Episode 12: Happy Birthday

Talie

"Dovremmo toccarli."

"Toccali tu."

Haz ed io ci scambiammo un'occhiata, prima di abbassare lo sguardo sui nostri genitori, abbracciati a cucchiaio sul pavimento della cucina con attorno un mucchio di bicchieri rossi vuoti, Nat sorprendentemente abbracciava Harry e russava sulla sua schiena mentre papà stringeva le piccole braccia di Nat sul torace.

"Hey ma', è ora di alzarsi." disse Haz, dando qualche colpetto alla gamba di Nat, solo perché lei si rannicchiasse ancora di più e seppellisse il viso nel retro del collo di mio papà con un grugnito, facendolo sorridere nel sonno e accoccolare la schiena più vicina al suo corpo.

"Ancora cinque minuti." sospirò Nat con voce assonnata ed io aprii le tende della finestra in cucina, lasciando entrare la luce mentre Haz continuava a dare dei colpetti con il piede ai nostri genitori.

Poi Haz sollevò sua madre, staccandola da mio papà sul pavimento, portando le braccia sotto quelle mosce di Nat mentre lei continuava a tenere gli occhi chiusi.

In quel momento mio padre si svegliò, in realtà aprì solo per metà gli occhi verdi, quando non sentì più la presenza di Nat e si voltò con un'espressione scontrosa sul volto, guardando Haz che stava prendendo sua madre addormentata tra le braccia.

"Buongiorno papà." lo salutai, guardandolo mettersi lentamente in piedi, traballò leggermente e si stropicciò gli occhi, prima di abbracciarmi. Non sembrava completamente sveglio e si voltò poi per dare qualche colpetto sulla testa di Haz.

Poi riprese Nat tra le braccia e tornò sul pavimento, ora abbracciandola stretta al petto, ed entrambi tornarono a dormire, ignorandoci.

"Vi due dovete avere un post-sbornia davvero potente." disse Haz, sfregandosi le mani insieme e guardando i nostri genitori che annuirono in risposta, ancora stringendosi a vicenda senza preoccuparsi di aprire gli occhi.

"Almeno ricordate quello che è successo ieri notte?" chiese curioso.

In quel momento entrambi spalancarono gli occhi di colpo, si fissarono con un misto di sorpresa e la realizzazione lentamente apparve nei volti, prima di spostarsi velocemente via uno dall'altra.

"Oh wow- io- io mi ricordo che devo annaffiare le mie uh... le mie scarpe-" iniziò papà, alzandosi goffamente dal pavimento quasi scivolando sulle piastrelle e indicò dietro di lui con un'espressione distratta, la maglietta e capelli arruffati mentre Nat annuiva freneticamente con la testa, alzandosi anche lei in stato confusionale.

"Già, io mi ricordo solo che devo- io devo andare a respirare." deglutì nervosamente, i due si allontanarono dall'altro in modo imbarazzato, prima di correre via in direzioni opposte, Nat diretta al cortile sul retro mentre mio padre corse al piano superiore, scivolando e quasi cadendo su un gradino, lasciando soli in cucina me ed Haz.

"Dovremmo indagare?" chiesi in tono noncurante, raccogliendo i bicchieri rossi vuoti e le bottiglie di vetro, aiutata da Haz.

"Certo." disse lui alzando un sopracciglio, facendo un ghigno furbo che ricambiai, prima che il mio sguardo cadesse su qualcosa sopra il bancone della cucina.

"Hey guarda, questi sono..." iniziai con le sopracciglia aggrottate, appoggiai il mucchio di bicchieri impilati e presi in mano dei biglietti di un villaggio turistico mentre Haz si fermava a fissarli da sopra la mia spalla.

"Porca puttana Hawaii! Sai cosa vuol dire!?" esclamò Haz con nuovo entusiasmo, afferrando le mie spalle e facendomi ruotare per essere faccia a faccia, guardandomi con gli occhi verdi spalancati e pieni di gioia.

"Um... che questa potrebbe essere un'ottima opportunità per far ritornare insieme tua mamma e mio papà durante questo viaggio?" dissi lentamente in tono insicuro.

"No, vuol dire che salterò per un'intera settimana le lunghe lezioni di storia del signor Benter -un attimo, aspetta. Vuoi far tornare insieme i nostri genitori?" si bloccò Haz, dandomi un'occhiata ed io semplicemente feci spallucce in risposta.

Beh, quello che dovresti dire è che sono una bravissima baciatrice, ma nessuno di noi ha mai fatto un qualche tipo di tentativo per diventare più di quello che siamo attualmente- solo amici, perciò non ha senso continuare in qualsiasi direzione ora stiamo andando e dovremmo solo rimanere amici, per rendere i nostri genitori di nuovo felici, anche se mi piaci davvero davvero davvero tanto, ma forse devo smetterla, prima di farmi illusioni, sai, perciò sì, andiamo avanti e facciamo tornare insieme i nostri genitori.

