Episode 1: Gag Reflex
Nat
La classica mamma iperprotettiva, che deve sempre avere il controllo dal parto, quando ovviamente non ce l'aveva avuto.
E' super autoritaria a volte e nella maggior parte dei casi, sai, non è vergine, siamo realistici.
Le mamme di solito hanno nomi come Jill, o magari Edith o anche-
"Natalie, che diavolo stai facendo qui fuori tesoro?" sentii Aaron chiamarmi alle mie spalle, dal portico di casa nostra mentre io furiosamente strappavo le erbacce del giardino.
Lo ignorai, digrignando i denti nella determinazione prima di staccare finalmente la pianta dalle radici.
"Oh che mi dici adesso? Chi è la mia puttana ora piccola erbaccia, chi è la mia puttana adesso!" esclamai festeggiando, puntando i piedi mentre sbattevo la benedetta pianta a terra come in un touch down, calpestando quella stronza prima di saltellarci sopra.
Mi ci erano volute settimane per togliere finalmente tutta l'erbaccia dal mio giardino, in particolare questa.
Sorrisi con orgoglio verso il mio lavoro, asciugandomi la strato di sudore con il retro della mano prima di raccogliere la pianta eliminata e voltarmi, alzandola in aria con un sorriso pazzo per mostrare alla mia famiglia la mia trionfante vittoria mentre Aaron e il piccolo Haz mi guardavano dal portico e mi alzarono i pollici facendo dei sorrisi tirati e inquietati.
Haz girò la testolina verso Aaron, la massa di selvaggi riccioli afro più grande di tutto il corpicino mentre poneva al padre una domanda che non potevo sentire.
"Non adesso, la mamma sta avendo una crisi di nervi." fu la risposta di Aaron mentre io feci cadere la pianta di lato, piazzai una mano sul fianco e alzai un sopracciglio nella loro direzione. Entrambi si voltarono, notando che li stavo fissando, e fecero riapparire quei sorrisi forzati un'altra volta prima che Aaron lentamente, scivolasse all'indietro, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandomi fuori.
Riaprì il vetro della porta solo formando una fessura, infilandoci le labbra.
"Perciò quando ti vestirai? Perché sono abbastanza sicuro di aver sentito la loro auto qui fuori." Aaron bisbigliò con voce più alta del normale, attento alle parole che utilizzava mentre io aggrottavo le sopracciglia ed abbassavo lo sguardo verso il mio abbigliamento, confusa.
"Beh Harry sta venendo ad aiutarmi con il giardinaggio perciò non penso di dovermi cambiare. E cosa c'è che non va nel mio abbigliamento?" chiesi quando lui aprì la porta ancora, sia lui che Haz guardarono verso la mia salopette macchiata di terra, enorme e i capelli aggrovigliati.
"Niente." dissero semplicemente nello stesso momento con voci innocenti.
"Sarebbe solo più carino se ti dessi una ripulita, è questo che sto dicendo, questo e che hai del concime sulla guancia." disse Aaron mentre io li raggiungevo dentro casa, afferrai un asciugamano pulito dalla cucina e mi lavai velocemente le mani prima di guardare verso Haz che si stava spazzolando i ricci afro, facendomi infine accorgere dello smoking dieci volte più grande del suo corpo da bambino di sei anni.
"Beh diamine, qualcuno si è proprio messo in tiro questa sera." dissi con un ghigno, pulendomi le mani e guardando mio figlio.
Haz dallo specchio incrociò il mio sguardo e mi lanciò una breve occhiata, gli occhi verde azzurrognolo troppo simili a quelli di suo padre incontrarono i miei marroni per un momento prima che un sorriso identico al mio apparve sulla sua faccia paffutella e annuì lentamente, tornando a spazzolarsi i capelli come un boss.
"Hey, hai messo tutto il cibo d'asporto sui piatti e dentro l'insalatiera così sembra che ho cucinato sul serio io la cena?" chiesi casualmente mentre Aaron mi passava accanto, preparando la tavola.
