Ch. 3 - You got nice orbs


N/A: vi presento Nat (Natalie) perché se le togliamo i piercing può sembrare davvero una brava ragazza ma è anche una tipa tosta. E' metà nera e metà coreana.

L'ingrediente chiave che tutti conoscono per realizzare il cliché della brava ragazza e il cattivo ragazzo è la famigerata festa.

Eh sì, niente come vedere finalmente la protagonista lasciarsi andare, ubriacarsi con un bicchiere di succo di mela probabilmente, che più tardi la porterà a limonare con il cattivo ragazzo che lei presumibilmente odia.

Non dimentichiamo la parte dove le sue amiche la convincono ad andare alla festa vestita con qualcosa che non abbia comprato da Nuns R Us (il negozio reale sarebbe Toys R Us ma la scrittrice sostituisce giocattoli con Nuns intendendo un negozio di vestiti da suora).

Woah guardate, la brava ragazza ha un corpo da modella di Victoria's Secret sotto tutti quei vestiti larghi.

Vai a capire.

Visto che io non ho amici dell'università con cui andare perché odio tutti, sto andando ad imbucarmi alla diavolo di festa da sola.

E non ci sono curve da modella di Victoria's Secret sotto la mia felpa oversize, solo piccoli rotolini di ciccia che in qualche modo si moltiplicano quando mi siedo ma li amo lo stesso.

"Va bene, io esco, non date fuoco all'appartamento." dissi, infilandomi la giacca e prendendo le chiavi dal bancone della cucina.

Un forte coro di mascolini "awws" echeggiò dalla sala da pranzo e sorridendo alzai gli occhi al cielo prima di sentire un leggero odore di fumo nell'aria che mi fece irrigidire.

"Chi cazzo è che sta fumando?" imprecai, sbattendo la porta d'ingresso per chiuderla prima di piombare nella sala da pranzo.

"Merda Carlos fallo uscire! Fallo uscire!"

"Aw cavolo Butch, urla il mio nome ancora più forte perché no." sibilò Carlos, cercando poi di nascondere freneticamente la sigaretta accesa nella sua mano quando entrai.

"Oh Carlos, fallo uscire! Fallo uscire!" gemette Butch, inclinando la testa all'indietro, facendo ridere il resto degli uomini al tavolo mentre Carlos stringeva gli occhi verso di lui.

"Era bella." ghignai a Butch che mi fece l'occhiolino prima di raddrizzarsi sulla sedia.

"Che razza di cose sconce sto sentendo lì?" urlò Georgia dalla cucina mentre preparava le alette di pollo piccanti.

"Niente! Carlos sta fumando nel mio appartamento quando gli avevo specificatamente detto di non farlo per la decima volta!" replicai, i miei occhi stretti in quelli spalancati di Carlos, sotto le mie occhiate.

Prima che lo potessi raggiungere dall'altra parte del tavolo Carlos prese la sigaretta accesa nella sua mano e la infilò violentemente nella bocca di Bernie facendolo tossire per la sorpresa.

"Bernie! Mi hai deluso!" disse Carlos fingendo orrore mentre agitava il dito contro l'arrabbiato Bernie.

"Cazzo la mia barba! Va a fuoco coglione!" piagnucolò Bernie mentre la cenere cadeva nei suoi peli facciali.

Improvvisamente scattò in cucina, urlando con tutto il fiato che aveva mentre gli uomini ridevano e riprendevano a giocare a poker.

"Forza Nat, gioca qualche partita con noi..." mi pregò Ralph, puntando qualche bigliettone nella pila delle scommesse al centro del tavolo.

"Non posso, sto andando ad una festa da confraternita."

Nell'intera stanza piombò il silenzio, tutti si lanciarono occhiate prima che gli uomini scoppiassero in una serie di risate teatrali, buona parte di loro piegati all'indietro con gli occhi strizzati dall'isteria mentre Carlos sbatteva ripetutamente la mano sul tavolo.

