Ch. 9 - Butt sweat
N/A: il disegno è un'anteprima di come Nat ed Harry saranno in questo capitolo :)
Bussai alla porta dipinta recentemente di bianco della villa, la pelle mi prudeva per il nervosismo e un'anziana signora bianca nel giardino accanto mi fissava mentre annaffiava le petunie.
Dopo qualche momento di attesa davanti alla porta, mi voltai e le feci un sorriso scomodo al quale lei alzò un sopracciglio, contraendo le labbra raggrinzite, e squadrò disgustata i miei boyfriend jeans sformati e strappati e la mia felpa enorme.
Inclinai la testa per spalancare gli occhi verso di lei irritata, prima di piazzare la mano sui miei fianchi mentre ci fissavamo a vicenda.
Cosa avrò mai fatto per scocciare questa vecchia raggrinzita.
"Oh grazie a Dio sei qui!" la porta finalmente si aprì. Interruppi le occhiatacce e rivolsi la mia attenzione alla raggiante donna davanti a me, i suoi capelli biondi erano spettinati ma in un modo davvero attraente e i suoi occhi blu si illuminarono alla mia vista.
"Ti prego ti prego ti prego dimmi che sei del servizio di pulizia." sospirò con voce delicata di supplica, legando il leggero raso della sua vestaglia intorno al suo completino rosa e bianco di lingerie che indossava.
"Sì sono io." sorrisi, avendo una sorta di visione tipica di Raven nella quale la donna strillava di piacere.
"Lo immaginavo." sentii dire alla vecchia donna che stava annaffiando il prato dall'altra parte del giardino.
"Yo nonnetta! Vuoi venire qui e dirmelo in faccia con il tuo atteggiamento moralista e grinzoso perché io sono molto vicina a strapparti quell'idrante dalle mani e infilartelo su per le tue decrepite chiappe." scattai, urlando attraverso la distanza tra la ville, la vecchia donna mi fissò scioccata, a bocca aperta con una gracile mano sopra il cuore.
"E' quello che pensavo." borbottai, spostando qualche ciocca di capelli dalla spalla prima di tornare a guardare la scioccata committente.
"Ho il materiale per pulire in macchina, posso prenderlo e poi puoi dirmi da dove iniziare-"
"Oh non è necessario, io farò la maggior parte delle pulizie qui sotto, entra entra, ti spiego." si precipitò, facendosi un po' da parte mentre velocemente mi faceva entrare, chiudendo poi la porta dietro di noi.
Rilasciai un piccolo fischio quando mi guardai intorno osservando gli alti soffitti a volta, il lampadario di vetro e la gigante scalinata di marmo proprio al centro.
"Bella casa..." dissi sottovoce meravigliata.
"Oh, grazie," iniziò, camminando velocemente attraverso la villa, afferrando rapidamente dei capi di abbigliamento sparsi lungo il pavimento con qualche bottiglia vuota di champagne.
"Dio." ridacchiò, provando a fare il segno della croce con le braccia piene di oggetti ed io aggrottai le sopracciglia verso di lei guardandola con l'espressione da "ma che cazzo".
"S-scusa, sono solo esausta, mio marito tornerà a casa presto e il mio bambino non è ancora sveglio-"
"E' tutto okay e posso svegliarlo per te e prepararlo se vuoi." mi offrii educatamente, ricordandomi che ieri mi avesse parlato al telefono di suo figlio più giovane di sei anni paralizzato dal collo in giù.
Proprio così, questa donna aveva già due figli e aveva il corpo di una modella di Victoria's Secret e non sembrava avere più di trent'anni.
"Tu, tu sai di lui?" sbatté le palpebre, sembrando scioccata mentre si portava una mano alla bocca con uno sguardo circospetto.
"Um... si... mi hai già parlato di lui." dissi lentamente, aggrottando la fronte in confusione, continuando a guardarci a vicenda in silenzio.
"L'ho fatto, oddio devo essere stata davvero ubriaca," borbottò sottovoce mentre il rimorso riempiva i suoi occhi blu.
"E tu non... hai nessuno commento moralista?" aggiunse, guardandomi come si stesse preparando mentalmente ad essere riempita di insulti.
"Cosa? Certo che no non c'è niente da giudicare." dissi, scuotendo la testa.
Spalancai gli occhi per la sorpresa quando lasciò cadere tutte le cose che stava tenendo per stringermi in un forte abbraccio, le sue mani si avvolsero intorno al mio corpo irrigidito, accarezzandomi la schiena.