Stavo pensando al discorso sconnesso che avevo appena fatto nella mia testa, prima di accorgermi che Haz mi guardava insistentemente negli occhi.

"Sì." dissi, accorciando decisamente la mia risposta originale.

Ci fu uno strano sguardo negli occhi di Haz ed io catturai un barlume di delusione, prima di vederlo rilassarsi velocemente, lasciando cadere le mani dalle mie spalle.

"Sia io che te sappiamo del loro passato e tua mamma praticamente mi ha cresciuta insieme a mio papà. Sarebbe un bene per loro." ragionai, provando a mantenere il contatto visivo e lui si accigliò, completamente zitto.

"Voglio dire- uh... sai sì, se pensi che sia la cosa migliore," Haz iniziò in tono esitante, strofinandosi in imbarazzo il retro del collo e fece spallucce, prima di guardare altrove.

"Ma ad una condizione." disse lui, catturando la mia attenzione alla vista del piccolo sorriso furbo sul suo volto e alzai lo sguardo verso di lui.

"Cosa?" chiesi, lui corrugò ancora di più il viso con un dolce piccolo sorriso che fece increspare i suoi occhi maliziosi e mostrare le fossette e la mia espressione cadde, quando realizzai quello che intendeva.

"No, diavolo no, non c'è modo, no-"

"Avrò diciott'anni quando saremo in viaggio," disse Haz velocemente, cercando la data stampata sul biglietto con gli occhi spalancati ed eccitati, prima di ghignare verso di me.

"Già! Sarò maggiorenne e tutto andrà bene! Forza, promettimi che sarai con me quando lo farò." ragionò, abbassando la testa per imbronciare le labbra e farmi lo sguardo da cucciolo, che faceva cadere sulle ginocchia anche la più forte delle donne.

Tipo letteralmente, sulle ginocchia, se sapete cosa intendo.

"Bene." dissi impassibile, per poi essere stritolata dall'abbraccio di Haz che saltellò su e giù accanto a me mentre io rimanevo perfettamente dritta, fulminandolo con lo sguardo.

"Vedi, è per questo che faccio le cose con te." disse lui, spettinandomi i capelli, facendomi scacciare via le sue mani infastidita.

"Sai già che tatuaggio vuoi farti?" chiesi, sapendo che stava aspettando di farsi un tatuaggio da quando aveva sedici anni ma che non avesse idea di che cosa tatuarsi.

Haz ci pensò per un momento.

"Distruttore di figa duemila-"

"No." dissi, guardandolo imbronciarsi e poi illuminarsi di nuovo.

"Grosso cazzo-"

"Prova ancora." tagliai corto, neanche lasciandolo finire e lui si sconfortò.

"Giovane ricco calamita per pollastre bianche- aw aspetta dai Tals stavo solo scherzando, non andare via!" rise Haz dietro di me mentre uscivo dalla cucina.

"Già, beh dovresti preoccuparti dei tuoi possibili tatuaggi e di chiamare qualcuno che tenga Lil Biggie mentre siamo in vacanza ed io mi occuperò di qualcos'altro." gli assicurai, guardando i biglietti nella mia mano che avevo preso da Haz con un piccolo sorriso.

Farò funzionare le cose tra mio papà e Nat, li farò felici di nuovo.

Voglio dire, erano praticamente sempre insieme, dovrebbe essere piuttosto facile.


Ha, belli avevo torto.

Quasi una settimana era già passata dal loro incidente da ubriachi- qualsiasi diavolo di cosa sia successa quella notte ed eravamo tutti pronti a partire per le Hawaii tra un paio di giorni.

Cioè, cavolo, io avevo già organizzato e impacchettato le mie cose in ordine alfabetico.

E ancora Nat e papà non. Si. Parlavano.

Non si potevano neanche vedere cioè solo- urgh.

Ne ho abbastanza.

Piombai in cucina dove Nat stava accendendo la piastra per me, visto che volevo farmi i capelli per questa sera, mentre mio padre finì di glassare il numero diciotto su un cupcake al cioccolato, dopo che gli avevo detto che non volevo alcuna torta gigante per oggi.

"E' il mio compleanno perciò potreste voi due solo scopare (fuck)."

Mio padre praticamente strizzò fuori tutta la glassa dalla sac à poche nelle sue mani, stringendo la sacca vuota che aveva sbavato tutta la glassa di zucchero marrone su tutto il cupcake ormai seppellito e rovinato, mentre Nat si bruciò una mano con la piastra, facendo scattare entrambi la testa verso di me contemporaneamente.

"Che diavolo hai detto signorina?" disse mio padre con voce alta e profonda ed io mantenni la calma.

"Ho detto che è il mio compleanno perciò potreste voi due solo fare pace (make up)." mentii con il volto passivo, sedendomi casualmente sullo sgabello di fronte a Nat e guardando i loro corpi rilassarsi lentamente, prima di guardarsi a vicenda, per poi spostare velocemente lo sguardo.