"Sono seria." dissi in tono tagliente mentre fissavo ognuno di loro con fastidio.

Le risate si spensero immediatamente quando notarono la mia espressione, smisero velocemente di sghignazzare e si schiarirono la gola a disagio.

"Già Carlos era seria. Non era divertente." disse Butch prima di voltarsi per farmi un sorriso innocente.

"Oh fanculo Butch stronzo." sbuffò Carlos infastidito.

"Aye, hai intenzione di vedere il ragazzo riccio?" ghignò Ralph con un cenno della testa prima di ritornare a guardare le carte nella sua mano.

L'intero tavolo eruttò in fischi e ululati, facendomi alzare le mani con entrambe le dita medie alzate.

"Gente la mia barba sta bene." annunciò Bernie, rientrando nella stanza con un sorriso sollevato mentre si accarezzava i peli facciali.

"Oh Nat comunque," iniziò quando mi vide, piazzando la sua grande mano sul mio braccio e sporgendosi verso il mio orecchio.

"Penso che i suoi occhi siano più come un delicato ma intenso verde giada sfumato che ti brucia l'anima." sussurrò prima di ritrarsi con un sorriso infantile.

"La cosa che so è che li stai descrivendo come se fossero dei cristalli (orbs)." risi, scuotendo la testa.

Ogni testa nella stanza alzò lo sguardo, prestandoci attenzione con delle espressioni confuse.

★orbs: cristalli, seni, occhi

"Orbs?" ripeté Butch.

"Che cazzo sono?" chiese Ralph, aggrottando le sopracciglia.

"Oh aye, io lo so io lo so, non è un altro modo di dire seno?" disse Carlos entusiasta mentre si palpeggiava delle tette immaginarie sul petto con un sorriso pervertito sul volto.

"No vuol dire occhi." ridacchiai.

"Diamine perché non dite semplicemente occhi?" sbuffò Ralph, tornando a concentrarsi sul gioco.

"Le alette di pollo piccanti sono pronte!" annunciò Georgia, entrando con un delizioso piatto di pollo speziato, facendo fischiare e gridare in acclamazione.

"Hey Georgia," disse Carlos, prendendo un pezzo di pollo prima di ghignarle.

"Sì?"

"Hai dei bei orbs." ghignò con un cenno della testa in modo provocante, facendo spalancare gli occhi di Georgia che lo schiaffeggiò in faccia.

"Non parlare del mio petto in quel modo che diavolo di problemi hai." lo rimproverò come una madre, togliendosi lo strofinaccio dalla spalla per iniziare a colpire ripetutamente la testa di Carlos con quello.

"Ci vediamo ragazzi!" risi, prendendo una manciata di alette di pollo prima di uscire di casa dopo che tutti mi salutarono.

++

Continuavo a succhiare l'osso dell'aletta di pollo quando entrai nella confraternita affollata e infestata di alcol e fumo.

Sapete come funziona, avete letto di queste descrizioni delle fanfiction o visto scene nel film, le persone si strusciano, la maggior parte beve, e molti limonano.

Ora devo cercare il mio cattivo ragazzo.

Lasciai cadere casualmente il piccolo ossicino di pollo nel bicchiere di plastica rosso di un ragazzo biondo, allontanandomi poi lentamente, grata che fosse troppo occupato a strusciarsi nella ragazza dai capelli rossi per accorgersene.

Vediamo, il cattivo ragazzo di solito A, si ubriaca e gioca al tipico gioco da college obbligo o verità, B si sta facendo fare un pompino da qualcuno in una delle stanze, o C-

"Ayo! C'è una rissa nel soggiorno!" annunciò qualcuno sopra la musica a palla, facendomi spalancare gli occhi e tutti corsero per vedere la scena.

Alzai lo sguardo al cielo, baciandomi la mano prima di fare il segno della pace per ringraziare Dio di avermi reso tutto più facile.