"Oh grazie mille per essere così aperta mentalmente, molte persone sanno già di questo problema e loro solo- oh grazie di capire." singhiozzò, piangendo di gioia sulla mia spalla.
"Uh.. si non c'è problema, mi dispiace sentirlo." dissi imbarazzata mentre alzavo lentamente le braccia per accarezzarle la schiena in modo confortante.
"Sono Charlotte." sorrise, lasciandomi libera dall'abbraccio e guardandomi con gli occhi ancora lucidi.
"Nat." dissi, ricambiando il suo sorriso.
Il telefono d'un tratto suonò, facendo sobbalzare Charlotte che si guardò attorno come un cervo sorpreso dai fari di un'auto, ritornando ad essere agitata e raccolse di nuovo velocemente gli oggetti dal pavimento.
"Questo deve essere mio marito," disse preoccupata mentre si mordeva le unghie curate.
"Vuoi che vada a preparare il tuo bambino?"
"Oh sì! Ti prego, ti prego, lui è in camera mia al piano di sopra, la quinta stanza sulla sinistra." mi informò con un sorriso grato prima di sparire in una delle stanze lungo il corridoio.
Trattenni un piccolo respiro e seguendo le sue istruzioni percorsi con la mano il liscio corrimano delle scale arrivando al piano di sopra.
"Ehilà?" dissi, infilando la testa nella grande e lussuosa stanza bianca e bussando gentilmente sul legno.
I miei occhi si strinsero verso un piccolo bozzolo sotto le lenzuola chiare dell'enorme letto, il bozzolo si alzava e abbassava lentamente. Entrai nella stanza e mi sporsi per dare qualche colpetto al bozzolo.
"Hey bello..." dissi, la mia voce suonò più inquietante di quello che intendevo mentre scuotevo leggermente la figura dormiente.
Un profondo e rauco gemito provenne dal bozzolo facendomi spalancare gli occhi e feci qualche passo indietro per la sorpresa.
"Stai bene?" chiesi, togliendo le lenzuola e la mia mandibola toccò terra per la persona che avevo trovato sdraiata a letto.
Harry fece uno sbadiglio, sbattendo le palpebre lentamente in confusione, si strofinò gli occhi addormentati ed alzò la testa, sdraiato a petto nudo con le sue lunghe gambe aggrovigliate nelle lenzuola bianche.
"Che cazzo?" urlai, allontanandomi fino a scontrare con la schiena il muro della stanza alle mie spalle, fissando Harry scioccata.
Lui fece un altro sbadiglio, girandosi nel largo letto fino ad essere di schiena, spostando le lenzuola lentamente e stropicciandosi la faccia, i capelli castani andavano in ogni direzione e, quando rimosse la mano dalla sua faccia infine fissandomi, i suoi occhi verdi si spalancarono per lo shock.
"Che cazzo stai facendo tu qui?" entrambi imprecammo all'unisono, il suo corpo si irrigidì e raddrizzò la postura, cercando velocemente e afferrando un cuscino per coprire la sua gloria mattutina mentre io aprivo e chiudevo la mia bocca cercando di formare una frase.
"No che cazzo ci fai tu qui." scattammo nello stesso momento, la mia irritazione aumentò, la sua mandibola si strinse e diede un pugno al cuscino di fronte alle sue parti basse per la rabbia.
"Io sono qui per il mio lavoro di fornire servizi di pulizia al quartiere, ma vedo che anche tu stai fornendo qualcos'altro alla mia cliente." dissi, stringendo i pugni infastidita e digrignando i denti.
"Io vengo qui per annaffiale le piante nel fine settimana." dichiarò Harry, la sua voce più profonda e rauca del normale mentre mi guardava male.
"Stronzo tu annaffi qualcos'altro invece delle piante okay-"
"Beh non sono fottutissimi cazzi tuoi." ringhiò, appoggiando la schiena contro la testiera del letto e incrociando le braccia muscolose sopra all'ampio petto.
"Um no, veramente sono affari miei perché hai lasciato Lisa nel bel mezzo della notte solo per andartene a fare sesso con una donna sposata, tu e i tuoi fottuti ormoni, giuro che farò un favore al mondo intero e ti taglierò il fottuto pene." dissi, ufficialmente incazzata ricordando il modo in cui Lisa aveva pianto senza speranza nel suo appartamento con addosso la sua maglietta.
