Ch. 5 - Yes Daddy
Non sono stupida.
So di non dover mai arrivare alle spalle e spaventare un pugile se non voglio finire al tappeto in due secondi netti, svenuta di colpi sul pavimento.
Ma avevo le mie ragioni, ero solo al capitolo cinque della mia storia sulla brava ragazza e il cattivo ragazzo e dopo lunghe notti di lettura su questo genere di libri, realizzai che la protagonista non aveva ancora pomiciato con il ragazzo, lui non le aveva fatto i ditalini, magari su un fiume o in qualche stronzata come quella nella natura, o a casa di lui.
Dopo che Harry mi aveva lasciata al mio appartamento ieri, era sfrecciato via subito dopo, quasi schiacciandomi un piede sotto la ruota della macchina mentre se ne andava in una nuvola di fumo.
Non va bene amico, non va bene.
Sul serio avevo bisogno almeno di restare a dormire da lui o fargli visita, mostrare la parte più privata dell'interesse amoroso del personaggio era un altro importante e cruciale fattore della mia storia.
Mentre lo stalkeravo da dietro i cespugli, controllai il telefono e realizzai che lo stavo seguendo da venti minuti buoni dopo la fine delle lezioni del mattino.
Presi un respiro profondo incerto, sapendo di starmi dirigendo verso una serie completa di sofferenza.
Quando sarei svenuta mi sarei potuta svegliare in A, un ospedale a seconda di quando forte mi avrebbe colpito, B, lasciata a morire in mezzo al marciapiede, o C, nel suo appartamento che era ciò a cui veramente puntavo.
Finalmente lasciai il mio nascondiglio, facendomi strada lentamente verso Harry che mi dava la schiena prima di saltargli addosso allacciando le braccia intorno al suo collo nella presa di strangolamento.
"Ti pugnalo amico!" scherzai e in un batter d'occhio sentii la sua grande mano afferrare il mio polso facendomi volare sopra il suo corpo, buttandomi a terra davanti a lui.
"Natalie?!" esclamò Harry sorpreso con voce arrabbiata da sopra di me.
Feci una smorfia di dolore, facendogli solo un gemito in risposta.
"Natalie che cazzo stai facendo?"
Ero contusa sul pavimento ecco che cosa facevo.
Alzai leggermente la testa da terra, facendogli cenno di abbassarsi mentre ansimavo in modo drammatico.
Harry aggrottò le sopracciglia confuso, facendo il suo famoso sguardo "ma che cazzo" prima di accovacciarsi esitante al mio fianco.
Agitai una mano, invitandolo silenziosamente ad abbassare il viso più vicino che fu obbligato a fare lentamente finché le mie labbra non raggiunsero il suo orecchio.
Mentre Harry era distratto l'altra mia mano strisciò dietro di lui e pizzicò il suo sedere facendolo scattare in piedi sorpreso lanciandomi un'occhiata arrabbiata.
"Ora posso morire..." dichiarai con voce debole prima di lasciar cadere la mia testa di nuovo sul pavimento e tutto si fece buio.
++
Mi svegliai e mi ritrovai distesa in un soffice ma estraneo divano, il profumo delicato di colonia e vaniglia riempì i miei sensi e mi alzai dai cuscini.
I miei occhi si spalancarono quando mi guardai intorno nell'accogliente e ordinato soggiorno, un sorriso di vittoria si fece spazio sul mio volto quando realizzai.
Questa non è un'esercitazione, ripeto, non è un'esercitazione.
Ero nella casa dell'amicone.
"Che cazzo c'è di sbagliato in te?" scattò Harry, facendomi sobbalzare leggermente e mi voltai per trovarlo fermo dall'altra parte della stanza, braccia incrociate al petto mentre mi fissava.
"Pensavo fossimo già andati oltre a questa domanda." dissi sottovoce, provando a non essere troppo sfacciata, così non mi avrebbe cacciata troppo presto.
"Avrei potuto ferirti Natalie a che cazzo stavi pensando?" esplose, dritto sui suoi piedi e torreggiando su di me, una vena del suo collo pulsava e il suo petto si sollevava su e giù.
Avevo pensato che sarei svenuta ma poi tu ti saresti sentito così male nel profondo che mi avresti portata nella tua umile dimora finché non fossi stata bene.
E ha fottutamente funzionato... diavolo siiiii.
"Hai un bel posto qui..." mi complimentai dopo qualche momento, ignorando le sue occhiate ostili mentre continuavo ad osservare il suo appartamento.