Sei tu il vero campione.

Spinsi tra la folla di persone sudate, tutte saltavano e urlavano con entusiasmo mentre tenevano i cellulari alzati per riprendere.

Non mi sorpresi quando vidi Harry in mezzo alla rissa buttare un povero ragazzo sul pavimento prima di colpirlo con una serie di pugni mentre le persone lo incitavano.

Potrei dire che il gruppo di ragazzi in prima fila fossero i suoi amici perché erano quelli che lo incitavano maggiormente, smisero immediatamente quando Harry fulminò loro con lo sguardo, la sua presa ancora stretta intorno al colletto del ragazzo svenuto mentre alzava lo sguardo su di loro.

"Amico occhio!" avvisò uno di loro quando un altro ragazzo si unì, afferrando Harry per le spalle che lasciò il ragazzo sul pavimento e si voltò per dare al nuovo arrivato un pugno sulla mandibola.

Tutti nella folla strinsero le spalle alla vista come se avessero sentito la forza in quel colpo prima di eruttare in "Oooohhhhh..." mentre rabbrividivamo.

Due -no tre ragazzi si unirono alla rissa, tutti contro Harry che non sembrava un minimo interessato o intimidito.

Lo attaccarono tutti insieme in una volta e il mio cuore quasi mi cadde nel culo dall'ansia.

Harry se la cavò bene, schivando e tirando pugni, con una grande abilità e agilità che raramente veniva colpito.

"Cosa, davvero registrerete senza fare niente?" chiesi infine mentre la rissa continuava, le mie parole infastidite vennero sopraffatte dai ruggiti di eccitazione della folla.

Strinsi i denti quando d'un tratto Harry venne colpito a tradimento con un pugno allo stomaco e cadde sulle ginocchia mentre cercava di mettere fuori gioco i tre ragazzi senza nessuno che intervenisse per fermarli, nemmeno i suoi cosiddetti amici si fecero avanti di fronte a quella scena.

"Femminucce." brontolai sottovoce prima di togliermi gli orecchini e infilarli nelle tasche della felpa, facendomi strada al centro della rissa.

Prima che Harry venisse preso a pugni, trascinai i due uomini via da lui, usando il mio piccolo corpo per eludere e sopraffarli velocemente con colpi precisi.

"Chi cazzo è quella?" sentii chiedere a qualcuno tra la folla intorno a noi.

"Non lo so. Io non l'ho invitata, tu?"

Nah non ero stata invitata, mi sono imbucata a questa stupida festa.

I due ragazzi che avevo spinto via da Harry si rimisero in piedi, la rabbia palese nei loro occhi ed io alzai i pugni quando iniziarono ad avvicinarsi a me.

La mia schiena improvvisamente fu premuta contro un'altra e mi voltai pronta per colpire di riflesso chiunque fosse.

Il mio pugno venne immediatamente parato prima che potesse colpire la faccia di Harry, la sua grande mano si strinse fermamente intorno al mio pugno, i nostri occhi si incatenarono e capii in quell'esatto istante che mi avesse riconosciuto dal negozio di tatuaggi.

"Abbassati." ordinò, la sua voce profonda ed esigente. Seguii le sue istruzioni senza un secondo di esitazione, guardando come il suo altro pugno volava sopra la mia testa e colpiva la faccia dell'uomo alle mie spalle.

Continuammo a difenderci schiena contro schiena finché il resto degli uomini immischiati nella rissa rimasero sul pavimento o svenuti o che gemevano di dolore.

"Diamineee..." parlò qualcuno tra la folla dopo qualche secondo di silenzio e tutti iniziarono ad applaudire.

Harry ed io eravamo entrambi affannati, i nostri corpi tesi mentre esitanti abbassavamo i pugni quando realizzammo che eravamo rimasti in piedi solo noi due.