"In realtà me ne sono andato nel bel mezzo della notte per partecipare ad un combattimento nella gabbia," si difese Harry con le sue occhiatacce che mi trafiggevano la testa e tirò fuori una grossa mazzetta di soldi dal cuscino, sbattendola sull'altra mano.
"Ho vinto." aggiunse con un ghigno arrogante mentre io mi avvicinavo.
"Questa donna è sposata ed ha due bambini." dichiarai, ignorando il suo discorso mentre il mio respiro diventava pesante.
"Mi ha detto che aveva divorziato con il marito una settimana fa e credi che non sappia abbia dei figli. Sai il ragazzo alla festa che ti ha chiamato puttana?" iniziò Harry, schiarendosi la gola mentre io facevo mente locale e stringevo gli occhi insospettita.
"Sì..."
"Beh è suo figlio." spiegò Harry, un sorriso trionfante gli spuntò sul volto mentre ritornava ad appoggiarsi contro la testiera del letto con le mani dietro la testa.
"Cosa...." sbattei le palpebre, cercando di assimilare quello che mi aveva appena detto continuando a ghignare.
"Ha chiamato puttana te e quando ancora uscivamo insieme faceva sempre battute su mia madre perciò io mi sono scopato la sua. Chi è la puttana adesso." spiegò, un sospiro soddisfatto lasciò le sue labbra e inclinò la testa verso il soffitto, chiudendo gli occhi.
Mi portai le mani sui fianchi, sbattendo le palpebre scioccata prima di annuire lentamente, arricciai le labbra e mi tolsi una delle infradito.
"Sei tu la puttana piccolo stronzo!" scattai, schiaffeggiando la sua testa ripetutamente con l'infradito, i suoi occhi si aprirono e rilasciò una serie di imprecazioni tentando di bloccare i miei colpi.
"Che."
Slap!
"Genere."
Slap!
"Di fottuto ragionamento hai fatto per uscirtene con questa merda!" dissi con rabbia, schiaffeggiandogli la testa riccia davanti e dietro come una testa a molla finché lui non mi afferrò il polso, bloccando i miei colpi.
"Ti avevo fottutamente detto di non toccarmi." ringhiò, stringendo la presa mentre mi fermavo e ricambiavo le sue occhiatacce.
"O cosa? Ti scoperai mia madre?" sibilai, stringendo gli occhi e la sua mandibola si serrò per la rabbia. D'un tratto mi strattonò sopra di lui con le mani ancora strette duramente intorno ai miei polsi fino a ritrovarmi con il viso a solo a qualche centimetro di distanza dal suo, percependo il suo respiro caldo.
"Magari potrei fottutamente farlo."
La nostra gara di sguardi fu interrotta dal rumore di un'auto che percorreva il vialetto, facendoci raggelare entrambi.
"David!" sentii Charlotte chiamare nervosamente dalle scale.
"Ma che cazzo, aveva detto che avevano divorziato..." disse Harry sottovoce, gli occhi spalancati e un'espressione sorpresa sui suoi lineamenti.
"Sì beh sembra che menta per venire a letto con te, suona famigliare?" scattai, liberandomi della sua mano sul mio polso e allontanandomi.
"Ora se vuoi scusarmi piccolino," lo provocai, i suoi occhi scattarono nei miei a quel nomignolo in un'intensa occhiataccia a cui risposi con un sorriso falso.
"Amerei rimanere e guardarti nei casini per aver dormito con una donna sposata ma... me ne andrò semplicemente." ghignai facendo stringere i pugni ad Harry e gli feci una smorfia, camminando verso la porta.
La mia mano rimase in sospeso sopra alla maniglia della porta quando sentii dei passi salire le scale che mi fecero irrigidire e spalancare gli occhi.
Merda merda merda, non potevo solo camminare fottutamente fuori da questa camera e incontrare i proprietari nel corridoio.
Prima che potessi anche solo pensare, mi voltai per incontrare Harry che tranquillamente contava la sua mazzetta di soldi ancora stravaccato nudo sul letto.
"Non hai nemmeno intenzione di provare a tirarti fuori da questo casino?!" sibilai sottovoce quando sentii parlare sul corridoio.
"Nah, i miei vestiti sono nell'asciugatrice proprio ora e non mi interessa se lui mi trova qui perché è colpa sua non mia." fece spallucce indifferente e si leccò la punta del pollice per continuare a sfogliare il denaro.