"Certo, hey Natalie, non prenderla male o qualcosa del genere..." iniziò lui con lo sguardo basso sulle posate che stava sistemando sul tavolo prima di avvicinarsi.
"Solo, ti prego, non mettermi in imbarazzo o dire qualcosa che dici di solito, lo sai o-" continuò, provando a sporgersi per darmi un bacio sulla guancia facendomi indietreggiare con un'espressione confusa.
"Non mettermi in imbarazzo?" ripetei incredula.
"Oh dai Natalie lo sai che non intendevo quello... io solo- Cynthia viene da una famiglia severa e di alta classe, fidati, mi ricordo la prima volta che ho incontrato i suoi genitori ancora al liceo e lo so che può sembrare strano per te che io e lei uscivamo insieme ma solo non voglio che fai figuracce e-"
"Ti sei messo il profumo?" chiesi improvvisamente, sporgendomi verso di lui e annusando prima di fare una smorfia, facendolo irrigidire.
Aaron non si era mai messo il profumo.
Aprì la bocca, nessuna parola uscì e i suoi occhi scattarono verso di me e poi sul muro prima che il campanello suonasse.
"Haz, puoi andare tu?" chiesi a mio figlio, senza guardarlo mentre continuavo a fissare Aaron.
"Oooooohhhh, sei nei guai..." disse Haz con una risatina sfacciata che suonava troppo adulta per la sua età prima di uscire dalla stanza per andare ad aprire la porta principale, gli enormi pantaloni neri che stava indossando strofinavano sul pavimento mentre Aaron prese un respiro profondo, praticamente sudando sotto il mio sguardo.
"Ho capito e non ti metterò in imbarazzo." promisi, accarezzandogli la guancia ed un'espressione di sollievo inondò i suoi lineamenti, specialmente quando sentimmo il suono della porta principale aprirsi e chiudersi, e nuove voci riempire la casa.
"Sul serio tesoro?" Aaron sorrise speranzoso.
Io sorrisi.
"No, mangiami il cazzo non cambierò un cazzo del mio carattere per te." ridacchiai, dandogli uno schiaffetto "giocoso" mentre il sorriso sulla sua faccia scompariva facendo a cambio con un'espressione infastidita prima di spingermi via la mano.
"Per una volta puoi solo comportarti come se fossi una vera donna-" mi guardò in cagnesco, abbassando la voce mentre il suono dei passi nel corridoio si avvicinava.
"Oh intendi così," dissi, facendo la scenetta della spaccata nel bel mezzo della cucina dietro l'isola ed Aaron ruotò gli occhi al cielo per i miei modi infantili.
"Natalie alzati, seriamente cazzo alza- oh hey, Cynthia, Harry. Wow sei fantastica, siete- intendo entrambi, ovviamente." improvvisamente Aaron rivolse la sua attenzione ai nostri ospiti da oltre il bancone mentre io non riuscivo a vedere visto che ero ancora sul pavimento.
"Stai bene anche tu, e la tua casa, è adorabile." sentii la voce di Cynthia dire con una piccola risata.
Mi stavo rialzando dal pavimento, rimettendomi in piedi proprio quando sentii la voce dall'accento inglese chiedere "Dov'è Nat?" ed Harry fece il giro dell'isola, facendoci scontrare e cadere per la sorpresa mentre qualunque pietanza stesse tenendo tra le mani volava via e si rovesciava tutta sulla sua faccia e sulla maglietta.
Cynthia sussultò mentre Aaron si portò una mano a coprirsi il volto.
"Oh mer- bello, Harry è stata colpa mia, mi stavo alzando e non sapevo che stessi camminando da questa parte mi dispiace tanto io-" iniziai mortificata sotto il suo sguardo sorpreso mentre guardavo la salsa di pomodoro gocciolare sul suo viso e sulla maglia, gli avanzi su di lui sembravano essere delle lasagne, poi mi fermai, sbattendo le palpebre verso i suoi capelli.