"Tesoro noi stiamo bene, e sta sera è tutta per te, va bene? Comunque, sei sicura che vuoi stirarti i capelli, penso che sei bella così come sei." si complimentò Nat, giocando con una ciocca dei miei capelli ricci ed io annuii.

"Beh, ho appena parlato al telefono con mia mamma e mi ha consigliato di cambiare. Si è anche fermata questa mattina per darmi le lenti a contatto, così non devo indossare i miei occhiali 'orrendi'." spiegai, citando quello che aveva detto mia madre e mostrai a Nat le lenti a contatto, indicando i miei occhi, prima di togliermi gli enormi occhiali, notando il piccolo cipiglio sul viso di mio padre.

Avevo trascorso tutta la giornata con papà, Nat, Zio Carlos, Zia Mandy, i loro interminabili figli, Zio Bernie, Georgia, e Haz.

Ma sta sera, Haz aveva intenzione di portarmi fuori per festeggiare, alla mia prima e forse ultima festa di liceali.

Haz non era proprio il tipo da feste, proprio come me, ma ci andava qualche volta, visto che i suoi compagni della squadra di atletica lo implorano sempre di andare con loro.

"Davvero mi farai andare?" chiesi a mio padre, assicurandomi ancora una volta, visto che era così fuori dalla normalità e lo guardai incontrare lo sguardo di Nat che iniziò a stirare i miei capelli.

"Mi fido di te?" disse lui, la sua affermazione suonava più come una domanda e Nat sospirò, confermando la mia ipotesi che lei fosse l'unica capace di convincere mio padre ad avere più fiducia in me.

"Cavolo, grazie papà." sorrisi verso di lui, alzando i pollici e lui ruotò gli occhi al cielo, passandomi il cupcake di glassa finito.

"Sta' zitta e mangia il tuo dolce di compleanno." rispose, facendomi ridere e lo mangiai contenta mentre Nat finiva di prepararmi i capelli.

"Grazie." le sorrisi, giocando con una ciocca dei miei dritti e caldi capelli castani, setosi al tatto e mio padre si avvicinò, porgendomi la mia borsa.

"Ecco, porta tutto sempre con te. Ci ho messo un fischietto anti-stupro, spray al peperoncino, e un taser all'interno se qualcuno ti crea problemi, qualche vestito in più solo in caso, una bottiglia di acqua e qualche spuntino dei tuoi che non hanno malattie veneree dentro, il tuo telefono dal quale ti chiamerò e ti controllerò regolarmente finché non torni a casa, una ricarica per il cellulare se si scarica la batteria, una ricarica portatile, una ricarica portatile per la tua ricarica portatile-"

"Perché non ti impacchetti anche tu la prossima volta." scherzò Nat con un ghigno e mio padre le rivolse un'occhiata, spalancando gli occhi verdi infastidito.

"Lo sai che sono troppo alto." la guardò torvo, facendole alzare le mani in resa con un ghigno, prima di staccare la piastra.

"Grazie papà, ti prometto che torno alle dieci okay?" gli assicurai, dandogli un veloce abbraccio prima di allontanarmi e fare lo stesso con Nat che sorrise, prima di sentire l'auto di Haz suonare il clacson all'esterno.

"Stai attenta." mi disse lei, accarezzandomi la guancia ed io annuii con un sorriso. Feci per andare ma mio padre mi fermò ancora.

"Aspetta, cos'è quello che hai in faccia?" chiese lui con espressione confusa.

"Cos'è cosa."

"Quello."

"Questo?"

"Sì quello!"

"Oh mio dio Harry, è solo un po' di trucco leggero, trova la calma." lo ammonì Nat.

"No non la trovo! Cos'è quello? Non ti sei mai truccata! Torna indietro! Non camminare via da me signorina, la mia calma è ancora tra gli oggetti smarriti perciò torna indietro!" chiamò mio padre ed io sfrecciai verso l'uscita, correndo fuori dalla casa e nell'auto di Haz che aveva parcheggiato in strada per aspettarmi.

E' vero, raramente mi ero truccata prima, ma dovevo ammettere che sembravo davvero diversa questa sera.

Nat mi aveva aiutato a farmi le sopracciglia per la prima volta in tutti i miei diciotto anni di vita, aveva fatto veramente male ma ora non sembrava più che avessi due grossi bruchi pelosi che vivevano nella mia faccia.

Poi i capelli erano lisci come la seta, il trucco leggero e l'abbigliamento più elegante, e sembravo una persona completamente diversa.

Che era quello a cui stavo mirando.

Haz mi fissò, anche se non era l'espressione da bocca aperta e occhi spalancati che mi ero immaginata, come quella del ragazzo nei film, ogni volta che la ragazza si truccava.

Mi guardava come se mi stesse solo osservando, neanche sembrando sbalordito o meravigliato.

"Qualcosa che non va?" chiesi in tono innocente, assicurandomi di sventolare i miei capelli lucidi e lisci con enfasi, finendo per sbattere accidentalmente la testa contro la portiera dell'auto nel muovere la testa troppo rapidamente.