Ci voltammo per guardarci, un velo di sudore sui nostri volti mentre il suo ampio petto si alzava e abbassava e i nostri occhi rimanevano incatenati.

Huh, aveva davvero gli occhi di un intenso verde giada.

Nota, più tardi ringraziare Bernie.

La folla improvvisamente si avvicinò, gli amici di Harry saltavano e urlavano per acclamarlo mentre gli davano pacche sulla schiena, facendolo irrigidire e fulminarli con lo sguardo.

Immediatamente fecero un passo indietro e lui borbottò qualcosa sottovoce prima di sorpassarli e camminare via, la folla si divise come il mar rosso per creargli un passaggio.

Fantastico, ecco dove andava la mia immagine da brava ragazza, fuori dalla porta con la mia occasione di riuscire a scrivere la mia storia.

"Amico! Lui è come la nostra guardia del corpo personale! Non possiamo essere toccati!" sentii ridere uno degli amici di Harry e tutti sorrisero.

"Te l'avevo detto, finché continuiamo ad uscire con lui sarà il nostro cane da guardia." disse un altro, facendomi stringere gli occhi per il fastidio.

"Non so chi ti ha invitato o perché sei qui," disse improvvisamente un confratello figlio di papà, puntandomi il dito e avvicinandosi mentre io lo guardavo impassibile.

"Ma sei libera di venire qui tutte le volte che vuoi, ho ragione ragazzi?!" urlò, guardando verso la setta di puttanieri dagli abbinamenti cachi che applaudirono dietro di lui in accordo.

"Dov'è il bagno." chiesi con espressione annoiata e il tono pungente.

"Uh, sopra le scale a sinistra alla fine del corridoio." disse lui, sembrando un po' intimidito ed io sorrisi, allontanandomi.

Dovevo pulirmi il sangue dalle nocche.

Forse dovevo solo trovare un nuovo cattivo ragazzo.... qualcuno che fosse arrogante ma non un coglione totale come-

Aprii la porta del bagno per trovare Harry risciacquarsi il sangue secco dalle mani sul lavandino, la sua testa scattò verso di me quando entrai e indurì lo sguardo.

"Sono qui solo per usare il lavandino." dissi, alzando le mani in segno di resa sotto il suo sguardo ostile.

"Questo lavandino lo sto già usando io, vai nell'altro bagno." fu la sua risposta prima di tornare a guardarsi le mani.

"Lo sai, invece di fare il coglione con me dovresti ringraziarmi." scattai, entrando completamente nel bagno e sbattendo la porta dietro di me, chiudendoci dentro.

Questa stronza voleva risposte, in un modo o nell'altro.

"Grazie per cosa." sbuffò, i suoi occhi ancora sulle sue mani mentre continuava a lavarle.

"Hm, non lo so, forse per quando ti ho portato svenuto nel negozio di tatuaggi? O forse per quando ho provato a metterti del ghiaccio sul bernoccolo? Oh no aspetta! Che mi dici di quando ho preso parte ad una rissa per aiutarti!"

"Io non ho chiesto e nemmeno avevo bisogno del tuo aiuto!" abbaiò, alzando la testa così che il suo sguardo intenso potesse perforarmi.

"Oh già perché quando ti hanno colpito allo stomaco come uno stronzetto sapevo che avevi tutto sotto controllo." lo presi in giro in tono infantile.

Lui chiuse violentemente il rubinetto prima di voltarsi e inchiodarmi alla porta, la mia schiena sbatté bruscamente contro il legno e le sue mani mi afferrarono per il colletto della felpa.

"Uh... non farmi male?" dissi lentamente mentre lui mi fulminava con lo sguardo, il suo respiro era pesante mentre io pregavo di poter usare in qualche modo ancora la recita della brava ragazza.

"Che problemi hai?" chiese sembrando arrabbiato e confuso allo stesso tempo, serrando la mandibola.