"Hey... hai tagliato i capelli." dissi improvvisamente nella realizzazione, facendo qualche passo indietro in venerazione mentre sul volto di Harry appariva un sorriso con tanto di fossette.
"Già," ridacchiò, abbassando lo sguardo sulla vaschetta di lasagne schiacciate tra le sue mani prima di rialzare gli occhi per incontrare i miei.
"Sì l'ho fatto." disse mentre io gli fissavo i capelli ora corti, tagliati alla militare ma non completatamene a spazzola ed osservai come delle piccole ciocche gli fossero cadute sulla fronte e dovetti mentalmente contenermi dallo spostargliele dal volto come ero solita fare.
"Avevo detto al signore qui di non preparare le lasagne per la cena di sta sera con voi ma lui invece non mi ha ascoltato. C'è un tale disastro." disse Cynthia ad Harry con tono scherzoso, lui la guardò brevemente con una specie di sorriso tirato prima di tornare a guardare me.
"Io personalmente non so cosa ci sia di buono nelle lasagne." disse Aaron accanto a lei.
Beh non sono solo delle lasagne, sono le lasagne di Harry.
"Ho sentito lasagne!" urlò Haz entrando nella sala, Talie, la figlia di Harry, lo seguiva con il naso sepolto in un grosso libro che sembrava troppo grande per lei.
Haz si avvicinò ad Harry, sia io che Harry abbassammo lo sguardo sul piccolo ragazzino e lui prese il grande piatto di pasta dalle mani di Harry.
"Oh finalmente si mangia bene sta sera!" Haz ridacchiò in modo maniacale, camminando via con il cibo mentre Talie si scontrò con il muro, camminandoci proprio dritta, troppo assorta da qualsiasi cosa stesse leggendo prima di scuotere la piccola testa, sbattere gli occhi e stordita, rimettersi gli occhiali spessi sul ponte del naso, continuando a camminare e leggere come se niente fosse successo.
"Va bene, vado a prenderti una maglietta pulita e poi mangiamo. Che ne dici?" Aaron sorrise, dando qualche pacca rude sulla spalla di Harry come se fossero amici da una vita mentre Harry si voltava verso di lui, facendomi accigliare confusa quando lo vidi guardare in cagnesco mio marito.
"Oh Cynthia, devi vedere l'armadio a muro che ho costruito. So che vai pazza per queste cose." Aaron si voltò poi verso la formosa donna bionda stretta in un vestito rosso che applaudì con un luminoso sorriso su volto.
"Oh posso sul serio?" praticamente strillava, guardando tra me, Harry, e Aaron.
"Sì voi due andate." fece spallucce Harry.
"Io aiuto a pulire qui." dissi quando Aaron spostò lo sguardo su di me, gli feci un sorriso e lui annuì prima di accompagnare Cynthia fuori dalla stanza e su per le scale.
Aspettai fino a quando sentii i loro passi raggiungere il secondo piano, diedi un'occhiata ad Haz e Talie seduti al tavolo mentre già mangiavano le lasagne spappolate prima di guardare Harry, preparandomi a fare quello che volevo fare dal momento in cui era entrato a casa mia.
"Hai portato le lasagne non posso ringraziarti abbastanza porca vacca. Mi è mancato così tanto il tuo cibo e le lasagne erano il mio preferito, grazie, grazie." sorrisi, scuotendolo dai lati delle braccia ed il suo corpo si irrigidì, gli occhi verdi si spalancarono con sorpresa quando io trascinai un dito sul suo petto, prendendo la salsa e portandomelo alla bocca prima di chiudere gli occhi.
Ah che ricordi.
"Coosì buono..." mormorai con un sorriso sognante mentre Harry mi guardava con espressione incerta prima di scoppiare a ridere.
"Dalla tua faccia sembra che ti sei fumata una canna, ti piace sul serio così tanto la mia cucina?" ridacchiò in quella maniera scherzosa che mi era mancata così tanto, il mio cuore si scaldò alla vista del suo sorriso e al suono della sua voce.