"Basta, devi andartene. Adesso." ringhiò Harry, tirandomi giù dal divano dal retro del mio colletto, rimettendomi in piedi.
"Cosa?! Amico sono appena arrivata." protestai provando disperatamente ad aggrapparmi al mobilio finché non strappò via le mie mani e mi fece arrivare alla porta.
"Non sembri essere ferita perciò puoi andare. Devo ricevere la visita di una persona e potrebbe arrivare in qualsiasi-"
Proprio quando la mano di Harry raggiunse la maniglia della porta, un colpo bussò dall'altra parte facendoci immobilizzare entrambi sul posto.
"Cazzo." imprecò lui sottovoce, i suoi occhi verdi vagarono per l'appartamento, facendo scorrere una mano tra i capelli castani per la frustrazione.
"Harry..." un'alta voce acuta femminile piagnucolò dall'altra parte.
"Qualcuno ti sta chiamando." gli sussurrai forte, indicando drammaticamente la porta ed Harry mi lanciò un'occhiataccia.
"Vieni qua." scattò sottovoce, trattenendomi ancora dal retro del colletto per portarmi nella sua stanza.
Aprì l'armadio, spingendomi velocemente dentro, facendomi inciampare sui miei piedi.
"Non uscire finché non te lo dico." ordinò, lo sguardo intenso e perforante prima di far scivolare la porta dell'armadio verso sinistra, chiudendolo con me all'interno.
Di solito non avrei preso parte a questa merda ma a condizione di rimare lì più tempo tutto andava bene.
Sentii la porta principale aprirsi e una risatina femminile prima del suono di baci riempire la stanza.
Avete presente il rumore disgustoso di risucchi accompagnati dai tanti gemiti?
Sì proprio quello.
Mi mossi all'interno dell'armadio, sbattendo le palpebre nel buio, realizzando che in realtà non avevo spazio nemmeno per camminare o muovere le braccia.
Tutto ciò che potevo fare era stare in piedi.
Il mio corpo si irrigidì quando sentii il suono di passi affrettati entrare nella stanza accompagnato da quel suono di baci e il cigolio improvviso del letto.
"Oh Harry..."
Oh Gesù.
Feci scorrere la porta aprendola di uno spiraglio, abbastanza per sbirciare che non stesse succedendo quello che credevo e vidi Harry pomiciare con una bella sudamericana sopra il suo letto.
Questo poteva non essere il momento giusto, ma un'altra caratteristica chiave della brava ragazza era che per qualche strana ragione lei si ingelosisse facilmente e faceva sempre presto a giudicare.
Wow chi è questa puttana con Harry?
Questa stronza indossa solo un crop top e degli shorts corti.
Era una delle caratteristiche che disprezzavo sul serio della brava ragazza, quella ragazza attraente sotto Harry era veramente mozzafiato e lei probabilmente lo sapeva.
Buon per te ragazza vieni a prendere questa D che avevo valutato silenziosamente dall'armadio.
Oh merda, sono bloccata qui.
Harry tirò via la maglia alla ragazza, i suoi occhi si scontrarono con i miei spalancati mentre succhiava una parte della sua pelle.
Spalancai gli occhi ancora di più facendo un cenno con la testa verso l'uscita, sperando almeno che mi lasciasse andare prima di continuare con lei.
Invece gli occhi verdi di Harry si scurirono, un ghigno cinico sul volto prima di tornare giù sulla ragazza, nascondendo il viso tra le sue enormi tette, facendole inarcare la schiena sul letto.
Questo capellone stronzo...
Ero pronta ad uscire dall'armadio con le mani avanti urlando "Fermatevi in nome di Dio" finché non sentii la ragazza gemere ancora più ansimante.
"Sì Daddy." piagnucolò mentre lui continuava a baciarla, le sue mani vagavano fameliche sul corpo di lei.
Mi cadde la mandibola e dovetti coprirmi la bocca dalle risate.
Oh mio dio, lei ha appena-
"Mm, ti piace questo piccolina?"
Sentii la voce profonda di Harry gracchiare, facendomi respirare male mentre cercavo di non ridere rumorosamente.
Scossi la testa, deridendoli silenziosamente ed abbassai le mani dalla mia bocca.
Bene, immagino si impari qualcosa di nuovo ogni giorno.
"Che cosa vuoi dal tuo paparino?"
chiese Harry con il respiro pesante, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Io voglio fottutamente uscire da qui ecco che cosa voglio.