"Ow." borbottai, ricomponendomi e strofinandomi la testa, prima di sentire Haz tirare su con il naso.

"No, solo spero che sei pronta per la tua prima festa di compleanno." ridacchiò Haz, accendendo il motore e guidando per qualche metro, prima di girare l'angolo e fermarsi di fronte ad una casa rumorosa, prosperosa di risate e musica.

"Sei serio, la festa è dietro l'angolo..." dissi, guardando verso qualche persona che era uscita nel giardino con i bicchieri rossi di alcol ed alzai un sopracciglio.

Per forza mio papà mi aveva fatto uscire.

"Sai, potevamo solo camminare." informai Haz che ridacchiava, cercando un parcheggio.

"Sì ma poi nessuno avrebbe potuto vedere la mia piccola tirata a lucido, non è vero? Papino ti ama, si proprio così." disse, appoggiando una lato della faccia contro il volante e accarezzando il cruscotto della sua macchina con una mano.

Che triste aver pensato parlasse di me e scossi la testa verso di lui.

"Hey Haz... sto bene?" chiesi infine, una volta trovato il parcheggio, decidendo di andare al punto. Haz spense il motore e mi fissò per un attimo, i nostri occhi incatenati.

"Sì stai bene," fece spallucce in tono passivo, l'atteggiamento neutrale verso il mio nuovo aspetto, nemmeno interessato, prima di vederlo scendere dalla macchina.

"Forza, aspettano tutti la festeggiata." ghignò, facendo un cenno della testa verso la casa, prima di chiudere la portiera e lasciarmi in auto pensierosa.

Hm, cavia A non sembra avere alcun interesse o indifferenza per il mio nuovo aspetto.

Mi domando se tutti reagiranno in quel modo.

Avevo le mie ragione per andare a questa festa, c'era un progetto che stavo portando avanti per il mio corso avanzato di psicologia e mi stavo occupando del concetto di aspetto esteriore e prima impressione e all'effetto che ha sulla mente umana, tra cui come colpiva i soggetti e i loro comportamenti.

Oh già, quella A è definitivamente mia.

"Ora qualsiasi cosa succeda, rimani al mio fianco-"

Non lasciai Haz finire la frase e mi feci strada prima di lui verso il portico, avvicinandomi alla grande casa piena di adolescenti, a bocca aperta.

Era proprio come avevo letto nelle storie.

Ma tipo, peggio.

"Hey piccola, vuoi un tiro?" chiese un ragazzo che fumava all'entrata, portando un piede per bloccarmi dall'aprire la porta della casa.

"No sto bene, grazie." rifiutai velocemente, spostandomi per entrare solo perché lo sconosciuto si sporgesse completamente verso di me.

"Dai bellezza, un tiro non ti farà male." ghignò, offrendomi la sigaretta accesa.

"Beh in realtà..." iniziai in tono acuto, stringendomi nelle spalle pronta a colpirlo con qualche verità concreta sul fumo, prima di realizzare che il ragazzo non aveva intenzione di muoversi.

"Aw, la principessina ha paura?" chiese lui improvvisamente, il suo respiro era puzzolente di fumo ed io gli sorrisi.

Presi la sigaretta che mi stava offrendo, lentamente portandomela alle labbra, prima di farla cadere dalla mia mano proprio prima che potesse raggiungere la mia bocca. La lasciai cadere a terra e la pestai, frantumandola contro la mia scarpa bianca e sorridendo innocentemente allo sconosciuto scioccato.

"Aw, lo stronzetto è arrabbiato?" chiesi, battendo le mani insieme con un cenno della testa, imitando le sue parole ed il tono superiore che aveva usato e gli occhi del ragazzo si spalancarono per la rabbia.

"Perché tu piccola-"

"Oh wow guardati, già a fare amicizia ha- che carina." intervenne velocemente Haz, piazzando le mani sulle mie spalle e sorridendo al ragazzo, prima di spingermi dentro la casa affollata.

"Stavi guardando?" chiesi con un'espressione divertita e lui ridacchiò, mettendo un braccio intorno alle mie spalle.

"Già ho visto abbastanza. Volevo vedere come ti comportavi con quel tipo di interazione e atmosfera. Mi sarei intromesso se fosse successo qualcosa ma ti conosco, sei tosta. Non hai bisogno di qualcuno che ti salvi." disse Haz, guardandomi con un sorriso orgoglioso, prima di darmi un colpetto sul mento giocosamente ed io ghignai.

"Sì? Che è successo al 'qualsiasi cosa succeda rimani sempre al mio fianco'." dissi, citando quello che mi aveva detto appena scesi dalla sua auto e Haz mi strinse più vicina, fingendo un'espressione spaventata.

"Diamine era per me non per te! Le persone qui sono losche, mi serve protezione." disse, abbassando le mani intorno alla mia vita, spingendomi di fronte a lui e accucciandosi dietro di me come se si stesse nascondendo da qualcuno, facendomi ridere e quando finì la recita, mi sorrise.