"Certo, fan numero uno proprio qui." dissi, indicandomi mentre prendevo un asciugamano da uno dei cassetti della cucina, lo misi sotto l'acqua calda del rubinetto prima di spostarlo e avvicinarmi ad Harry.
"Okay stai fermo," ordinai in tono dolce, pulendogli la salsa di pomodoro dalla faccia mentre lui mi guardava intensamente, dimenandosi leggermente al passaggio della mia mano.
"Nat non sono un bambino," rise, arricciando il naso e facendomi improvvisamente ricordare tutti le volte in cui era Harry a fare questo gesto quando avevo la bocca sporca di cibo quando eravamo spostati.
Prendeva sempre un tovagliolo e mi puliva le labbra, ed io dicevo sempre quella frase.
'Harry non sono un bambino', anche se poi lo lasciavo pulirmi in ogni caso.
E poi faceva lo spettacolino di leccare il tovagliolo, il pollice, o qualsiasi cosa avesse usato per pulirmi la pelle e diceva una cosa in risposta.
"Ma tu sei il mio bambino." Mormorai sotto voce a me stessa, ripetendolo dal profondo dei miei ricordi prima di sbattere le palpebre, realizzando dove mi trovavo, con Harry che mi fissava scioccato, le mie mani con l'asciugamano umidiccio sospeso sul suo viso imbambolato mentre il suo sguardo cadde sulle mie labbra.
"Cos'hai... cos'hai detto?" iniziò, le guance arrossate prima che velocemente leccassi l'asciugamano.
"Niente, ora vieni qui." dissi, provando repentinamente a cambiare discorso per poi sfregare per pulire Harry con ora la mia saliva sull'asciugamano, e lui sorrideva mentre provava a schivarlo come facevo io moltissimme volte quando era lui a farlo.
"No, sei disgustosa." ridacchiò Harry, anche se in realtà si sporgeva verso di me così potevo tenergli il mento in una mano mentre continuavo a ripetere la cantilena "Solo un'altra pulitina" prima che entrambi ci bloccassimo.
Ed è stato lì che infine realizzai quando i nostri volti fossero vicini, e quanto semplice era stato per noi ritornare ad essere così a nostro agio uno con l'altro di nuovo.
I suoi occhi verdi scavarono nei miei e afferrò il mio polso, lentamente abbassandomi la mano con cui stavo tenendo l'asciugamano, cercando il mio volto.
E in quell'istante capii, anche dopo tutti questi anni.
Non avevo ancora dimenticato Harry.
Per niente.
"Scusa, questo era- quello era strano. Uh, ti prendo un asciugamano pulito." mi scusai, distogliendo lo sguardo e deglutendo mentre mi voltavo, lasciando la sua stretta e prendendo un nuovo asciugamano, cercando di controllare il tremolio delle mie mani.
"Va-va bene." balbettò Harry, entrambi evitando di guardarci, lo sguardo basso sul pavimento mentre gli passavo senza guardare l'asciugamano che lui prese goffamente.
"Vado a controllare i bambini." deglutii, scappando via prima che Harry potesse rispondere ed entrai nella sala da pranzo, solo per trovare Haz stravaccato sul tavolo con la pancia gonfia e il piatto vuoto delle lasagne accanto.
"Non dovevi mangiarti tutte le lasagne." iniziai, avvicinandomi al piccolo corpo e lui alzò la testa, le labbra sporche di sugo sulle labbra mentre mi faceva un sorriso assopito.
"Non mi pento di niente." singhiozzò, alzando i pugni stretti in aria, la voce strascicata e le palpebre pesanti prima che facesse ricadere la testa sul tavolo e si addormentasse con un leggero russare.
"Gliel'avevo detto di non farlo." disse la vocina di Talie da una delle sedie del tavolo, senza staccare gli occhi dal suo libro, girando una pagina.
"Gliel'ho detto due volte." aggiunse, dandomi un'occhiata e abbassando gli enormi occhiali verso di me.