Feci un realistico abbaio, graffiando e colpendo la porta dell'armadio mentre ringhiavo.
Fate uscire questa stronza.
"H-harry cos'era quello?!" sobbalzò la ragazza, rannicchiandosi tra le braccia di lui.
Potevo vederlo lanciarmi un'occhiataccia dal letto, la sua mandibola si strinse mentre scendeva esitante dalla ragazza.
"Arf! Arf! Arf!" continuai ad abbaiare, mordendomi il labbro mentre ghignavo.
"E' solo il mio fastidioso Volpino Di Pomerania." spiegò Harry con chiara irritazione nella voce.
"Ohhh... Io amo i cani! Posso vederlo-"
"No!" scattò Harry, sopraffacendo la voce della ragazza con la sua nella stanza.
"Lei è uh, lei è feroce e non addestrata, è per questo che la tengo dentro l'armadio." Fu la sua scusa e per dargli manforte io abbaiai più forte, ringhiando in modo animalesco e graffiando la porta violentemente.
"Vai in bagno a sistemarti il trucco o qualcosa, io mi occuperò del cane." ordinò Harry, le sue parole uscirono più dure nella parte finale della frase.
La ragazza mormorò un "okay" incerto e sentii i suoi passi delicati uscire dalla porta.
Sbattei le palpebre rapidamente, portando la testa indietro quando Harry fece scivolare bruscamente la porta dell'armadio, aprendola e riportandomi alla luce.
"Who let the dogs out." gridai quando lo vidi, mettendomi le mani a coppa ai lati della bocca per rendere la mia voce più forte mentre lui mi afferrava per il retro del colletto e mi trascinava fuori.
"Lo sai amico che questa cosa di manipolare le cose deve finire, hai mai pensato di iniziare a lavorare a maglia?" sbuffai mentre mi spingeva velocemente di fronte alla porta.
Venni cacciata fuori nel corridoio, voltandomi trovai un paio di ambigui occhi verdi fissarmi dalla porta.
"Aspetta! Aspetta!" inciampai, portando la mano contro il legno della porta prima che la chiudesse.
"Cosa." scattò, ancora guardandomi in cagnesco.
"Uh, vedi um, tua madre mi ha contattato dicendo che siamo costretti a sposarci a causa di inspiegabili circostanze e sì quello sarà ciò che faremo..." farneticai, annuendo e guardando la sua espressione diventare infastidita.
Okay il cattivo ragazzo e la brava ragazza si rimorchiavano alla festa, venivano accoppiati per fare qualche progetto insieme, e si sposavano o dovevano fingere di essere fidanzati con l'altro.
"Guarda." dissi, passandogli il foglietto dove avevo scarabocchiato "Harry tu devi sposare Natalie per salvare la famiglia, abbracci e baci mamma."
Okay questo era soprattutto per farlo incazzare perché non sono così stupida da pensare che avrebbe funzionato ma avevo trovato un nuovo talento nell'infastidire il cappellone.
I suoi occhi diedero un'occhiata al foglio, la mandibola serrata prima che alzasse lo sguardo su di me e accartocciasse il foglio in una mano, il suo sguardo non lasciò il mio e gettò il foglietto sulla mia testa, sbattendomi la porta in faccia.
"Lo prenderò come un discreto forse." urlai, dando dei colpetti alla porta prima di raccogliere il foglio e stropicciarlo nella mia mano, camminando via.
Scoprire dove viveva il cattivo ragazzo, fatto.
++
L'unica lezione che in realtà avevo con Harry era inglese e lo trovai un bel cliché visto che la lezione che la brava ragazza e il cattivo ragazzo avevano sempre in comune era di solito quella materia.
Inglese era una lezione dove si parlava di insegnamenti di vita e relazioni a seconda di qualsiasi libro si dovesse discutere.
Eravamo tutti in gruppo per un progetto ma non importava quanto avessi corrotto l'insegnante, lei ancora non mi lasciava stare nel gruppo di Harry.
Lui era seduto dietro di me nel proprio gruppo, appoggiato allo schienale della sedia con le braccia incrociate al petto ed evitava il mio sguardo.
"Psst."
Il corpo di Harry si irrigidì ma continuò ad ignorarmi.
"Psst, Harry."
La sua mandibola si strinse.
Bello è meglio se smetti di farlo prima di dislocartela o altro.
"Harry...."
Vidi i suoi occhi chiudersi prima di inclinare la testa all'indietro e prese un respiro profondo come se provasse a rimanere calmo.