"Ay guardate! Haz è qui finalmente!" annunciò Rohan, facendomi indietreggiare quando, quasi metà delle persone in quella casa, esultarono, guardando Haz e alzando i loro bicchieri con grandi sorrisi, prima che i loro occhi si puntassero su di me.

Mentre Haz salutava tutti, battendo le mani con i ragazzi e abbracciando le ragazze, le persone continuavano a tenere gli sguardi puntati su di me.

Mi grattai un braccio.

"Hey Haz, chi è questa bambola?"

"Diamine amico dove l'hai trovata? E' carina."

"Aye piccola, molla questo ragazzino e stai un po' con un vero uomo."

Gridarono i ragazzi ed io pensai a tutte queste informazioni che potevo utilizzare.

Sembrava che tra tutti, l'unico immune al mio nuovo aspetto fosse Haz, che ancora mi stava trattando allo stesso modo.

"Vi odio tutti." dichiarai con voce seria, fulminandoli con lo sguardo e tutti i sorrisi maliziosi si spensero, facendo ghignare Haz in risposta.

"Talie!?" chiesero tutti contemporaneamente, fissandomi con incredulità ed io ghignai.

Ero più conosciuta per essere la stronza sarcastica passiva aggressiva a scuola, voglio dire, le uniche volte che rido davvero o sorrido è quando sono sola con mio papà, Nat, o Haz.

Prendevo le distanza dalle persone a scuola e preferivo rimanere da sola, anche le più piccole cose che qualche studente della mia scuola diceva o faceva mi facevano incazzare o mi irritavano, al contrario di Haz, che era praticamente un dono luminoso che tutti condividevano, dato che era amico con tutti.

Non è colpa mia se le persone a scuola sono stupide.

"Diamine Tals vieni qui e gioca con noi." fischiò Rohan ed un gruppo iniziò a sistemarsi sul divano e sul pavimento, Haz si sedette sul divano mentre già conversava con due sue amiche.

"A cosa giochiamo?" chiesi, prendendo posto.

"Obbligo o veri-"

"Me ne vado." dissi, immediatamente scattando in piedi dal divano come se il mio sedere andasse a fuoco e sentii il gruppo dire "boo" e "aww" alla mia decisione, prima che Haz rise, battendo le mani in apprezzamento.

Forse potevo dare un'occhiata agli snack.

Mentre fissavo il tavolo degli snack, venni afferrata improvvisamente, il mio corpo spinto di lato da Barron, uno dei compagni di squadra di Haz, e mi alzò il braccio come se fossi una sorta di campionessa.

"Guarda che cosa bellissima ho trovato! Ora possiamo davvero cominciare!" esultò lui, il resto dei suoi compagni di squadra urlarono in celebrazione, sbandendo le loro bevande per i salti ed io voltai la testa, stringendo gli occhi verso di lui.

Cosa.

"Ora Daniel, abbiamo scelto e preso le pollastre più sexy alla festa per te. Scegli accuratamente e bacia la ragazza più bella in questa casa!" annunciò forte Barron, forte abbastanza che anche altre persone che non erano vicine alla squadra di atletica, si unirono attorno per vedere, mentre Barron mi teneva accanto ad altre quattro ragazze.

Provai a muovermi ma quello che vidi, mi ancorò completamente a terra.

Erano le espressioni eccitate sul viso delle altre ragazze che mi fecero guardare verso di loro con incredulità.

Io conoscevo solo le tre ragazze, Anita con i capelli castano scuro e pelle che praticamente brillava, Scarlette ed i suoi perfetti ricci color biondo platino, e poi Akiko, la ex di Haz, con le sue eleganti forme e occhi marroni vivaci.

"Hmm... chi scegliere..." il ragazzo che immagino fosse Daniel si avvicinò, strofinandosi i palmi delle mani con un sorriso eccitato e i suoi compagni di squadra dietro di lui urlarono chi volevano che scegliesse.

"Anita! Anita!"

"Non esiste Akiko è la più sexy!"

"Prendi Scarlette amico! Scarlette!"

"La ragazza dai capelli marroni! La ragazza dai capelli marroni!"

Improvvisamente iniziarono tutti ad intonare "la ragazza dai capelli marroni," accordandosi uno con l'altro e riferendosi a me. Barron strinse la presa su di me, tenendomi ferma mentre Daniel si avvicinava, leccandosi le labbra.

"Tutto questo è stupido, perché non chiudete tutti la bocca e imparate una piccola cosa chiamato rispetto!" iniziai irritata, solo per essere ignorata. Qualcuno mormorò "aggressiva" ed altri fischiarono, mentre Daniel incorniciò il mio viso, guardandomi, mentre le altre ragazze accanto a me si abbattevano imbronciate per la delusione.

Ed in quel momento gli sputai in faccia, prima che potesse appoggiare le sue labbra sulle mie.

"Ewwww..." la folla echeggiò e la faccia di Daniel scioccata e inorridita passò a tre tonalità più rosse per la rabbia mentre Barron rideva dietro di me.