"Andiamo a darci una ripulita." ridacchiai, scuotendo la testa verso mio figlio, prendendo il suo corpo addormentato tra le braccia.
"Mrs. Turner." disse Talie, facendomi voltare quando realizzai che si rivolgesse a me.
Non ero abituata alle persone che mi chiamavano in quel modo.
Rispondevo immediatamente quando mi chiamavano con il mio nome o.... Mrs. Styles, qualche anno fa.
"Puoi chiamarmi Nat tesoro." le sorrisi, cullando Haz tra le braccia e lei sorrise piazzando il grosso libro sopra il tavolo.
"Nat," riformulò in tono educato, controllando la mia espressione per essere sicura che andasse bene il nuovo nome e si riaggiustò gli occhiali.
"Che succede Talie?"
"Che cosa ti rende speciale?" mi chiese improvvisamente,
prendendomi alla sprovvista ed inclinai la testa di lato per guardarla, domandandomi perché mi stesse chiedendo una cosa così casuale.
"Cosa mi rende speciale?" ripetei sotto voce, stringendo le labbra pensierosa.
"Sì." annuì lei.
"Beh, sono snodata." alzai le spalle facendole aggrottare le sopracciglia.
"Solo questo?" chiese, un accenno di delusione nella voce.
"Uh... beh, una volta ho mangiato un intero panino Subway in tipo cinque minuti," aggiunsi, volendola impressionare prima di sorridere, spostando il peso quando Haz iniziò a scivolare dalla mia presa anche se leggermente.
"Huh," disse Talie dopo qualche secondo, spostando lo sguardo pensierosa prima di tornare a guardarmi con un sorriso felice.
"Il mio papà deve amare veramente le persone snodate che riescono a mangiare molto veloce." fece spallucce con un'espressione incurante prima di riprendere il libro dal tavolo, lo riaprì e riprese a leggere da dove era rimasta mentre i miei occhi si spalancarono alle sue parole.
"Cosa intendi?" domandai con una leggera risata prima che Talie alzasse lo sguardo dal suo libro e mi fissasse.
"Tu devi essere speciale," spiegò in tono convinto.
"E perché?" provai, domandandomi se dovessi mostrarle il trucco dei pollici snodabili solo per intrattenerla di più ma lei ridacchiò e ritornò a guardare il libro.
"Perché il mio papà dice che sei speciale."
++
Il mio papà dice che sei speciale. Il mio papà dice che sei speciale. Il mio papà dice che sei speciale.
"Nat, non che mi dispiaccia il tuo respiro pesante sul collo come se stessi avendo un attacco di asma ma, sul serio, posso farne a meno." scherzò Harry, girando lentamente la testa mentre io lo fissavo dall'alto con gli occhi sbarrati mentre lui controllava quale piastrella potesse stare meglio nel mio giardino mentre Cynthia e Aaron ripulivano la sala dove avevamo cenato.
La cena non era stata così imbarazzante come avevo pensato fosse stata, eccetto quando avevo chiesto i ravioli...
"Tesoro puoi passarmi i ravioli per favore." dissi, affogando il mio cibo nella salsa di soia prima di riempire i bicchieri di Haz e Talie di acqua.
"Certo," disse Harry nello stesso istante in cui Aaron mormorò un "sì," prima che entrambi si allungassero per prenderli all'unisono.
Haz era l'unico che era scoppiato a ridere.
E poi nessuno mi aveva più passato i ravioli, non li avevo nemmeno odorati.
"Stai bene?" chiese Harry, ora sembrando preoccupato mentre si alzava da terra e osservava il mio volto prima che scacciassi via i miei pensieri.
"Cosa? Oh sì, sì sto bene- sto bene stavo solo, solo controllando che i tuoi capelli ci fossero tutti." mentii, scuotendo velocemente la mano in aria in modo riduttivo ed Harry alzò un sopraciglio, poco convinto ma continuando a reggere il gioco.
