Probabilmente io, visto che Aaron è sempre così testardo per ascoltarmi sul serio e non posso sopportare di dormire accanto a quell'idiota.
Rientrai in cucina, guardando Haz e Talie che stavano subdolamente giocando e punzecchiando la zuppa di cozze nei loro piatti, a differenza di Harry, che l'aveva mangiata contento e si stava servendo il bis da solo al bancone della cucina.
Haz e Talie mi videro entrare, i loro occhi si spalancarono prima di mettersi in bocca un grande cucchiaio colmo di zuppa di cozze, come se fosse la cosa più buona del mondo, prima di sorridermi con le labbra strette e alzando i pollici.
"Mmm... buonissimo Nat!" disse Talie con la bocca piena.
"Buoooniissimo." concordò Haz, anche se non aveva ancora deglutito ed arricciai le labbra pensierosa, prima di dirigermi verso il fornello, dove si trovava la pentola di zuppa di cozze. Harry terminò la chiamata con sua moglie al telefono, facendo un sospiro e stropicciandosi la faccia prima di tornare al suo piatto.
"Cos'ha detto?" chiesi, afferrando un cucchiaio da uno dei cassetti della cucina ed Harry sospirò, lasciando andare la testa all'indietro, prima di guardarmi.
"È a cena con le sue amiche, una cosa dell'ultimo momento." informò, mangiando un cucchiaio di zuppa mentre io lanciai un'occhiata verso Talie che stava ridendo, emozionata e sorridente, verso il libro di barzellette che Haz le aveva dato, indicandole e spiegandole le barzellette mentre lei rideva e Haz ghignava guardandola.
"Cos'è questo, tipo il secondo giro che fai di zuppa di cozze? Ad Aaron non è piaciuta." notai, servendomi nel piatto mentre abbassavo lo sguardo verso la poltiglia incandescente ed Harry fece spallucce.
"A me piace." disse semplicemente ed io assaggiai il mio cibo.
Immediatamente iniziai a soffocare.
"Oh dio ci ho meessoo troppo sale dentro- un vero e proprio inferno." tossii, strofinandomi e coprendomi la bocca e scossi la testa, appoggiando il piatto mentre Harry rideva, continuando a mangiare la zuppa.
"Perché continui a mangiarla? E soprattutto, come?" chiesi, allontanandomi dal bancone e spingendolo via e lui ghignò.
"Mi piace ho detto, mi piace." disse in tono sincero ed io alzai un sopracciglio, pensando a quando io ed Harry stavamo insieme.
Mi ricordo che una volta gli avevo preparato il pranzo al sacco, quando doveva fare un turno del padre nella catena di hotel della famiglia.
Gli avevo preparato questo piccolo contenitore di plastica di riso molliccio e pollo in salsa teriyaki stracotto, ma lui si era comportato come se gli avessi cucinato un'astice fresco al burro con contorno di caviale. Era abbastanza raro che provassi a cucinare, dato che lo faceva sempre lui.
Aveva continuato a ringraziarmi, a dirmi quando mi amava e come avrebbe mangiato ogni singolo boccone. Durante il pranzo a lavoro, ero passata da lui perché avevo dimenticato di dargli la salsa teriyaki, e lo avevo trovato nella stanza di ristoro, ad aprire con entusiasmo la borsa del pranzo come un bambino impaziente, con un grande sorriso con le fossette.
"Lo sai, mia moglie Nat, mi ha preparato il pranzo oggi." aveva ridacchiato Harry ad un collega che era seduto accanto a lui e che aveva spostato lo sguardo dal suo caffè per lanciargli un'occhiata.
Non avevo fatto altro se non ridere quando Harry aveva fatto una smorfia, stringendo le labbra insieme al gusto del riso molliccio e del pollo duro come una pietra, prima di fare spallucce, tornando a sorridere e continuando a mangiare come se quello fosse il pasto più buono del mondo.
"Ha l'aspetto e odora di merda." aveva commentato il suo collega, guardando il mio cibo ed Harry aveva smesso di mangiare, girandosi verso l'uomo.
"Già beh, tu hai l'aspetto e puzzi di merda, ma non ti ho mai detto niente." aveva risposto Harry, sembrando davvero incazzato e offeso.