"Hey! Non va affatto bene!" disse improvvisamente una voce familiare, spintonando per passare tra la folla ed apparve Haz, un'espressione irritata sul viso e spintonò un Barron ghignante e un Daniel disgustato via da me.

"Che cazzo pensate di fare con Talie!?" scattò, facendo irrigidire l'intera squadra di atletica, l'intera cucina si tranquillizzò parecchio e Daniel e Barron sbiancarono alle sue parole.

"N-noi non sapevano che fosse Talie- sul serio-"

"Sì Haz, sai che non avremmo mai-"

"Zitti." scattò Haz verso di loro, e immediatamente i ragazzi chiusero la bocca e sbatterono le palpebre verso il mio migliore amico, scioccati.

"Ve l'ho detto. Ve l'ho detto ragazzi, sarei andato d'accordo con tutti purché qualcuno non si metta contro di me. Ora, qual è l'unica cosa che vi ho detto che vi avrebbe fottutamente messo contro di me?" ringhiò, l'intero corpo teso ed io boccheggiai.

I suoi compagni di squadra abbassarono lo sguardo sul pavimento per la vergogna, deglutendo e muovendosi in imbarazzo sui loro piedi.

"Ho fatto una cazzo di domanda! Quale diamine è la risposta!" urlò Haz, sbattendo il palmo della mano contro il bancone, mi fece sobbalzare da quanta forza e i suoi amici indietreggiarono visibilmente.

"Non toccare Talie." dissero tutti lentamente all'unisono come bambini rimproverati.

"Giusto. Dannatamente giusto. Non toccare chi?" testò Haz in tono cinico.

"Tal-"

"Più forte!"

"Talie!" urlarono i ragazzi dalla paura, evitando in incrociare lo sguardo duro di Haz.

"Stai bene?" chiese Haz, voltandosi per controllarmi ed io annuii, improvvisamente a corto di parole e lui fece un piccolo sospiro di sollievo.

"Che cosa cazzo stavate facendo?" disse lui, chiamando Barron che provò a spiegare il gioco ed io mi allontanai da Haz, lasciando il gruppo senza essere notata, dirigendomi verso il bagno.

Fase due del mio progetto.

Misi le mani sotto l'acqua del lavandino e le feci scorrere sui miei capelli lisci, bagnando le ciocche e togliendomi le lenti a contatto.

Piazzai i miei enormi occhiali di nuovo sul naso, sbattendo le palpebre e controllando i vestiti che papà mi aveva messo in borsa, sorridendo alla vista di una confortevole felpa ripiegata e dei leggings.

Mi cambiai velocemente con quelli, togliendo i pantaloncini corti e la camicetta mentre i miei capelli si asciugarono, ritornando ad essere i soliti gonfi, secchi, ricci marroni disordinati.

Camminai fuori con un sorriso soddisfatto, riunendomi al gruppo dove Haz stava ancora rimproverando la sua squadra di atletica.

Akiko fu la prima a notarmi.

"Oh guarda- pare che l'orologio di Cenerentola abbia scoccato la mezzanotte e lei sia tornata!" rise lei, afferrandomi il braccio e spingendomi al centro del resto delle ragazze che ridacchiarono.

Le reazioni ne valevano proprio la pena.

Non avevo più addosso gli sguardi di desiderio dei ragazzi o le curiose occhiate delle ragazze.

"Diamine che diavolo hai in testa?" rise un ragazzo, riferendosi ai miei capelli selvaggi, solo per irrigidirsi quando Haz gli lanciò un'occhiataccia.

"Rifacciamolo!" disse Scarlette con un tono più sicuro di sé e mi lanciò un'occhiata.

"Sì... e invece di Daniel, Haz, perché non vai e baci la ragazza più bella qui." disse Barron con un ghigno ostile, spingendo Haz al centro mentre io fissavo il nulla in particolare, persa nei miei pensieri.

Il cambiamento dell'aspetto esteriore equivale ad un immediato cambio di comportamento.

Interessate.

Stavo già pensando a come rielaborare i dati per la mia esposizione, sapendo che ero già fuori da questo stupido gioco, in più non mi importava davvero.

Probabilmente sarebbe andato dalla sua ex Akiko, ricordo ancora come si complimentava con lei quasi tutti i giorni, o forse Scarlette visto il suo debole per le bionde, ma poi c'è Anita che ha portato al ballo della scuola.

Ma allora perché sta fissando me?

Porca merda, perché sta camminando lentamente verso di me.

Perché mi sta guardando in quel modo!?

Il mio respiro si spezzò quando Haz gentilmente incorniciò il mio volto, alzandomi il mento e poggiando le labbra sulle mie senza alcuna esitazione, i suoi occhi si chiusero al contatto mentre i miei rimasero spalancati per lo shock.

Si spostò dopo solo qualche secondo, lasciando un leggero formicolio sulle mie labbra e la mia testa leggera mentre si voltava per guardare i suoi amici.