"Lo sai, ti tocchi sempre i capelli ogni volta che guardi i miei." disse lui con piccolo ghigno, passandosi le mani tra i capelli corti catturando tutta la mia attenzione prima di indietreggiare per valutare che cosa mancasse al cortile sul retro.
"Non è vero." mormorai sotto voce come un bambino, i miei occhi ritornarono sui suoi capelli prima di inconsciamente toccare i miei, giocando con qualche ciocca.
"A te uh, a te non piace?" Harry si schiarì la gola imbarazzato, dandomi la schiena così che non riuscissi a vedergli la faccia e accucciandosi di fronte ad uno dei cespugli vicino alla recinzione.
"Cosa? Il tuo nuovo taglio?" chiesi, arrivandogli accanto e lui si spostò più a sinistra per farmi un po' di spazio mentre mi accucciavo vicino a lui, domandandomi perché stesse fissando così intensamente quel cespuglio.
"Uh- no, no voglio dire uh-" iniziò, imbarazzato sfregandosi le mani tra loro, il metallo della fede scintillava sotto la luce della luna facendomi sorridere prima di distogliere lo sguardo.
Anche se non ero più l'unica con cui era stato, ero felice e orgogliosa di Harry.
Era andato avanti, aveva avuto una figlia e la famiglia che aveva sempre desiderato ed io non potevo chiedere di meglio, mi stava bene stare semplicemente amici o vicini o compagni di giardinaggio.
Più a lungo che rimanevo in qualche modo nella sua vita, vegliando su di lui e sulla sua famiglia, mi andava bene, come io avevo i miei Haz e Aaron, anche se il mio cuore restava con Harry.
"Questo cestuglio, sì questo cespuglio." disse improvvisamente Harry, indicando la pianta ed io gli diedi un'occhiata.
"Vedi, questi ramoscelli e foglie sono molto lunghe e selvatiche, e lo sai crescono. E' sempre così che fanno, perciò dovresti tenerlo d'occhio. Ma io potrei- io potrei tagliarlo, sistemando i rami e spuntando le foglie. A te uh, a te piacciono le foglie più corte o più lunghe?" chiese, il suo pomo d'Adamo fece su e giù e si diede una pacca sulle ginocchia, spostando lo sguardo tra me e la pianta mentre io lo fissavo a lungo.
"E' un cespuglio...."
Harry mi diede un'occhiata impassibile, un'espressione che diceva solo "sul serio stronza, sul serio."
"Beh, è una scelta del cespuglio, diavolo lui sta bene sia tagliato che non. Potrebbe essere anche un cespuglio pelato ed io continuerei a pensare che sia la pianta più bella del mio cortile." gli dissi, la mia voce sincera mentre gli davo una pacca sulla schiena e mi rimettevo in piedi, sapendo che avesse afferrato quello che avevo detto, infatti sorrise verso il terreno prima di alzarsi al mio fianco.
"Mi piace il tuo cespuglio." sorrise, guardando i miei capelli mentre a me scappò una risata.
"Suona come se stessi parlando del mio inguine." Non potei evitare di ridacchiare, mordendomi le labbra e facendo una risata infantile mentre Harry solo mi fissava.
Poi si morse un labbro per trattenersi dal ridere mentre ci scambiavamo occhiatine.
"Lo so bene." rise, facendoci entrambi ridacchiare come alle scuole medie e i ragazzini ridono ogni volta che qualcuno dice il numero '69' in classe.
Poi, ci fu un fruscio tra gli arbusti ad un passo da noi.
E vedemmo il mostro.
Harry ed io urlammo alla vista dell'animale selvatico, saltando e sbattendo uno contro l'altro, non sapendo cosa fare prima di correre a gambe levate al sicuro nella mia casa, ancora urlando mentre ci affrettavamo ad aprire la porta scorrevole del cortile sul retro.
"Woah, dov'è l'incendio?" chiese Aaron ad entrambi e Cynthia si avvicinò, Harry ed io in iper ventilazione indicammo freneticamente ai nostri coniugi fuori dal vetro della porta.