Guardai tra lui e la porta, stringendo i denti quando sentii Charlotte e suo marito vicini alla stanza.
"Stammi a sentire capellone perché lo dirò una volta sola." dissi sottovoce, puntandogli un dito contro mentre marciavo verso il letto.
"Se riesco a farci uscire entrambi da qui devi ricordare che sono una brava ragazza molto innocente okay." dichiarai ed Harry aggrottò le sopracciglia, alzando la testa per guardarmi con un'espressione scettica.
"Penso che sappiamo entrambi che non sei una brava ragazza."
"Lo sono, e se sto dicendo questo è perché ho bisogno che inizi a vedermi in questo modo, sai che sono una fottuta vergine!" spiattellai, allargando le braccia mentre lui mi guardava con espressione annoiata.
"E mi dovrebbe importare perché..."
"Perché ci sono vestiti ovunque?!" una voce maschile abbaiò dall'altro lato della porta mentre sentivo Charlotte incespicare nelle sue stesse parole.
"Perché tu sei il mio cattivo ragazzo e ci farò uscire da qui." dissi, la mia voce colma di determinazione prima di togliermi velocemente la felpa, lanciandola sul pavimento e unendomi ad Harry sul letto, strisciandogli in braccio.
"C-cosa stai facendo?" balbettò, il suo corpo irrigidito mentre mi mettevo a cavalcioni su di lui, il cuscino gli copriva ancora le parti basse e le sue mani immediatamente si aggrapparono ai miei fianchi, distogliendo lo sguardo dal mio reggiseno al soffitto.
"Lascia parlare me." dissi sottovoce, mettendo le mani sopra la pelle calda delle sue spalle e il suo pomo d'Adamo fece su e giù mentre fissava il soffitto.
"Stai arrossendo?" lo presi in giro guardando le sue guance rosee e i palmi delle sue mani sui miei fianchi nudi iniziarono a sudare.
"C-chiudi il becco." ringhiò, il suo viso prese qualche sfumatura di rosso e la sua mandibola si serrò per la frustrazione.
Aprii la bocca per prenderlo in giro ma la porta si aprì bruscamente, sbattendo contro il muro, facendo entrare e subito sussultare Charlotte e suo marito.
"Cosa diavolo sta succedendo qui!?" ringhiò David, il marito di Charlotte, ed entrambi ci fissarono. Scesi allora velocemente dal corpo di Harry come se ci avessero colto nel fatto e rapidamente raggiunsi la mia felpa sul pavimento, rimettendomela in fretta e furia.
"Mi scusi signore io sono- io ero stata assunta da sua moglie per pulire la casa mentre lei andava fuori a riposarsi in piscina," improvvisai, fingendo di essere spaventata mentre il mio petto si alzava e abbassava.
"Anche lui era stato assunto per annaffiare le sue mutande (pants)- voglio dire piante (plants) ma quando lei se n'è andata, i miei ormoni sono andati in subbuglio e poi una cosa tira l'altra.." spiegai, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, gesticolando con l'espressione sorpresa di Harry che mi guardava nello stesso modo di David e Charlotte.
Vidi la faccia di David diventare rossa dalla rabbia, le sue mani diventare stretti pugni ai lati del corpo ed Harry, Charlotte, ed io ci scambiammo un'occhiata.
"Stupidi fottuti adolescenti arrapati uscite da casa mia prima che chiami la polizia! Adesso!" esplose, una vena gli pulsava sul collo e gocce di saliva gli uscirono dalla bocca.
"Oh merda non dirlo due volte." borbottai e sfrecciai fuori dalla stanza.
"Porca miseria prenditi il fottuto cuscino." sentii David abbaiare alle mie spalle, per poi sentire Harry ridacchiare e i suoi passi seguirmi per uscire fuori dalla casa, Harry ancora nudo con solo un cuscino a coprirgli le parti basse e la mazzetta di soldi tra le labbra mentre io con solo una ciabatta ai piedi e i capelli spettinati.
La vecchia signora della porta accanto ora stava tagliando le rose, le cesoie nelle sue mani ricoperte dai guanti le caddero sul prato, facendo un sussulto strangolato quando ci vide uscire.
"Cielo!" urlò, fissandomi come se fossi la più sporca sgualdrina che avesse mai visto.
"Oh vaffanculo." scattai, rubando il cuscino dalle mani di Harry, esponendole l'intero pacco e facendola urlare prima che svenisse a terra.