"Woah, calmati Styles, quello che stavo dicendo-"
"No non dirmi di stare fottutamente calmo quando tu insulti qualcosa per cui mia moglie ha impiegato tempo ed energie per cucinarmi, coglione. Perciò ti consiglio di chiudere quella cazzo di bocca e bere il tuo caffè Eddie prima che ti assegni un turno doppio." era scattato Harry verso l'impiegato che aveva spostato subito lo sguardo, bevendo dalla tazza come gli era stato ordinato, mentre Harry era tornato al suo pranzo, sorridendo quando aveva guardato verso il cibo e riprendendo a mangiarlo.
"Hey Nat, hai sentito quello che ho appena detto?" chiese Harry, facendomi scacciare i pensieri e ritornare al presente, e lo guardai accigliata.
"Oh no scusa stavo solo... stavo solo pensando a una cosa uh... cosa stavo facendo?" chiesi, non ricordando più che cosa stessi facendo prima di isolarmi ed Harry ridacchiò, indicando il telefono di casa nella mia mano.
"Stavi per ordinare una pizza per i bambini." informò con un ghigno e spalancai i miei occhi al ricordo.
Feci schioccare le dita prima di indicarlo con un sorriso.
"Oh giusto grazie," sorrisi, prima di guardare oltre la mia spalla: Haz e Talie stavano ancora giocando con la zuppa di cozze mentre leggevano dal libro di barzellette tra le mani di Talie.
"Ragazzi cosa ne pensate di una pizza?" chiesi loro, facendo scattare le loro teste nella mia direzione, con ampi sorrisi sollevati, prima di annuire rapidamente.
"Oh sì ti prego!"
"Colpiscimi con l'ananas nella pizza."
Sorrisi, chiamando la pizza da asporto e camminando in soggiorno, mi sedetti sul divano e allungai i piedi sul tavolino da caffè, ordinando il cibo.
"Va bene, grazie." dissi, terminando la chiamata, feci un piccolo sospiro soddisfatto, sprofondando ulteriormente nel cuscini del mio divano, prima di sentire dei passi entrare nella stanza.
"Come butta mamma." disse Haz, arrampicandosi sul divano accanto a me e io mi spostai, facendogli spazio.
"Come butta tesoro, scusa se ti ho fatto mangiare il mio cibo. Non cucinerò più niente per molto tempo." gli assicurai, accarezzandogli il faccino e facendo scorrere una mano tra i suoi capelli afro mentre lui alzò lo sguardo verso di me.
"Lo so che ci stai provando, lo so che hai voluto farlo perché hai pensato che per essere una brava mamma, bisogna saper cucinare. Ma tu sei una brava mamma e non mi dispiace il cibo da asporto. Certo, non sei la migliore cuoca, ma sei la migliore mamma: mi aiuti a fare i compiti, giochi sempre con me, ti prendi cura delle esigenze della casa. Lo so che fai del tuo meglio ed è questo ciò che conta." spiegò Haz facendomi spuntare un sorriso e allargai le braccia verso lui.
"Grazie tesoro." dissi in tono dolce e lui mi abbracciò, portando il suo piccolo corpo più vicino al mio e lo sentii strofinare il viso contro il mio collo mentre io appoggiavo la guancia contro la sua spalla, accarezzandogli la schiena.
"E lo che che Harry è dietro di me che tiene dei cartelli con scritto le cose da dire." aggiunsi, facendo irrigidire il corpo di Haz sotto il mio tocco, prima di sentire una profonda voce inglese dire "merda", seguito dal suono della carta che cadeva sul pavimento.
"Te l'avevo detto che l'avrebbe saputo." disse Talie, facendomi staccare da Haz e voltarmi, per trovare Harry che freneticamente cercava di raccogliere i fogli caduti a terra mentre Talie li calciava via, ridendo e prendendo in giro suo padre che la guardò male, prima di prenderla e farle il solletico.
"Sì come lo sapevi?" chiese Haz quando lo guardai con un ghigno.
"Esigenze, davvero Haz? Non l'hai mai detto, e non sei mai stato uno da lunghi discorsi da 'ti voglio bene'." dissi, conoscendo bene mio figlio e giocosamente gli punzecchiai un fianco.