"E' lì- lì fuori." ansimai, facendo annuire Harry, provando a riprendere fiato mentre Cynthia e Aaron si sporsero più vicino alla porta per vedere cosa ci fosse all'esterno.
Lì, nel mio cortile sul retro, il mostro uscì, saltellando tra i cespugli e seguendo una farfalla.
O dovrei dire...
La sua prossima vittima.
"Un cerbiatto?" Aaron e Cynthia dissero all'unisono, voltandosi a guardarci ed io ed Harry annuimmo con orrore.
"La progenie del diavolo." ribadì Harry con tono pungente, fissando fuori dalla porta di vetro mentre io annuivo.
"Hai detto bene." concordai, entrambi alzammo le mani, dandoci il cinque a vicenda, senza spostare gli occhi dal cerbiatto all'esterno.
"Ridicolo." disse Aaron, lanciando le mani in aria per l'esasperazione e Cynthia sospirò con una smorfia rassegnata.
"La mia mamma ha paura dei cerbiatti." Haz spiegò a Talie.
"Anche il mio papà." replicò Talie.
Entrambi si scambiarono delle occhiatine.
"Crescere è così strano." disse poi Talie, arricciando il naso verso l'alto ed Harry ed io abbassammo la testa per guardare verso i nostri bambini.
Haz si tolse il lecca lecca alla ciliegia dalla bocca, fece schioccare le labbra insieme mentre ci guardava.
"Hai proprio ragione bambola." disse lui, ficcandosi di nuovo il dolcetto nella bocca.
"Hey Harry, c'è quel programma che ti piace." stuzzicò improvvisamente Cynthia quando Aaron ci propose di spostarci in salotto e sia io che Harry ci girammo verso di lei con gli occhi spalancati.
"I Sentieri delle Lacrime del Domani!" esclamammo in contemporanea io ed Harry, facendoci voltare lentamente uno verso l'altro sorpresi.
Era come innamorarsi di nuovo.
A parte per il fatto che fossimo sposati con altre persone.
"Conosci quel programma!?" dicemmo poi nello stesso momento.
"Io amo quel programma!" urlammo di nuovo in contemporanea prima di saltare e sbatterci il petto insieme, indietreggiai leggermente per la forza di Harry e mi massaggiai le tette che avevo dimenticato totalmente di avere.
"Non capisco. Quel programma è sdolcinato ed esagerato e finto e i dialoghi sono terribili." disse Aaron, dirigendosi in cucina per prendere degli stuzzichini e Cynthia lo aiutò, annuendo in accordo.
"E' questo il bello. E' divertente per questo." risi ed Harry aggiunse un 'esatto' da dietro di me prima che entrambi andassimo nel soggiorno, distendendoci sul grande divano di fronte alla televisione a distanza l'una dall'altro.
"Amo questo programma." disse Harry, rilassandosi all'indietro sui cuscini con un sorriso soddisfatto mentre io dicevo "anche iooo...." e alzai il volume della tv con il telecomando.
Mi irrigidii quando sentii Harry afferrarmi le caviglie, alzandole prima che entrambi ci congelassimo sul posto proprio quando lui stava per appoggiarmi le gambe sulle sue cosce, la nostra solita posizione per quando guardavamo la tv sul divano e stavamo insieme.
Ci guardammo con gli occhi sbarrati.
Lui lasciò immediatamente i miei piedi.
"Cynthia amore puoi venire qui per favore!" Harry immediatamente si voltò, guardando oltre il divano in disperazione, con la voce spezzata nello stesso momento in cui io mi girai, chiamando Aaron e gli stuzzichini per scappare dall'imbarazzo.
Fortunatamente i nostri coniugi arrivarono, io rilasciai un sospiro mentre Harry si strofinava il retro del collo e Aaron si sedette accanto a me e Cynthia accanto ad Harry, tenendoci a distanza sugli estremi del divano mentre i bambini decisero di sedersi sul pavimento, scarabocchiando e colorando sui libri da colorare che Talie aveva portato.