"Beh mio padre dice che ho sbattuto la testa quando avevo tre anni ma-"

"No!" scattò Harry, una vena del collo gli pulsava mentre le guance erano arrossate per la rabbia.

"Un minuto sei tutta indifesa e quello dopo diventi John Cena e poi torni a comportarti come se non riuscissi neanche a badare a te stessa quando sappiamo entrambi che non è vero." ringhiò, guardandomi sospettoso mentre la presa sulla mia felpa si intensificava.

"Sono davvero ubriaca.." borbottai, sperando potesse cascarci.

La maggior parte delle brave ragazze nelle storie di solito si comportava diversamente da ubriache perciò forse potevo usare l'alcol come scusa.

"Tu sei cosa?"

"Ubriaca, sbronza, andataaa..." biascicai, ondeggiando avanti e indietro con un sorriso pigro finché Harry non mi lasciò andare e indietreggiò.

Vacillai fino al lavandino, lavandomi finalmente il sangue dalle nocche mentre continuavo a recitare.

"Quindiii... vuoi dirmi perché hai fatto rissa?" chiesi, ghignandogli con gli occhi mezzi chiusi.

"Beh questi non sono affari tuoi." rispose, guardandomi e incrociò le braccia al petto, appoggiandosi contro il muro.

Io sorrisi prima di alzare le mani in segno di resa, facendo aggrottare le sopracciglia ad Harry per la confusione.

Poi iniziai a ballare, alzando le braccia e muovendole avanti e indietro mentre scuotevo il culo su e giù.

"Cosa stai facendo?" ringhiò Harry.

"Continuerò a ballare finché non me lo dici..." sorrisi, facendo ora il robot mentre mi avvicinavo a lui.

"Smettila."

Iniziai a fare la breakdance.

"Ho detto di smetterla."

Portai una gamba in alto come una cheerleader prima di cadere infine sul pavimento in una spaccata, scuotendo le mani.

Riesco a fare la spaccata in un cazzo, già.

Venni subito issata di nuovo in piedi da Harry che continuò a fulminarmi con lo sguardo.

"Se te lo dico, smetterai di fare..." iniziò, gesticolando verso di me con le sue grandi mani mentre mi guardava sconvolto.

"Qualsiasi cosa stessi facendo." finì, stringendo gli occhi mentre io sorridevo e annuivo.

"Ho fatto a botte perché uno di quei ragazzi aveva infastidito i miei amici." sospirò, pizzicandosi il ponte del naso mentre chiudeva gli occhi come se avesse una sorta di forte emicrania.

"Ha, i tuoi amici." ridacchiai facendo le virgolette, facendo aprire gli occhi ad Harry per fissarmi.

"Cosa diavolo c'è di divertente." scattò, guardandomi con attenzione.

"Oh niente solo che, quei ragazzi che hai difeso lì fuori," ghignai, fingendo di essere ubriaca mentre indicavo fuori dalla porta.

"Quelli non sono tuoi amici, quelli ti stanno solo usando così possono-"

La mia frase fu interrotta quando Harry mi alzò dal pavimento per la maglia mentre stringeva i denti.

"Tu non sai niente di loro..." sogghignò verso di me.

"Oh fidati tesoro," risi, non preoccupandomi della nostra distanza approssimativa.

"Ne so abbastanza." dissi e gli diedi una pacchetta sulla testa con superiorità.

Mi lasciò cadere sui miei piedi prima di afferrarmi per il polso della mano che avevo usato per colpire le sue soffici onde di capelli.

"Non. Toccarmi." disse con voce lenta e minacciosa.

Io ghignai, i miei occhi lo guardavano con sfida prima di allungare l'indice e toccargli la punta del naso.

"Toccato."

"E' fottutamente troppo." ringhiò Harry, alzandomi dal pavimento e buttandomi sulla sua spalla prima di buttare giù la porta del bagno con un calcio.

Oh merda.

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