"Ben fatto, brava ragazza." ribollì Harry, guardandomi prima di afferrare il cuscino e rimetterselo sulle parti basse, continuando poi a camminare verso la mia auto.
"Perché diavolo mi stai seguendo?"
"Sono venuto qui in moto e non ho intenzione di mettermi in sella con i gioielli al vento." disse Harry frustrato accanto a me.
"Bene, allora, sali." ringhiai, i miei occhi si spalancarono quando realizzai che si sarebbe dovuto sedere con il sedere nudo sul mio sedile di pelle.
"Aspetta! Usa il cuscino per sederti!" dissi velocemente, facendogli ruotare gli occhi prima di spostare il cuscino dietro di lui.
"Oh Dio perché è alzato! Lascia perdere metti il cuscino dove prima, metti il cuscino dove prima!" borbottai, schioccando le dita verso di lui mentre mi sedevo sul sedile di guida.
"Gesù ti vuoi decidere, e ovvio che è alzato mi sono appena svegliato cosa ti aspettavi." si lamentò Harry, fissandomi mentre riportava il cuscino davanti dove spettava, in piedi imbarazzato fuori dalla mia auto.
Mormorai imprecazioni sottovoce, togliendomi di nuovo la felpa prima di voltarmi verso un Harry con gli occhi spalancati e le guance di nuovo rosse che boccheggiava.
"Muoviti, non voglio avere il segno delle tue chiappe nude sulla mia auto con il tuo brutto culo sudato. Sai che le chiappe possono sudare vero, non voglio avere a che fare con quello." spiegai irritata, allargando la mia felpa sopra il sedile dove lui prese posto con lo sguardo fisso davanti a sé e teso.
"Allaccia la cintura." mormorai, seguendo le mie stesse istruzioni prima di accedere il motore e guidare.
Dopo qualche minuto di silenzio Harry iniziò a giocare con il finestrino del passeggero, facendolo andare su e giù come un bambino ed io strinsi la presa sul volante.
"Potresti smetterla."
"Non è così divertente ora vero?" ribatté, riferendosi a quella volta in cui mi aveva accompagnata a casa nella sua auto ed io avevo fatto la stessa cosa.
Mi fermai ad uno stop e voltai la testa per lanciargli un'occhiataccia alla quale lui strinse gli occhi in risposta, il suo sguardo squadrò per qualche secondo il mio petto e subito un debole rossore spuntò sulle sue guance prima di spostare immediatamente lo sguardo, guardando fuori dal finestrino.
Aggrottai le sopracciglia in confusione prima di scuotere la testa con un cipiglio sul volto, riportando la mia attenzione sulla strada.
"Perché ti stai comportando come se non avessi mai visto prima un paio di tette in un reggiseno?" lo schernii ancora infastidita mentre continuavo a guidare.
"Stai zitta.." lo sentii borbottare sottovoce, senza guardarmi.
Ruotai gli occhi al cielo e passarono pochi minuti di silenzio prima che Harry parlasse di nuovo.
"Tu sei.. sei arrabbiata con me?" chiese, continuando a guardare fuori dal finestrino, schiarendosi la voce imbarazzato.
"Oh wow, cosa te lo fa pensare." risposi sarcasticamente.
"Non ti ho mai vista così arrabbiata prima.. o proprio per niente. Neanche quando ti ho sculacciato." mormorò Harry come un bambino che è appena stato rimproverato, sussurrando l'ultima parte sottovoce e strofinandosi un lato del braccio, guardando verso il cuscino sul suo grembo.
Strinsi gli occhi, guardandolo con la coda dell'occhio prima di stringere le labbra per l'irritazione.
"Sì beh prova a confortare il cuore spezzato di una ragazza a cui veramente interessa di te solo per scoprire che a te non frega un cazzo e non hai nemmeno la decenza di smettere di illuderla e usarla. E soprattutto non avresti dovuto dormire con la mamma di qualcuno per vendetta." mormorai, stringendo gli occhi sulla strada e scrollando le spalle.
"Pensi che sono una brutta persona Nat." disse Harry dopo un paio di minuti, la sua domanda suonava più come un'affermazione e poggiò il gomito sul lato dell'auto, facendo scorrere il pollice sul labbro inferiore, continuando a non guardarmi.
"No smettila con tutte queste domande da cliché, che cosa ti importa comunque, io ti infastidisco e ti faccio solo incazzare giusto?" dissi con apatia.