"Ho portato da bere per noi." Cynthia sorrise a suo marino ed Harry le circondò le spalle con un braccio, ringraziandola e prendendo il bicchiere di vino dalla sua mano mentre Aaron appoggiò la testa sull'incavo della mia spalla mentre io mangiavo dalla sua ciotola di popcorn.
"Rossella, sono tornato, tornato per te." iniziò uno degli orribili attori del programma televisivo, entrando nella stanza in modo drammatico con addosso degli stretti pantaloni di pelle prima andare dritto verso la donna in lacrime attraverso la grande stanza.
"Oh Dante, ma sono passati anni," ansimò, le labbra le tremavano inconsapevolmente e l'eyeliner si scioglieva sulle sue guance, facendola assomigliare ad un triste orsetto lavatore mentre si avvicinavano, tenendosi poi le mani.
Dante si sporse per baciarla.
"Dante no!" Harry ed io imitammo ed Aaron e Cynthia si scambiarono un'occhiata.
"Dante no!" protestò Rossella proprio come avevamo predetto noi, posandosi il retro della mano sulla fronte.
"Non possiamo, sono passati otto anni da quando ci siamo visti l'ultima volta, abbiamo vite diverse ora, amanti diversi, i bambini." l'attrice singhiozzò ed Harry si strozzò con il suo drink mentre io inspiravo profondamente finché un chicco si incastrò nella gola ed iniziai a soffocare con il popcorn.
"Harry tesoro, stai bene?" lo richiamò Cynthia, accarezzandogli la schiena, mentre il liquido scendeva dalle labbra socchiuse di Harry ed Aaron mi diede qualche pacca sulla schiena mentre io avevo i conati e mi colpivo il petto con un pugno.
"Sì io solo- solo non avevo realizzato quanto forte fosse questo vino." tossì Harry, strofinandosi le labbra, mise da parte il bicchiere di vino mentre Cynthia provava a calmarlo.
"Tu stai bene?" Aaron chiese poco convinto ed io finalmente riuscì a mandare giù il cibo incastrato in gola con una deglutizione dolorosa e rumorosa.
"Sì, io uh- io ho solo un pessimo riflesso faringeo ad ingoiare." ridacchiai nervosamente, provando a ricompormi mentre tutti fecero una leggera risata sentita.
"Sì è vero." aggiunse Harry.
Poi cadde un silenzio tombale e puntammo i nostri sguardi su Harry.
"Cosa?" disse Cynthia.
"Cosa?" ripeté Aaron.
"Cosa?" chiese Haz.
"Cosa?" gli attori nel programma esclamarono - solo per me che realizzai in ritardo che era solo parte del dialogo che casualmente combaciava con la situazione.
E giuro su dio, che sentimmo tutti un piccolo "cosa" dall'esterno nel cortile, ci voltammo verso la finestra dietro al divano per trovare il cerbiatto nel giardino sul retro fissare Harry con gli occhi spalancati.
"Cosa?" Talie fu l'ultima a parlare mentre noi guardavamo suo padre arrossire.
"No davvero cosa? Non capisco cosa ci sia di sbagliato in quello che ha appena detto." Talie chiese ulteriormente mentre Haz piazzava le piccole mani sulle sue orecchie.
"Ci sono dei bambini qui." ci rimproverò Haz mentre Talie si dimenava, per poi staccare le mani da lei infastidito.
"Abbiamo la stessa età! Non lo sai nemmeno tu di che cosa stavano parlando!"
"Uh, sì lo so!"
"Nuh-uh!"
"Sì-uh! Il tuo papà conosce il riflesso faringeo della mia mamma!" spiegò Haz orgoglioso, non sapendo il vero significato dietro a quella frase e Talie si imbronciò.
Per quanto riguarda me e Harry, beh, noi lentamente iniziammo a sprofondare giù sul divano, sempre più giù, sotto gli sguardi dei nostri coniugi.
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