"Fatto." disse con un cenno della testa, prima di afferrarmi la mano, ignorando gli sguardi scioccati che stava ricevendo, incluso il mio, e mi trascinò via da lì.

"Ce ne andiamo." dichiarò sottovoce, non incontrando i miei occhi e uscimmo nella notte fredda.

Lo fissai aprirmi la portiera, avvertendo il suo sguardo ovunque, dovunque tranne che sul mio viso, prima di entrare in auto, e chiuse la portiera, raggiungendo il posto del guidatore.

"Ecco, volevo dartelo alla festa ma, sai, fa niente." disse in tono distratto, passandomi un regalo impacchettato con cura sulle cosce ed io abbassai lo sguardo, prima di spostarlo sorpreso su di lui.

"Aprilo, prima che ti butto dal finestrino." ridacchiò, non mettendo ancora in moto la macchina e appoggiò il gomito contro la portiera, guardandomi con un ghigno eccitato, il suo comportamento era tornato lo stesso, facendomi sorridere ed aprii con attenzione il pacchetto.

"Oh mio dio non ci credo! Come facevi a sapere che la volevo!" esclamai in pura gioia, alla vista della piccola lucetta da lettura che si poteva attaccare ad ogni libro, in modo da vedere le parole anche nel buio a tarda notte.

Ma non era neanche il pezzo forte, poteva illuminare anche le parole più importanti e le frasi del libro con i sensori di movimento, il che mi avrebbe potuto aiutare con lo studio.

"Non è chissà cosa... voglio dire, ho fatto scrivere anche il suo nome sopra ma..." disse casualmente, riaggiustandosi il colletto di modo presuntuoso ed i miei occhi si spalancarono,prima di controllare l'oggetto con emozione.

C'era Talie Styles stampato in perfetto corsivo sopra la piccola lampada e strillai, stringendo il mio regalo al petto con gioia e facendo ridacchiare Haz.

"Grazie! Grazie! Il miglior regalo di compleanno di sempre!" dissi con gratitudine, raggiungendo il quadro di comando e stringendo Haz in un abbraccio.

Lui rise, accarezzandomi la schiena ed io nascosi la testa nell'incavo del suo collo.

"Sono felice che ti piaccia." disse Haz con voce dolce e presuntuosa, mi allontanai, le nostre braccia ancora intorno all'altro e le nostre facce a solo pochi centimetri di distanza e sorridemmo.

Non so che cosa mi prese ma poi mi sporsi in avanti toccando le sue labbra in un bacio a stampo, cogliendo Haz momentaneamente alla sprovvista, il suo respiro aumentò e sbatté le palpebre verso di me per lo shock, prima di sporgersi e baciarmi anche lui in risposta.

E poi i dolci bacetti diventarono gradualmente accesi baci che mi mandarono il corpo in fiamme.

Haz mi tirò via dal mio sedile, facendomi passare sopra il quadro di comando senza sforzo fino alle sue cosce in modo disperato, le sue mani intorno ai miei fianchi, non staccando le nostre labbra ed io feci scorrere le mie mani tra i suoi capelli ricci.

Era come se qualunque cosa ci stesse trattenendo dallo stare con l'altro finalmente ci avesse raggiunto, i nostri respiri affannati riempirono lo spazio ed io mi staccai dalle labbra di Haz, le sue mani sulla mia schiena, stringendo il mio corpo più vicino al suo e mugugnò.

Non ero mai stata baciata come mi bacia Haz, una mano salì sul mio corpo e afferrò a pugno i miei capelli, ricercando disperatamente la mia testa per miglior accesso alla bocca, prima che l'altra stringesse il mio sedere, facendomi ridere contro la sua bocca.

"Pensi di esserti fatto un'idea?" mormorai, separando le nostre bocche per riprendere fiato e lui si appoggiò contro il sedile di pelle con un sorriso confuso.

"Tu puoi farti un'idea del mio." mi tentò, facendomi alzare giocosamente gli occhi al cielo e mi strinse più vicina, continuando a tenermi a cavalcioni sulle sue cosce nella sua macchina, fissandoci.

"Haz... perché- perché non ti sei comportato diversamente per il nuovo aspetto? Voglio dire, tutti gli altri l'hanno fatto, ma tu mi hai trattato sempre allo stesso modo." chiesi curiosa, volendo sapere come la sua mente lavorasse diversamente dagli altri alla festa e presi i miei occhiali appannati, pulendoli con la stoffa della felpa prima di rimetterli sul naso.

"Beh, perché un aspetto diverso non significa una persona diversa. Capelli ricci, dritti, occhiali, non occhiali, diavolo potresti essere pelata e ancora non cambierebbe niente per me. Sei sempre Talie, sei sempre tu." spiegò, appoggiando le mani sui miei fianchi mentre io giocherellavo con il colletto della sua camicia.

"Quelle persone che ti trattano in modo diverso sono stupide. E' idiota credere che un cambiamento di pettinatura o le lenti a contatto gli abbiano fatto realizzare quando bella sei. Quanto bella sei sempre stata... per me." disse Haz con il respiro tremante, i miei occhi scattarono verso di lui per la sorpresa alle sue parole e lui velocemente evitò di incrociare il mio sguardo.