"Voglio dire sì, di solito sono io quello incazzato perciò è un po' strano adesso che le parti si siano invertite." respirò Harry, strofinandosi il retro del collo e infine guardandomi per farmi un sorriso nervoso, una risata imbarazzata lasciò le sue labbra ed io lo ignorai.
Di sicuro lo era.
++
Facevo zapping tra i canali della televisione del soggiorno, sentendo inconsciamente Lisa che urlava senza sosta contro Harry in cucina.
La cosa strana era che Harry non diceva assolutamente niente, si era solo scusato e aveva raccontato la verità di dove fosse stato dopo averla lasciata a letto, guadagnandosi un paio di schiaffi in faccia che avrebbe potuto tranquillamente bloccare ma non aveva fatto.
Ad un certo punto Lisa iniziò ad imprecare in spagnolo, l'unica parola che riuscii a riconoscere della sua sfuriata fu "puta" prima di andarsene infuriata dalla cucina, passando dal soggiorno per raggruppare le sue cose.
"Ecco," disse con un leggero sorriso, dandomi un pezzo di carta con il suo numero scritto sopra.
"Chiamami e magari potremmo chiacchierare di nuovo di fronte ad una tazza di caffè." disse mentre io prendevo il foglietto con un sorriso sul volto.
"Sicuramente." annuii e lei fece un piccolo cenno di saluto camminando fuori dall'appartamento, sbattendo la porta rumorosamente e facendo echeggiare il suono in tutta la casa.
Guardai verso il numero prima di infilarlo nella tasca per più tardi, sprofondando ulteriormente nei cuscini e continuando a cambiare canale.
Dopo mezz'ora Harry entrò nel soggiorno ora vestito completamente e si unì a me sul divano, una grande distanza tra di noi e appoggiò due bicchieri di vetro pieni di frappè davanti a lui sul tavolino da caffè.
Sbattei le palpebre verso lo schermo della televisione, ignorando la sua presenza quando lo sentii bere rumorosamente la sua bevanda con la cannuccia.
Quando non feci nessun movimento per prendere l'altro bicchiere, Harry spinse il bicchiere vicino a me con l'indice, spostandolo lentamente lungo il tavolo finché non fu proprio di fronte a me.
Il mio sguardo si spostò dalla televisione alla bevanda prima di voltarmi per guardare Harry.
I suoi occhi verdi si spalancarono quando lo sorpresi a fissarmi e velocemente spostò lo sguardo, iniziando a soffocare con il suo stesso bicchiere, tossendo e respirando profondamente mentre strizzava gli occhi.
"Um... è uno smoothie di scuse.. L'ho fatto io, è al mango." spiegò, distogliendo lo sguardo dal mio e sbattendo le palpebre verso la televisione, continuando a sorseggiare dal suo bicchiere.
Guardai verso lo smoothie, prendendolo in mano e osservandolo.
"Se non ti piace il mango posso andare a preparati qualcos'altro-"
Portai la testa all'indietro, scolando il freddo dolce liquido rinfrescante mentre Harry mi guardava attentamente dal lato.
"Grazie." dissi, il mio bicchiere già mezzo vuoto e lui annuì lentamente, spostando l'attenzione sulla tv.
"Sai che non dovevi scusarti con me, avevi ragione, quello che fai non sono affari miei e sono stata patetica." ammisi, cambiando canale di nuovo.
"Sappiamo entrambi che quello che mi hai detto era la verità." fu la sua lenta risposta.
"Fai degli smoothie davvero buoni." commentai facendo spuntare un piccolo sorriso sul suo volto.
"Ouch, diavolo guarda quella come ti ha ridotto faccia." risi quando notai la mano rossa stampata sulla sua guancia e lui ruotò gli occhi al cielo.
"Sì, fa male come a una puttana dopo la sesta sculacciata." ridacchiò, scuotendo la testa ed io sorrisi.
"Vieni qui." dissi, dando dei colpetti al posto accanto a me, facendogli fare un'espressione preoccupata. Appoggio il bicchiere e esitante si avvicinò di più a me. Mantenni gli occhi incollati alla televisione e gentilmente piazzai il mio freddo bicchiere di vetro contro la sua guancia arrossata per rinfrescargli la pelle, facendolo ridacchiare ed io ghignai.
"Meglio?" chiesi e lui sporse di più la faccia contro il bicchiere.
"Meglio."
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