In definitiva mi alzai dalla mia sedia, mi avvicinai e gli diedi qualche colpetto sulla spalla.
"Cosa. Vuoi." ringhiò, ancora senza aprire gli occhi.
"Volevo solo chiederti se hai una matita in più," iniziai con tono innocente prima che un ghigno si facesse spazio sulle mie labbra.
"Daddy."
Il suo intero gruppo alzò lo sguardo per guardarmi di stucco con la bocca spalancata mentre gli occhi di Harry si aprirono di scatto per lanciarmi un'occhiata di vera rabbia.
"Oh no, ho fatto arrabbiare il paparino?" lo presi in giro e lui portò i piedi fuori dal suo banco e lentamente si alzò in tutta la sua altezza, i suoi muscoli contratti sotto la maglietta mentre mi guardava in cagnesco.
Improvvisamente afferrò il mio polso, trascinandomi fuori dalla stanza senza neanche guardare l'insegnante e mi portò nel bagno privato più vicino, chiudendo a chiave dietro di lui.
"Il paparino ha intenzione di sculacciarmi?" risi, grugnendo finché raggelai sotto il suo sguardo di ghiaccio.
"Tu sei seriamente una delle più esasperanti e fastidiose ragazze che io abbia mai incontrato lo sai questo!" ringhiò, un feroce sguardo intenso nei suoi occhi mentre si avvicinava.
"Io-"
"No! Lasciami fottutamente parlare Natalie!" ruggì, sbattendo le mani contro il muro dietro di me, intrappolandomi.
"Lo sai cos'è un moscerino (gnat)? Un moscerino è una fastidiosa piccola mosca che non fa altro che tormentare tutti, il tuo soprannome Nat è giusto." sogghignò, il suo volto solo a qualche centimetro dal mio mentre stringeva i denti.
"Woah, amico," sospirai, sentendomi improvvisamente in colpa e spinsi gentilmente il suo petto per creare maggiore distanza tra di noi.
"Yo bello mi dispiace, io-io non intendevo infastidirti così tanto, hai ragione. Mi sono spinta troppo oltre e sono veramente dispiaciuta." mi scusai, scuotendo la testa per la vergogna, portando le mani in alto in resa.
"Non lo sei ancora." ringhiò, facendomi aggrottare le sopracciglia in confusione prima che mi prendesse per la vita, facendomi voltare finché la mia schiena fu premuta contro il suo ampio petto.
"Uh, che cosa stai facendo..."
Poi lui piazzò la sua grande mano sulla mia schiena e spingendomi gentilmente, mi fece piegare mentre mi preparavo e mettevo le mie mani sul muro scioccata.
"Lo sai non sono veramente sicura su come mi sento in tutta questa posizione e tu non eri arrabbiato con me due secondi fa-"
Non finii la frase perché la cosa successiva che sentii fu la grande mano di Harry abbassarsi e sculacciarmi il sedere, facendomi uscire un urlo di sorpresa e sobbalzai, il suono echeggiò attraverso il bagno mentre lui continuava a tenermi in posizione con la sua mano libera.
"Chi è il tuo paparino ora." sibilò, piegandosi finché le sue labbra non furono sul mio orecchio, il suo respiro eccitante contro il mio collo prima che mi lasciasse infine andare, facendo qualche passo indietro.
Immediatamente mi raddrizzai, sussultando mentre mi giravo per toccare la mia chiappa bollente.
"Ma che cazzo amico?!" esclamai, respirando pesantemente quando realizzai che se ne era già andato.
Strinsi i denti per l'irritazione, ciondolando per tornare in classe, la mia pelle ancora bruciava per lo schiaffo di Harry quando incrociai il suo sguardo.
Era tornato al suo posto, appoggiato alla sedia con un ghigno soddisfatto sul volto che mostrava le piccole fossette sulle guance.
"Ah, Natalie," disse l'insegnante, indicandomi mentre veniva all'entrata dove io ero in piedi.
"Harry mi ha detto che sei caduta nei corridoi e scivolata quando voi due andavate a prendere dell'acqua, stai bene?" chiese, con uno sguardo compassionevole.
"Sì solo, uh, solo indolenzita." ammisi, stringendo i denti quando vidi il ghigno di Harry farsi più ampio mentre fissava il pavimento.
Presi il mio posto, assicurandomi di sedermi sulla chiappa non ferita e tornai velocemente al lavoro, ignorando la sensazione del suo sguardo dietro di me.
Nota, non chiamare più Harry paparino.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top