Afferrai il suo mento, forzandolo a guardarmi, la sua pelle accaldata sotto il mio tocco e il suo cuore accelerò contro il mio petto, prima di chiudere di nuovo lo spazio tra di noi, baciandolo di nuovo.

Questa volta le nostre labbra si incontrarono in modo sensuale, come assaporando le sensazioni e il gusto mentre le nostre lingue si rincorrevano vivaci.

"Buon, buon compleanno." ansimò Haz nella mia bocca, facendomi sorridere e poi continuò ad insediarsi nelle mie labbra, stringendomi il corpo e muovendoci nel piccolo spazio, prima di staccarmi all'improvvisa realizzazione.

"I nostri genitori." emisi, immediatamente bloccandomi sulle sue cosce e lui inclinò la testa di lato.

"Stavi pensando ai nostri vecchi mentre ci stavamo baciando?" domandò con voce lenta ed io mi stropicciai il volto.

"No, no Haz ascolta. Se noi finiamo insieme i nostri genitori non possono. Vedi il problema? Non possiamo- non possiamo farlo." deglutii scuotendo la testa, respirando pesantemente per una ragione totalmente diversa ed Haz mi guardò.

"Ma a me- ma a me piace baciarti. Mi piace questo." disse Haz come un bambino deluso con il cuore spezzato, assicurandosi di tenermi più vicina a lui con enfasi ed io aggrottai le sopracciglia.

"Forse siamo solo, siamo solo adolescenti eccitati e questa- questa è solo una fase. E' solo una fase." dissi, provando a convincere più me stessa che lui, giocherellando con le mie mani sudate e l'espressione di Haz si spense.

"Pensi che mi piaci e che ti voglio solo perché sono eccitato?" chiese, togliendo la presa su di me ed io mi accigliai.

"Stai dicendo che non sei eccitato in questo momento?" chiesi alzando un sopracciglio mentre Haz faceva scorrere la lingua lungo l'interno della guancia in modo frustrato.

"No." mi derise, incontrando il mio sguardo prima che gli lanciassi un'occhiataccia.

Allora abbassai la mia mano di fronte ai suoi pantaloni, facendolo irrigidire ed io ghignai.

"Sei solo un bugiardo...." cantilenai, prendendolo in giro e lui mi afferrò i polsi, inchiodandoli dietro, contro il voltante, prima di vedere i suoi occhi verdi scurirsi.

"Talie sarò serio con te adesso," disse, sporgendosi in avanti e avvicinando le labbra al mio orecchio.

"Se il tuo obbiettivo è far tornare insieme i nostri genitori, ti suggerisco di non tentarmi." sussurrò, il suo respiro soffiò contro la mia pelle ed io mi morsi un labbro.

"Stai cercando di.... essere sexy?" chiesi con una risata incredula, voltandomi per guardarlo.

"Sta funzionando?" ghignò, il suo sguardo cadde sulle mie labbra per un breve attimo, prima che provasse a sporgersi di nuovo per baciarmi ma io voltai la testa.

"I nostri genitori hanno fatto e ancora fanno molto per noi. Penso che glielo dobbiamo di-"

"Dimmi che non ti piaccio." La voce dura di Haz mi interruppe, facendomi girare con sorpresa verso la sua espressione seria ed il mio petto si alzò ed abbassò, le mie braccia ancora trattenute dalle sue mani.

"Dimmi che non mi vedi nello stesso modo in cui ti vedo io, che non vuoi fare quello che io sto pensando di farti in questo momento." disse, abbassando la voce, le sue labbra si avvicinarono alle mie e i nostri nasi si sfiorarono prima che lo guardassi negli occhi.

Non riuscivo a dire niente.

"E' quello che pensavo." disse semplicemente ed io non risposi, accarezzò il pollice contro la pelle del mio polso prima di lasciarmi andare, liberandomi completamente e appoggiò la schiena contro il suo sedile.

La presi come un'occasione per scivolare via dalle sue cosce, sentendo la sua mano sulla mia vita aiutarmi a passare sopra il quadro di comando, prima di lasciarmi andare, sedendomi nel mio posto.

Fissammo il vetro del cruscotto in completo silenzio, Haz neanche preoccupandosi di accendere il motore ed io mi spostai nel mio sedile, sedendomi su qualcosa.

Feci una smorfia, afferrando l'oggetto che avevo schiacciato con il culo, prima di spalancare gli occhi.

"Talie è costato sessanta dollari!" esclamò Haz quando vide che avevo schiacciato la lampada per leggere che mi aveva comprato.

"Mi dispiace! E' tutto a posto! E' completamente-" iniziai in panico anche io e tenendo l'oggetto con cura, prima che la lampada saltasse via dal filo metallico.

Okay forse non andava perfettamente bene.

Proprio come la mia vita al momento.

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