"Sì, ma intendevo quello che ho detto. Non sapevo solo come dirlo perciò ho chiesto ad Harry di aiutarmi. Intendevo questo comunque, sei una mamma figa." fece spallucce Haz, annuendo con la testa ed io gli arruffai i capelli, stringendolo al mio fianco.
"E tu sei un figlio figo... più o meno." scherzai, facendolo ridere ed Harry e Talie si unirono a noi sul divano.
Guardai Harry, che ridacchiò imbarazzato quando i nostri occhi si incontrarono, appoggiando le braccia sullo schienale del divano mentre Talie e Haz iniziarono a parlare.
"Esigenze, sul serio?" dissi con un sorriso solo per vederlo alzare il dito medio con un ghigno quando i bambini non ci guardarono, facendomi ridere.
"Ho altri libri delle barzellette se vuoi." disse Haz a Talie che si voltò con gli occhi spalancati e pieni di emozione.
"Davvero! Possiamo guardarli?" chiese lei, a malapena contenendo l'entusiasmo e Haz annuii con un piccolo sorriso, entrambi scesero dal divano e salirono le scale, lasciando me ed Harry sul divano.
"Nat togli i piedi dal tavolino da caffè." parlò Harry, dicendo quello che diceva sempre quando vivevamo insieme e gli lanciai un'occhiataccia.
"Uh, scusami, questa casa è di chi?" chiesi con una risata, facendolo vacillare prima di vederlo abbassare lo sguardo sul mio anello del matrimonio con Aaron, ora di nuovo sul mio dito, dopo averlo lavato.
"Tua e di Aaron." disse Harry sottovoce, deglutendo, prima di spostare lo sguardo, muovendosi sul posto ed io aggrottai le sopracciglia.
"Sai, visto che hai di nuovo il tuo anello potresti ridarmi il nostro vecchio-"
"Voglio tenerlo." dissi immediatamente, interrompendo Harry, che girò la testa verso di me.
"Um, per favore?" aggiunsi con un sorriso nervoso.
"Scusa non volevo dirlo così duramente," iniziai, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e provai a mettere insieme le parole mentre Harry mi fissava.
"Significa davvero tanto per me e mi stavo chiedendo se tu potresti... se potresti, per favore, lasciarmi tenere la mia vecchia fede." chiesi in tono speranzoso, stringendomi nelle spalle ed un lampo di emozione passò negli occhi verde scuro di Harry, prima che prendesse un respiro.
"Certo, va bene. E' tuo dopo tutto." disse in tono casuale, incrociando le braccia al petto e spostando lo sguardo via da me quando sorrisi.
"Sul serio? Oh mio dio grazie, grazie grazie." esultai, tra incredulità e gioia non riuscii a fermarmi e placcai Harry in un abbraccio sentito dal cuore, facendo irrigidire il suo corpo per la sorpresa.
Mi staccai immediatamente con gli occhi spalancati, scioccata anche io dalle mie stesse azioni.
"Oh cavolo scusami io solo- io ero così felice. Scusa non avrei dovuto-"
"No, no ero solo sorpreso-"
"Ah già... già anche io."
"Voglio dire è solo un abbraccio, non è un affare di stato." disse Harry lentamente, allungando le braccia di nuovo verso di me ed io esitante feci lo stesso.
"Giusto, solo un abbraccio. Cioè, possiamo abbracciarci giusto?" chiesi ancora una volta, solo per esserne sicura.
"Sì, sì ma certo." annuì Harry prima di chiudere lo spazio tra di noi, le sue braccia mi avvolsero delicatamente, proprio come le mie.
Ma poi mi strinse più vicino, più forte, finché non riuscii a sentire il battito del suo cuore contro il mio stesso petto e mi sporsi di più, seppellendo il viso contro la sua ampia spalla e chiudendo gli occhi, annusando il suo odore, mentre lui mi accarezzava la schiena.
"E' solo un abbraccio." sussurrai a me stessa, stringendo Harry più saldamente, non volendo lasciarlo andare.
E giuro, per una frazione di secondo, di aver sentito Harry sussurrare la stessa cosa a se stesso, appoggiando la guancia sulla mia spalla.
"E' solo un abbraccio." sussurrò con un sospiro.
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